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Autore: luvsam    18/04/2022    1 recensioni
Non era reale, bastava aprire gli occhi e l'orrore sarebbe scomparso.
In fondo era già successo nelle settimane precedenti e ogni volta, a parte il cuore a mille e la necessità impellente di fare una doccia per liberarsi del sudore, era tutto finito quando aveva riconosciuto intorno a sé le pareti color giallo paglierino del suo appartamento e gli scatti di una vita felice.
Niente fuoco, urla, o quella maledetta voce che lo accusava di essere un assassino, solo la sua normalità. Avrebbe sentito canticchiare Jessica sotto la doccia, l'odore del caffè e attraverso la finestra aperta, il solito brontolio della signora Cooman per i presunti schiamazzi notturni dei suoi vicini.
Facile come bere un bicchiere d’acqua, giusto?
Sam si aggrappò a quei pensieri tranquillizzanti e ancora con gli occhi chiusi inspirò profondamente alla ricerca della fragranza bruciacchiata dei toast che la sua ragazza era capace di carbonizzare ogni mattina, ma quello che gli riempì le narici fu solo la puzza di birra e cibo avanzato.
Evidentemente avevano fatto festa la sera precedente ed era per questo che aveva mal di testa e le idee confuse, ma nel profondo sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Dean scostò la tenda della finestra della loro stanza al motel e osservò per l’ennesima volta il parcheggio. Apparentemente non c’era nulla di insolito, solo quattro auto davanti alle porte delle stanze occupate, bidoni della spazzatura e qualche lampione qua e là, eppure il cacciatore si sentiva molto irrequieto.
Quello che era accaduto fuori dalla chiesa lo aveva turbato e da qualunque angolazione la guardasse, la situazione appariva molto strana. Nell’ipotesi migliore aveva visto davvero John Winchester, ma in quel caso non riusciva a capire perché non si fosse avvicinato a Sam e gli avesse offerto una spalla su cui piangere, in quella media lo stress di quei giorni gli stava tirando un brutto scherzo, nella peggiore quella creatura li aveva fiutati e doveva stare all’erta.
La cosa che lo aveva inquietato di più in tutta la situazione era stato quel sorriso...
Che cosa aveva voluto dire?  Era stato un atto ostile? La promessa di un imminente attacco?
Il suo istinto di cacciatore lo portava a ritenerla tale, eppure Dean aveva avuto la sensazione che, quando si era messo tra lui e suo fratello sfidandolo a fargli del male, l’uomo non si fosse infastidito, anzi gli era sembrato che fosse felice della sua reazione e in quel caso non poteva che essere l’originale John Winchester.
Ma se era lui, perché gli aveva fatto cenno di tacere e soprattutto perché se n’era andato?
Se aveva ascoltato i suoi messaggi ed era tornato per vedere come stava Sam, perché poi gli aveva voltato le spalle?
Perso nei suoi pensieri e concentrato a cogliere qualsiasi anomalia nel parcheggio, Dean non si accorse che suo fratello si era alzato dal letto, sul quale era sprofondato appena tornati dal funerale, e si era avviato con una certa urgenza in bagno. Riprese contatto con ciò che lo circondava solo quando sentì gli inconfondibili conati misti a nuove lacrime e a quel punto lasciò la sua posizione di vedetta. Arma alla mano arretrò verso l’interno della stanza e si piantò sull’uscio del bagno per poter dare un occhio a Sam senza perdere di vista l’ingresso.
“Ehi”
“Dean”
Il richiamo disperato di suo fratello spinse il maggiore dei Winchester ad avvicinarsi a lui e appoggiata la pistola sul pavimento, lo sostenne mentre vomitava l’anima.
“Sono qui”
“Non può essere morta, non è morta”- mormorò durante una pausa concessa dal suo stomaco.
“Sammy, sai che Jessica non c’è più, devi accettarlo”
“No, io non posso perderla! Possiamo riportarla indietro, possiamo trovare qualcosa, chiedere a qualcuno”
“Mi dispiace, ma, se pure ci fosse il modo e non lo conosco, non lo faremo”
“Perché non vuoi aiutarmi?”
