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Autore: _ A r i a    21/05/2022    1 recensioni
[ post!canon | what if | possibili spoiler del manga ]
Scendono di nuovo giù per le scale, fino a tornare all’ingresso. A un certo punto, però, Enji sente un gemito di dolore che lo mette subito in allarme, costringendolo a voltarsi.
Trova Keigo piegato su se stesso, le braccia strette attorno al proprio corpo, e questo basta a riempirlo di paura.
«Hawks!», lo chiama, terrorizzato. Lo raggiunge all’istante, stringendolo a sé.
«S-se continui a restarmi così vicino mi fai mancare il respiro, Endeavor-san…», lo provoca Keigo, lanciandogli uno sguardo ammiccante.
Enji lo fulmina con lo sguardo. «Ti sembra il momento di flirtare, ragazzino?», lo rimprovera, ma la sua voce non suona per niente arrabbiata, piuttosto solo terribilmente preoccupata.
«Ho f-flirtato con te fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, se non te ne fossi accorto…», gli fa notare il ragazzo. Un sorriso compare sul suo volto nell’osservare lo sbigottimento di Endeavor, ma poco dopo entrambi sono costretti a mutare espressione. Keigo, infatti, sembra essere scosso da una nuova fitta di dolore, il volto che si contrae per la sofferenza, mentre Enji torna a posare su di lui occhi pieni di apprensione.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Endeavor, Hawks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando arrivano a casa Todoroki, Hawks capisce subito che è ben diversa da come se l’è sempre immaginata.
Nella penombra intravede qualche albero, un giardino, e si domanda perché non ci sia nemmeno un lampione acceso a rischiarare la zona. Si è sempre aspettato che la casa di Endeavor fosse piena di luci, visto il suo quirk, di colpo però gli balza alla mente che quella è quasi una metafora della vita dell’uomo: c’è stato un momento in cui tutte le luci si sono spente.
L’estate si sta avvicinando, ma quella sera soffia un vento freddo. Keigo si stringe nelle spalle, cercando di trarvi conforto.
Entrando in casa, ancora una volta li accoglie la penombra. Enji preme un interruttore, e si accende finalmente un lampadario, che rischiara il corridoio mentre il portone d’ingresso si chiude alle loro spalle.
«Allora è vero che vivi da solo», commenta Hawks. Tiene le braccia strette attorno al corpo, come cercando di proteggersi da un nemico invisibile, e nel mentre sposta lo sguardo da una parte all’altra, cercando di memorizzare ogni dettaglio di quell’ambiente che vede per la prima volta.
In effetti, non era mai stato a casa di Endeavor prima d’ora. Questo pensiero continua a sembrargli così strano…
«Pensavi che ti avessi raccontato una bugia?», s’informa Enji, posando i loro soprabiti sull’attaccapanni all’entrata.
Hawks scuote appena la testa. «No, affatto», replica, infilando le mani in tasca. «È solo che ho sempre pensato che dopo la guerra tu e Rei sareste tornati insieme…»
«Tra noi le cose non funzionavano da parecchio tempo.» Enji si lascia sfuggire un sospiro stanco. «Ho provato a sistemare le cose, sì, però ormai era troppo tardi. Adesso lei e Fuyumi abitano insieme in un villino in un quartiere moderno della città, Natsuo convive con la sua fidanzata che ha conosciuto all’università e Shoto è ai dormitori della Yuei, anche se ancora per pochi mesi visto che poi si diplomerà. Io sono rimasto qui da solo, come avevo promesso loro, e la cosa non mi pesa. È giusto così. E poi anche tu adesso vivi da solo, no? In un certo senso è come se ci fosse toccato lo stesso destino.»
Keigo resta ad ascoltarlo in silenzio. Ha come l’impressione che anche Enji, in fin dei conti, abbia bisogno di sfogarsi.
Se può riempire almeno un po’ la sua solitudine, Hawks non può che esserne felice.
Il ragazzo sorride, per poi posare una mano sul braccio dell’uomo, in un gesto simpatetico.
Enji ricambia il suo sguardo, e Hawks può leggere dentro quegli occhi azzurri la riconoscenza per il gesto che ha appena compiuto.
«Ti mostro la casa», gli propone Endeavor, che sembra aver già allontanato quel velo di malinconia.
L’eroe numero uno si avvia lungo il corridoio e Keigo lo segue a breve distanza.
