Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Lizzyyy02    24/04/2022    3 recensioni
È questo che la vecchia Lucy è sempre stata abituata a fare: fuggire, di fronte al dolore, di fronte alla paura. Ma non questa Lucy. Lei ha già affrontato il dolore, e la paura la conosce come una vecchia amica. Ma quando per la prima volta incontra i suoi occhi, capisce che da lì non riuscirebbe a scappare nemmeno se volesse.
Natsu rappresenta ciò che a questo mondo c'è di più sbagliato: membro di una famosa gang criminale, assassino senza scrupoli e dal passato oscuro. Eppure i loro destini sembrano essere incrociati già da tempo, anche se Lucy ancora non lo sa, e lo scoprirà a sue spese...
"...ciò che però la tenne inchiodata al muro con una fitta alla pancia furono i suoi occhi...a primo impatto potevano apparire neri, come la più profonda oscurità di quel dannato vicolo, un pozzo buio in cui precipitare senza mai toccare il fondo..."
"«Io…ti ho sempre vista, per dieci anni, nei miei ricordi…».
Lucy spalancò di nuovo gli occhi.
«Cosa vuol dire?»"
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray/Juvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lucy si trovava a quel fantomatico corso di Storia dell’Arte insieme a Juvia.
Erano sedute vicine, e chiacchieravano del più e del meno in attesa del professore che si sarebbe palesato a momenti.
Gli occhi nocciola di Lucy scorrevano per tutta l’aula in un gesto automatico, mentre ascoltava la sua nuova amica parlare di quel tanto atteso esame di economia che la stava facendo tribolare.
 
In un attimo i suoi occhi vispi captarono, però, una novità particolare all’interno dell’aula: la presenza dei Grimoire Heart. Questi ultimi erano un gruppo di ragazzi che si faceva chiamare in quel modo (il motivo era bellamente ignorato da Lucy) conosciuti in tutta l’università per la loro reputazione, tutt’altro che buona.
Ricordava bene quella volta che Zancrow, un membro di quel gruppo ribelle, l’aveva invitata ad un loro festino notturno, e lei aveva immediatamente rifiutato, forse anche troppo rudemente, generando da lì in poi un’antipatia (reciproca) da parte di tutto il gruppo, soprattutto da colei che ne era il “capo” e la vera anima: Ultear Milcovich.
 
I Grimoire Heart non erano famosi solamente per i loro festini a base di alcool e droga, ma anche per il fatto di non tenere particolarmente alle lezioni, infatti, nonostante frequentassero i suoi stessi corsi, quella era probabilmente la prima volta che Lucy li vedeva in un’aula tutti insieme.
 
Improvvisamente, come se si fosse sentita il suo sguardo addosso, Ultear si voltò di scatto in un fruscio di quei suoi capelli lunghissimi e nerissimi, puntando quelle iridi di ghiaccio nelle sue; Lucy fu attraversata da un brivido inaspettato, ma sostenne il suo sguardo, assottigliando gli occhi.
La vide deformare il suo viso perfetto in una smorfia di rabbia e sussurrare un «Heartphila» furioso e ben scandito, in modo che lei, anche da lontano, potesse percepirlo. Lucy, per tutta risposta, rimase con le labbra serrate tra loro, ma le sue iridi nocciola non accennavano ad abbassarsi o spostarsi di un millimetro da quelle della “Regina delle Nevi”, come qualcuno l’aveva soprannominata per via di quella sua apatia e cattiveria che la caratterizzava. Poi, così come si era girata, si rivoltò nuovamente. A Lucy parve quasi che nel momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, il tempo si fosse fermato, e che solo ora avesse ripreso a scorrere normalmente.
 
Beh, in effetti forse non era semplice antipatia che scorreva tra loro. Quello...quello era puro odio, e Lucy non sapeva spiegarsene il motivo.
 
«Ahhh ma perché ho scelto Economia!» l’esclamazione esasperata della sua amica la riportò alla realtà con un sussulto.
Si voltò verso di lei: aveva steso le braccia, dalla carnagione quasi cadaverica, sul banco, seppellendovi anche il viso insieme a quella matassa di capelli mossi di un chiaro cobalto, per poi sollevarlo di poco e aprire un occhietto spostando l’iride su di lei «Sai Lu, avrei voluto fare la poliziotta da piccola, come mio padre, ma ogni volta che provavo a dirglielo mi fermava immediatamente dicendo che non me lo avrebbe mai e poi mai permesso, che era troppo pericoloso…» , mugugnò, «“La polizia investigativa è troppo pericolosa Juvia! La matematica e l’economia non variano, sono scienze esatte, ti faranno sentire sempre al sicuro!”» Latrò la sua amica, con voce forzatamente baritonale, in una buffa imitazione del vocione di suo padre, gesticolando.
Lucy rise di gusto per l’ilarità della scena, ma aveva percepito anche un pizzico di amarezza e delusione in Juvia: lei avrebbe voluto davvero fare l’investigatrice.
Stava per chiederle di più su quel sogno mancato, quando nella grande aula calò il silenzio e il professor Gildarts fece il suo ingresso.
Anche Lucy si ammutolì, rimandando quella conversazione a dopo la lezione, magari quando si sarebbero trovate di fronte ad un caldo caffè, nella caffetteria della facoltà.
 
