Desdemona Hawkins detestava
non avere
appigli, detestava che qualcuno conoscesse i suoi segreti e detestava
sentirsi fragile. *** “Che cosa mi devi spiegare?” *** “Su,
in fretta. Andiamo dalla signora Martin. Fate le scale in
silenzio.” *** “Dean,
dove sei?”
Desdemona Hawkins, sostanzialmente, detestava
mostrarsi agli altri per davvero.
Tuttavia in quelle due settimane
aveva inspiegabilmente stretto un rapporto di amicizia con Sam
Winchester, il quale aveva avuto modo di vedere il lato più
solare e
divertente della ragazza, lato che nessun altro sembrava
conoscere.
Forse perché Sam si era mostrato diverso da tutti gli
altri compagni di scuola, forse perché nonostante tutto
iniziava a
sentirsi stanca di essere sola.
Dean Winchester, invece, aveva
visto una fragilità che Desdemona non aveva mai mostrato a
nessuno.
Non che avesse intenzione di mostrarla a lui, era semplicemente
capitato.
Desdemona non aveva avuto il pieno controllo delle
proprie emozioni e sapeva benissimo per quale motivo: Jane e Dylan
erano il suo punto debole, l'affetto sincero per loro l'unica cosa in
grado di farla crollare.
Ma non poteva crollare per davvero.
Esibì
un sorriso furbo e luminoso quando Sam si palesò nella
stanza “Hey,
Sam!” il tono allegro e vivace sembrava aver
cancellato quanto
successo sino a poco prima, ma non per Dean che la guardò
confuso
per qualche istante prima di scuotere la testa e sbuffando una risata
ironica e stanca.
Sam guardò il fratello chiedendogli tacitamente
il perché di quell'atteggiamento, sicché il
maggiore dei
Winchester, con aria infastidita, indicò la ragazza
“Sembra di
aver a che fare con Dr. Jekyll e Mr. Hyde, io non la capisco”
sbottò sedendosi ai piedi del letto e continuando a guardare
con
attenzione il fascicolo che la ragazza aveva sottratto alla polizia.
Stava cercando un collegamento tra Steve Wallace e la precedente
vittima, ma nessuno di quei nomi gli suonava famigliare.
“Senti,
questo lo prendo io, mh? Devo farlo vedere a mio padre.”
Ma
la ragazza sembrava che non lo stesse nemmeno a sentire. Non aveva
nemmeno reagito a quel piccolo sfogo di Dean.
Si era avvicinata a
Sam e proprio come aveva fatto col fratello maggiore di lui, gli
scrutò il viso con un'attenzione tale da mettere in
imbarazzo il
giovane Winchester.
Sam guardò ovunque tranne che il viso di
lei, pericolosamente vicino al proprio, aveva il corpo rigido e se
non fosse stato impossibile sembrava che volesse essere inghiottito
dal muro alle sue spalle, contro il quale si era rifugiato.
“Hai
un adorabile nasino all'insù. Mi piace. Sta bene sul tuo
viso.”
sentenziò infine la ragazza, osando perfino picchiettare con
l'indice
sul naso del ragazzo il quale fece un sorriso imbarazzato e
cercò di
scostarsi da lei.
Desdemona gli piaceva, per quanto fosse ancora
un totale mistero aveva scoperto di andare molto d'accordo con lei,
ma ogni tanto - spesso a dire il vero - lei era capace di metterlo in
imbarazzo come poche altre persone al mondo.
Dean osservò la
scena sbigottito ma un pizzico di divertimento si poteva facilmente
notare attraverso i suoi occhi.
“Dici sempre tutto quello che
ti passa per la testa?”
A quella domanda la ragazza
scoppiò in una sonora risata, allontanandosi da Sam che
riprese a
respirare, accorgendosi solo in quel momento di aver trattenuto il
respiro.
“Oh no. Se dicessi sempre tutto quello che mi passa
per la testa finirei in un mare di guai. O farei finire gli altri in
un mare di guai.”
Quella risposta non sorprese per davvero
i due Winchester. Ma pur silenti entrambi avrebbero concordato sul
fatto che quella ragazza era lei stessa un mare di guai.
Poi, al
piano di sotto, la porta d'ingresso sbatté.
Desdemona si irrigidì
per qualche istante e si voltò verso i ragazzi solo quando
fu certa
che il suo volto avesse assunto un'espressione neutra, lontana dalla
paura.
“Andate via passando dalla finestra. Prendete pure
quei fascicoli.”
“Whoa, frena un attimo! Ci sbatti
fuori così, di colpo?”
Alla domanda di Dean e sotto lo
sguardo confuso di Sam, Desdemona si umettò le labbra e
sospirò.