“Perché non è giusto stravolgere l’ordine naturale delle cose”
“Solo per Jessica, ti prego”
“Sam, non possiamo scherzare con la morte, ci sarebbero di sicuro delle conseguenze da pagare”
“Non mi importa, la rivoglio indietro”
“Non ti lascerò fare nessuna cazzata”
“E se fossi morto io?”
“Non sei morto, ma, se dici ancora una stronzata del genere, ci andrai molto vicino perché ti stacco la testa a sberle”
“Se trovassimo il modo, potremmo riportare indietro anche la mamma”-rincarò il più giovane afferrando con entrambi le mani la maglietta di Dean.
Quest’ultimo accusò il colpo e per un momento si lasciò tentare dalla disperata idea del fratello, ma poi la ragione riprese il sopravento e rispose:
“Pensi che, se ci fosse un modo, papà non l’avrebbe trovato? Credi che non avrebbe riportato indietro sua moglie, la madre dei suoi figli, e si sarebbe riappropriato della vita che quel demone di merda gli ha strappato? Se non l’ha mai fatto, è perché è una cosa fottutamente…”
“Forse non ha trovato il modo, ma, se mi mettessi a cercare, se io…”
“Tu niente, non ti azzardare”
“Anche papà diceva che ero bravo nella ricerca, posso riuscirci e rimettere le cose a posto”
“Non farai niente del genere, scordatelo”
Sam riconobbe lo sguardo severo di Dean, quello che sfoderava quando davvero la faceva grossa, e si sentì perso. Aggrapparsi alla speranza di riavere Jessica, aveva calmato il suo pianto e il suo stomaco, ma la disapprovazione di suo fratello lo fece di nuovo sprofondare. Le lacrime ripresero a scorrere e probabilmente avrebbe vomitato ancora se Dean non lo avesse attirato a sé invitandolo a tenere duro.
Sam tentò di respingerlo, arrabbiato per il rifiuto ricevuto, ma poi si lasciò abbracciare e il deja-vu partì senza preavviso. Quando era piccolo, reagiva sempre con stizza quando papà gli negava per l’ennesima volta un libro, o un giocattolo perché, come al solito, erano al verde, e aveva l’abitudine di andarsi a rintanare nei posti più angusti che riusciva a trovare.  Data la scarsa tolleranza di John ai capricci di suo figlio minore, toccava sempre a Dean andarlo a scovare e a calmarlo, e non erano mancate volte in cui il suo fratellone era stato il bersaglio di calci e morsi, ma non lo aveva mai abbandonato. Aveva lottato contro il suo esile fisico e alla fine lo aveva sempre accolto in un solido abbraccio sussurrandogli rassicurazioni.
Sul pavimento del bagno di quel motel di merda Sam si sentì di nuovo bambino e ascoltò svuotato le parole che Dean gli rivolse:
“Ascolta, capisco che adesso faresti qualsiasi cosa per riavere la tua ragazza, ma sei una persona pulita e dentro di te sai che quello che stai dicendo è sbagliato. Sei stanco e spaventato, pessima combinazione da sempre per te, ma le cose andranno meglio, vedrai. Non domani e magari nemmeno tra una settimana, ma conosco mio fratello e so che ce la può fare”
“Ho freddo”
“Lo so, ti sento tremare. Non saresti più a tuo agio sotto le coperte?”
Sam annuì e mormorò:
“Immagino che questo significhi che devo alzarmi”
“Di certo non posso prenderti in braccio, principessa, il tuo culo pesante è fuori dalla mia portata massima”
“Mi sentivo così al sicuro quando lo facevi”
“Di che stai parlando?”
“Di quando mi portavi a casa in braccio dopo la scuola perché papà non era venuto a prenderci. Sai una cosa? A volte non era vero che ero stanco”
“L’ho sempre sospettato”
“E perché non hai mai detto niente?”
