Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Lizzyyy02    18/05/2022    3 recensioni
È questo che la vecchia Lucy è sempre stata abituata a fare: fuggire, di fronte al dolore, di fronte alla paura. Ma non questa Lucy. Lei ha già affrontato il dolore, e la paura la conosce come una vecchia amica. Ma quando per la prima volta incontra i suoi occhi, capisce che da lì non riuscirebbe a scappare nemmeno se volesse.
Natsu rappresenta ciò che a questo mondo c'è di più sbagliato: membro di una famosa gang criminale, assassino senza scrupoli e dal passato oscuro. Eppure i loro destini sembrano essere incrociati già da tempo, anche se Lucy ancora non lo sa, e lo scoprirà a sue spese...
"...ciò che però la tenne inchiodata al muro con una fitta alla pancia furono i suoi occhi...a primo impatto potevano apparire neri, come la più profonda oscurità di quel dannato vicolo, un pozzo buio in cui precipitare senza mai toccare il fondo..."
"«Io…ti ho sempre vista, per dieci anni, nei miei ricordi…».
Lucy spalancò di nuovo gli occhi.
«Cosa vuol dire?»"
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray/Juvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non era riuscita a chiudere gli occhi nemmeno per dieci minuti che uno sferragliare di chiavi la fece scattare sull’attenti.
 
Possibile che fosse già tornato?
Eppure, doveva trattarsi necessariamente di Natsu, no? Era lui ad averla chiusa lì e ad avere le chiavi, o almeno era quello che presumeva, per cui in un primo momento non si agitò, complice anche la luce del giorno che rendeva quell’ambiente meno cupo e ancora più bello.
 
Si mise seduta, fissando la porta.
La figura che entrò le apparve così fuori contesto con tutto ciò che aveva visto fino ad ora, che per un attimo credette di essersi davvero addormentata su quel morbido letto, e che quello non fosse nient’altro che un sogno. Ma la ragazza era fin troppo vigile e la figura sulla soglia fin troppo reale.
 
Quest’ultima si chiuse la porta alle spalle e avanzò nella camera.
 
Era una ragazza, dai tratti così fanciulleschi da sembrare poco più che adolescente; ribelli capelli turchini sparati in tutte le direzioni, e tenuti a malapena a bada da una fascia, le incorniciavano il volto privo di imperfezioni.
 
Il primo istinto di Lucy fu quello di chiederle se si fosse persa, o se anche lei fosse stata rapita da uno di quei malviventi che infestavano quel posto.
Ma l’atteggiamento della ragazza era completamente diverso dal suo: sembrava a suo agio, non vi era il minimo segno di incertezza o paura nei suoi gesti. Inoltre, fissava solo Lucy, con quella che sembrava essere pietà…o preoccupazione.
 
Ma insieme alla confusione, Lucy provava anche qualcos’altro, una strana sensazione, un presentimento: era sicura di aver già visto quella ragazza da qualche parte, ma non riusciva proprio a ricordare dove.
 
«Tu sei Lucy, vero?» Aveva la voce dolce, e a Lucy non sfuggì il suo tono carico d’apprensione.
 
Anche nella sua voce però c’era qualcosa di familiare. Dove aveva visto quella ragazza…dove…
 
Spalancò gli occhi. In un attimo scorse come un flashback la sera in cui il rosato l’aveva rapita, prima che uscisse da lavoro e stava controllando le rilegature per Jason.
 
Ecco dove l’aveva vista. Su quelle copertine.
Quella ragazza era Levy McGarden, scrittrice a contratto alla Crime Sorciere e alla quale Lucy stessa aveva curato la messa in vendita del suo ormai famosissimo romanzo.
 
Non si erano mai viste di persona, avevano sempre comunicato per e-mail, messaggi e veloci chiamate. Certo, il lavoro la costringeva spesso in ufficio, non sempre aveva momenti liberi, ma era sempre stata la McGarden a voler evitare gli incontri faccia a faccia, declinando gentilmente i suoi inviti a discutere delle questioni più tecniche riguardanti il romanzo, e perché no, anche chiederle dei consigli.
 