Sembrava stanca, ma lo sguardo era fermo e
risoluto.
“Devo portare Jane e Dylan dalla signora Martin e
Beverly non deve vedervi per nessun motivo al mondo.”
rispose
guardando il maggiore dei Winchester per poi rivolgersi all'altro con
un sorriso stizzito che lasciava intuire che non avesse tempo da
perdere “Lui ti spiegherà tutto, ok?”
Lo sguardo
preoccupato di Sam si scontrò con quello del fratello quando
questi
con un balzo, scese dall'albero dopo di lui. Dean si passò
una mano
sul viso mentre Sam serrò le labbra in attesa di una
risposta che,
sapeva, non gli avrebbe fatto piacere sentire.
“Che Steve lo
stronzo era il marito di Beverly la stronza. Jane e Dylan sono due
bambini che i Wallace hanno in affido insieme a Desdemona. Li
picchiano, ma credo che sia Des a prendersi tutte le botte. Steve
almeno ora è fuori dai giochi.”
La voce greve di Dean
sembrò trovare forma nello sguardo del fratello.
La solarità di
Desdemona non gli avrebbe mai fatto pensare a qualcosa di simile, si
sentì perfino in colpa per non aver intuito qualcosa, per
non aver
visto magari dei lividi o altri segni di percosse subite su di
lei.
“Non ti ha mai accennato nulla?”
la voce del
fratello lo riscosse da quei pensieri che lo avevano investito
all'improvviso e forse il maggiore se ne rese conto portando le mani
in avanti quasi si aspettasse di dover sorreggere Sam da un momento
all'altro.
Sam si limitò a scuotere la testa, tetro in volto. Si
rese conto che anche tra chi non cacciava i mostri e non era a
conoscenza di quel loro mondo oscuro, c'era chi non aveva una vita
facile, felice, fatta di staccionate bianche, torte di mele e
genitori affettuosi.
Lo stesso pensiero lo ebbe Dean che con una
mano accarezzò la nuca del fratello in un gesto veloce ma di
conforto, sentito per davvero.
Desdemona era entrata nella stanza dei bambini,
l'aria provata che subito nascose dietro un'espressione autoritaria
ma resa dolce da quel sorriso atto a farli sentire al
sicuro.
“Dobbiamo saltare il sesto gradino?”
chiese
Dylan afferrando la sua preziosa action figure di Batman, quella che
Desdemona gli aveva regalato dopo averla rubata in un negozio di
giocattoli.
Dylan l'aveva vista e l'aveva desiderata, ma Steve e
Beverly Wallace non avrebbero mai fatto felice un bambino.
“Sì,
saltiamo il sesto gradino.”
Quel dannato gradino
scricchiolava rumorosamente ed era stato fonte di guai per tutti e
tre.
Che scricchiolasse sotto il peso di Desdemona tornata oltre
il coprifuoco o che scricchiolasse sotto il peso dei due bambini rei
di aver svegliato i genitori affidatari, ogni volta che succedeva
significava prendere una sonora lezione.
Dylan ne portava ancora i
segni sul sopracciglio sinistro, segni che si sarebbe portato dietro
tutta la vita e non solo sol volto.
Anche Desdemona ne portava
ancora i segni. Quella cicatrice sul fianco glielo ricordava
costantemente che quel dannato gradino andava saltato a tutti i
costi, così come glielo ricordava la cicatrice sul
sopracciglio di
Dylan e il polso rotto di Jane fino a qualche tempo prima.
Quel
gradirono lo saltarono, salvandosi dalla furia cieca di Beverly
Wallace, impegnata a scolarsi la vodka stantia in cucina, accasciata
su una sedia ad immaginare ancora l'odore delle Pall Mall che Steve
consumava incessantemente.
Silenti uscirono dalla casa, il lieve
click della porta che si chiudeva non era neanche lontanamente
rumoroso come il sesto gradino.
Attraversarono la strada e un
sospiro di sollievo abbandonò le labbra piene di Desdemona
quando la
signora Martin aprì la porta e sorrise a tutti e tre.
“Oh,
eccovi! Mi stavo preoccupando. Te li riporto a casa verso le 20,
Desdemona?”
La signora Martin aveva il volto segnato dal
passare del tempo e gli occhi infangati di dolore. Dolore che
sembrava dileguarsi, quel fango ad essere lavato via, ogni volta che
Jane e Dylan riempivano quella casa silenziosa di quella
vivacità
tipica dei bambini.
Non aveva mai avuto nipoti la signora Martin,
un figlio morto troppo presto per dargliene uno, ma Jane e Dylan
erano come tali e anche Desdemona, sebbene rimanesse di rado da lei,
era considerata tale da lei.
