Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ashla    27/04/2022    5 recensioni
STORIA INTERATTIVA: ISCRIZIONI CHIUSE
1822, il Gran Ballo si avvicina e le famiglie Purosangue fremono: nuove debuttanti, vecchie ragazze da maritare e numerosi pretendenti aspettano il momento per entrare in scena e trovare un buon matrimonio.
Una nuova stagione di balli, amori e scandali si avvicina.
Lucidate le scarpette. Lisciate gli abiti. Pensate alle acconciature. Il Gran Ballo delle debuttanti è vicino! […] Ma bellezza e sfarzosità del Gran Ballo, lo sapete bene, non determinano il successo della stagione che si inaugurerà con esso, a ciò penseranno le nostre amate e tanto attese debuttanti.
Ma la stagione sarà veramente un successo?
Le nostre debuttanti saranno pronte a prendere il ruolo che spetta loro nella società?
E i nostri giovani pretendenti riusciranno conquistare i loro cuori?
Tante domande aspettano una risposta.
Ma una tra tutte ci assilla.
Chi sarà il diamante della stagione?

[Bridgerton!Au, mannaggia alla musica]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo 2
 

 
Ulysses lanciò un’occhiata critica al proprio riflesso nello specchio e si passò una mano tra i capelli che, quella mattina, sembravano non volerne saperne di stare al proprio posto poi, arrendendosi all'evidenza, uscì dalla camera avviandosi con passo sicuro verso la sala della musica di Villa Henbell.
Nel tragitto passò davanti allo studio del capo famiglia ed esitò appena prima di fermarsi davanti alla soglia aperta per incrociare lo sguardo con quello severo del dipinto del padre.
«Buongiorno, padre».
«Ben svegliato mio signore, posso fare qualcosa per voi?»
Il ragazzo trattenne un piccolo sussulto e si girò di scatto abbassando lo sguardo per osservare il vecchio elfo domestico che, con uno straccio per pulire in mano, lo aveva colto sul fatto.
Ulysses tossicchiò e assunse un’aria seria mettendosi le mani dietro alla schiena per darsi un contegno che, in quel momento, sentiva di non avere.
«Giorno anche a te, Temy. No, ero solo di passaggio. Continua pure».
L’elfo accennò ad un piccolo inchino ed annuì mentre Ulysses quasi batteva in ritirata andandosene in silenzio.
Una volta arrivato alla sua meta si arrestò e accennò ad un piccolo sorriso alla vista dell’altra persona presente nella stanza che stava seduta, con postura impeccabile, sul divano davanti al caminetto.
«Madre».
«Figlio caro, sono arrivate le lettere».
«Fammi indovinare: Aria si angustia per il premio “erede di Corvonero” e Cynthia cerca inutilmente di far studiare Phoebe».
La madre, Lavinia Henbell, scosse appena il capo a quella risposta ma sorrise e Ulysses capì che il contenuto delle lettere era proprio quello.
Il giovane alzò gli occhi al cielo: voleva bene alle sue sorelle minori ma a volte, anzi quasi sempre, sapevano essere fin troppo prevedibili.
«Vorresti...»
Ulysses annuì alla richiesta incompleta della madre e raggiunse il pianoforte senza alcuna esitazione. Nonostante da molti fosse ritenuto un passatempo femminile, Ulysses trovava lo strumento piacevole e fin da quando era bambino aveva prestato attenzione alle lezioni della madre ad Ariadne, forse più della diretta interessata, e non si vergognava ad ammettere che così facendo aveva imparato a suonare anche meglio della sorella.
Si sedette sullo sgabello e, preso un respiro profondo, fece scivolare le dita sui tasti.
Una melodia dolce e allo stesso tempo allegra riempì la casa, tanto silenziosa da quando le gemelle Phoebe e Cynthia erano partite per Hogwarts, e Ulysses chiuse gli occhi lasciandosi trasportare.
Quando li riaprì, sua madre, in piedi davanti al pianoforte e le mani giunte al ventre, lo fissava con uno sguardo che lui aveva imparato a conoscere fin troppo bene in quegli ultimi anni.
«Non lo dire. Non dire che è il momento di cercare moglie».
Quasi ordinò smettendo di suonare.
«L’hai detto tu stesso, Ulysses».
«Non ne ho intenzione, madre. Non è il momento».
La donna sospirò chiudendo gli occhi per un istante.
«E non lo sarà mai se continui così. È da quando sei uscito da Hogwarts che rimandi».
«Forse è meglio così, non voglio condannare...»
«Non è una condanna!»
Ulysses, interrotto dall’esclamazione della madre, le lanciò uno sguardo duro ma lei, senza darvi peso, inspirò calmandosi e poi lo raggiunse sedendosi accanto a lui.
«Non è una condanna, figlio».
«Dici? Non vedo futuro e felicità, né per me né per la mia eventuale famiglia...dimmi, madre, papà era felice?»
«Quattro bellissimi figli in perfetta salute...sì, era felice e appagato. Non fare quella faccia scettica, Ulysses...la gioia più grande per un genitore è quella di vedere i figli sani e pieni di vita».
«Vita? Fino a...»
«Forse prima, forse dopo...un giorno moriremo tutti ma fino ad allora dobbiamo vivere appieno ciò che abbiamo di più caro: la vita».
Ulysses scosse il capo schiacciando svogliatamente un tasto: quella conversazione, con qualche variazione sul tema, la facevano ormai da anni.
«Ulysses...forse non sarò una Corvonero come te e tuo padre ma accetta il mio, povero, consiglio. Trova qualcuno che viva con te la vita e sii felice di quello che avrai».
«Non ho bisogno di una compagna o di marmocchi...ho le mie sorelle a cui pensare».
«Loro si sposeranno e tu rimarrai da solo con gli elfi e me, destinata ad appassire…hai bisogno di una compagna. Se non per la discendenza fallo per non rimanere solo».
Per qualche istante nessuno parlò mentre Ulysses lasciava vagare lo sguardo dovunque tranne che sul volto della madre che, a sua volta, lo fissava in attesa.
«Ci penserò…»
«Come al solito, dovresti essere più Grifondoro a volte».
Ulysses guardò finalmente la madre e ne ricambiò il sorriso scuotendo piano la testa in segno di diniego.
«Non ti basta Phoebe?»
Risero entrambi e Lavinia Henbell strinse la mano al figlio prima di portarle entrambe sulla tastiera e sorridergli.
«Suoniamo qualcosa insieme o devi lavorare?»
 