Puntò lo sguardo sul professore, chiedendosi per l’ennesima volta come avesse fatto a diventarlo: aveva sui 40 anni, forse poco meno; era un tipo davvero stravagante e trasandato (mancava poco che si presentasse a lezione con il pigiama) inoltre aveva sentito che avesse avuto diverse storie con molte ragazze dell’università…ma erano solo voci appunto, non credeva che il rettore Makarov l’avrebbe fatto restare ad insegnare altrimenti.
Quest’oggi sembrava ancora più svogliato del solito: raggiunse la cattedra con passi lenti e strascicati, posandovi, o meglio lanciandovi letteralmente sopra la sua tracolla; in uno sbuffo rumoroso si sedette, per poi passarsi la mano tra i folti capelli ramati, lunghi fino alle spalle, tentando di ridarsi un contegno e fallendo miseramente.
 
«Quanto ci scommetti che tra meno di venti minuti sviene addormentato su quella sedia?» Le sussurrò la sua amica, avvicinandosi al suo orecchio. «Eh?» sussurrò ridente Lucy, non avendo capito l’allusione di Juvia.
«Guardalo! Si vede lontano un miglio che ha fatto after ieri sera, non si regge in piedi!» le rispose la sua compagna di corso, con più veemenza, ma sempre con tono di voce basso.
In effetti, ora che lo scrutava meglio, il professore aveva delle occhiaie pazzesche ed era sicuramente reduce di un’epocale sbornia.
 
«Eeeeh…voi…aprite il vostro coso…cioè…il…come si chiama…libro, si libro» Biascicò il professore, mentre armeggiava con il computer.
«Come si accende questo aggeggio…» Mormorò rabbioso.
 
Lucy e Juvia rischiarono di morire soffocate tentando di trattenere le risate. Il professor Gildarts era sempre un continuo spasso, anche quando non rischiava di cadere addormentato nel bel mezzo della sua stessa lezione: faceva spesso battute, e sapeva rendere delle spiegazioni con argomenti più che noiosi, leggere e quasi piacevoli. La lezione proseguì tra momenti letteralmente esilaranti, con Gildarts che intrecciava i termini o che scordava il significato delle parole, e altri piuttosto nella norma, dove era riuscita persino a prendere qualche appunto.
Mentre il professore continuava la sua lotta nel riuscire a stare sveglio e spiegare contemporaneamente, si sentì bussare alla porta con un colpo secco, e dopo un misero «Avanti» biascicato da Gildarts, fece il suo ingresso il professor Jura, o meglio non lo fece, dato che si bloccò sull’uscio.
 
Lucy notò quanto fosse imponete: copriva quasi interamente la porta, sia in altezza che in larghezza.
Vide la sua amica irrigidirsi immediatamente: Jura insegnava economia, materia principale nei corsi di Juvia, e la sua amica non la finiva mai di parlare di quanto quel professore fosse severo e autoritario, un vero incubo.
 
«Professor Gildarts» Esordì lui, con quel suo vocione profondo e cupo, che attraversò l’intera aula come il rimbombo di un tamburo. Pareva che lo stesse chiamando per un’esecuzione.
«La sua presenza è richiesta dal rettore Makarov con urgenza».
Beh…doveva rettificare…forse era davvero un’esecuzione…
 
Il professore fissò Jura con una faccia assolutamente meravigliosa: era il mix perfetto tra sconvolgimento e totale confusione, con tanto di sopracciglio sollevato e bocca semi-aperta, non tanto per ciò che il rinomato professore di economia gli aveva comunicato, ma probabilmente stava ancora cercando di capire chi fosse quella persona sbucata dalla porta: se fosse vera, o l’ennesima allucinazione dovuta alla sbornia.
 
Poi, inaspettatamente, il professore dalla folta chioma ramata, aveva assunto un espressione fredda e assolutamente lucida, che Lucy poche volte aveva visto sul suo volto.
«È tanto urgente da mandare te ad interrompere la mia lezione?» Sibilò deciso, non riuscendo però a non biascicare qualche parola.
 
Tutti i presenti si voltarono verso Jura attendendo la sua risposta; la tensione tra i due era palpabile. Ma il professore, molto semplicemente, tuonò un «Sì» netto.
 
