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Autore: Vento tra i capelli    09/05/2022    2 recensioni
Tommaso apre gli occhi, in bocca un sapore metallico, sangue probabilmente. La testa balla e gli batte, stordita da qualcosa di pesante che ancora circola nel corpo. È un medico e conosce perfettamente i sintomi. Non può muoversi, se ne accorge subito. Un mugolio gli esce dalla bocca imbavagliata. Può solo sentire l’odore di chiuso e di muffa che si è stanziata, copiosa, sulle pareti. Vede una stanza in disordine, una grata sulla testa. La vista è ancora sfocata e provata dal torpore, ma la paura inizia a salire. Perché si è risvegliato in buco sporco e legato come un salame? Davanti a lui un’altra sedia, con lo schienale rivolto verso di lui, poco distante una piccola porta. Sente dolore un po' ovunque, dalla sua esperienza di medico, pensa di avere qualche ossa rotte. Un buco nero copre i ricordi degli ultimi due giorni, nonostante gli sforzi. Immagini sfocate appaiono confuse, lui seduto dietro ad un tavolo, sta bevendo un cocktail, forse in un pub di Centocelle ma è tutto confuso e caotico.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tommaso apre gli occhi, in bocca un sapore metallico, sangue probabilmente. La testa balla e gli batte, stordita da qualcosa di pesante che ancora circola nel corpo. È un medico e conosce perfettamente i sintomi. Non può muoversi, se ne accorge subito. Un mugolio gli esce dalla bocca imbavagliata. Può solo sentire l’odore di chiuso e di muffa che si è stanziata, copiosa, sulle pareti. Vede una stanza in disordine, una grata sulla testa. La vista è ancora sfocata e provata dal torpore, ma la paura inizia a salire. Perché si è risvegliato in buco sporco e legato come un salame? Davanti a lui un’altra sedia, con lo schienale rivolto verso di lui, poco distante una piccola porta. Sente dolore un po' ovunque, dalla sua esperienza di medico, pensa di avere qualche ossa rotte. Un buco nero copre i ricordi degli ultimi due giorni, nonostante gli sforzi. Immagini sfocate appaiono confuse, lui seduto dietro ad un tavolo, sta bevendo un cocktail, forse in un pub di Centocelle ma è tutto confuso e caotico. La porta si apre improvvisamente ed entra una persona, tuta nera con cappuccio tirato sul capo, mascherina dello stesso colore che gli copre gran parte del viso. Solo gli occhi si vedono, marroni e calmi. Una calma che non tranquillizza, anzi. Si posiziona sulla sedia, al contrario e lo guarda fisso negli occhi. Quello sguardo calmo, fa gelare il sangue di Tommaso.

 

" Buongiorno principessa, finalmente ti sei svegliato "

 

la voce giovanile conferma le apparenze fisiche, sono coetanei. Il ragazzo che ha davanti deve avere quasi la sua stessa età, dalla mascherina si nota che non ha la barba. Va contro la moda degli ultimi anni e se la taglia tutte le mattine. Sintomo forse di una persona scrupolosa, meticolosa e ossessionata dall’ordine. Tommaso ha studiato un po' di psicologia e osserva attentamente il suo aguzzino, non può fare diversamente.

 

" Scommetto che ti stai chiedendo chi sono e perché ti trovi qui, un passo alla volta, ci arriveremo o almeno lo spero per te "

 

L’aguzzino tira fuori una pistola dalla tasca destra ed una bottiglietta d’acqua dalla parte opposta. Tommaso sbarra gli occhi, una goccia di sudore freddo scende dalla fronte.

 

" Non preoccuparti Tommaso, la pistola è solo una precauzione. In fondo un po' ti voglio bene. Ti ho portato dell’acqua, immagino tu abbia sete ed io voglio farti bere, ma devi promettermi che farai il bravo e non cercherai di urlare, altrimenti, sarò costretto a spararti ed io non voglio che tu muoia, non ancora. Prometti che farai il bravo? Fai sì con la testa "

 

Tommaso ubbidisce ma a fatica, non riesce a muoversi dalla paura. Perfino la testa, nella risposta, sembra muoversi con difficoltà.