Ma era stato impossibile non identificare la giovane autrice la cui foto appariva dietro ad ogni copia del famoso manoscritto. Anzi, si disse come avesse potuto avere dubbi su chi fosse, e addirittura non riconoscerla, ma forse l’assurdità di vederla apparire proprio da quella porta doveva averle sconnesso qualche rotella nel cervello.
 
Rimase a bocca aperta. Ormai rimanere senza parole sembrava essere diventata una costante.
La ragazza però continuava a fissarla in attesa di una sua risposta, con quegli occhioni pieni di angoscia.
 
Forzò le su corde vocali a riacquisire la loro funzione.
«S-si, sono io, ma tu…tu sei Levi McGarden, vero? Come è possibile? Perché ti trovi qui?»
La ragazza le sorrise con dolcezza, le si fece vicino, si sedette sul letto.
«Sono proprio io. A proposito, grazie, per tutto quello che hai fatto per me, sto già lavorando al sequel» Fece, con tono quasi divertito. Ma Lucy non riusciva proprio a cogliere la parte comica. Era tutto così sbagliato.
 
Levi parve accorgersene e sospirò «Tutti nascondiamo dei segreti, Lucy» Le fece, fissandola con intensità «nel mio caso, il mio più grande segreto…è la mia famiglia. Non ho mai permesso che l’ambiente da cui provengo fosse una limitazione, che mi impedisse di realizzare i miei sogni…»
Lucy ricambiò il suo sguardo. Era sempre più sconvolta.
«Vuoi dire che anche tu…fai parte di Fairy Tail?»
 
Levi annuì grave «Non è stata una scelta, ne ho sempre fatto parte, possiamo dire che ci sono nata»
 
Lo sconvolgimento di Lucy non riuscì a reprimere un’altra sensazione sbocciatale nel petto: un senso di tenerezza verso quella giovane ragazza «Vuol dire che sai bene cosa fanno, vero? E se sei qui in questa stanza sai anche cosa hanno fatto a me. Uccidono, Levi. L’ho visto con i miei occhi. Rapiscono, estorcono, minacciano e chissà cos’altro. Come fai a voler rimanere qui. Perché non sei andata via?» Lucy sentiva una sorta di legame con quella ragazza. Avevano la stessa età, entrambe con il sogno di scrivere, ed intrappolate in una realtà da cui non potevano scappare.
 
Lei però parve innervosirsi «Per quanto sbaglino, non posso fare a meno di amarli. È così per tutti, no? Fanno cose che non approvi, commettono errori, sbagliano…ma la tua famiglia è e rimarrà sempre la tua famiglia. È semplicemente questo il motivo, Lucy»
 
La ragazza dalla lunga chioma dorata scosse la testa, alzandosi in piedi.
«Se davvero li ami, gli faresti capire che ciò che fanno è disumano. Mi dispiace Levi, ma non posso accettare il tuo ragionamento, non posso giustificare ciò che mi hanno fatto» Che mi ha fatto
 
Anche Levi si alzò «Non appena ho saputo che l’ostaggio era la editor che mi ha aiutata con il mio libro, mi sono fatta dare subito la copia della chiave. Rimarrò con te Lucy, non sarai sola»
«Levi, per favore, ti imploro, lasciatemi andare. Lo hai detto tu stessa che fanno cose che non approvi. Non ti conosco, a quanto pare molto di più di quel che credevo, ma non penso affatto che tu sia d’accordo nel farmi rimanere qui per chiedere un riscatto a mio padre, lontana da casa, dal mio lavoro» Fece, raggiungendola «Lasciatemi andare, Levi»
 
La ragazza sembrava profondamente combattuta. La fissò con tristezza per poi abbassare lo sguardo e scuotere la testa «Sapevo che me lo avresti chiesto. Non posso, mi dispiace»
Lucy incurvò le sopracciglia, poi chiuse gli occhi con rassegnazione. Si allontanò da lei, andando vicino alla vetrata. Nonostante ciò, non riusciva ad essere arrabbiata.
 
