Titolo: Just stop for a minute and...
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 708 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
May I write: 1. "Ho fatto un sogno" || 2. Antidolorifici


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

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    «Ho fatto un sogno stranissimo».
    Con la testa reclinata all'indietro, il braccio destro ingessato oltre il bordo della vasca e un piede penzoloni, Damian fissava ostinatamente il soffitto e seguiva con lo sguardo linee immaginare che solo lui vedeva, con l'acqua che gli attorniava i fianchi e la schiuma che ricopriva gran parte del suo petto.
    Per quanto fosse abituato a svolgere i suoi compiti da vigilante al meglio delle proprie capacità, persino lui non era immune a cadute da metri e metri d'altezza, ed era stata una fortuna che il suo rampino avesse in parte frenato la sua discesa, nonostante il braccio si fosse dislocato dalla spalla a causa dell'impatto; Damian aveva soffocato il dolore e aveva continuato a combattere contro i criminalucoli da strapazzo di Metropolis, salvo dover poi fare i conti con quanto successo quando l’adrenalina del combattimento era ormai scemata. Jon l’aveva biasimato per questo, ricordandogli che poteva anche mettere da parte l’orgoglio se aveva bisogno di una mano, ma Damian aveva agitato una mano in risposta e gli aveva solo chiesto di mettergli a posto la spalla, notando che il braccio aveva qualcosa che non andava solo quando l’aveva visto gonfio e rosso.
    Era stato Jon, dopo avergli fatto letteralmente una radiografia con la propria vista a raggi X, a dirgli che si era fratturato l’ulna e che era assurdo che non se ne fosse accorto fino a quel momento. Damian aveva replicato che era normale, che era stato addestrato per non provare dolore e tutto il resto, e Jon aveva scosso la testa, portandolo in volo dritto da Alfred nonostante le lamentele. Ore dopo, imbottito di farmaci, ingessato e con le chiappe a mollo, stava blaterando da così tanto tempo che farlo tacere sembrava ormai impossibile.
    «Vivevo di nuovo a Gotham,» riprese, grattandosi distrattamente il capezzolo sinistro, «il Commissario Gordon era diventato un prete e io ero Batman. Però non un normale Batman. Indossavo la carcassa di un Man-Bat come mantello e risorgevo continuamente dalle ceneri ogni volta che qualche folle mi ammazzava. Ed ero calvo».
    Jon, che era rimasto in silenzio ad ascoltarlo tutto il tempo mentre si faceva la barba con la sua vista calorifica, roteò gli occhi e lo guardò attraverso lo specchio con un sorrisetto sarcastico. «Sei sotto antidolorifici, D», gli ricordò, ma Damian grugnì e, affondando la mano sinistra nell'acqua, ne schizzò un po' nella sua direzione.
    «Detta così sembra che io sia strafatto», affermò scettico, arcuando un sopracciglio prima di sollevare il braccio ingessato. «Ho solo un po’ di fastidio, non sto così male».
    «Se lo dici tu, signor “calvizie incipiente”…»
    «Cos’è, prendi per il culo?»
    «Beh, stai male, altrimenti avrei…» cominciò ironico Jon, afferrando al volo il flacone che gli venne lanciato subito dopo; rise, avvicinandosi alla vasca per sedersi sul bordo e sollevare quello shampoo davanti agli occhi assottigliati di Damian. «Se volevi che ti lavassi i capelli bastava chiedere».
    «Idiota».
    «Sì, sì, ti amo anch’io». Jon si chinò verso di lui per sfiorargli le labbra, ignorando il suo grugnito. «Un po’ di riposo e starai meglio in men che non si dica».
    «-Tt-, Pennyworth non era del tuo stesso avviso. Un mese. Mi ha detto di non fare sforzi per un mese!» esclamò indignato, e Jon sbuffò ilare, scuotendo la testa.
    «Che affronto».
    «Non sto scherzando».
    «Oh, no, certo che no. Che orrore».
    «J…»
    «Quale smacco per il grande e potente--» La frase gli morì in gola, poiché Damian lo afferrò per i capelli e gli ficcò la testa nell’acqua, ma lui rise e si tirò su senza tanti problemi, guardandolo attraverso le ciocche bagnate che gli si erano incollate agli occhi e alla fronte. «Come hai osato?» Jon si finse sconcerto, cominciando a disfarsi della t-shirt ormai umida che si era appiccicata alla pelle. «Adesso subirai la collera di un kryptoniano».
    Damian ghignò, leccandosi le labbra alla vista di quel petto scolpito. «Sto tremando di paura», lo schernì, e fu lui stesso ad avvolgere un braccio intorno al collo di Jon per attirarlo contro di sé in un bacio umido e voglioso, abbassando le palpebre.
    Al diavolo, forse non sarebbe stato male passare un intero mese così.

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_Note inconcludenti dell'autrice
Questo è l'ottavo giorno dell'iniziativa #mayiwrite indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom  
Particolarmente ispirata e non so manco io come abbia fatto, scritta al volo da cellulare, comunque il sogno di Damian è "canonico" in una differente linea temporale
Che dire, comunque? Niente, in realtà, a parte che sono due completi scemi e mi piace un sacco scrivere di loro in momenti di quiete. Coccole, bagno e tante battute sono praticamente il mio pane quotidiano, elementi che mi piacciono tantissimo da soli e se sono insieme, beh... anche meglio! Quindi ecco qua
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥

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