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Autore: eli the_dreamer    23/05/2022    1 recensioni
Anni fa avevo iniziato a scrivere questa storia come long fic. Poi ho cambiato le carte in tavola decidendo di fare una raccolta di one-shot. Tuttavia mi sono resa conto che essendo un'unica storia, la raccolta di one-shot diventa controproducente. Eccomi quindi a postare di nuovo e dall'inizio questa storia che tra i protagonisti non solo vede gli amati fratelli Winchester ma anche qualcuno che da lassù fa il tifo per loro.
Tra personaggi che noi tutti conosciamo e nuovi personaggi inventati da me, questa storia parte dagli albori, ma accompagnerà i bros per tutto il loro viaggio (POSSIBILI SPOILER su tutte le stagioni, ma non in tutti i capitoli. Non tutto seguirà il canone della serie, alcuni elementi saranno veri e propri "WHAT IF?".)
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Sweet Child O' Mine




1979



Congratulazioni signor Winchester, è un maschietto!” l'infermiera sorrise all'uomo dal volto stanco ma felice, porgendogli un fagottino.
John Winchester sorrise, aveva gli occhi lucidi. Stava tenendo in braccio suo figlio per la prima volta, il suo primogenito “Ciao, Dean”. Dalla sua voce si poteva intuire l'emozione che provava in quel momento e il neo-papà poté giurare che quella piccola creatura gli avesse sorriso.
Solo allora guardò la moglie, rossa in volto, provata ma felice come lui “Non è bellissimo?” chiese lei con voce fioca, lo sguardo adorante rivolto a John e al loro bambino.
John annuì “È il più bel bambino che abbia mai visto” mormorò in risposta.


***




Hai un nuovo protetto, Umabel” l'Angelo sobbalzò al suono di quella voce e il suo sorriso si spense in maniera quasi automatica, come colto in flagrante a commettere un terribile reato.
Sospirò con aria rassegnata “Non è un protetto qualsiasi, Michael” disse rivolgendo un innocente sorriso all'Arcangelo che scrutò il fratello con attenzione prima di parlare “Ecco cos'era quel sorrisetto: puro e semplice orgoglio per essere l'Angelo Custode di Dean Winchester!” esclamò facendo un sorriso sghembo e sornione, il sorriso di chi sembrava aver capito tutto. Tuttavia non sembrava propenso ad appoggiare il fratello che guardò con aria di rimprovero.
Umabel chinò il capo per nascondere la sua espressione colpevole. In cuor suo sapeva che Dean Winchester non era un protetto come tutti gli altri, ma lui non poteva di certo fare distinzioni.
L'unione tra John Winchester e Mary Campbell era stata una priorità assoluta in Paradiso e il loro primogenito non poteva che essere speciale, importante.
E Michael aveva ragione: quel sorriso che l'Angelo si era affrettato a nascondere era di puro e semplice orgoglio.
L'Arcangelo non poteva concordare con quel tacito pensiero. Dean Winchester doveva nascere nella maniera più assoluta e così era stato, nessuno più di Michael poteva saperlo, ma non gli sembrava il caso che Umabel provasse orgoglio per essere il suo Angelo Custode.
Sarebbe stato folle e totalmente sbagliato, perché per Umabel, Dean Winchester doveva essere uno qualsiasi.
Le labbra di Michael si incresparono in un sorriso indecifrabile, amaro, persino risentito forse “Potrebbe essere pericoloso avere dei prediletti, Umabel”. Era incredibilmente serio e andò via con un frullo d'ali.
Umabel rimase a guardare il vuoto lasciato da Michael e rifletté sulle parole dell'Arcangelo.
Non poteva dargli torto. Lassù in Paradiso erano poche le cose concesse agli Angeli e avere dei prediletti non era certamente tra queste.
Avere dei prediletti significava provare qualcosa e un Angelo con dei sentimenti non è un Angelo che si rispetti.
Era un qualcosa che Umabel, nonostante gli anni, ancora non comprendeva appieno ma d'altro canto non era neanche capace di comprendere l'intera gamma delle emozioni umane con annessi e connessi sebbene non trovasse niente di particolarmente sbagliato nell'amore o nell'affetto.
Dean Winchester non sarebbe stato il suo prediletto.
O almeno non lo avrebbe dato a vedere.
Era il 24 Gennaio del 1979 e Umabel capì per la prima volta cosa significasse provare gioia.