Un piccolo porto sicuro, l'unico che
avessero, lontano dalle angherie e dai soprusi che mai un essere
umano dovrebbe subire.
“Possono dormire da te questa notte?
Se non è troppo disturbo.”
Ed eccolo il lato lieve di
Desdemona, quello che non lasciava intravedere quasi mai ma che al
contempo era il più vero e genuino.
Riteneva che fossero in pochi
a meritarlo e la signora Martin era senza dubbio meritevole.
E
forse anche i fratelli Winchester erano meritevoli.
Desdemona se
lo chiese durante quegli attimi trascorsi con Dean e quelle ore
trascorse con Sam a parlare delle cose più strampalate che
venissero
loro in mente e a commentare quei disegni che Desdemona si portava
sempre dietro in quel quaderno consunto dalle pagine
sgualcite.
“Niente affatto, cara. Ci guardiamo un bel film
con un bicchierone di latte e menta e i biscotti al cioccolato. Li ho
appena sfornati.”
Era strano come un porto sicuro potesse
risiedere nel sorriso di un'anziana signora, nel profumo di biscotti
al cioccolato e nel sapore di un bicchiere di latte e menta, ma
Desdemona non aveva dubbi al riguardo.
“Sul retro della casa dei Wallace.”
John
Winchester si palesò pochi istanti dopo. Lo sguardo scuro,
la
mascella serrata. Parve cambiare espressione per qualche istante solo
quando si accorse della presenza di Sam.
“Ti avevo detto di
rimanere al motel.” lo rimproverò
puntandogli contro un
dito.
Sam deglutì ma non abbassò lo sguardo, non si
sarebbe mai
sentito colpevole per aver raggiunto un'amica.
“Desdemona è
mia amica. Volevo solo vedere come sono le cose.”
John non
volle replicare. Si limitò a guardare il figlio con sguardo
severo,
passandosi poi una mano sulla barba incolta da giorni.
“È
morta un'altra persona, proprio mezzora fa davanti agli occhi
dell'agente di polizia con cui ho parlato stamattina davanti al corpo
di Steve Wallace. Hanno già chiamato il CDC, ma sappiamo che
non è
una cazzo di malattia a far fuori questa gente. Dov'è
Desdemona?”
Nessuno dei suoi figli rispose, ma prima ancora che potesse
aggiungere altro catturò un movimento con la coda
dell'occhio,
l'istinto del cacciatore a prevalere sul resto.
Con poche e grandi
falcate raggiunse la figura in movimento, attaccandola al muro e
tenendola ferma con un braccio sotto il mento, sulla gola.
Desdemona
Hawkins sgranò gli occhi per la paura solo per una frazione
di
secondo, lasciando spazio ad una risolutezza nello sguardo che John
Winchester conosceva bene.
Era la stessa che aveva lui, la stessa
che sapeva scorgere nello sguardo dei sui figli.
Spavalda,
Desdemona sorrise, afferrando il braccio dell'uomo in un inutile
tentativo di allentare quella presa ferrea.
“Parla.
Chi sono per te Laura Morales e Mark Peterson?”
Desdemona
deglutì. Aveva letto il nome di Mark Peterson sul giornale
locale,
era morto qualche settimana prima di Steve Wallace, ma non aveva idea
di chi fosse e non conosceva nessuna Laura Morales.
“Non lo
so.”
La voce gli uscì strozzata, quasi afona mentre il
respiro veniva meno.
“Papà, lasciala.”
Nell'apparente
calma della voce di Dean vi era una sfumatura di terrore, ma John non
parve sentirla.
Non vide nemmeno lo sguardo esterrefatto di
Sam.
“PARLA! Tua madre mi ha detto delle cose molto
interessanti sul tuo conto. Odiavi tuo padre, vero?”
gridò
infatti rivolgendosi a Desdemona. Il volto rosso ma senza mostrare
paura.
“Non sono i miei genitori”
sibilò lei, la voce
fioca per la poca aria che le riempiva ancora i polmoni.
“Papà,
lasciala. Non è stata lei.” la voce di
Dean risuonò più
risoluta e John Winchester mollò la presa e Sam corse
incontro
all'amica, aiutandola ad alzarsi mentre quella tossiva, cercando di
riprendere fiato.
“Non puoi saperlo.” fu la
risposta
secca, gli occhi ancora puntati sulla ragazza che afferrava il
braccio di Sam.
“Mezzora fa ero con lei. Non è lei la
strega.”
Solo in quel momento John si voltò verso il figlio
maggiore. Non ebbe bisogno di fare altre domande, la sicurezza che
lesse negli occhi del figlio era più che sufficiente per
credergli.
“Ho sentito bene, hai detto strega?”