 

Occhi marroni si alza, avvita un silenziatore alla pistola e la punta sulla tempia del medico legato, infine abbassa il nastro bianco che comprime la bocca, raccoglie la bottiglia da terra e aiuta Tommaso a bere. L’acqua scende rapidamente lungo l’arida gola, alleviando un po' il dolore. Mezzo litro finisce in pochi secondi, poi il nastro torna a comprimere la bocca.

 

" Scusami Tommaso, ma mi sono fidato di te già una volta ed ho perso "
 

Si sistema la pistola dietro la schiena e torna a sedersi, sembra un detective in un vecchio film americano, pronto a guidare l’interrogatorio con il malvivente di turno. Si guardano ancora per alcuni secondi. Tommaso ha lo stomaco in subbuglio. Il suo aguzzino esce per pochi minuti dalla stanza e torna con un vinile e un giradischi. Lo sistema sulla sedia dove prima era seduto ed avvicina il tutto ad una presa della corrente, poco distante. Il giradischi è moderno ma con una linea vintage in legno e ha due casse incorporate ai lati. Tommaso lo guarda sempre più terrorizzato. I movimenti calmi e la strana luce che quel ragazzo ha negli occhi, gli mettono i brividi. Con molta cura posiziona il cd e fa partire la puntina. Nell’aria si sente un classico giro blues, Tommaso non capisce è sempre di più nel panico. Lo stomaco è sempre peggio, non sa cosa gli sta succedendo ma sta per esplodere, avrebbe bisogno di un bagno.

 

" Mio caro Tommaso, questo standard blues dovrebbe aiutarti a riprendere la memoria. Io devo lasciarti per qualche ora, il lavoro mi chiama. Tu rimani tranquillo e sforzati di ricordare, lo dico per te. Un’ultima cosa, prima di lasciarti. Nell’acqua c’era un forte lassativo, buon divertimento "

 

Per la prima volta, il pazzo ride mentre esce dalla stanza. Ha una risata che ricorda un famoso cartone americano, quella risata e la musica si sottofondo, iniziano a scalfire il muro che lo separa dai ricordi. Ma il dolore allo stomaco è troppo forte e Tommaso cede a quegli impulsi naturali che lo portano, inevitabilmente, a sporcare i pantaloni. Il fastidio è tremendo, l’odore pungente lo soffoca e gli annebbia il cervello che non riesce a collegare gli indizi. Lo stomaco ha un altro sussurro, colpa degli odori, ma questa volta il contenuto esce dalla bocca. Pochi residui del ricordo dell’ultimo pasto, sporcano il pavimento e in seguito, i vestiti. Dovrebbe mangiare, sente in lontananza i morsi della fame che avanzano. Si obbliga a concentrarsi, deve ricordare assolutamente, la vita è appesa al filo sottile del ricordo e al sadismo macabro di quel farabutto. La mente inizia a lavorare, nonostante le pessime condizioni in cui si trova e riaffiora un dettaglio che poco fa gli era sfuggito per via dei dolori. Quando ha tirato fuori la pistola, dalla tasca è cascato un piccolo libro, uno di quei polizieschi tascabili che si comprano in edicola. Lo ha subito raccolto e cercato di sistemare il segnalibro nel punto giusto. Ha già visto quel tipo di libro da qualche altra parte e al giorno d’oggi non sono molte le persone che vanno in giro con un romanzo nelle tasche. Deve riflettere. La luce che entra dalla grata, sta iniziando a scemare, è pomeriggio inoltrato, quasi sera. Tommaso è solo già da parecchio tempo, qualche ora e si chiede quando tornerà. Dovrebbe concentrarsi sui dettagli che ha lasciato. Il disco continua a sparare del buon blues e Tommaso intuisce che quella musica rappresenta un argomento in comune con lui, altrimenti non l’avrebbe portato. Sente le forze scivolargli via, ha dolore e fastidio ovunque dopo tante ore in quella posizione. Ha ricordi sbiaditi, lui che suona la batteria in una jam ma niente di più. Il sole non si vede e la stanza buia, illuminata solo da una piccola lampadina che pende dal soffitto. Sta quasi per addormentarsi o svenire, quando la porta si apre di nuovo.

 

" Che puzza Tommaso! Dovresti farti una doccia. Allora, ti sei ricordato di me ? "

 

Tommaso fa un leggero movimento con la testa in segno di no, si può leggere il terrore nei suoi occhi. Il suo aguzzino si muove lentamente, di nuovo seduto uno di fronte all’altro.

