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Autore: Ivy001    05/06/2022    1 recensioni
Se la quarta serie non fosse finita con la morte di Nairobi? Se Gandia fosse stato freddato alle spalle o anche solo attecchito con un colpo alla gamba, prima di compiere quell'atto atroce? Come sarebbe proceduto il colpo se Lisbona fosse stata liberata e ricondotta dal Professore, anziché entrare nella Banca dai suoi compagni?
Tanti SE ... e mi piace immaginare che le cose siano andate davvero come nella mia fantasia.
Quindi partirò proprio da lì, da quando il fanatico Capo della sicurezza della Banca di Spagna, è prossimo a far fuori Nairobi.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E il piano sarebbe questo?” – borbotta Denver, dopo aver udito le idee di Tatiana in merito al da farsi. Idee stabilite in concomitanza con Alicia Sierra.

“Al momento è la possibilità che abbiamo per entrare in contatto con Angel Rubio” – spiega la ex ispettrice, avanzando verso la sorella, dal fondo della stanza.

Poi aggiunge – “Nessuno conosce Tatiana, nessuno la identificherebbe con i Dalì. Agli occhi della Polizia è l’ennesima giornalista che vuole lo scoop da piazzare in prima pagina sul suo giornale”

“Beh…io credo…che confidiamo troppo in ciò che potrebbe fare il tizio panzuto. Insomma… è pur sempre un nemico. E dei nemici non ci si può fidare” – puntualizza Rio, lanciando una chiara frecciata ad Alicia.

“Ha aiutato Lisbona ad essere qui, adesso. Credo che non sia a tutti gli effetti uno di loro” – aggiunge Stoccolma, ottimista e speranzosa di chiudere quanto prima la faccenda per lasciare Madrid e ricongiungersi al suo Cincinnati.

C’è fin troppa esitazione da parte dei Dalì nel mettere in atto la strategia delle sorelle Sierra.

Perfino Palermo, amico di Tatiana, è poco convinto.

“Abbiamo altra scelta? Direi di no. Dovremmo tentare” – la voce di Nairobi riecheggia nella sala, attirando su di sé l’attenzione di tutti.

“Dici sul serio? Vorresti assecondare questa pazzia?” – le sussurra all’orecchio Bogotà, alquanto sorpreso.

La gitana annuisce per tornare poi a rivolgersi agli amici – “Qualcuno di voi ha altre idee al momento?”

Il silenzio del gruppo è la risposta che dà il definitivo assenso.

“Confidiamo in te, Tatiana. Sei la nostra unica opportunità di arrivare ad Angel” – Lisbona è la più coinvolta in tale faccenda, essendo a rischio la vita e la libertà del suo compagno, e stringendo forti le mani dell’alleata si prepara alla prima mossa.

Le ore seguenti sono un continuo spiegare e rispiegare i passi da compiere; di elaborazione di strategie, di invio di uomini in varie zone di controllo, di contatto con altri membri della cerchia del Professore…. Il tutto in vista di un solo fine: la salvezza di Sergio e la fuga decisiva da Madrid.

E’ tarda sera e Nairobi è intenta ad osservare le stelle in cielo, sporgendosi alla finestra della sua stanza. Quella quiete, interrotta solo, di tanto in tanto, da passaggi di veicoli, è una cura per la sua anima affranta.

“Ehi, a cosa pensi?” – le domanda Bogotà, rientrato in camera dopo aver aiutato nella sistemazione delle stoviglie e nel riordino dell’abitazione.

“I medici mi hanno fatto l’ennesimo controllo. Sono diventata la loro cavia”

“Pazienza, amore mio. Sai che è per il tuo bene” – la conforta il saldatore, sdraiandosi sul letto, decisamente esausto fisicamente e psicologicamente.

Da quella posizione può ammirare un panorama che è molto più interessante di quello della natura.

Agata è davvero la donna più bella, dentro e fuori, con cui Bogotà abbia mai avuto a che fare.

La sua forza, la sua grinta, quella tempra da leonessa, fanno risplendere la gitana di un’aurea ipnotizzante.

“Cosa guardi?” – chiede la donna, accortasi di avere gli occhi dell’uomo addosso.

