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Autore: eli the_dreamer    23/05/2022    1 recensioni
Anni fa avevo iniziato a scrivere questa storia come long fic. Poi ho cambiato le carte in tavola decidendo di fare una raccolta di one-shot. Tuttavia mi sono resa conto che essendo un'unica storia, la raccolta di one-shot diventa controproducente. Eccomi quindi a postare di nuovo e dall'inizio questa storia che tra i protagonisti non solo vede gli amati fratelli Winchester ma anche qualcuno che da lassù fa il tifo per loro.
Tra personaggi che noi tutti conosciamo e nuovi personaggi inventati da me, questa storia parte dagli albori, ma accompagnerà i bros per tutto il loro viaggio (POSSIBILI SPOILER su tutte le stagioni, ma non in tutti i capitoli. Non tutto seguirà il canone della serie, alcuni elementi saranno veri e propri "WHAT IF?".)
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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You can't always get what you want




1989

 

Dean se ne stava a testa bassa appoggiato con la schiena alla ringhiera delle scale di quella grande casa.
Era una cosa che gli mancava: avere una casa, affacciarsi alla finestra e vedere una bella staccionata bianca a delineare un giardino ben curato, ma la forza dell'abitudine, in quegli anni passati in giro per gli Stati Uniti d'America, l'avevano portato a non curarsene troppo se non in qualche rara eccezione.
In ogni caso la sua mente era rivolta altrove. Detestava il modo in cui suo padre lo guardava dopo quello che era successo a Fort Douglas* e non faceva che accrescere i suoi sensi di colpa già insopportabili per un bambino.
Dannazione, John, è solo un bambino!” la voce roca di Blake Dalton lo distolse dai suoi pensieri e Dean si affacciò a guardare. Le sue piccole dita strinsero la ringhiera in ferro battuto, fredda al tatto - eppure lui sembrava non accorgersene - talmente forte che le nocche diventarono bianche.
Suo padre John aveva il volto stanco e si passò una mano sulla barba incolta da giorni mentre lo sguardo vitreo era posato sull'uomo davanti a lui, ma sembrava che non lo stesse realmente guardando. I suoi occhi andavano oltre “Dean ha sbagliato e ha messo in pericolo Sam” disse gelido.
Dean serrò la mascella, le sue dita scivolarono lentamente sul ferro battuto e lui indietreggiò, passo dopo passo, fino al muro. Si lasciò scivolare contro di esso prima di raggomitolarsi su se stesso e iniziare a piangere in silenzio. Nessuno doveva sapere che stava piangendo, specialmente suo padre.
Al piano di sotto, Blake fissava John inorridito “Certo che ha sbagliato: è un bambino!” ribadì a denti stretti.
Non ricevette risposta, John lo guardò duramente.
Ti rendi conto di quello che gli stai facendo passare, John? Ha solo dieci anni e tu lo costringi a comportarsi come un adulto, anzi come un soldato. Stai rovinando i tuoi figli per una crociata che non avrà fine” il tono di voce di Blake era pacato, ma il suo sguardo era accusatore. John rise sprezzante “Con che coraggio vieni a dirmi queste cose? Prima di farci entrare in casa, tua figlia ci ha fatto tutti i test possibili per assicurarsi che non fossimo creature malvagie. Sam ha creduto che fosse pazza! Ha solo sei anni e sa già cosa si nasconde la fuori, non sei molto diverso da me, Blake” ringhiò.
Blake scosse la testa “Almeno io non la porto in giro per l'America. Mia figlia ha una casa, degli amici e soprattutto non ha responsabilità che non dovrebbe avere” sputò quelle parole come fossero veleno e lasciò John da solo, sperando che riflettesse su ciò che si erano appena detti.
Una porta, al piano di sopra, si aprì e Dean si asciugò in fretta le lacrime.
Amethyst, la figlia di Blake, uscì dalla sua stanza, si affacciò alla balaustra e sbuffò prima di voltarsi verso Dean e regalargli un sorriso “Ciao” disse in tono allegro.
Dean inarcò un sopracciglio, guardandola con sospetto e curiosità “Ciao” rispose come se qualcuno lo avesse costretto a farlo. La bambina avanzò verso di lui tentennante, stringendo tra le dita sottili il lembo della maglia del pigiama “Dean?” disse richiamando l'attenzione del suo giovane ospite che la guardò spronandola a continuare. Lei si fece coraggio e gli tese una mano per farlo alzare “Controlleresti se c'è il mostro dell'armadio nella mia stanza? Solitamente lo fa papà” chiese con dolcezza, sorridendo appena mentre arricciava il piccolo naso a punta. Dean fece roteare gli occhi, afferrò la mano della bambina e si alzò dal pavimento “Ok” disse stancamente.
Si diresse verso la stanza di Amethyst e con cautela aprì l'armadio. Si assicurò per davvero che non ci fosse nessun mostro, sentendosi ancora in colpa per ciò che era successo a Sam. Di certo non voleva che per colpa sua succedesse qualcosa anche a quella bambina che aveva appena conosciuto. Si voltò verso di lei e forzò un sorriso “Non c'è nessun mostro, Amethyst” disse in tono serio, chiedendosi ancora una volta che razza di nome le avessero dato i suoi genitori.
Amethyst gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia che lo sorprese “Grazie, Dean. Buonanotte” cinguettò lei infilandosi sotto le coperte mentre Dean si passò le dita sulla guancia ad eliminare l'invisibile traccia di quel bacio “Buonanotte” borbottò uscendo dalla stanza. Si chiuse la porta alle spalle in maniera delicata per non fare troppo rumore e quando si voltò si scontrò con suo padre.
Dean prese un grosso respiro, gli occhi verdi erano fissi su quelli furenti del padre “Domattina partiamo presto, vai a dormire” disse John duramente, sorpassando il figlio senza attendere una risposta “Sissignore” rispose quello quasi sottovoce, dirigendosi nella sua stanza.
Sam dormiva beatamente e Dean gli sistemò meglio la coperta azzurra, facendo attenzione a non svegliarlo “Mi dispiace, Sammy” mormorò più che altro a se stesso, con gli occhi lucidi, coricandosi nel letto accanto a quello del fratello.