*
 
Nella Sala Grande di Hogwarts, assai lontana da Villa Henbell, Ariadne Henbell stava finalmente terminando la propria colazione che aveva lasciato a metà per l’arrivo della posta.
La lettera del fratello aveva istigato in lei un forte senso di curiosità per quello strano consiglio e più la ragazza si attardava a seguirlo più la voglia di andare a scoprire che cosa l’attendesse cresceva.
Ariadne sapeva bene che Ulysses amava scoprire cose nuove, ma condivideva solo ciò che reputava degno di nota per cui le premesse erano decisamente ottime.
La giovane Tassorosso, bevuto l’ultimo sorso di tè, si alzò allontanandosi verso l’uscita della Sala, sulla soglia fece una piccola ed educata riverenza per ricambiare il saluto di un coetaneo e, appena fu nel corridoio, si spostò di lato per non disturbare per poi arrestarsi.
«Cassy?»
Un sonoro crack annunciò l’arrivo della sua vecchia elfa domestica e la ragazza sorrise mentre questa le rivolgeva un rispettoso inchino.
«Sì, padroncina?»
«Vorrei fare una passeggiata senza le mie amiche, sei occupata?»
Domandò Ariadne ben conscia che quella sua voglia rischiava di arrecare un notevole disturbo all’elfa che, vista l’ora, avrebbe potuto essere di turno nelle cucine del castello; se così fosse stato, Cassy avrebbe dovuto recuperare in un secondo momento il tempo perduto faticando molto di più e questo Ariadne non lo voleva.
Molto spesso infatti la ragazza preferiva unirsi a gruppi di conoscenti e amiche per non gravare sulla sua cara Cassy ma quel giorno, dopo la lettera del fratello, voleva proprio godersi un attimo di solitudine.
«Per lei questo ed altro, signorina».
Cassy si inchinò e Ariadne scosse la testa piano la testa sorridendole dolce.
«Davvero Cassy, se non puoi dimmelo e mi faccio accompagnare solo nella Sala Comune».
«Lei è la mia padroncina, devo seguirla».
Ariadne sospirò e si abbassò, rimanendo sulle punte dei piedi, per poter guardare negli occhi sporgenti la sua elfa domestica che abbassò lo sguardo stropicciandosi l’abitino consunto che indossava.
La giovane Tassorosso portò una mano guantata sotto il mento della piccola balia e, con delicatezza, si fece guardare negli occhi sorridendole tranquilla.
«Cassy…puoi portarmi fuori o hai il turno in cucina?»
«Posso accompagnarla fuori, signorina. Il prossimo turno di Cassy è a metà mattina».
Ariadne annuì e si rimise in piedi lisciando poi la gonna del vestito giallo canarino che le fungeva da divisa.
«Grazie, Cassy. Allora andiamo verso il Lago Nero e il grande salice».
Detto ciò, la ragazza si avviò tra i corridoi semideserti seguita a pochi passi di rispettosa distanza da Cassy e, una volta fuori, fu salutata da una raffica di vento.
«Si chiuda la mantella, signorina, o si ammalerà».
Ariadne sorrise all’avvertimento dell’altra e strinse, all’altezza del petto, l’indumento nero con i bordi gialli prima di avviarsi verso il lago che, più a valle, brillava come un diamante alla luce del mattino.
Se dentro Hogwarts era quasi vuota, il giardino era deserto: la maggior parte degli studenti del quinto e del settimo anno stava ancora mangiando, godendo della compagnia reciproca, mentre gli altri erano a ripassare o a svolgere gli ultimi esami e così nessuno era ancora uscito nel cortile.