4 anni dopo




Forza, andiamo a dare la buonanotte a tuo fratello*” Mary Winchester teneva in braccio il figlio Dean che poi scese, si sporse dalla culla e diede la buonanotte al suo fratellino.
Dean Winchester era un fratello maggiore e si sentiva orgoglioso di questo, proprio come il suo Angelo Custode si sentiva orgoglioso di lui.
Dean Winchester amava suo fratello Sam, amava sua madre Mary e amava suo padre John.
Dean Winchester amava la sua famiglia come un bambino di quattro anni dovrebbe fare e quel sorriso sulle sue piccole labbra era una prova dei suoi sentimenti sinceri. Un bacio a Sam, un sorriso a sua madre e di corsa tra le braccia del suo papà, il suo eroe.
Che ne pensi? Credi che Sam sia già pronto per giocare a football?*” chiese l'uomo.
Dean rise, scuotendo la testa dai capelli biondi “No, papà*” rispose. Perché Sam era ancora troppo piccolo e quelle piccole manine che afferravano le dita di mamma, papà e di Dean, non erano ancora in grado di afferrare una palla!
Forse sarebbe stato proprio Dean a insegnargli a giocare a football un giorno, con l'aiuto di papà ovviamente, perché il lavoro di un fratello maggiore era davvero simile a quello di un padre. Un fratello maggiore protegge, proprio come un padre, ma ha anche lui bisogno di un padre.
John era l'eroe di Dean proprio per quel motivo. Un padre è sempre un eroe agli occhi dei figli.