“Perché i tuoi dannati occhi da cucciolo mi fregavano ogni volta e mi piaceva sentirmi l’eroe del mio fratellino”
“Lo sei sempre stato, più di papà”
“Non dire cazzate”
“E’ la verità, ci sei sempre stato tu accanto a me. Sta succedendo anche adesso, no? Non gli importa niente di me, per lui non esisto più”
“Non dire così”
“E’ la verità”
“Sammy, sono sicuro che, se potesse, sarebbe qui”
“Smettila di giustificarlo e poi, è stato così chiaro: se esci da quella porta, non fai più parte di questa famiglia”
“Era arrabbiato, non lo pensava davvero”
“E, allora, dov’è? Che cosa deve succedere per farlo tornare? Forse se fossi morto per mano del demone, sarebbe venuto ad indagare, forse..”
“Non sai quello che dici”
“Se fossi stato un caso, sarei stato degno della sua attenzione?”
Mentre Sam continuava nel suo monologo, Dean lo tirò su e lo portò a letto. Lo stese, poi gli sfilò le scarpe. Lo coprì con cura, poi spense le luci per farlo riposare.
“Dee”
“Sono qui, Sammy, sta tranquillo”
“Non mi abbandonare come ha fatto papà”
“Nessuno mi schioda da qui, promesso”
“Non mi perdonerà mai per aver lasciato la caccia, ma io volevo solo una vita normale. Che cosa c’è di sbagliato? Che cosa ho fatto di così terribile?”
“Non pensarci adesso, cerca di dormire”
“Non è venuto, papà non è venuto”
Le ultime parole, che il fratello pronunciò prima di cedere allo stress della giornata appena trascorsa, fecero montare una profonda furia in Dean e probabilmente, se avesse avuto davanti John in quel momento, non sarebbe stato molto amichevole.
D’accordo, era arrabbiato e deluso per l’ammutinamento di suo figlio minore, ma quello che era successo pochi giorni prima avrebbe dovuto farlo tornare sui suoi passi, giusto?
Doveva mollare tutto e correre da Sam, questo avrebbe dovuto fare un vero padre, cazzo!
Non importa cosa un figlio possa aver fatto, o quanto lontano possa andare, un figlio è un figlio per tutta la vita e non appena lo avesse riavuto a tiro, avrebbe fatto un bel discorsetto a suo padre perché suo fratello non si meritava il suo disprezzo prima, e tantomeno la sua indifferenza ora.
Dean avrebbe continuato a seguire il filo dei suoi pensieri se qualcosa non avesse attirato la sua attenzione e dopo aver recuperato la pistola dal pavimento del bagno, si riavvicinò alla finestra.
La stanza era stata inondata da una forte luce e il cacciatore si chiese chi fosse il coglione di turno che stava disturbando il sonno di Sam.
“Non potevi parcheggiare più in là?”- sbottò spostando di lato la tenda per dare un’occhiata, poi sentì il cuore perdere un battito quando si rese conto che i fari accesi erano quelli dell’Impala.
Era sicuro di averli spenti quando erano tornati ed erano spenti tutte le volte che si era affacciato per ispezionare il parcheggio. Qualcosa non quadrava, soprattutto perché il motore non ruggiva e quindi in teoria non era in corso un tentativo di furto. Aguzzò la vista e nonostante il bagliore, distinse qualcuno all’interno dell’abitacolo e questo, per quanto lo riguardava, equivaleva ad una dichiarazione di guerra perché nessuno toccava Baby tranne lui. Si stava già precipitando fuori quando i fari si spensero e la figura scese dall’auto e chiuse lo sportello.
Dean la osservò dall’interno della stanza e la trovò stranamente familiare. Diede un’occhiata a Sam, poi cautamente aprì la porta e puntò la pistola contro l’uomo, che sembrava aspettarlo.
“Allontanati dalla mia auto”
“Tecnicamente è ancora la mia auto, non abbiamo mai fatto un passaggio di proprietà”
“Papà?”