«E allora perché sei qui»
«Te l’ho detto, non voglio lasciarti sola. Un’amica serve sempre, in qualsiasi situazione»
Lucy solo a quel punto si voltò, l’espressione imperscrutabile sul volto bianco illuminato dal sole: non sapeva cosa risponderle.
Già solamente dai messaggi che si erano scambiate per lavoro le era sembrata una ragazza dolce, e vederla di persona non faceva che ingigantire quella sensazione. Quanto davvero poteva fidarsi? Anche questa domanda sembrava essere una costante ormai.
«E cosa vorresti fare? In che modo vorresti essermi amica?»
Levi sembrò essere presa in contropiede, ma subito si rilassò rivolgendole un sorriso.
«Potrei iniziare facendoti fare un giro»
L’idea di uscire da quella camera l’allettava ma «Ho già visto il Casinò al piano terra e la terrazza» Fece.
«Oh, non hai visto nulla» Rispose, con un sorrisetto.
 
Le due ragazze entrarono in ascensore. Quanto era paradossale quella situazione? Lei e Levi McGarden a Crocus; Lucy ostaggio, la turchina complice di chi l’aveva resa tale.
«Non hai mai avuto paura che si potesse scoprire?» Fece Lucy, alludendo alla sua doppia vita.
«Abbiamo chi riesce ad insabbiare molto bene le cose…fastidiose» Rispose con tranquillità. In effetti se persino Gildarts era riuscito a farsi assumere come professore all’Università, doveva essere altrettanto facile per lei fare la scrittrice senza che nessuno sapesse altro sulla sua vita. Eppure, le sembrava assurdo.
 
«Dimmi di più su Fairy Tail» Levi si strinse nelle spalle, Lucy allora rincarò «lo hai detto tu che vuoi essere un’amica per me, e le amiche si fidano le une delle altre. Fai in modo che mi possa fidare» Fece.
 
Levi sospirò, poi iniziò «Fairy Tail esiste da lungo tempo, ma solo ora ha raggiunto fama e potere, grazie ai membri che ne fanno parte attualmente…» la mente di Lucy volò subito a lui. Chissà come avrebbe reagito non trovandola in camera…si morse il labbro a quel pensiero, contraendo le dita affusolate.
 
Levi continuò «Io, come avrai intuito, non mi occupo delle attività, o dei vari giri…diciamo che aiuto un po' con la contabilità, per quanto possibile. Ovviamente un’organizzazione non è solo pistole e violenza, c’è un mondo dietro. Tutti gli affari vanno gestiti alla perfezione e i dettagli sono fondamentali. È un po' come un puzzle, dove tutti i pezzi si incastrano a formare una disposizione perfetta…necessariamente c’è chi deve occuparsi della parte più…» Tacque, guardando Lucy, la quale terminò per lei «Fastidiosa?» Fece, riprendendo il termine che anche Levi aveva usato poco prima. La turchina fece un sorriso amaro, annuendo.
«Come Natsu?» Chiese lei.
«Lui è uno dei più bravi. Forte, sicuro, carismatico. Riesce sempre a far rispettare Fairy Tail da tutti»
«Quando non uccide persone per strada» Commentò contrariata.
«Effetti collaterali dell’avere a che fare con esseri umani che non sono più tali; non credere che la colpa sia solo sua Lucy. La maggior parte delle volte, sono quelle che tu chiami “vittime” ad essere i veri mostri. Gajeel mi ha raccontato di ieri sera, quando ti hanno rapita. Quell’uomo che Natsu ha ucciso era violento, picchiava la moglie e i figli, e lo so bene perchè era la quinta volta che Fairy Tail lo avvertiva di ripagare il debito. Probabilmente Natsu ha fatto solo un favore alla sua famiglia, uccidendolo»
Lucy era basita. Poteva anche essere vero, ma restava il fatto che uccidere era sbagliato e basta. Non poteva essere giustificato in alcun modo. Guardò quella ragazzina che sembrava così innocente: stare in quell’ambiente da sempre doveva averle distorto il concetto di ciò che era giusto e sbagliato.
 
