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Autore: Lizzyyy02    30/04/2022    4 recensioni
È questo che la vecchia Lucy è sempre stata abituata a fare: fuggire, di fronte al dolore, di fronte alla paura. Ma non questa Lucy. Lei ha già affrontato il dolore, e la paura la conosce come una vecchia amica. Ma quando per la prima volta incontra i suoi occhi, capisce che da lì non riuscirebbe a scappare nemmeno se volesse.
Natsu rappresenta ciò che a questo mondo c'è di più sbagliato: membro di una famosa gang criminale, assassino senza scrupoli e dal passato oscuro. Eppure i loro destini sembrano essere incrociati già da tempo, anche se Lucy ancora non lo sa, e lo scoprirà a sue spese...
"...ciò che però la tenne inchiodata al muro con una fitta alla pancia furono i suoi occhi...a primo impatto potevano apparire neri, come la più profonda oscurità di quel dannato vicolo, un pozzo buio in cui precipitare senza mai toccare il fondo..."
"«Io…ti ho sempre vista, per dieci anni, nei miei ricordi…».
Lucy spalancò di nuovo gli occhi.
«Cosa vuol dire?»"
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray/Juvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Si chiuse la porta dietro le spalle e vi si appoggiò rimanendo lì, in piedi. Il viso affilato era illuminato dalle luci di Crocus, che lo rendevano ancora più...
No 
Strinse nuovamente il lenzuolo sotto la sua mano sinistra per scacciare quel pensiero che come un tarlo le si era infilato in testa e bastardo, non voleva saperne di uscire: il pensiero di quanto quel criminale fosse bello...maledettamente perfetto...di quanto fosse alto, e quanto quel giubbotto di pelle fasciasse alla perfezione quel fisico statuario.
Ma Lucy non poteva permettersi di pensare una cosa del genere, non in questa situazione, non mentre era ammanettata alla testiera di un letto in una stanza sconosciuta, lontana chilometri e chilometri da casa.
 
Lui rimaneva lì, fermo come una statua, la osservava e basta, tanto che Lucy si ritrovò a chiedersi se fosse reale o solo un’allucinazione dovuta allo shock del rapimento.
Beh, lo avrebbe constatato subito, voleva delle risposte.
Lo guardò bene in quegli abissi smeraldo, restituendogli il suo sguardo, e prendendo un lungo respiro tremante.
«Chi sei tu? Cos'è Fairy Tail?» Queste due domande potevano non apparire rilevanti, ma...per uscire da quella situazione aveva bisogno di capire il quadro generale...doveva capire in cosa fosse stata trascinata.
Lui sbuffò una risata ed un ghigno comparve sul suo volto, generando una piccola fossetta.
«Interessante» Sussurrò, talmente piano che quasi non mosse le labbra.
«Cosa?» Fece subito Lucy, diffidente.
Lui si staccò piano dalla porta, iniziando ad avvicinarsi. «Non credevo mi avresti parlato, meno che mai mi aspettavo la seconda domanda…vedo che sei attenta».
«I dettagli sono le cose che noto di più.».
Un ghigno gli nacque spontaneo in viso. «Sono Natsu e Fairy Tail, beh...è la mia famiglia».
Lucy assottigliò gli occhi ambrati. «Perché sono a Crocus? Che volete farmi? Uccidermi perché ti ho visto ammazzare di botte un uomo?» Questa volta scoppiò a ridere sul serio, e Lucy fu attraversata da un brivido, ma non di paura, e nemmeno di fastidio…
Cos'ho che non va?
«Prima non ti avevo inquadrata bene, sei davvero un tipo...» Fece, rialzando gli occhi su di lei, con uno sguardo assolutamente indecifrabile.
Aspetta...aveva detto “prima” ...questo voleva dire che era sempre quella stessa notte...
 
Almeno questo
 
Lui continuava ad avvicinarsi, ormai era arrivato al bordo del letto. Prese a trafficare con la tasca dei jeans tirando fuori una piccola chiave.
A Lucy brillarono gli occhi.
 Allora voleva davvero liberarla.

Lucy...ce la puoi fare...dimostra al mondo che anche tu puoi graffiarlo...la vita ti ha portata qui...e ora restituirai a questo stronzo quello che si merita per aver ucciso quell’uomo...il suo karma, sarai tu
 
Di nuovo, la sua coscienza...questa volta l’avrebbe ascoltata, doveva ascoltarla.
 