«Qui c’è la sala dove di solito mangio. Domattina faremo colazione qui. Non ho idea di cosa ti piaccia, ma ho un po’ di tutto, per cui non dovrebbe esserci problema», spiega, indicandogli una stanza in cui Keigo intravede un tavolino basso.
«Uh, non ti ci vedevo a fare la spesa, Endeavor-san», commenta Hawks, incrociando le braccia dietro alla schiena.
Enji sposta in fretta lo sguardo di lato. «Veramente di tanto in tanto Fuyumi continua a passare di qui e a riempirmi il frigorifero», spiega, evasivo. «Io le ho detto un centinaio di volte che non ce ne è bisogno ma lei continua a fare di testa sua…»
«Beh, è testarda. Chissà da chi avrà preso», lo punzecchia Keigo, portandosi una mano alle labbra per nascondere una risatina.
Enji lo osserva attentamente, ma non aggiunge niente. Non sembra arrabbiato.
La verità è che ormai ha imparato a conoscere Hawks e si è abituato al suo continuo sarcasmo, senza esserne particolarmente infastidito. Per di più, probabilmente ha ragione su Fuyumi…
E poi continua a pensare a quello che gli ha detto al ristorante.
Sotto le luci di casa sua, il livido che circonda l’occhio sinistro di Keigo sembra ancora più scuro e preoccupante. Ogni volta che ci posa sopra gli occhi, Enji non può che sentire il suo stomaco stringersi in una morsa.
Il padrone di casa continua a commentare lentamente, mostrando le varie stanze. «Lì c’è il bagno», prosegue, con sicurezza. «Infine, queste sono le camere da letto.»
Enji si ferma, notando che alle sue spalle c’è un insolito silenzio. Si volta a guardare Keigo, e nota che in volto ha un’espressione corrucciata.
«Ehi? Va tutto bene?», si assicura, di colpo allarmato.
Hawks solleva lo sguardo su di lui, lasciandosi sfuggire un’altra risatina. Enji lo osserva attentamente, e stavolta gli sembra di notare sul suo volto un po’ d’imbarazzo, così insolito per lui.
«No, è che… stavo pensando che sono un po’ in soggezione», ammette Keigo, passandosi una mano tra i capelli dorati. «Voglio dire, sono in casa del number one… un po’ di effetto me lo fa, ecco.»
In un’altra occasione, Enji si ritroverebbe a roteare gli occhi, o a sollevare lo sguardo al cielo. Stasera, invece, si limita a posare una mano sulla spalla di Hawks, cercando di rivolgergli il miglior accenno di sorriso che riesce ad abbozzare.
«Puoi dormire dove preferisci», gli comunica. «Ho pensato che camera di Shoto potesse essere l’alternativa migliore, anche perché non hai vestiti per dormire, e Shoto è più alto e piazzato di te, per cui forse potresti trovare qualcosa della tua taglia in quello che ha lasciato nell’armadio. Però se preferisci va bene anche…»
«Endeavor-san.»
Enji si interrompe di colpo, accorgendosi di aver cominciato a parlare a vanvera senza sosta. Il suo sguardo torna a posarsi su Hawks, confuso.
«La camera di Shoto sarà perfetta, ti ringrazio», concede Keigo, rivolgendogli quel suo sorriso luminoso.
Enji annuisce, sollevato. «Mi fa piacere», commenta. «La mia camera è qui accanto, per cui se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi.»
Keigo socchiude appena gli occhi. «Grazie. Dico davvero», mormora. «Continuo a sentirmi così sopraffatto da questo senso di gratitudine…»
«Ehi, ragazzino.» Enji gli scosta con gentilezza alcune ciocche di capelli dorati dalla fronte. «Sono felice che tu sia qui, sul serio. Ora tu pensa solo a riposarti, mh?»


Mentre Hawks è in bagno a cambiarsi, Enji ne approfitta per sistemargli il futon per la notte.
Al rientro in camera, Keigo indossa una t-shirt e dei pantaloni leggeri. Come previsto, gli vanno un po’ larghi, ma sembrano piuttosto comodi per dormire.
Enji ha lasciato la luce spenta per permettere ai suoi occhi di abituarsi in fretta al buio, così da conciliargli il sonno. Nella tenue luce della luna, che illumina appena la stanza, la pelle di Hawks gli appare ancora più pallida, quasi spettrale.
Più lo guarda, e più Enji avverte la necessità di proteggere ad ogni costo quel ragazzino.
