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Autore: My Pride    19/05/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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How strange it is (I think I love ya) Titolo: How strange it is (I think I love ya)
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1127 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
May I write: X si accorge di essersi innamorat* || 3. Nel cuore della notte

 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Jon amava mangiare.
    Sin da bambino gli era sempre piaciuto avere a portata di mano qualcosa da sgranocchiare, da barrette di cioccolata a noodles a secchielli di pop corn, e adesso che aveva diciassette anni le cose non erano cambiate molto. Avrebbe voluto mentire e dire che non era assolutamente il tipo da portarsi dietro del cibo quand'era di pattuglia, ma starsene sdraiato di schiena su un gargoyle, con un panino preso da Big Belly e lo sguardo perso verso le stelle, stroncava di netto tutti i suoi buoni propositi. Sua madre aveva sempre ripetuto che mangiava un sacco solo perché la sua fisionomia kryptoniana bruciava calorie alla stessa velocità con cui le bruciava Flash e aveva quindi bisogno di rifocillarsi, ma la verità era che, tra tutti i cibi che aveva assaggiato durante i suoi viaggi spaziali con Damian o con suo padre, quello terrestre era il migliore.
    «Riesco a sentirti masticare, Super-mangione».
    La voce infastidita di Damian ruppe la quiete e Jon brontolò tra sé e sé per quella pace rubata, dando un altro morso al panino prima di cercare a tentoni le sue patatine.
    «Dovresti rilassarti, D», affermò, afferrando uno di quei succulenti fiammiferi per intingerlo nel ketchup prima di sgranocchiarlo. «Stiamo pattugliando da ore e non è ancora successo niente, fa troppo caldo anche solo per pensare. Persino i criminali se ne sono andati in vacanza».
    «Il crimine non dorme mai, J. Figurati se va in vacanza», rimbeccò Damian nell’appollaiarsi meglio sul proprio gargoyle, premendo un tasto laterale sulla sua maschera per zoomare sulle strade e guardarsi intorno con le labbra assottigliate dalla delusione.
    Odiava ammetterlo, ma quell'idiota di Superboy aveva ragione. Nonostante fosse un'ordinaria notte a Gotham, non c'era stato nemmeno il minimo allarme per tutta la ronda, persino uno scippatore era stato preso a bastonate proprio dalla vecchietta a cui aveva fregato la borsa, rendendo vano il loro intervento prima ancora che potessero muoversi. In dieci anni che viveva a Gotham, quella era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Che l’afa notturna avesse davvero messo tutti k.o? Dov'erano finiti quei quattro pagliacci che non erano ancora rinchiusi ad Arkham? Una serata tranquilla avrebbe dovuto rallegrarlo, invece la cosa lo rendeva più nervoso di quanto volesse davvero ammettere.
    «La mascella, D».
    Damian sbatté le palpebre al di sotto della maschera, riducendo lo zoom per voltarsi verso Jon. «Cosa?»
    «Non serrare la mascella. Sento i tuoi denti che sfregano», gli spiegò nel mettersi a sedere con i piedi penzoloni oltre la grossa testa di pietra della gargolla. «Cerca di rilassarti un po’».
    «Come faccio a rilassarmi se…»
    «Se ci fosse qualche problema che necessitasse la nostra attenzione, credimi, lo sentirei». Jon si strinse nelle spalle, strappando coi denti un generoso pezzo di panino senza dar peso al cheddar e al ketchup che gli sporcarono completamente la guancia destra. «Mangia, piuttosto. La tua cena si fredda», soggiunse, accennando col capo alla busta ancora colma che avevano abbandonato sul bordo del tetto. Non era la prima volta che mangiavano in cima ad un edificio, ma di solito lo facevano dopo una pattuglia andata a buon fine.
    Damian imprecò tra sé e sé, bofonchiando qualcosa in arabo prima di passarsi una mano fra i capelli e sbuffare. «È tutto così… noioso», affermò, infilando la mano nel sacchetto per cercare, tra gli altri tre appartenenti a Jon, il suo panino dalla carta verde, essendo vegetariano. Jon aveva sempre la premura di farlo incartare diversamente, visto che Big Belly non faceva distinzioni e raramente serviva roba vegetariana. In realtà ancora si chiedeva come facesse Jon a farsi preparare roba fuori menù, anche se avere quella bella faccia acqua e sapone ed essere il figlio di Superman poteva avere i suoi vantaggi. «Non posso credere che Gotham sia davvero così silenziosa».