«Hai riconosciuto Crocus, allora» La sua voce calda e vicina la riportò bruscamente alla realtà.
Fissò negli occhi quel ragazzo, circa della sua stessa età, e si chiese quanto potessero essere profondamente diversi i loro passati...che però l’avevano portati a conoscersi, nel più brutale dei modi.
 
Ma che cosa stai pensando? Ti ha RAPITA, è un’assassino...ed è l'unico ostacolo tra te e la tua libertà
 
«Si, è.…bastato uno sguardo...ci sono venuta in vacanza una volta, non la dimenticherò mai»
 
Oh, ma certo, perché non gli racconti tutta la storia della tua vita? Già che ci siete potete spettegolare su questo letto e preparare i biscotti insieme...
 
Farò quello che devo fare, ma...mi viene spontaneo parlargli...è come se ci fosse qualcosa che mi...
«In vacanza, eh...?» Fece, mentre inseriva la chiave in quelle manette, facendole scattare con un suono metallico, liberandola.
 
Lucy non seppe mai dire dove trovò il coraggio di farlo: forse fu puro e semplice istinto di sopravvivenza, forse voleva davvero vendicarsi su quel malvivente che l’aveva rapita e che aveva ucciso un uomo...o forse stava iniziando ad impazzire completamente...fatto sta che non appena fu libera, saltò letteralmente addosso a quel ragazzo, atterrandolo con la schiena sul morbido materasso.
 
Gli era cavalcioni, il petto che si alzava ed abbassava freneticamente, mentre teneva il tagliacarte a pochi millimetri dalla sua giugulare.
 
Il ghigno era finalmente scomparso da quel volto senza difetti, e al suo posto era apparso di nuovo quel luccichio, stavolta più intenso, in quella distesa di foreste che erano i suoi occhi.
Non seppe quanto rimasero così, ma una semplice parola di lui interruppe quel silenzio così assordante, facendola sussultare visibilmente.
Una semplice, terribile parola.
 
«Fallo».
 
Stava bluffando, stava sicuramente bluffando, ma...su quel volto non c’era la minima espressione, la minima preoccupazione...solo vuoto e…quella luce, che non riusciva a spiegarsi.
 
«Devi avercela a morte con me, no? Mi hai visto riempire di calci quell’uomo e ora ti sei svegliata qui, ammanettata e spaventata...fallo, avanti uccidimi...».
Lucy era scossa da tremiti incontrollati.
Vide una goccia cadere sul viso del ragazzo, e capì di star piangendo; si chiese come avesse fatto a trattenersi così a lungo.
 
La mano che reggeva il tagliacarte ebbe un fremito, ferendo leggermente il collo del giovane, che però iniziò a sanguinare.
 
In quel momento qualcosa si ruppe nella mente di Lucy, che spalancò gli occhi in preda all’angoscia, lanciando poi via il tagliacarte il più lontano possibile.
Il rumore che produsse a contatto con il suolo le parve mille volte più amplificato del normale; portò le mani tremanti al volto liberando tutta l’ansia e tutta la paura in un pianto disperato.
No, non era in grado...non avrebbe mai potuto essere in grado...
 
Qualcosa poi la allontanò da quei pensieri…come una sensazione, un solletico, un tocco caldo.
Tolse le mani dal viso e vide quel ragazzo: le stava accarezzando i capelli, pianissimo.
 
La sua mano grande e forte scorreva delicata tra i suoi fili lisci e dorati per tutta la loro lunghezza, in una dolce ripetizione. Era un tocco poco più che accennato, ma era bastato per farla smettere di piangere.
 
«Non ci riesci, vero? No, tu non potresti mai...non sei corrotta come me» Fece, roco, gli occhi vacui, mentre continuava a far scorrere la mano.
«C-che intendi?» Sussurrò, mentre ancora era scossa dai tremori. Ormai aveva spento completamente il cervello: tutta l’adrenalina per quel gesto così folle era scemata, lasciandola...vuota.
Lui portò gli occhi nei suoi, di nuovo, interrompendo quel movimento, e Lucy si senti quasi...delusa.
 