«Non guardarmi così Lucy. So quello che dico, e forse un giorno capirai il mio punto di vista»
All’improvviso Levi mise il piccolo dito su una specie di lettore delle impronte vicino ai numeri dei piani. Una luce verde l’attraversò e l’ascensore, prima fermo al piano terra, continuò a scendere.
Lucy aggrottò le sopracciglia.
Stavano andando sottoterra?
 
«C’è una parte sotto?»
«Possiamo dire che è il sopra ad essere in più. Di sotto c’è il vero cuore di questo posto» Fece, allusiva. Appena le porte dell’ascensore si aprirono Lucy capì subito il perché.
 
A primo impatto le sembrò di essere stata catapultata dentro una di quelle foto sui social con la scritta “I 10 Nightclub più belli del mondo”, che guardi pensando che quei posti non possano essere reali, che siano montaggi.
Eppure, eccola lì, di fronte alla discoteca più grande e bella che avesse mai visto. Se già da vuota, senza musica e luci stroboscopiche le faceva quell’effetto non osò immaginare cosa avrebbe pensato se l’avesse vista stracolma di persone e in piena attività.
Giustamente era mattina, non c’era nessuno, se non i baristi e qualche ultimo cliente troppo sbronzo per reggersi in piedi. Quanto doveva essere esclusiva se per raggiungerla c’era addirittura bisogno dell’impronta digitale?
 
Lucy richiuse la bocca, che non si era nemmeno accorta di aver spalancato
«Bene…una discoteca…è qui che fate le riunioni?» Fece ironica, come a voler smorzare la sensazione che quel luogo fantastico le aveva procurato.
«È capitato» Rispose Levi con un sorrisetto, per poi avanzare. Lucy la seguì. «Hotel di lusso, Casinò e Club gigantesco, quanto vale questo posto?»
«E non è nemmeno il più grande qui a Crocus» Fece Levi «anche se agli altri costa ammetterlo, o lo negano, ci sono gang molto più potenti della nostra»
Lucy tacque, rimuginava in silenzio seguendo la turchina, la quale spinse il maniglione rosso su una porta che doveva essere probabilmente un’uscita di sicurezza, e accedendo ad un corridoio totalmente vuoto ed asettico.
«Dove mi stai portando?»
«Nessun posto in particolare, facciamo un giro»
«Volevo rimanere di là, allora» Fece Lucy con un mezzo sorriso. Parlare con Levi le risultava sin troppo facile. La turchina le sorrise di rimando «Avrai tempo questa sera» le fece, allusiva.
Lucy aggrottò le sopracciglia. L’idea di fare festa in una discoteca del genere avrebbe fatto fare i salti di gioia a chiunque. Ma non in quella situazione. Non mentre era prigioniera.
 
Si limitò a tacere. Le due entrarono insieme in un’altra stanza, all’apparenza uguale a tutte quelle che avevano superato.
Era impossibile che qualcosa riuscisse a sbalordirla più del club che aveva appena visto. Ma quella stanza ci riuscì di gran lunga. La parte di Lucy che non riusciva a trattenersi dal fare shopping, e che mangiava con gli occhi qualsiasi sito e magazine di moda su cui riuscisse a mettere mano ebbe un sussulto.
 
Era stracolma di vestiti: di ogni colore e forma. Come una falena attirata dalla luce vi si avvicinò, tastandoli, saggiandone il tessuto.
Non c’era dubbio che fossero all’ultima moda, e anche parecchio costosi «E questi?» Fece, continuando a guardarli rapita.
«Fairy Tail è famosa anche per la sua grande presenza di donne» Commentò Levi «non potevo non mostrarti la nostra collezione» Fece, un sorriso furbo su quel volto bambinesco.
 
Lucy si sentiva un bambino in un negozio di caramelle. Passava da uno all’altro, avvicinandosi addosso quelli che considerava i più belli. «Puoi metterteli quando vuoi» Fece Levi improvvisamente, con gentilezza.
 
Quell’affermazione la riportò con i piedi per terra.
 