La figura avanzò e salutò:
“Ciao, Dean”
“Non ti avvicinare”
Senza voltarsi il giovane Winchester cercò la maniglia della porta e se la chiuse alle spalle fornendo così un minimo di protezione a suo fratello.
“Bene, vedo che il mio addestramento è servito”
“Chi sei?”
“Dean, sono davvero papà”
“La tua parola non mi basta, dovrai impegnarti un po' di più”
John guardò in maniera interrogativa il figlio maggiore e chiese:
“Vuoi le prove?”
“Ci puoi giurare e ti concedo pochi minuti per darmele, o ti pianto una pallottola in mezzo agli occhi”
“Okay, stai calmo”
L’uomo prese un coltello e si fece una piccola incisione sul braccio, poi passò all’acqua santa e solo dopo che ebbe superato tutti i test, suo figlio maggiore abbassò l’arma.
“Soddisfatto adesso?”
Dean gli lanciò un’occhiataccia, si sentiva dilaniato tra la voglia di correre ad abbracciarlo dopo averlo dato per disperso per settimane e la collera per il suo atteggiamento nei confronti di Sam, così chiese stizzito:
“Solo a metà. Visto che sei veramente John Winchester, mi spieghi perché ti sei presentato fuori dalla chiesa e poi te ne sei andato?”
“Non voglio che tuo fratello mi veda”
“Perché? Ha bisogno di te”
“Vorrei tanto avere il tempo di spiegarti, ma non ne ho. Sono qui perché volevo vedere Sam prima di ritornare a caccia”
“A caccia? Tuo figlio è lì dentro a pezzi e tu pensi ad inseguire il mostro di turno?”
“Non il mostro di turno, è Occhi Gialli”
“Sam è più importante”
“Lo è ed è per questo che non posso restare”
“Qualcosa di meno criptico?”
“Non adesso, voglio vedere Sam. Immagino che dorma, ho visto che hai spento tutte le luci”
“Sì, era davvero stremato. Quando è arrivato il messaggio della signora Moore, che lo invitava alla funzione, ho seriamente pensato di non dirglielo, ma poi ha letto quello che gli aveva scritto”
“Hai fatto la scelta giusta”
“Non ne sono convinto”
“Che è successo?”
“E’ stata l’ennesima mazzata, non l’ho mai visto così sconvolto. Ma, tornando a te, da quanto sei qui?”
“Sono arrivato ieri e sono stato fuori casa di tuo fratello. Ho incontrato un suo vicino e, quando gli ho detto chi ero, mi ha subito rassicurato sul fatto che eravate entrambi illesi, ma che Sam era stravolto. Ho immaginato che non lo avresti costretto ad una lunga traversata in macchina e…”
“In realtà io avrei guidato fino a svenire sul volante, ma lui ha insistito per non lasciare Palo Alto e l’ho accontentato”
“L’avrai fatto anch’io e non andando via, mi hai reso le cose più facili. Mi sono messo a cercarvi nei motel della zona e dopo qualche buco nell’acqua, ho visto l’Impala e mi sono fermato”
“Come hai saputo del funerale?”
“La morte di Jessica era su tutti i giornali e anche se non ne ero certo, pensavo che Sam ci sarebbe voluto andare”
“Ha esitato molto, poi mi ha detto che se la sentiva e il resto lo hai visto con i tuoi occhi”
“Devo fermare quel bastardo, ora più che mai”
“Papà, che cosa mi stai nascondendo?”
“Dean, fidati di me”
“L’ho fatto per tutta la vita, ma merito una spiegazione, non credi?”
“D’accordo, hai ragione. Entro a vederlo, poi ti racconterò come stanno le cose”
“Vengo con te”
“Ti ho dimostrato che sono veramente io, non voglio fargli del male”
“Lo so, ma che cosa farai se si sveglierà?”
“Non si sveglierà”
“Sembri sicuro di te”
“C’era un leggero sedativo nell’acqua che ha bevuto”
“Cosa?”
