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Autore: 6t2r    06/05/2022    1 recensioni
Ogni capitolo è autoconclusivo. Ho fatto un gioco, le regole accompagnano il primo capitolo, potete leggere solo quello che vi interessa, potete leggerne due o nessuno, in ordine o a caso. C'è un po' di tutto ed è assolutamente casuale. Fatelo anche voi, vorrei leggere i risultati!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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HURT/COMFORT

 
Erano settimane che Hermione non vedeva la luce del sole.
Al Malfoy Manor c'erano delle segrete piuttosto lugubri, come quelle di un castello medievale. Quando li avevano presi Hermione aveva fatto del suo meglio per mascherare le sembianze di Harry, questo piccolo stratagemma aveva fatto loro guadagnare minuti preziosi, che aveva permesso ai ragazzi di scappare con gli altri prigionieri. Ma lei era rimasta lì. L'avevano portata in una cella umida e fredda, le urla di Bellatrix per la fuga dei suoi amici erano arrivati fin laggiù. Li aveva sentiti chiamarla, ma loro non avevano sentito lei e se n'erano andati. Almeno aveva la
consolazione di sapere i suoi amici in salvo e al sicuro.
Per la prima settimana aveva sinceramente pensato che sarebbero venuti a prenderla. Durante la seconda le sue certezze avevano iniziato a vacillare, per nulla aiutate dalle costanti torture a cui era sottoposta. Il freddo le aveva fatto venire la febbre, ormai ci combatteva da tre giorni. Bellatrix appariva due o tre volte al giorno, anche quattro se era abbastanza nervosa, e si metteva a torturarla con la maledizione cruciatus, portandola al limite della sua sanità mentale. La terza settimana sapeva con una raggelante certezza di essere stata abbandonata, sapeva che non sarebbero più tornati per lei, l'unica sua speranza era che Harry trovasse tutti gli Horcrux e vincesse la guerra. La quarta settimana sapeva che, anche nella più rosea delle aspettative, lei non sarebbe sopravvissuta ai giorni seguenti.
Fu proprio quando le torture smisero di spaventarla, quando la febbre e la fame stavano per consumarla del tutto. Fu proprio in quei momenti ormai prossimi alla fine che qualcosa cambiò. Una figura incappucciata entrò nella sua cella, mise ai suoi piedi un pasto caldo e delle coperte. Hermione non riusciva a muoversi, quindi non si oppose quando la stessa figura, accucciandosi vicino a lei, le prese delicatamente la testa e le fece bere una pozione da una piccola ampolla.
-Per la febbre...- sussurrò una voce maschile, calda e profonda.
Hermione bevve e attese, poco dopo la febbre era scesa, così riuscì a mangiare. D'un tratto stava decisamente meglio, viva, di nuovo pronta a combattere.
Nei giorni seguenti la figura incappucciata continuava a farle visita, portandole cuscini, altre coperte, pasti caldi.
Qualche volta diceva due parole, si informava sulla sua salute, ma non si toglieva mai il cappuccio.
Hermione decise di agire, dopo l'ultima visita di Bellatrix attese, passarono ore prima che lui si facesse vivo.
-Ciao.-
L'uomo si fermò, sembrava squadrare la ragazza.
-Ti trovo bene.-
-Le torture non sono mi state così piacevoli.-
La sua voce era roca, il tono tagliente, stentò a riconoscersi lei stessa.
Un silenzio imbarazzato scese tra loro. L'uomo si guardò intorno, come a controllare che nessuno lo ascoltasse, poi si avvicinò ad Hermione, che se ne stava a gambe incrociate sul fondo della cella.
-Voglio aiutarti...-
Hemrione fece una risatina amara
-Certo... Non posso fidarmi di te. Non so chi sei, né perché mi aiuti. Fino a prova contraria vieni dalla loro parte.-
-Non devi fidarti, lasciati pure morire in questa cella sudicia e fredda, aspetta per giorni, mesi, o magari anni, che il tuo Potter ti salvi, morendo lentamente nell'attesa.-
Il gelo si fece più reale, quasi tangibile in quelle parole.
-Oppure... Vieni con me. Non posso prometterti che ti farò scappare, ma posso provarci. Non parlerai, sei inutile e sei una merce di scambio inaffidabile, dato che ti uccideresti piuttosto che fare da ostaggio, sbaglio?-
Hermione soppesò le sue parole, poi annuì, lentamente.
-Non ti farò tornare là fuori ad aiutare nella guerra contro il Signore Oscuro, sappilo. Ma non ti farò restare qui.-
-Mi offri una cella più carina, mi sbaglio?-