Questo implicava che sarebbe dovuta rimanere lì. Guardò in faccia Levi. Improvvisamente le fu chiaro il perché di tutto quel teatrino: probabilmente avevano incaricato la turchina di tenerla buona, mostrarle la discoteca, i vestiti, come se questo l’avesse trattenuta dal cercare di ribellarsi.
 
«Una prigione, anche se dorata, rimane sempre una prigione» Fece Lucy con durezza «pensate che sia così superficiale che basti mostrarmi la ricchezza di questo posto, o dei vestiti, per starmene tranquilla?»
Levi aggrottò le sopracciglia, confusa «Assolutamente no. Gli altri vogliono che tu rimanga qui, e fidati Lucy che non riusciresti ad andartene, a meno che loro non lo vogliano…» la ragazza era molto tentata di rivelarle il vero motivo per cui si trovava lì, almeno secondo la strana e contorta versione del rosato, ma all’ultimo si trattenne. La turchina continuò «…ho solo pensato di rendere la…permanenza, meno dura. Mostrarti che non siamo così terribili»
 
Lucy la scrutò ancora. Era inutile continuare a protestare, Levi aveva ragione, quello era il loro quartier generale, c’erano membri di Fairy Tail a ogni angolo. Tanto valeva assecondare la ragazza e riuscire a carpire tutti gli aspetti di quell’organizzazione criminale.
 
Continuarono il giro. Levi le mostrava le stanze, le raccontava le imprese più eclatanti di Fairy Tail, le diceva i nomi dei membri. «In teoria non dovrei dirti tutte queste cose» Fece lei, ironica «ma…è così facile parlare con te, Lucy» le disse, sorridendole.
Esattamente ciò che aveva pensato lei prima. Se solo si fossero incontrate di persona in una situazione diversa, se solo lei fosse stata una semplice autrice e Lucy la sua semplice editor. Ma la realtà era ben diversa.
«Andiamo alle terme!» Fece Levi, eccitata, trascinandola.
Anche le terme. Ovvio.
 
«Levi…Natsu ti ha mai parlato della sua vita prima di Fairy Tail?» Fece la bionda, immersa nell’acqua calda fino al collo, i capelli tirati su in un crocchia. Dopo quella notte, era come trovarsi in paradiso.
 
La turchina finì di masticare un acino d’uva, poi le rispose «No, non parla mai del suo passato. Quando deve raccontare di come riesce a sconfiggere gang intere da solo è fin troppo logorroico, ma quando si tratta di sé…si ammutolisce. In realtà ricordo di quando arrivò, lo aveva trovato Gildarts. Sembrava un cucciolo di drago, irascibile e sempre sulla difensiva…non deve aver avuto un passato semplice»
Lucy affondò metà volto nell’acqua. In effetti nemmeno con lei era stato molto esaustivo, eppure qualcosa le aveva accennato. «Perché me lo chiedi?» Fece, con tono allusivo.
«Nessun motivo in particolare»
Levi la guardò con faccia furba «So l’effetto che Natsu fa alle ragazze, non sarebbe strano se fosse lo stesso per te»
«Si, con l’unica differenza che mi ha rapita contro la mia volontà» Fece, acida «e poi io non sono…così, non cado ai piedi di un ragazzo solo per il suo aspetto, e Natsu rappresenta ciò che c’è di più sbagliato a questo mondo» Commentò.
Diceva così, ma sarebbe stato inutile negare a sé stessa che l’effetto che quel criminale le faceva, quello di cui parlava Levi, non aveva risparmiato nemmeno lei; ma non lo avrebbe mai e poi ammesso, o fatto vedere. Tanto sarebbe rimasto quello: una sensazione, nient’altro.
Lei odiava quel criminale.
 
Dopo il bagno Levi le fece provare anche diversi tipi di massaggi. Si sentiva così bene e rilassata, e si detestava per questo.
Probabilmente Jason aveva già iniziato a notare la sua assenza in ufficio. Forse stava pensando che avesse la febbre, non allarmandosi troppo.
Quanto avrebbe voluto avvertirlo, avvertire Michelle, avvertire suo padre…se non lo avevano già fatto loro, intimandogli di pagare il riscatto il prima possibile.
 