“Quella che gli ha offerto la signora Moore”
“Non voglio nemmeno sapere come hai fatto, non mi interessa in questo momento, ma sei proprio sicuro che fosse leggero?”
“Che vuoi dire?”
“Ha vomitato fino a poco fa”
“Non volevo farlo stare male, mi dispiace”
“Sicuramente no, ma perché lo hai sedato?”
 “Era l’unico modo per avvicinarmi a lui senza farmi vedere”
“Poco ortodosso, ma efficace. Quando ha smesso di rispedire al mittente il poco che aveva mangiato, è andato knock-out velocemente”
John scosse la testa, poi seguì il figlio maggiore all’interno della stanza del motel. Individuò subito Sam su uno dei due letti e dopo essersi sfilato la giacca, si andò a sedere accanto a lui. Gli appoggiò una mano sulla testa, poi si chinò a baciargli la fronte.
“Figlio mio, mi dispiace così tanto”
Dean rimase in silenzio e rivide in quell’uomo il papà tenero e protettivo che aveva avuto la fortuna di avere per quattro anni. Lo vide accarezzare ripetutamente il volto di Sam e in cuor suo sperò che suo fratello si svegliasse. A quel punto suo padre non sarebbe potuto scappare e in un modo, o in un altro sarebbero stati di nuovo insieme, ma la giornata pesante e l’aiutino di John tennero il ragazzo in stato di incoscienza.
“In chiesa ho temuto che avesse un malore”
“Eri dentro?”
“Sì, sono arrivato prima di voi e mi sono mischiato tra la folla. Quella ragazza doveva essere speciale, c’era davvero un mare di gente. Tu l’hai conosciuta?”
“Di sfuggita quando sono venuto a prendere Sam. E a proposito di questo… Dove eri sparito e perché non hai risposto alle mie chiamate?”
“Stavo inseguendo quel bastardo, gli sto addosso”
“E non hai nemmeno sentito i miei messaggi?”
“Li ho sentiti, per questo sono venuto”
“Intendo prima di quelli in cui ti informavo della morte di Jessica”
“Sai com’è quando si lavora ad un caso”
“Sì, ma, se tu avessi risposto, forse non mi sarei precipitato a prendere Sam”
John si voltò a guardare Dean e cogliendo la sottile accusa nelle parole del figlio maggiore, rispose:
“Il demone avrebbe attaccato lo stesso”
“Come fai a saperlo?”
“Ho catturato un paio di galoppini e tutti mi hanno detto che Occhi Gialli stava per riscuotere”
“Non capisco”
“Dean, non è il momento”
“Stai parlando di mio fratello, è sempre il momento”
L’uomo si mise in piedi e afferrò il figlio per un braccio.
“Ricordati con chi stai parlando, ragazzo”
“Non l’ho mai dimenticato, ma…”
“Ma diventi una belva quando si tratta di Sam e questo lo apprezzo tanto. Ho visto come mi hai impedito perfino di guardarlo quando eravate sulle scale della chiesa, mi hai fulminato”- disse John cercando di abbassare la tensione, che lui stesso aveva contribuito ad alzare.
“Perché hai sorriso?”-rispose il giovane raccogliendo l’assist di una tregua.
“Per il tuo gesto protettivo! Per te lui sarà sempre Sammy, vero?”
Dean annuì, poi ritornò serio sentendo il fratello lamentarsi.
“Che cos’ha?”
“Credo che stia avendo un incubo”
John si riavvicinò al figlio e si sedette di nuovo accanto a lui. Gli prese una mano e gliela strinse forte.
“Tranquillo, Sammy, non sei solo”
Rimase a vegliarlo per circa una ventina di minuti, poi, non appena ebbe la certezza che il suo ragazzo stava dormendo profondamente, si alzò, si diresse verso la sedia dove aveva abbandonato la giacca e la riprese per rimettersela.
“Che stai facendo?”