 

" Voglio darti una mano, raccontarti una storia che spero ti rinfreschi la memoria "

 

Mentre pronuncia quelle parole, occhi marroni, toglie dalla tasca posteriore il libro giallo e lo posa sul tavolinetto che ospita anche il giradischi. Tommaso lo guarda, sa che quella è la chiave di tutto. Nota subito che Tommaso sta guardando il libro e sogghigna ma senza parlare.

Rimane qualche minuto in silenzio, come a riordinare le idee e i pensieri. Tira fuori dalla tasca il kit per rollarsi una sigaretta, sempre in silenzio, se ne fabbrica una. Fuma il suo stesso tabacco, tabacco poco conosciuto e dalla confezione verde. La vista della piccola sigaretta accesa nella sua bocca, lo fa impazzire ancora di più e lui lo sa perfettamente. Oltre alla fame, ora sente anche il bisogno di fumare. Residui di fumo sputati dalla sua bocca, non placano la voglia, anzi tutto il contrario.

 

" Ricordo quando abbiamo suonato la prima volta insieme, in quella jam session a Trastevere. Fu una bella serata. Ci ritrovammo per caso nello stesso locale, era la seconda volta che ci vedevamo. Io avevo portato con me la chitarra, stavo con la mia ragazza e ti riconobbi subito seduto dietro alla batteria. Avevi un sound spaventoso, ti fecero i complimenti anche due signori americani. Un bassista e un saxofonista. Spinto dalla mia ragazza, decisi di salire anch’io e suonammo del buon jazz con gli americani. Ti ricordi Tommaso? Spero proprio di sì "

 

La mente di Tommaso inizia a lavorare, qualcosa prende luce nei pensieri, immagini e suoni. Ricorda quella sera, ma per una beffa del destino, non riesce a ricordare del ragazzo con la chitarra. Eppure quegli occhi marroni, quel libro tascabile gli parlano.

 

" Purtroppo devo lasciarti ancora, i nostri incontri sono sempre brevi, mi dispiace. Prima però voglio farti un ulteriore regalo, cambio disco e ti do una ripulita ok? "

 

Esce e rientra in pochi minuti, il disco che mette, come era prevedibile, è un jazz. Dopo aver cambiato la musica, prende un secchio pieno di acqua gelida e lo rovescia sul capo di Tommaso. È tutto aperto, fuori è inverno inoltrato. Il tremore è immediato. Occhi marroni va via per l’ennesima volta, echeggiando quella sua malefica risata. Ha lasciato il libro sul tavolo, gesto molto strano per un lettore. Lo ha fatto apposta, vuole che Tommaso sappia chi è lui. Allora cerca di ignorare il gelo che lo avvolge e si concentra sulla copertina. Intorno ad un giallo canarino, si vede disegnato una scrivania e sopra una pistola e un proiettile. Inciso nel piombo, un nome di donna. Non gli dice nulla, è tanto che non legge per diletto. L’università e il tirocinio hanno annullato letteralmente il tempo libero. Un tempo leggeva molto, soprattutto romanzi d’avventura. Il suo corpo sta cambiando rapidamente colore con il passare delle ore, è seriamente in pericolo. Indossa degli abiti leggeri, una tutta ed una maglietta a maniche corte. Altro regalo di occhi marroni. Intravede l’alba dalla griglia che ha poco sopra la sua testa e pensa al tempo che ha passato in quel buco. Molti lo staranno cercando ma chissà dove lo ha portato questo pazzo. Guarda ancora il libro e stupidamente pensa che anche il romanzo lo stia guardando. Gli sta comunicando qualcosa, ma cosa di preciso? Ha la mente annebbiata, come alcune strade di campagna nelle notti invernali. La musica continua, indisturbata a riempire la stanza. Tommaso sta per cedere, non ce la fa più è arrivato a questo punto, spera davvero di morire. Molto meglio la morte che questa tortura. Ma non è ancora arrivata la sua ora e ha deciderlo è proprio occhi marroni che irrompe come sempre nella stanza con un sorriso beffardo e una coperta per la sua vittima.