Chiuse gli occhi, reprimendo le lacrime. Se lo immaginava, piegato sulla scrivania, le mani sulla testa mentre soffriva in silenzio per la sua bambina rapita a causa sua.
 «Levi, lasciami mandare un messaggio a mio padre. Non gli dirò dove sono, lo prometto, non farò scherzi. Voglio solo dirgli che sto bene»
La ragazza la guardò con apprensione «Lucy…non…»
«Ti prego»
La turchina abbassò lo sguardo «Anche se dicessi di sì, i tuoi effetti sono costuditi dal Master, e nemmeno io ho accesso al suo ufficio» Rispose con tristezza.
Anche la ragazza dai lunghi capelli biondi abbassò lo sguardo.
«Avanti Lucy…ho una sorpresa» Fece Levi, di nuovo quel sorrisino furbo a contornarle il viso.
 
In accappatoio entrarono in una stanza di quell’Hotel. Simile alla suite dove era rinchiusa, ma meno grande e moderna.
«Questa è la mia, ognuno di noi usa una camera come stanza personale. Quella dove stavi prima era la stanza di Natsu»
Ecco perché c’era il suo odore: quello era il suo letto.
Aveva usato la sua camera per tenerla legata. A quel pensiero sentì le guance andare a fuoco, senza una motivazione apparente.
«E qual è questa sorpresa» Disse, più per non farle notare il suo rossore che per un reale interessamento. Ormai dubitava che qualcosa potesse ancora stupirla dopo tutto ciò a cui aveva assistito oggi e la notte precedente.
 
Levi, sempre con quel sorrisetto, scomparve in un'altra stanza per poi riapparire con in mano un appendiabiti. Agganciato a questo vi era un vestito, ma non uno qualunque.
 
«Ho visto come lo guardavi, prima» Fece furba, fissandola. D’altro canto, l’attenzione di Lucy era tutta rivolta all’abito.
Era vero, nella stanza/armadio dove si trovavano prima vi aveva indugiato particolarmente, così tanto che anche Levi doveva averlo notato.
«Era così palese?» Fece, con un mezzo sorriso, avvicinandosi e toccandolo ancora.
«Stavi praticamente sbavando» disse ironica con un sorriso divertito «se lo vuoi è tuo. Erza ne ha talmente tanti che ha due stanze personali solo per lei. Se questo si trovava lì vuol dire che non lo mette più»
 
Lucy fece un mezzo sorriso, ma negò col capo «Non voglio dei vestiti, non voglio niente da voi, se non la mia libertà» Disse, sicura.
Guardò la sveglia sul comodino a fianco al letto di Levi. Segnava le 5 di pomeriggio.
«Quando sono passate tutte queste ore!?»
«Il tempo vola quando ci si diverte» Fece, sorridendo. Lucy inarcò un sopracciglio. Solo ora si soffermò a pensare a quanto Levi fosse diversa per telefono e di persona, al di là dell’ambiente in cui viveva.
La scrittrice per cui lavorava, membro di una gang. Se tutto ciò non fosse surreale sarebbe quasi esilarante.
 
«Ad ogni modo, lo faccio portare in camera di Natsu, se mai volessi mettertelo» Fece, riferendosi al vestito.
«A proposito di questo, non è possibile avere una stanza che non debba condividere con il mio aguzzino? Una camera degli ostaggi, o qualcosa del genere…»
Levi si trattenne dallo scoppiare a ridere, rifacendosi seria «Ne abbiamo anche fin troppe di stanze, ma Natsu ha insistito per portarti nella sua. Continuava a dire che sarebbe stato più facile controllarti, eccetera…»
Di nuovo. Le guance in fiamme. Cosa aveva il suo cervello che non andava.
«Ho proprio come l’impressione che ci sia di più sotto» Fece la turchina, pensierosa. Una mano sotto al mento e le sopracciglia aggrottate «Tralasciando il fatto che, quando Natsu e Gray sono tornati con te, prima che il Master riconoscesse il tuo cognome dai documenti e ti collegasse a tuo padre, non eri che una semplice testimone, e dubito che quei due si sarebbero presi il disturbo di portarti fino a Crocus, al massimo ti avrebbero spaventato un po', tanto per non andarlo a dire alla polizia, lasciandoti lì.
Inoltre, Natsu non ha mai reagito in questo modo. Non voleva che nessuno ti si avvicinasse, è andato subito a portarti in camera sua» Fece, alzando poi lo sguardo su di lei.
 