Keigo si stiracchia appena, avvicinandosi al futon. «Mh… credo che questa sia la prima volta che dormo in un futon», ammette. «E di sicuro è la prima volta che dormo in una casa dallo stile classico giapponese…»
Enji gli rivolge uno sguardo stupefatto. «Sul serio?», chiede.
«Sì!» Keigo si accomoda tra le coperte. «La casa che l’HPSC aveva messo a disposizione mia e di mia madre era di fattezze piuttosto moderne, e i letti erano quelli tipici occidentali. Sono felice di fare questa nuova esperienza, in effetti.»
Enji scuote lievemente la testa, ma sul suo volto c’è un accenno di sorriso. «D’accordo», conclude. «Adesso cerca di dormire, ragazzino.»
«Endeavor-san, puoi rimanere qui?», prova a domandargli Hawks, speranzoso.
Enji si morde un labbro. Sembra rifletterci per un po’, esitante. «Va bene, rimango finché non ti addormenti», cede infine.
Hawks sembra rilassarsi all’istante, e il sorriso che gli rivolge convince Endeavor d’aver fatto la scelta giusta.
«Grazie…», bisbiglia, mentre comincia già ad addormentarsi. «Buonanotte, Endeavor-san…»
«Buonanotte, Hawks», ricambia Enji, la voce che si perde nel silenzio della notte.
Hawks doveva essere particolarmente stanco. Enji inizia a sospettare che sia da giorni che non riesce a riposare come si deve, quello che gli è successo l’ha traumatizzato visibilmente, questo lo può vedere in maniera chiara.
È così in pena per lui. Gli sembra di non essersi mai preoccupato così tanto per nessun altro essere umano – triste a dirsi, visto che un tempo ha avuto una famiglia di cui ora non restano che cocci, ma è inutile negarlo, non è mai stato né il marito né il padre migliore del mondo, e questo, ormai, è sotto gli occhi di tutti. La cosa non gli pesa affatto, ha accettato da tempo di convivere con le proprie responsabilità, è giusto che sia così.
Però con Hawks le cose sono sempre andate in maniera diversa.
Già ai tempi di Fukuoka, e poi più avanti, prima ancora dello scoppio della guerra, salvo poi aumentare sempre di più nel periodo del conflitto coi villain, aveva provato un forte senso di apprensione nei confronti di quel ragazzo. Hawks era stato in grado di far crollare quella barriera che negli anni aveva innalzato attorno a sé, e di questo non gliene sarebbe mai stato grato abbastanza. Era stato sorprendente lasciar cadere le proprie difese con una persona che, fino a poco tempo prima, era stato un perfetto sconosciuto.
Si era sentito sollevato, e aveva trovato in Hawks un sostegno che mai nessuno gli aveva offerto.
Ecco perché è così preoccupato, ora, nel vederlo in difficoltà. Aiutarlo è la cosa giusta da fare, ne è certo.
Sono circa le due di notte quando sente un rumore strano provenire dal giardino. Enji sposta lo sguardo di scatto, riemergendo di colpo dai propri pensieri.
Hawks sembra profondamente addormentato nel futon. Non pensava che si sarebbe intrattenuto così a lungo nella camera con il ragazzo, ma era così assorto da non accorgersi dello scorrere del tempo.
Endeavor si alza in piedi, guardandosi attentamente attorno. Quello che ha sentito era una sorta di fruscio, come di qualcuno che si nasconde in un cespuglio.
Possibile che il padre di Keigo abbia già scoperto il rifugio del figlio? Magari l’ha seguito al luogo del loro appuntamento, e poi ancora, fino a casa di Enji… no, impossibile. Hawks si sarebbe accorto di sicuro se qualcuno lo avesse pedinato, ed Endeavor è certo che lui avrebbe fatto lo stesso. E allora che cosa…?
Enji si avvicina alle shoji della stanza, che danno sul giardino. Forse dovrebbe svegliare Hawks, avvertirlo di quel possibile pericolo, tuttavia decide di non farlo. Si morde le labbra, sa che questo è decisamente rischioso, ma la vista del ragazzo beatamente addormentato è troppo incantevole per svegliarlo.
Può cavarsela da solo. Dopotutto, se davvero dovesse trattarsi di quell’uomo, Enji sa di essersi già occupato di lui in passato. Non dovrebbe essere poi così difficile farci di nuovo i conti.
Endeavor trattiene il fiato. Lascia scivolare appena la parete di lato, mentre davanti a sé si apre la visuale sull’esterno.