Si guardarono negli occhi affilati ancora per un po’, con sguardi più che eloquenti, finché Gildarts si alzò con uno scatto dalla sedia, la quale stridette contro il pavimento, costringendo Lucy a digrignare i denti e serrare gli occhi.
«Scusate ragazzi, ritornerò il prima possibile» fece, sbrigativo.
 
Nonostante sembrasse più lucido ora, si notava ancora la sua indisposizione, infatti nell’aggirare la cattedra per raggiungere la porta, barcollò, facendo cadere rumorosamente a terra la sua tracolla e i vari libri che si trovavano all’interno.
 
Gildarts nemmeno ci fece caso, proseguendo per la sua strada, per poi scomparire alla vista insieme a Jura.
 
Lucy si voltò verso la sua amica, corrucciata «Secondo te per quale motivo l’ha fatto chiamare?» chiese, sinceramente interessata e leggermente preoccupata.
«Forse intendi per quali motivi, Lu. Il professor Gildarts ne ha combinate davvero troppe, era ovvio che prima o poi il rettore gli avrebbe fatto una delle sue “ramanzine” …forse per oggi non lo caccerà a calci, ma poco ci manca» esordì seria la sua amica.
Lucy aggrottò le sopracciglia. Nonostante tutto, il professor Gildarts le era simpatico, le sarebbe dispiaciuto da morire se fosse andato via.
 
«Ahhh che palle, mi spiegate cosa ci stiamo a fare qui?» La voce gracchiante di Zancrow la riscosse dai suoi pensieri, attirando il suo sguardo. Si era alzato in piedi, rivolgendosi al suo “gruppo”.
«Il prof si è dileguato e noi dobbiamo stare qui a fare cosa? Romperci i coglioni? Idea del cazzo Ultear, tirami un cazzotto la prossima volta che ti do retta» esordì platealmente il ragazzo dalla folta chioma bionda, per poi oltrepassare gli altri posti, e iniziare a scendere i gradoni della scalinata per raggiungere anche lui la porta.
«Fai come ti pare Row, io non ti ho convinto a fare proprio niente» rispose con tono freddo e tagliente Ultear, intrecciando poi le braccia sotto il seno.
«Seh seh» mormorò lui in risposta, mentre ormai aveva raggiunto la cattedra.
Stava per oltrepassarla con noncuranza, quando qualcosa catturò la sua attenzione. Si piegò con il busto verso la tracolla di Gildarts abbandonata a terra, raccogliendo in una mano uno dei molteplici libri sparsi sul pavimento. Un attimo…persino da dove era seduta lei non sembravano affatto libri…
 
Per l’aula cominciò a diffondersi subito dopo la risata gracchiata e fastidiosa di Zancrow, che fissava ciò che aveva tra le mani con sgomento e ilarità. «Non ci posso credere, non ci credo…» mormorava tra una risata e l’altra, reggendosi la pancia.
«Che c’è Row?» chiese un membro dei Grimoire Heart, mai visto da Lucy.
Il ragazzo, per tutta risposta, sollevò in aria quello che ormai la ragazza aveva capito non essere affatto un libro scolastico, in direzione del suo gruppo, strepitando un: «Sono riviste porno!».
 
In quel momento la vista di Lucy si appannò, i suoni si fecero ovattati e il suo respiro pesante, tanto che si ritrovò a stritolare tremante la porzione di maglia vicino al suo cuore. Quasi non notò i Grimoire Heart che si alzavano, tra risatine e versi, per raggiungere il loro compagno e curiosare con lui. Non notò la voce Juvia che la chiamava per chiederle se stesse bene. Non notò più niente.
 
Se non il suo sesto senso che le gridava in testa a piena voce che c’era qualcosa che non andava, che quelle non erano delle semplici riviste pornografiche, che tra quelle poteva esserci…
A quel pensiero il suo corpo reagì da solo, alzandosi di scatto. «Smettetela!» Gridò a piena voce, guadagnandosi gli sguardi scioccati e sorpresi di tutti i presenti, che non si aspettavano uno scatto rabbioso da lei, sempre così pacata.
Tutti tranne uno sguardo, il quale, da sorpreso, si era subito trasformato in arrogante e provocatorio: un ghigno malevolo a dipanarsi su quel volto tanto perfetto quanto odiato.
«Che c’è, Heartphilia? Sei troppo pura e verginella per sentire parlare di porno? Oppure ci dirai che rovistare tra le cose altrui va contro i tuoi principi morali? Cosa c’è, se non smettiamo farai la spia? Lo dirai a mammina?» Chiese con cattiveria e provocazione Ultear.
 