    «No, non lo è», esordì Jon, e Damian lo guardò male.
    «Sai cosa stavo cercando di…»
    «Una mamma sta dando la buona notte alla sua bambina a pochi isolati da qui, ma lei ha chiesto un’altra storia e non vuole dormire; una coppia chiacchiera sul divano mentre guarda un film, si stanno accordando per il pranzo di domani; una vecchietta sta comprando qualcosa che ha dimenticato in uno di quei negozi aperto 24h, si sta congratulando col commesso per il suo imminente matrimonio». Jon rimase immobile, lo sguardo fisso verso il basso e la sensazione degli occhi di Damian su di sé, il panino abbandonato sulle cosce e un sorriso che aleggiava sulle sue labbra. «So cosa intendevi, ma Gotham è viva, rumorosa, presente. E la gente dorme e vive tranquilla perché sa che ci siete voi a vegliare su di loro».
    Per tutto il tempo in cui Jon aveva parlato, l’espressione di Damian era stata esterrefatta. In tanti anni in cui lo conosceva, l’aveva sentito parlare in tantissimi modi… tranne così. Forse stava davvero cominciando ad essere ottimista come suo padre e a vedere il bello persino nei vicoli bui e malfamati di Gotham, cercando di tirarne fuori la caparbietà delle persone anziché le loro paure. La cosa fece sorridere Damian, ma si affrettò a riacquistare la sua solita maschera di indifferenza e a puntare lo sguardo altrove. «Tu guarda se devo farmi dire queste cose da uno più piccolo di me», mugugnò, ma Jon rise fragorosamente mentre si passava la manica dell’uniforme sulla guancia per ripulirla.
    «Abbiamo quasi la stessa età, idiota».
    «A chi hai detto idiota, idiota?»
    «Oh, una risposta molto matura, D», sghignazzò Jon, accartocciando l’involucro prima di alzarsi in piedi e fare un passo oltre la gargolla, gettandosi per fluttuare nel vuoto e liberarsi davanti a Damian. «È una serata troppo bella per starsene qui a non fare niente», cominciò, allungando un braccio verso di lui per porgergli una mano. «Che ne diresti se andassimo a Smallville?»
    «Io e te?» chiese stupidamente, e Jon sbuffò ilare.
    «Certo, chi altri se no? A meno che non credi che lo stessi chiedendo al gargoyle su cui sei seduto...»
    «Idiota», lo apostrofò Damian, roteando gli occhi. Sollevò entrambe le sopracciglia e fissò intensamente quella mano, come se fosse incerto se accettare la proposta o uscirsene con una delle sue solite battute per scacciare lo strano imbarazzo che si era venuto a creare fra loro; poi, timidamente e dopo aver calmato a fatica lo strano battito che aveva cominciato ad avere il suo cuore, allungò a sua volta la mano per afferrare quella del suo migliore amico, sentendolo stringere con delicatezza prima di essere attirato contro di lui e spiccare il volo.
    E in quel momento, mentre osservava il profilo di Jon rischiarato dalla luna e quel dolce sorriso dipinto sulle labbra, lo colpì la consapevolezza di essersi innamorato di lui
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Decimo giorno dell'iniziativa #mayiwrite
indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom  
Comunque. La DC spesso e volentieri si dimentica che Jon è un ragazzo a cui piace molto mangiare, quindi ogni tanto lo ricordo io ed eccoci qua. Cosa c'entra esattamente con i fini della storia? In realtà niente, perché mi sono resa conto che le mie storie cominciano in un modo (magari con un determinato percorso e/o motivo) e poi finisco per andare in tutt'altra direzione, senza che io possa fare niente per fermarle. E va beh
Qui abbiamo i ragazzuoli che ancora non capiscono di essere innamorati, ma la consapevolezza coglie Damian proprio alla fine. Aw, il giovane amore!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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