“Non ricominciare, ti ho già detto che non posso restare”
“Hai detto che mi avresti spiegato”
“Sì, ma quello che ti dirò resterà fra me e te, tuo fratello non dovrà mai saperlo”
“Sapere cosa?”
“Andiamo fuori”
John e il figlio maggiore uscirono nel parcheggio e in quella spianata d’asfalto Dean conobbe l’atroce verità che suo padre aveva scoperto.
“Ne sei sicuro?”
“Sì ed è per questo che non devi farne parola con lui. Non voglio che si massacri con il senso di colpa”
“Colpa per che cosa?”
“Credi che non si sentirebbe la causa della morte di tua madre e della sua ragazza?”
“Che cosa c’entra lui? Aveva sei mesi quando la mamma è morta e…”
“Dean, non sei uno stupido, non può essere una coincidenza che sia tua madre sia la sua ragazza siano morte nello stesso modo. Se dovessi pensare a questa storia come un caso, non concluderesti che il legame fra le due è Sam e che è chiaro che punti a lui?”
“Sì, lo farei”
“Per questo devi lasciarmi andare e non dovrai dire a tuo fratello che sono stato qui”
“Sparirai di nuovo?”
“No, resterò in contatto”
“Vuol dire che mi chiamerai?”
“No, Sam potrebbe accorgersene, è meglio che mi aggiorni tu quando non è nei paraggi”
“Stai dando per scontato che resteremo insieme”
“Che vuoi dire?”
“Non so che intenzioni abbia, potrebbe anche decidere di restare al college. La sera in cui Jessica è morta mi ha fatto capire che avrebbe voluto dare la caccia a Occhi Gialli, ma era sconvolto e sappiamo quanto ha lottato per lasciare la vita sulla strada”
“Non devi assolutamente permetterglielo, non deve seguire quel bastardo. Devi tenerlo lontano, mi hai sentito?”-chiese l’uomo alzando di nuovo i toni.
“Forse ti sfugge che Sam è cresciuto e già quattro anni fa ha messo in chiaro che non si fa mettere i bastoni tra le ruote da nessuno”
“Dean, ho bisogno di sapere che ci sarai tu a guardargli le spalle, mi faresti ripartire più sereno”
“Continuo a pensare che non dovresti andartene! Se vi parlaste, magari riuscireste a chiarirvi e torneremmo ad essere una famiglia”
“Siamo una famiglia”
“Ah, certo, siamo talmente uniti che vogliono fare una sit-com su di noi. Guardiamo in faccia la realtà, papà, siamo tre schegge impazzite e di certo tu non aiuti allontanandoti di lui. Sta male per la morte di Jessica, ma non ha fatto altro che sottolineare che non eri venuto. Pensa che lo odi e che non lo perdonerai mai”
“Come potrei odiarlo? E’mio figlio”
“E allora dimostraglielo, perché non ha mai avuto bisogno di te come in questo momento”
“Se mi fermassi, lui poi insisterebbe per seguirmi alla ricerca di Occhi Gialli e questo non lo posso permettere. Non voglio che si avvicini a quel figlio di puttana, non glielo offrirò su un piatto d’argento”
“Quindi va bene che soffra da solo?”
“Non è solo, ci sei tu”
“Sì, ma vuole suo padre”
Il silenzio cadde tra i due Winchester, poi John, forzandosi a non cedere alle sue emozioni, ribadì:
“Devo andare”
“Posso almeno dirgli che hai chiamato?”
“Se lo facessi, ti chiederebbe il mio numero, o rimarrebbe impantanato nell’attesa che mi facessi vivo”
“Quindi devo starmene fermo e zitto a guardare mio fratello, che soffre come un cane per la morte della sua ragazza e per la convinzione che a suo padre non freghi un cazzo di lui?”
“So di chiederti tanto, ma sono sicuro che, a mente fredda, farà due più due e pretenderebbe di cacciare insieme Occhi Gialli”
“E che cosa ci sarebbe di sbagliato in questo?”