 

" Scusami il ritardo ma la macchina ha deciso di lasciarmi a piedi oggi, spero non sia niente di grave. Queste macchine vecchie hanno sempre qualcosa di rotto. La mia panda ha ormai molti chilometri e dovrei trovare il modo di cambiarla "

 

Ma Tommaso non lo sente più, è rimasto folgorato dalla parola Panda. Come un fulmine che illumina per pochi secondi, la notte, ora ricorda chi è quel ragazzo che lo tiene imprigionato. Non vuole credere ai ricordi, non può essere lui. Guarda di nuovo la copertina del libro che ora rammenta dove l’aveva già vista. Sbarra gli occhi di colpo ed emette dei suoni, vuole comunicare, ha capito tutto.

 

" Non dirmi che hai già capito chi sono? " Tommaso fa sì con la testa, questa volta più vigorosamente.

 

" Vediamo se hai ragione " Occhi marroni si alza, prende la pistola che ha dietro la schiena e la punta sulle tempie bagnate di Tommaso, poi abbassa il nastro che gli compre la bocca.

Tommaso con una voce flebile pronuncia un nome.

 

" D-D-Davide "

 

lo sguardo di Davide si illumina completamente. Ha raggiunto il suo obbiettivo.

 

" Bravo Tommaso, sono proprio io, Davide, colui che dispiaciuto di quello che è successo, ha voluto darti tutto l’aiuto possibile e fiducia incondizionata per poi essere tradito alle spalle  "

 

Tommaso però ora trema ancora di più e non solo per il freddo. Davide lo aveva colpito con la sua macchina un anno fa, mentre stava cercando parcheggio. Lui era in bicicletta e stava tornando da un turno all’ospedale. Davide era sembrato un ragazzo normale, era distrutto per l’errore che aveva fatto. Era apparso agli occhi di Tommaso, veramente pentito per la distrazione che lo aveva portato a causare l’incidente. Ricorda perfettamente il libro sul cruscotto della macchina, mentre si scambiano i dati. Dopo quell’incidente si erano sentiti svariante volte, Davide aveva ripagato completamente il danno alla bicicletta, e versato sul conto di Tommaso qualche euro in più della somma pattuita. Dopo alcuni mesi dall’incidente si erano ritrovati in quel pub a Trastevere, entrambi musicisti e appassionati di blues e jazz.

 

" Indovina cosa mi è arrivata per posta due settimane fa? "

 

Tommaso certamente lo sapeva ma non risponde per la vergogna. Il freddo ferro della pistola spinge sulla tempia.

 

" Questa mi è arrivata, Tommaso "

 

Davide estrae dalla tasca una lettera e la sbatte in faccia alla sua vittima.

 

" La riconosci? È la lettera del tuo avvocato che mi chiede diecimila euro per danni materiali alla tua bici e al tuo fisico. Mi hai preso in giro Tommaso! Mi hai detto che non avresti interpellato nessuno, che non ti eri fatto niente e che volevi solamente riparare la bicicletta. Abbiamo suonato e bevuto insieme e poi, dopo più di un anno, mi arriva questa lettera. "

 

" M-M-Mi dispiace D-D-Davide, è stato mio fratello ha convincermi a farlo, non volevo. R-R-Ritirerò tutto promesso "

 

" Tu non farai proprio un bel niente invece. Persone come te non dovrebbero esistere, ed io mi incaricherò personalmente di fare giustizia. Sai dove ti trovi? In un grande cantiere dove un tempo doveva sorgere un centro commerciale. La ditta che voleva costruire ha fallito, dopo aver perso la causa contro gli ambientalisti e la provincia per aver costruito in una zona definita Parco regionale. Domani butteranno giù tutto e tornerà come prima, hanno già sistemato le cariche esplosive e noi ci troviamo sottoterra, dove dovevano sorgere i parcheggi. Come faccio a sapere tutte queste cose? Semplice, il proprietario della ditta incaricata di far crollare il mostro di cemento e ripulire la zona, è mio zio "


" N-N-No aspetta ragiona, non puoi lasciarmi qui "

 

ma Davide non lo sente, si allontana dalla stanza ridendo e fumando l’ennesima sigaretta. Tommaso ha di nuovo la bocca tappata, un’ultima precauzione di Davide prima di lasciarlo lì a marcire. Nessuno sente i mugolii di Tommaso, ma tutti sentono lo scoppio della dinamite il giorno dopo e il crollo dell’edificio su se stesso.

   
 
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