***




Umabel scosse il capo e chiuse lentamente gli occhi.
Stai diventando un angelo sentimentale” ridacchiò Haziel affiancando l'angelo custode “Taci!” ruggì quest'ultimo con rabbia.
Haziel sorrise strafottente “Mi correggo: un angelo sentimentale e rabbioso!”. Umabel si voltò a guardarlo “Come faccio a proteggere un bambino che è venuto a conoscenza del mondo reale troppo presto? Nessuno dovrebbe sapere di ciò che si nasconde nelle tenebre, nessun bambino almeno” sbottò.
Haziel sospirò “Nessuno ha mai detto che fosse facile” mormorò con noncuranza.
Le labbra di Umabel si aprirono per lasciar spazio ad un sorriso amaro, in parte incredulo per le parole di suo fratello. Lui più di tutti avrebbe dovuto capirlo.
Ciò non toglie che tutto questo sia ingiusto. Non per me...ma per Dean e Sam...” deglutì a vuoto nel tentativo di reprimere quelle sensazioni nascenti che mai avrebbero dovuto far parte del suo essere “Non voglio che soffra in questo modo. Tu non hai paura per Sam?” mormorò infine, cercando lo sguardo di Haziel. Ma non lo trovò, suo fratello era già andato via.
Umabel ringhiò di frustrazione e si calmò solo quando sentì la mano di Michael posarsi sulla propria spalla. Si voltò a guardarlo, cercando il suo sostegno “Sarà sempre così?” domandò con voce flebile, timoroso di porre quella domanda.
L'Arcangelo aveva il viso voltato in un'altra direzione, sembrava pensieroso e distante e Umabel si rese conto di esserne la causa perché era evidente che Michael non volesse nemmeno guardarlo “Non puoi sempre ottenere quello che vuoi**” disse con aria stanca, evitando di rispondere in maniera diretta alla domanda del Custode.
Umabel percepì la rabbia crescere in sé “E questo chi lo dice? Dio? Io neanche l'ho mai visto Dio” sibilò.
Forse se ne pentì e si sentì tremare quando Michael, finalmente, puntò gli occhi nei suoi.
Si creò un silenzio assordante tra loro.
Non metterti nei guai” disse Michael dopo interminabili minuti passati ad osservarlo, a guardarlo quasi con curiosità e un poco di incredulità per i comportamenti che stava dimostrando il suo sottoposto. Sparì senza dire altro, lasciando l'Angelo da solo con la propria rabbia e i propri pensieri che si rincorrevano affannosi in cerca di una spiegazione.