La camminata si svolse nel silenzio incrinato solo dal cinguettio degli uccellini e dal frusciare delle fronde degli alberi della Foresta Proibita.
Ariadne, per tutto il tempo, sorrise felice inspirando a pieni polmoni l’aria pulita e godendosi quell’atmosfera tranquilla.
Arrivata al Grande Jo non ci mise molto ad individuare i cespugli sempreverdi di cui aveva scritto Ulysses e, dopo essersi guardata intorno per assicurarsi che nessuno fosse nelle vicinanze, si avvicinò loro incerta: cosa doveva fare? Non poteva di certo lanciarsi contro o si sarebbe graffiata a meno che...
Allungò una mano dentro i cespugli e la sentì sprofondare all’interno senza toccare nemmeno un ramo.
Ariadne sorrise e si incamminò nella vegetazione comparendo subito dopo dalla parte opposta.
Si guardò intorno e sgranò gli occhi mentre il sorriso sul suo volto si accentuava: era finita in una splendida radura illuminata dalla luce del sole che filtrava dallo spazio vuoto tra le chiome degli alberi mentre, tra di esse, gli uccellini cantavano vivaci.
Ulysses era un mago e lei…era lei.
«Cassy, non ti scandalizzare».
Ridacchiò Ariadne, anche se era ben conscia che Cassy era ormai abituata a lei e che difficilmente l’avrebbe colta di sprovvista, mentre si toglieva i guanti e li gettava all’aria prima di fare altrettanto con le calzature.
Rimasta a piedi nudi cominciò a vagare per la radura e raggiunto il centro, presa dall’allegria, prese a ruotare su sé stessa con le braccia spalancate e il viso rivolto verso il cielo limpido.
Perse l’equilibrio e cadde a terra; una risata leggera ma sonora le sfuggì dalle labbra e lei chiuse gli occhi.
Un forte fruscio la interruppe e lei, di scatto, si voltò da dove sembrava provenire il rumore; non vide nessuno.
Ariadne si girò verso l’elfa domestica che stava ferma ancora ai margini della radura.
«Cassy, hai visto qualcuno?»
«No, signorina».
La Tassorosso sopirò: probabilmente era stato solo del vento o qualche animale.
«La signorina vuole rientrare?»
«Possiamo rimanere qua ancora un po'?»
Al cenno affermativo dell’elfa, Ariadne sorrise e stese supina osservando quello squarcio di cielo sopra di sé.
Qualunque preoccupazione avesse avuto nei riguardi del Ballo era sparita, portata via dalla brezza.
 


 
Angolo autrice:
 
Eccomi qua, finalmente con il nuovo capitoletto che avevo promesso.
Spero che vi sia piaciuto!
Ho voluto presentare ancora un po' Ariadne e, in particolare, Ulysses che nello scorso capitolo era completamente assente se non per la lettera.
Mi scuso per la mancanza dei Prestavolto e della descrizione fisica (vi giuro che non è nel mio stile) e vi assicuro che li metterò nella selezione con gli altri ma ho avuto un problema…stavo facendo la terza coppia di fratelli biondi con il maschio in Corvonero e la femmina in Tassorosso xD
Appena me ne sono accorta ho dovuto cambiare e quindi sono in fase “restyling”.
Ora che ho pubblicato il capitoletto veramente, salvo risposte a domande, non mi vedete più fino alla selezione!
Quindi non mi resta che augurarvi buon lavoro e rinnovarvi l’invito a farmi tutte le domande che vi vengono in mente!
Ciao,
Aiko
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ashla