“Ehm…nulla” – dice Santiago, imbarazzato, volgendo lo sguardo altrove, mentre nella sua mente si affollano strani pensieri circa la capacità, quasi magica, della zingara, di aver captato, pur stando di spalle, che lui la stesse fissando.

Nairobi sorride e si volta verso il saldatore.

“Stai negando di non aver guardato neppure per un secondo il mio fondoschiena?”

Rosso di vergogna, come mai prima in vita sua, Lopez si trova in una situazione che avrebbe preferito evitare ma che è la palese verità.

“Ok, confesso. Scusami Nairo, è che…è che…” – afferrato un vecchio giornale posto sul comodino, il saldatore inizia a sventolarselo in faccia – “Ti trovo dannatamente bella” – pensa ma che non pronuncia ad alta voce.

Ma le gote in fiamme non mutano colore.

E così, ben che grata di suscitare in Bogotà tale eccitazione, Nairobi continua il suo gioco punzecchiante.

Adora vederlo agitarsi, riconoscendosi il merito di esserne la causa principale.

Per non pensare a quanto sta accadendo, a quanto accadutole in passato, e a quanto accadrà da lì a qualche ora, la gitana sceglie di cedere alla distrazione.

A passo lento si avvicina al letto e si siede accanto al compagno, ancora sdraiato con la rivista in mano che tenta di placare gli ardenti spiriti.

Osservandolo con un sorriso disteso e gli occhi fiammeggianti, Agata si posiziona a carponi su di lui, constatando la mancata reazione di Santiago, se non quella di avvertire il calore in eccessivo aumento.

Decisa nel sentirsi desiderata e amata, avendone prova con il comportamento di Bogotà, la falsaria non intende mollare la presa.

Si fionda con le labbra sul collo del saldatore cominciandolo a baciare con bramosità.

E dopo un iniziale autocontrollo, il noto macho spagnolo della banda, manda a puttane tutto e gode del momento.

“Cazzo, se ti avessi conosciuta tanti anni fa, forse non avrei mai avuto sette donne e sette figli. Avrei trovato te e mi saresti bastata in eterno” – confessa quando la gitana, riposandosi, si sdraia di fianco a lui.

Nairobi ride, divertita, e lusingata. Poi aggiunge – “E io avrei evitato una merda di vita”

“Abbiamo un lungo futuro davanti a noi…” – afferma Bogotà, emozionato da tali prospettive– “…e sappi che con me difficilmente ci si ferma ai baci sul collo” – è solo allora che il saldatore dimentica l’imbarazzo, l’autocontrollo, e si affida al suo lato erotico.

“Uh, beh… io ci sono. Quando vuoi… puoi darmene prova” – mordicchiandosi il labbro inferiore, e decisamente eccitata per un’intimità che da anni ha dovuto spegnere, si libera del lungo maglione bianco, prestatole dai serbi, decisamente enorme, mostrandosi in tutto il suo splendore.

Dopo un leggero verso di fastidio, scaturito dai punti e le ferite, la Jimenez si mette a nudo di fronte al suo uomo.

Il suo corpo, così sensuale, così tipicamente femminile, al contempo martoriato e frutto di eventi tragici, è pronto ad accoglierlo.

Decisa a liberarsi perfino dell’intimo che ha addosso, Nairobi si vede costretta a rallentare.

È Bogotà stesso a bloccarla.

“Io stavo giocando…certo, sono serio quando dico che andremo oltre…ma non vorrei che ti stancassi, ti sentissi poco bene, che lo vedessi come qualcosa di necessario per fidanzarsi ufficialmente. Io, nonostante ciò che si pensa e dice di me, non sono così”

“Shhh” – lo zittisce lei, avvicinandolo alle sue labbra – “So che ti ho detto di aspettare fino a quando saremo usciti di qui. Però… ho rivalutato tante cose in queste ore. Potremmo non riuscire a salvare il Professore. Potremmo rischiare la cattura. Non voglio privarmi di questa esperienza con te. Sei diventato il mio tutto, e io voglio che questo tutto ci unisca anche nell’intimità. Voglio fare l’amore con la persona che ha saputo guarire il mio cuore ferito, la persona che ha saputo toccare la mia anima con una profondità tale che non avrei immaginato possibile”

“Ti amo da impazzire, Agata Jimenez. Non sai quanto”

Lasciatosi totalmente andare, Bogotà lascia cadere qualche lacrima sul viso, manifestando la sua fragilità.