Ho certamente qualcosa che non va...
Quel ragazzo la prese poi di peso, spostandola delicatamente di fianco a lui.
Ora erano entrambi seduti sul bordo del letto, vicini, le gambe che si sfioravano.
«Fairy Tail» iniziò lui, rompendo quella lastra di silenzio «è una delle più importanti gang criminali di Magnolia…anzi, direi quasi la più importante. Ultimamente ci siamo estesi anche a Crocus, grazie a tutta la fama guadagnata, d'altronde beh, si sa, Crocus è la dimora dell’illegalità...da fuori può apparire meravigliosa, ma chi fa girare davvero questo posticino sono tutte le bande che ci sono qui...la maggior parte degli Hotel e dei Casinò sono gestiti illegalmente. Questa stanza è una delle suite dell’Hotel che appartiene a noi».
Lucy infondo non ne fu così sorpresa.
 
Che Fairy Tail avesse a che fare con l’illegalità lo aveva ben intuito, ed era anche a conoscenza di tutte le voci che giravano su Crocus…ma che quella gang fosse così importante non lo sospettava minimamente: credeva che quei due ragazzi che aveva visto in quel vicolo scuro fossero semplici criminali di strada, che spacciavano nei parchi e nei quartieri malfamati, e che la facevano pagare a chi non restituiva i prestiti con gli interessi…e non certo che facessero parte di un'organizzazione criminale milionaria.
 
«Fairy Tail è la mia casa, da sempre. Mi ha accolto quando non avevo nessuno, mi ha insegnato a difendermi e difendere...mi dispiace che tu abbia dovuto vedere quello che hai visto...».
La ragazza spalancò gli occhioni ambrati. Si era realmente scusato?
Nonostante tutto Lucy non poté fare a meno di pensare che fosse sincero...
«Perché sono qui?» Chiese piano lei, mentre guardava di fronte a sé. Ora sembrava più incline a rispondere alle sue domande, magari le avrebbe detto la verità.
 
Lui compresse le labbra, stringendo le sue grandi mani tra di loro. Lucy insistette.
«...non è solamente perché sono una testimone, vero? A-avreste potuto uccidermi subito e buttarmi nel cassonetto di quel vicolo...»
«Nessuno ti farà del male» Fece lui scandendo ogni parola, più che serio, quasi arrabbiato, mentre la fissava intensamente con quei dardi scuri, ma brillanti.
«E allora cosa ci faccio q...»
«Io» Soffiò subito lui, interrompendola «non posso dirtelo…».
 
In quel preciso momento, Lucy fu colta da una fitta di chiara e semplice rabbia.
La attraversò totalmente, quasi accecandola.
A volte nemmeno la paura può nulla contro il mero istinto.
 
Si alzò in piedi di scatto, in un fruscio dei lunghi capelli dorati attraversati dalle luci di Crocus; le dita sottili serrate in due pugni, stretti tanto da far sbiancare le nocche.
«E cosa mi impedisce di uscire da questa stanza, fuggire il più lontano possibile da te e andare nella prima stazione di polizia che incontro?» Fece d’impulso, la voce che tremava dall’ira.
 
Lui alzò il viso come a rallentatore, ed in quel preciso istante tutta la rabbia scemò, liquefacendosi come un ghiacciolo al sole, per lasciare spazio a qualcos’altro di ben diverso.
Terrore.
 
Lucy si rese conto che nella sua vita nessuno le aveva mai fatto provare nulla di simile: la sensazione di assoluta vulnerabilità…di completa impotenza.
 
Anche lui si alzò con uno scatto. Pareva quasi che la rabbia scivolata via da Lucy l’avesse assorbita tutta lui.
Le afferrò il polso sottile e lei, quasi inconsciamente, arretrò, come a tentare di sfuggirgli, ma il muro alle sue spalle bloccò la sua ritirata.
Il ragazzo dalla zazzera rosa la intrappolò definitivamente, ponendo l’altro braccio sopra la sua testa con un tonfo sordo.
Di nuovo Lucy era immobilizzata da lui, ma non erano certo le sue mani a farlo.
Quei dardi smeraldo si erano scuriti di nuovo, trasformandosi in gemme di ossidiana; le luci della città che li attraversavano erano come il riflesso di mille stelle su un lago nero.
Era…era così…
 
I suoi occhi caramello scivolarono su quelle labbra sottili e perfette, e Lucy si odiò per questo…non tanto per il gesto in sé, quanto per il brivido caldo che l’attraversò subito dopo.
Per un attimo le parve che anche quelle gemme nere avessero cambiato traiettoria, puntando le sue labbra rosse, ma immediatamente erano tornate a fissare i suoi grandi occhi ambrati.
«Io» Ringhiò basso, la stretta che aumentava sul suo polso, ma senza dolerle «sono io a impedirtelo».
   
 
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