Ci fu silenzio per un po', poi l'uomo sembrò annuire.
-Esatto.-
Hermione sgonfiò le spalle. Voleva rifiutare, l'orgoglio le diceva di lasciarsi morire di febbre nell'angolo più buio di quella prigione infame, ma l'istinto di sopravvivenza vinse.
-Va bene, ma dimmi chi sei-
-Questo è escluso.-
Se lo aspettava. Accettò comunque la proposta dell’uomo incappucciato.
Lui annuì e le fece cenno di seguirlo. I due camminarono per quelle che sembravano ore per i cunicoli labirintici delle segrete, quando furono abbastanza in profondità e lontano dal nucleo principale della casa l'uomo iniziò a parlare
-Non ti aspettare qualcosa di incredibile, ti porto in un luogo sicuro, ma non potrai contattare o vedere nessuno fino alla fine della guerra.-
-E dopo?-
Lui non rispose, il suo cuore perse un battito.
-Mi ucciderai?-
-No.-
Lei annuì, per ora le bastava. Camminare era uno sforzo immane, ma l'adrenalina la sosteneva.
-Ci sarà un letto vero?-
-Sì, e anche in bagno.-
Sembrò ammiccare da sotto il cappuccio
Hermione non rispose, l’igiene non era stata una sua priorità nell’ultimo periodo e certamente non lo sarebbe diventata in quel momento.
Uscirono all’aria aperta ed Hermione dovette coprirsi gli occhi per la luce improvvisa. Era il tramonto, la luce arancione accarezzava gli alberi che segnavano l’inizio della foresta, la ragazza fece un respiro a pieni polmoni e capì che doveva vivere. Avrebbe resistito ancora e ancora. Poi, una volta che Harry avrebbe distrutto Voldemort, lei sarebbe stata libera e sarebbe tornata per distruggere quel posto. Fino all’ultimo corrotto mattone. Seguì la figura incappucciata verso un buco nella recinzione, lui le teneva la bacchetta puntata addosso, per paura che scappasse.
Usciti dalla recinzione fecero altri 20 metri, poi si fermarono.
-Adesso ci smateralizzeremo. Tieniti al mio braccio.-
Hermione si aggrappò al mantello e si preparò. Avrebbe affrontato qualsiasi cosa, ce l’avrebbe fatta, sarebbe sopravvissuta e avrebbe vinto. Una piccola scintilla di speranza le sbocciò in petto. Faceva quasi male. Aveva ancora i suoi dubbi su dove stavano andando, ma non poteva essere peggio di dove era stata nelle ultime settimane. Si permise, mentre si smaterializzava, di pensare al volto di Ron. Alle sue lentiggini. Al suo sorriso.
Ma non riuscirono ad arrivare da nessuna parte. Si sentirono aggrappare le caviglie, l’uomo dovette interrompere la smaterializzazione per non rischiare di spezzarsi, tornarono indietro, fuori dal Malfoy Manor, quello che li aveva afferrati era Fenrir Grayback. L’uomo incappucciato e il lupo mannaro ingaggiarono una lotta a furia di incantesimi.
-Corri! Vai nel bosco! Ti troverò io!- Ogni parola alternata da uno schiantesimo e da un protego. Hermione si mise a correre, ma le gambe le cedevano, così si nascose tra le radici di un albero enorme. Attese finché la battaglia non si calmò, finché i rumori non si diradarono. Sbirciò giusto per vedere chi aveva vinto e, con sollievo, corse incontro all’uomo incappucciato, zoppicante ma intero, il cappuccio storto ma ancora calato su un volto sconosciuto. Arrivò davanti a lui ansimando e quasi piangendo dal sollievo.
-Andiamo.-
La afferrò, di nuovo pronto per smaterializzarsi, ma Grayback era già in piedi e stava lanciando Avadakedavra contro di loro, uno centrò la schiena dell’uomo incappucciato, che cadde a terra, lasciando andare la bacchetta. In un attimo Hermione capì che aveva vinto. Si tuffò verso la bacchetta a rallentatore. Pensò a Ron, a Harry. Pensò ad Hogwarts, ai suoi genitori. Toccò la bacchetta e sparì.
 
Quando riaprì gli occhi si aspettava di vedere La Tana, era lì che voleva smaterializzarsi. Eppure davanti a lei c’era solo Bellatrix Lestrange, che ghignando lanciò un incarceramus, bloccando Hermione contro una sedia. La ragazza si guardò intorno, confusa. Stava balbettando frasi sconnesse e prese a tremare quando riconobbe la sua cella squallida. Dalla porta si affacciò l’uomo incappucciato, vivo e vegeto, che scostò Bellatrix per mettersi di fronte ad Hermione.
-Ora lo capisci, mia cara?- L’uomo si tolse lentamente il cappuccio ed il viso serpentino di Voldemort si fece l’unica cosa nitida nel campo visivo di Hermione.
-Nessuno verrà a salvarti.-
Ed Hermione si spezzò.
  
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