1996




Al mondo, non c'era niente di simile al rombo del motore dell'Impala di John Winchester.
Amethyst Dalton, nel sentirlo, si precipitò nel vialetto, non vedendo l'ora di riabbracciare i Winchester.
Nel vederla arrivare, Dean spalancò le braccia affinché lei ci si rifugiasse dentro come faceva quando era una bambina, ma la ragazzina gli saltò addosso avvinghiandosi a lui con le lunghe gambe.
Amethyst aveva tredici anni ma era già molto più alta di tutte le ragazze della sua età. Ed era sicuramente molto più sveglia anche di qualunque coetaneo del maggiore dei Winchester.
Dean rise “Ma guardati! Sei più alta di Sammy!” esclamò divertito posando la ragazza a terra che poi stritolò Sam in un caloroso abbraccio “Mi siete mancati, ragazzi!” disse rivolgendo loro un sorriso che incluse anche John. L'uomo ricambiò il sorriso e silenzioso si avviò verso la casa.
Blake lo stava attendendo sulla soglia e dopo aver salutato i ragazzi si rinchiuse nello studio con John.
Allora, quanto vi fermate?” domandò allegra Amethyst sprofondando nel divano di pelle. Dean la imitò, sedendosi poco distante.
Spero più dell'ultima volta” mormorò Sam, sedendosi tra loro. Amethyst posò la testa sulla spalla del minore dei Winchester e sospirò “Vi rendete conto che sono passati tre anni dall'ultima volta che ci siamo visti?”.
Dean rise “Sì e somigliavi a un putto. Invece ora sei una ragazzina slanciata e sicuramente selvaggia” si beccò un cuscino in piena faccia da parte della ragazza suscitando l'ilarità di Sam.
C'era un clima disteso, sereno...familiare. Amethyst aveva sempre adorato passare il tempo con Dean e Sam e il rivederli l'aveva resa più solare del solito.
Amethyst alzò lo sguardo verso Sam e gli sorrise “Ti stai facendo proprio carino, sai?” disse senza peli sulla lingua, dandogli un leggerissimo colpetto col dito sulla punta del naso. Le gote del ragazzo si colorarono di un bel rosso acceso e, mormorando quello che doveva probabilmente essere un “grazie”, si alzò per dirigersi in cucina. Amethyst lo guardò con aria interrogativa “Ma certo, fai come se fossi a casa tua!” disse ironica vedendo che Sam apriva il frigorifero in acciaio per poi infilarci la testa dentro come alla disperata ricerca di qualcosa.
In realtà voleva evitare di sentire i commenti del fratello perché Sam era sicuro che Dean avrebbe fatto qualche battuta che lui non avrebbe gradito.
Guarda, lo hai fatto scappare” disse il maggiore dei Winchester ironicamente. La ragazza si avvicinò a lui e rise “Non era mia intenzione” disse allargando appena le braccia.
Si voltò a guardarlo, rimanendo incantata da quel profilo. Un'ombra di barba gli adornava il volto, le lunghe ciglia sembravano rendere ancora più luminosi quei grandi occhi verdi. Amethyst non si era mai resa conto di quanto Dean Winchester fosse bello, non fino a quel momento.
A quel pensiero arrossì e prontamente nascose il viso tra i lucenti capelli biondi, sperando che il ragazzo non si fosse accorto di nulla.
Nei giorni successivi la bionda aveva già capito di essersi presa una colossale cotta per Dean Winchester.
Suo padre non doveva saperlo. Sam non doveva saperlo, ma soprattutto non doveva saperlo il diretto interessato.
Seduta accanto a Sam nella scalinata di marmo della scuola in attesa di Dean, Amethyst si era persa nei propri pensieri, maledicendosi per aver preso una sbandata per un Cacciatore.
Niente sarebbe stato sicuro -E poi sono solo una ragazzina, che speranze credo di avere con lui?- si ritrovò a pensare.
Ame, tutto bene?”nel chiederlo, Sam le posò una mano sulla spalla facendola sobbalzare appena. Lei gli rivolse un sorriso radioso tipico dei suoi, uno di quelli che le faceva arricciare il naso “Sì! Sto solo pensando al compito di letteratura che ci aspetta domani” mentì prontamente.
Non era la prima volta che mentiva. Mentiva ai suoi compagni di classe e ai professori circa il lavoro di suo padre. Mentiva praticamente a tutti, nascondendo ciò che sapeva realmente sul mondo crudele di cui faceva parte. Non le risultò difficile mentire anche a Sam per una cosa così banale.
Dean finalmente si fece vivo. Stringeva la mano a una ragazza e non una ragazza qualsiasi. Monica Taylor era la ragazza più popolare della scuola e Amethyst la detestava.
Allora ci vediamo domani” disse Monica, rivolgendosi a Dean, con fare svenevole. Persino la sua voce era capace di irritare Amethyst. Dean sorrise e posò le labbra su quelle carnose della sua - momentanea - ragazza. Amethyst lanciò una fugace occhiata a Sam infilandosi due dita in bocca mimando l'atto di vomitare. Il ragazzo ridacchiò appena per non farsi vedere dal fratello maggiore e da Monica che si stava allontanando ancheggiando visibilmente.
Allora ci vediamo domani” disse Amethyst in almeno un tono sopra la norma, scimmiottando la capo cheerleader “Vedo che non hai perso tempo” aggiunse poi sarcastica. Dean la spinse appena, ridacchiando e lei si unì alla risata del ragazzo. Ma moriva dentro -Non puoi sempre ottenere quello che vuoi**-.







Note dell'autrice: * fa riferimento alla puntata 1x18 Something Wicked.
** è la traduzione del titolo, che è anche una canzone dei Rolling Stones, la stessa che da il titolo al capitolo.

   
 
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