***




Il frullo d'ali annunciò l'arrivo di Raziel alle sue spalle, ma Umabel non si voltò ben sapendo il motivo che aveva portato l'Angelo a palesarsi accanto a lui “Spero che tu ti stia dedicando a tutti i tuoi protetti e non solo a Dean Winchester” l'ammonì in tono irritato, proprio come Umabel si era aspettato.
Umabel lo guardò di sbieco, stanco dei continui rimproveri di colui che non era affatto il suo superiore. Certo, anche Michael non gli lasciava tregua, ma almeno lui era un suo superiore diretto, aveva tutto il diritto di farlo.
Umabel trovava il comportamento di Raziel snervante oltre ogni dire e col passare del tempo aveva scoperto che non gradiva particolarmente la sua compagnia.
Sono un bravo Angelo Custode, Raziel. Mi occupo di tutti i miei protetti” rispose con un pizzico di aggressività.
Lo sguardo di Raziel sembrò infiammarsi, non di rabbia ma di uno strano orgoglio.
E di certo non era orgoglioso del comportamento di Umabel di per sé, ma piuttosto del fatto che era stato proprio lui a farlo reagire in quel modo, un modo che ben poco si addiceva ad un Angelo del Signore “Va bene, va bene...scusa!” disse Raziel, non troppo seriamente.
Umabel strinse la mascella, inghiottendo parole che mai avrebbero dovuto lasciare la sua bocca “Non hai nessuno a cui infondere la Conoscenza?” lo canzonò.
Raziel guardò perplesso l'angelo davanti a sé “Stai iniziando ad assomigliare troppo a qualcuno che non vediamo da tempo” disse freddamente.
Umabel si irrigidì ben sapendo a chi Raziel si stesse riferendo.
Gabriel era assente da millenni, eppure Umabel non lo aveva mai dimenticato.
L'Arcangelo era sempre presente nei suoi pensieri, nonostante l'infinità di tempo che avevano passato lontani l'uno dall'altro. Gli mancava terribilmente e il vuoto che aveva sentito quando il suo adorato fratello varcò le Porte del Paradiso per non fare più ritorno non era mai stato riempito, nemmeno dall'arrivo di Dean Winchester.
Più il tempo passava e più quel vuoto si faceva ingombrante e oscuro, quasi volesse inghiottirlo. Umabel si era reso conto che non poteva fare niente per controllarlo, per cui si limitava a fare il suo lavoro di Custode, concentrandosi sui suoi protetti, ma continuava a cercare Gabriel, ovunque fosse, con la speranza di poterlo rivedere.
Quei tristi pensieri - perché ormai Umabel stava cominciando a capire che la mancanza di Gabriel lo rendeva triste - lo incupirono.
Raziel continuò a parlare, incurante del fastidio che si faceva prepotentemente largo nel fratello “Tu sai dov'è, sai perché se ne è andato, vero?” chiese in un sibilo.
No” fu la laconica risposta dell'Angelo. Nessuno avrebbe potuto capire se mentisse o meno come, almeno in parte, aveva fatto. Non sapeva dove fosse Gabriel, dire che si trovava sulla Terra sarebbe stata una risposta troppo generica, ma era a conoscenza delle motivazioni che avevano fatto fuggire Gabriel da casa.
Umabel avrebbe tanto voluto scagliarsi contro suo fratello Raziel.
Raziel d'altro canto, non aspettava altro, osservò Umabel, la sua Grazia tesa come mai l'aveva vista e sogghignò. Ma Umabel rimase al suo posto e rivolse un sorriso di scherno verso il suo petulante fratello “Hai sempre voluto avere il suo posto quando lui era qui, ma anche adesso che è assente da millenni quel posto non è tuo e mai lo sarà, lo sai molto bene. Dev'essere frustrante. Perché non vai a controllare Haziel? Lui è il Custode di Sam Winchester, sei certo che non sia il suo favorito?” il suo tono era provocatorio, persino infantile, ma servì allo scopo: lo sguardo di Raziel vacillò fino a diventare rabbioso ed ora era lui a volersi scagliare contro il fratello.
L'unica cosa che lo fermò fu un grido disperato.
Nessuno gridava mai in Paradiso. Non più da quando Lucifer era stato chiuso nella gabbia.
Era la voce di John Winchester, Umabel l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Porta fuori tuo fratello più in fretta che puoi! Non guardare indietro. Ora, Dean, vai!*
Mary Winchester era morta, un demone l'aveva uccisa e Dean era diventato orfano di madre.


***




Perché?” Umabel gridò con rabbia. Lo sguardo freddo e distaccato di Michael era già una risposta, ma l'Arcangelo parlò ugualmente “Era destino, Umabel. Era già tutto scritto.” disse in tono pacato.
Sin dalla nascita del suo protetto, Umabel sapeva che sarebbe stato un protetto speciale, eppure non aveva immaginato neanche lontanamente ciò che il destino aveva in serbo per lui.
Un Cacciatore, ma non un Cacciatore qualsiasi, era ciò che Dean Winchester sarebbe diventato.
Non rispose a Michael, lo guardò con delusione e in quel momento la mancanza di Gabriel lo colpì come un macigno.
Quel vuoto si fece ancora più grande, ancora più nero, ancora più spaventoso. Se Gabriel fosse stato lì, Umabel si sarebbe rifugiato da lui in cerca di conforto.
Ma Gabriel non c'era e Michael non provava dei veri sentimenti.
Odio guardare dentro quegli occhi e vederci una traccia di dolore**”. La voce di Umabel era appena udibile e forse l'Arcangelo fece finta di non sentire quelle parole.
Era il 2 Novembre del 1983 e Umabel capì per la prima volta cosa significasse provare paura. 







Note dell'autrice: * le frase e le scene annesse sono tratte dal pilot di Supernatural.
** si tratta della traduzione di un passo (I hate to look into those eyes and see an ounce of pain) della canzone Sweet Child O' Mine dei Guns N' Roses, che da il titolo al capitolo.
Umabel, l'Angelo Custode di Dean, fa parte del Coro degli Arcangeli, a cui fa capo Michele.
Haziel, l'Angelo Custode di Sam, fa parte del Coro dei Cherubini, a cui fa capo Raziel.

   
 
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