“Ti ho già spiegato che non voglio che gli si avvicini, soprattutto perché è giovane e potrebbe fare qualcosa di avventato”
“Non eri molto più grande di lui quando la mamma è morta”
“No, non lo ero e ho fatto un sacco di cazzate all’inizio. Non posso permettere a Sam di farsi guidare dall’ira e dal dolore, si farebbe ammazzare”
“Allora resta e impediscigli di cadere”
John riconobbe la sensatezza delle argomentazioni di suo figlio maggiore e sospirò.
“Non c’è niente al mondo che vorrei più che rientrare, svegliarlo e stringerlo forte, ma non è il momento e tu devi capire, devi aiutarmi a tenerlo al sicuro”
Dean guardò suo padre e gli lesse in volto una grande tristezza.
“Papà, io…”
“Pensi che mi abbia fatto piacere vederlo in lacrime e sull’orlo di un collasso? Sono suo padre e nonostante quello che gli ho detto quella maledetta notte, non ho mai smesso di amarlo”
“Non l’ho mai messo in dubbio, ma ancora non riesco a convincermi che il meglio per Sam in questo momento sia non averti con lui. Tu non l’hai visto, papà, non puoi nemmeno immaginare quanto fosse deluso quando gli ho detto che non avevi risposto ai miei messaggi”
“Non rendermi le cose più difficili di quelle che sono! Hai detto che ti fidi di me e allora dimostramelo facendo quello che ti dico”
La voce di John ritornò quella del sergente Winchester e ripeté l’ordine:
“Fa’ quello che ti dico, Dean”
Il cacciatore più giovane sostenne lo sguardo severo del padre per qualche secondo, poi rispose:
“Sì, signore”
“E non dirai a Sammy che sono stato qui”
“Non glielo dirò”
“Okay, adesso ci siamo”
L’uomo scavò nervosamente nelle tasche della giacca e tirò fuori le chiavi. Fece per avviarsi verso il suo pick up, poi si voltò a guardare suo figlio maggiore, che era rimasto davanti alla porta della sua stanza, e chiese:
“Non mi accompagni?”
“Non voglio lasciare da solo Sammy”
“Dean”
“Mi hai chiesto di seguire un ordine e lo farò, ma questo non significa che sono d’accordo con quello che hai deciso”
“Questo lo capisco, ma, credimi, è la cosa migliore”
“Che cosa gli dirò se mi chiederà ancora di te?”
“Che non ho risposto ai tuoi messaggi, ovvero una parte della verità! Andiamo, accompagnami, Sammy non si sveglierà e ho visto che hai protetto la stanza”
John si avviò e Dean gli andò dietro fino alla fiancata sinistra di un Dodge nero parcheggiato sul retro del motel. L’uomo inserì le chiavi nella serratura e aprì lo sportello, poi si voltò e abbracciò il figlio.
“Sono orgoglioso di te”
Quelle parole furono un balsamo per l’anima del maggiore dei fratelli Winchester, che si godette la stretta del padre per tutto il tempo che l’uomo lo tenne ancorato a sé, poi si staccò e disse:
“Starò attento a Sammy, papà, ma tu non correre rischi inutili e torna tutto intero”
“Lo farò”
Il cacciatore salì sul pick up e avviò il motore, poi, dopo un cenno di saluto al figlio, si lasciò alle spalle il motel.
Dopo averlo visto sparire, Dean tornò sui suoi passi e rientrò in camera.
Sam stava ancora dormendo e il cacciatore provò l’irrefrenabile impulso di stendersi accanto a lui.
Certo, la mattina dopo sarebbe stato un po' imbarazzante spiegargli il motivo di quell’invasione di campo, ma per il momento Dean si concesse di non pensarci. Sistemò meglio le coperte sul fratello, poi chiuse gli occhi e ripensò alla conversazione che aveva avuto con John. Solo dopo circa un’ora permise alla stanchezza di vincere la sfida contro la sua forza di volontà e si addormentò profondamente.
 
   
 
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