“Non avevo mai pianto per una donna”

“E le tue ex?”
“Una notte di sesso. Niente sentimenti. Non volevo coinvolgimenti con nessuna di loro”
“Come mai?”

“Per chi viene definito playboy è difficile staccarsi dalla nomea. Ho semplicemente imparato ad essere un casanova come conseguenza del pensiero della gente”

“Invece sei molto più profondo di quanto le persone pensino” – con dolcezza, la gitana gli asciuga la guancia bagnata dal pianto e gli dà modo di adagiarsi sul suo dolente petto.

Accovacciato su di lei, inebriato dal suo profumo, con sottofondo la musica del suo battito cardiaco accelerato, si sente protetto e amato.

Sdraiati a letto, così intimi e così vicini, i due vivono un momento di intensa complicità.

Nairobi, accarezzandogli i capelli, sentendosi più mamma che mai, con il capo di lui sul suo corpo, com’era solita fare con Axel piccino, intona una vecchia ninna nanna.

Una musica gitana che lascia riaffiorare lontani ricordi.

E Lopez approfitta delle emozioni che tale voce risveglia in lui.

Un momento inizialmente eccitante, di cui si poteva ipotizzare un finale sotto le lenzuola, si conclude con la magia dell’amore, di un viversi e amarsi semplicemente stando fianco a fianco, coccolandosi, consolidando un sentimento e rendendosi sempre più conto di cosa volere per il futuro.

Il silenzio che segue è accompagnato dai loro respiri lenti e pacati.

Ma all’improvviso è il rumore proveniente dalla camera di fianco a rompere l’idillio romantico.

I due scoppiano a ridere immaginando di chi si tratta.

“Tokyo e Rio non si stancano mai di scopare fino all’alba?” – pensa tra sé e sé Bogotà, limitandosi a guardare la compagna felice e spensierata.

“Vederti così, gioiosa, è un sogno che si avvera, sai?”

“Lo è anche per me. Credevo di sprofondare nella depressione più acuta. Ma mi hai salvata”

Dopo l’ennesimo sguardo che vale più di mille parole o gesti, i due riavvicinano le loro labbra.

Basta esitazioni, basta ma o perché.

Avviene tutto nel modo più naturale possibile.

Liberatisi dei loro indumenti, e coperti da un solo lenzuolo bianco, i due uniscono corpo, anima, cuore, raggiungendo l’apice del piacere, complici di essersi definitivamente scoperti, conosciuti, e innamorati.

“Non mi sono mai sentita così viva come adesso” – confessa lei, stretta tra le braccia di Santiago.

“Io non lascerei più questo letto. Sto così bene qui con te”

“Una volta lontani da qui, credo che vivremo questo stato di grazia ogni giorno”

“Wow! Beh…non potevo desiderare di meglio” – ridacchia, mordicchiandole un orecchio.

Occhi negli occhi, il saldatore e la falsaria danno conferma ai loro sentimenti…

ora sì che può davvero dirsi iniziata la loro favola d’amore.

*******************

“Buongiorno ragazzi, io sono pronta per andare” – comunica Tatiana la mattina seguente, davanti a tutti alle prese con del caffè rigenerante.

“Ehi…io ho sentito rumori strani stanotte. E non eravamo io e Tokyo” – frecciatina di Rio a Bogotà che, appiccicato a Nairobi, finge di non averlo sentito.

“Prestate attenzione” – li richiama Palermo – “Tatiana ci darà informazioni in tempo reale. Tenetevi pronti all’occorrenza”

Scrutando i passi della ex moglie di Berlino, attenta ad uscire dall’abitazione, scortata da due suoi uomini, i Dalì danno il via all’ultimo piano della loro storia come Banda: il piano Ignoto, il solo ed unico di cui le sorti restano una vera e propria incognita.

 

 

 

 

   
 
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