«Ammettilo Lucy, che altro c’è?»
La ragazza spalancò gli occhi. Di nuovo, avevano fatto lo stesso ragionamento.
Avrebbe dovuto rivelare a Levi la verità? Di certo era più logico fidarsi di lei che del rosato, eppure, cosa avrebbe dovuto dirgli?
No, ma niente, è solo che il tuo compagno di gang ha questa ossessione malata per una donna uguale a me, e per questo mi ha rapita. Ah, e questa persona è presumibilmente mia madre morta più di venti anni fa.
 
Se già la situazione era surreale, aggiungerci anche questo sarebbe stato devastante, in più…erano questioni personali del rosato (più o meno) e non se la sentiva di dirli così.
Quando glielo aveva rivelato, quella sera sul tetto, le era sembrato così…fragile, vulnerabile.
 
Due aggettivi che non avrebbe mai creduto potessero definire quel criminale dallo sguardo più tagliente di una lama.
Per questo le rispose: «Non ne ho idea».
Levi parve non cascarci assolutamente, la fissava inquisitrice, ma poi fece spallucce, andando a rovistare nel suo armadio in cerca di vestiti.
Era stata una reazione strana, probabilmente si era accorta che stava mentendo.
 
Sospirò. Perché ora doveva sentirsi in colpa?
Maledetta Lucy, maledetta.
«Senti, Levi, chiedi a Natsu, d’accordo? Non voglio generare altri casin…»
«Allora qualcosa c’è!» Fece come una furia, di nuovo raggiante.
«Non ho detto questo! Ho detto che devi chiedere a Nats…»
«Lucy, ti hanno mai detto che sei davvero pessima a mentire?» Le disse, ironica.
Lucy sbuffò. Si, glielo avevano detto. E la infastidiva molto che le persone lo notassero con così tanta facilità.
«Tranquilla, ti insegnerà Erza, potrebbe convincere un astronomo che non esistono le stelle» Fece, tirando in ballo di nuovo questa Erza. Chissà che tipo era.
«Allora?» Insistette di nuovo.
«Levi, basta, ti prego!»
La ragazza la guardò con il broncio, che la rendeva ancora più bambina «E va bene! Ma sappi che ho già provato a chiederlo a quel testone. Ha fatto il vago, come al solito» Sbuffò.
 
Lucy ne rimase sorpresa. A lei lo aveva detto. Certo aveva dovuto insistere, ma aveva ceduto. Strano che invece i suoi stessi compagni di gang non ne sapessero nulla.
È totalmente diversa la situazione, questa storia riguarda anche te Lucy, soprattutto te. È ovvio che te lo abbia detto
Già, doveva essere così.
 
Un po' di silenzio ad aleggiare nella camera, poi la turchina la guardò di nuovo.
«Ahh d’accordo! Non voglio costringerti a dirlo, ma sappi che lo scoprirò. Levi McGarden non molla mai» Disse con un sorrisetto «ordino qualcosa in camera e iniziamo a prepararci, d’accordo?» Fece poi, cambiando argomento repentinamente e con tutta la tranquillità di questo mondo.
«Prepararci per cosa?» Disse la ragazza, aggrottando le sopracciglia confusa
«Per stasera. Quando Fairy Tail fa festa, non ce n’è per nessuno» Disse, con tono enigmatico.
 
Lucy si strinse nelle spalle. Iniziava ad avere un brutto presentimento. Un presentimento dai capelli rosa e gli occhi che bruciavano l’anima.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Lizzyyy02