Il portico esterno in legno è illuminato dalla luna piena. In quella notte tiepida che sta offrendo a Tokyo un assaggio di estate, tutto sembra essere rischiarato da quel bagliore argenteo.
Enji resta per un poco ad osservare il giardino. Sembra tutto tranquillo, avvolto in un silenzio immutabile, come se di notte anche le piante cadessero in un sonno profondo. Si aspetta quasi di veder sbucare fuori un uomo armato da un momento all’altro.
Poi, da un albero lì di fronte, avverte provenire lo squittio di una civetta.
Enji si ritrova a tirare un sospiro di sollievo. Lentamente, chiude nuovamente le shoji, lasciando che i suoi occhi si riabituino in fretta alla penombra della stanza.
Forse si è lasciato un po’ troppo suggestionare dal racconto di Keigo. Dovrebbe abbassare la guardia, ma il solo pensiero gli sembra insopportabile: è un eroe e, in quanto tale, sa bene che permettersi delle distrazioni può risultare fatale.
Se vuole davvero proteggere il ragazzo, deve continuare a fare molta attenzione.
A questo proposito, Enji si siede nuovamente a terra, per controllare il riposo di Hawks.
Rispetto a quando si è alzato, Keigo gli pare decisamente più inquieto. Continua ad avere gli occhi chiusi, ma sposta la testa da un lato all’altro, ansimando, mentre dalle labbra gli sfuggono alcuni mugolii.
Per Enji non è difficile immaginare in che genere di incubi sia intrappolato. Prima ancora di rendersene conto ha già avvicinato le dita alla fronte del ragazzo, accarezzandola con premura.
È un gesto lieve, ma quel tocco caldo sembra tranquillizzare Keigo all’istante. Nel sonno, l’espressione contratta del ragazzo si addolcisce all’istante in un sorriso, mentre i respiri tornano a farsi lenti e regolari.
Endeavor rimane a osservarlo, come rapito dalla vista di quelle gote arrossate.
E si dice che sì, per quella notte può restare a vegliare sul ragazzo.





notes
dobbiamo parlare del 353? perché preferirei non farlo :)
nelle prossime settimane sarò un adorabile agglomerato di ansia, ma alla fine sapevo che questo momento sarebbe arrivato, per cui non dovrei prenderla così... ugh, ma chi voglio prendere in giro? non sarò mai psicologicamente preparata per quello che deve succedere.
allora, l'altra volta mi sono dimenticata di parlare di un paio di cose sapevo che sarebbe successo rip. la prima: questa storia voleva essere un esperimento di slow burn, che secondo me è una cosa che non so assolutamente scrivere. i risultati, infatti, penso li possiate vedere anche in questa long, e okay che i capitoli non sono molti, però diciamo che continuo ad avere l'impressione che avrei potuto fare di meglio.
l'altra cosa di cui volevo parlare riguarda la reazione di hawks a tutta questa situazione in cui si trova. ho sempre visto hawks come il genere di persona che, nonostante si trovi in difficoltà, preferisce farsi carico della cosa senza far preoccupare nessun altro. il fatto che qui, invece, abbia deciso di parlare del problema che ha con endeavor diciamo che l'ho giustificato a me stessa dicendo che forse suo padre è l'unico caso che non sa come prendere. poi con enji c'è sempre stato questo rapporto particolare in cui riescono a capirsi a vicenda senza nemmeno parlare (vedi capitolo 245), senza contare tutta la stima che hawks ripone in lui. quindi niente, è andata così--
io volevo ringraziarvi perché questa cosina sta ricevendo tanto affetto e, da pessimista quale sono, non me l'aspettavo minimamente. però mi fa tanto piacere, proprio perché come dicevo l'altra volta questo è un progetto che ho molto a cuore.
per il prossimo capitolo ci sarà un po' da aspettare, più che altro perché mi sono ripromessa di postare al massimo un paio di volte al mese sì, mi sto ancora riprendendo dal writober. tra l'altro, qualcuno ha notato il giochino scemo dei giorni di pubblicazione (sì, era voluto per l'alternanza dei numeri 1 e 2, non esattamente delle cifre casuali quando si ha a che fare con questi personaggi)? e lo so che in teoria la storia è già finita quindi non ha senso far passare tanto tempo tra un aggiornamento e l'altro, però magari così ci divertiamo di più, dai.
vi anticipo che il prossimo è un capitolo che mi piace particolarmente, uhuh.
bene, con questo direi che è tutto, ci vediamo alla prossima!
aria
   
 
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