Lucy non riusciva a ragionare lucidamente come suo solito, non riusciva a concentrarsi nemmeno sulle parole di Ultear, o ad elaborare una risposta a tono: il suo sguardo saettava in continuazione tra le mani degli altri ragazzi, che continuavano a rovistare e sghignazzare tra di loro.
 
«Non ci posso credere che si porta questa roba in facoltà, qui si va oltre l’ossessione» Sghignazzò Zancrow, anche lui con quel ghigno perenne stampato in volto, mentre raccoglieva l’ennesima rivista per curiosare.
 
E fu allora che il mondo si riversò su Lucy con tutto il suo peso schiacciante. Fu allora che, come un flash, le passarono davanti tutti i modi a cui aveva pensato in cui il suo segreto potesse uscire fuori, tutti…ma quello che aveva davanti agli occhi proprio ora, con Zancrow che reggeva tra le mani la rivista per cui aveva posato, circondato dai Grimoire Heart e da…Ultear…ecco, quello era decisamente il peggiore.
Si ghiacciò completamente.
Cosa avrebbe dovuto fare? Andare lì e strappargliela via dalle mani? Ormai era troppo tardi. Non riusciva a muoversi. I suoi muscoli erano come atrofizzati.
 
Era bloccata, in trappola, ma l’affanno e i tremori non accennavano a scomparire.
Sobbalzò violentemente quando Juvia le posò una mano sulla spalla esile e tremante. «Lu, ma cos’hai?» Sussurrò la sua amica, scrutandola con preoccupazione.
Provò a risponderle, ma le parole le rimasero incastrate in gola in un singulto strozzato.
 
«Oh. Mio. Dio» Zancrow stava fissando intensamente una pagina di quella maledetta rivista, e si era lasciato sfuggire quel rantolo.
Improvvisamente alzò gli occhi su di lei, sconvolto.
 
No…no
 
«U-Ultear…questa la devi vedere…» Soffiò, mentre alternava lo sguardo da Lucy alla pagina.
Ultear si avvicinò, sporgendosi con il viso verso la fonte dello sgomento del suo compagno. Di colpo, il taglio netto di quegli occhi sempre affilati e glaciali, si ruppe, poiché questi si spalancarono, fino a quasi far uscire le orbite.
 
Non è vero…non sta succedendo…
 
La mora ebbe un singulto di risata, mal celata dalla sua mano che era volata a coprirsi la bocca. Subito puntò quei dardi glaciali e luccicanti dei suoi occhi in quelli di Lucy, terrorizzati.
Sembravano quasi parlare e sussurrarle: «Sei fottuta, Heartphila».
 
Strappò dalle mani del compagno la rivista sventolandola in aria come un trofeo.
«Ragazzi!» Gridò, attirando la totale attenzione «notizia speciale» Fece, abbassando il volume della voce, ma mantenendo quel tono così…crudele «la nostra qui presente Heartphilia, si è data ufficialmente al porno!»
 
I-io…io...
 
«Ora mi spiego un po’ di quei voti» Gli diede corda Zancrow, riacquisendo il solito ghigno, mentre si riappropriava della rivista dalle mani di Ultear, riprendendo poi a osservare la pagina con indice e pollice sotto al mento.
«Dimmi Lucy, quante seghe settimanali al prof di letteratura? E al prof Gildarts? Ah no, giusto, lui fa da solo» Esordì di nuovo, generando una fragorosa risata del gruppo, che aveva iniziato a passarsi la rivista tra le mani, ghignando.
 
Lucy sentiva che sarebbe scoppiata in lacrime da lì a poco, ed era risultata già abbastanza patetica, se avesse pianto sarebbe stato davvero il colpo di grazia, e tentò di trattenersi: non poteva dare a quelle persone anche questa soddisfazione…eppure non riusciva proprio a stare lì…quello davvero non poteva farlo.
 
Forzò le sue gambe a riacquisire mobilità, e miracolosamente ci riuscì, scappando via, senza curarsi della sua roba abbandonata sulla sedia e sul banco.
 
Che brava Lucy…davvero brava
 
Ignorò i continui richiami di Juvia e attraversò l’ingresso secondario, buttandosi con forza contro la maniglia e aprendo quel portale per la salvezza; in uno sprazzo di lucidità ringraziò mentalmente il fautore di quel passaggio secondario, che le aveva evitato di dover passare davanti a loro per raggiungere l’uscita.
 
Una volta fuori non si fermò. Corse ancora e corse e corse, come a dover mettere più metri possibile tra lei e quell’aula…ma Lucy sapeva bene dentro di sé che anche correndo all’infinito, non si sarebbe mai allontanata a sufficienza dalla vergogna che stava provando ora e che quel momento della sua vita, l’avrebbe tormentata per sempre.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Lizzyyy02