“E
il piano sarebbe questo?” – borbotta Denver, dopo
aver udito le idee di Tatiana
in merito al da farsi. Idee stabilite in concomitanza con Alicia Sierra.
“Al
momento è la possibilità che abbiamo per entrare
in contatto con Angel Rubio” –
spiega la ex ispettrice, avanzando verso la sorella, dal fondo della
stanza.
Poi
aggiunge – “Nessuno conosce Tatiana, nessuno la
identificherebbe con i Dalì.
Agli occhi della Polizia è l’ennesima giornalista
che vuole lo scoop da
piazzare in prima pagina sul suo giornale”
“Beh…io
credo…che confidiamo troppo in ciò che potrebbe
fare il tizio panzuto. Insomma…
è pur sempre un nemico. E dei nemici non ci si
può fidare” – puntualizza Rio,
lanciando una chiara frecciata ad Alicia.
“Ha
aiutato Lisbona ad essere qui, adesso. Credo che non sia a tutti gli
effetti
uno di loro” – aggiunge Stoccolma, ottimista e
speranzosa di chiudere quanto
prima la faccenda per lasciare Madrid e ricongiungersi al suo
Cincinnati.
C’è
fin troppa esitazione da parte dei Dalì nel mettere in atto
la strategia delle
sorelle Sierra.
Perfino
Palermo, amico di Tatiana, è poco convinto.
“Abbiamo
altra scelta? Direi di no. Dovremmo tentare” – la
voce di Nairobi riecheggia
nella sala, attirando su di sé l’attenzione di
tutti.
“Dici
sul serio? Vorresti assecondare questa pazzia?” –
le sussurra all’orecchio
Bogotà, alquanto sorpreso.
La
gitana annuisce per tornare poi a rivolgersi agli amici –
“Qualcuno di voi ha
altre idee al momento?”
Il
silenzio del gruppo è la risposta che dà il
definitivo assenso.
“Confidiamo
in te, Tatiana. Sei la nostra unica opportunità di arrivare
ad Angel” – Lisbona
è la più coinvolta in tale faccenda, essendo a
rischio la vita e la libertà del
suo compagno, e stringendo forti le mani dell’alleata si
prepara alla prima
mossa.
Le
ore seguenti sono un continuo spiegare e rispiegare i passi da
compiere; di
elaborazione di strategie, di invio di uomini in varie zone di
controllo, di
contatto con altri membri della cerchia del Professore…. Il
tutto in vista di
un solo fine: la salvezza di Sergio e la fuga decisiva da Madrid.
E’
tarda sera e Nairobi è intenta ad osservare le stelle in
cielo, sporgendosi
alla finestra della sua stanza. Quella quiete, interrotta solo, di
tanto in
tanto, da passaggi di veicoli, è una cura per la sua anima
affranta.
“Ehi,
a cosa pensi?” – le domanda Bogotà,
rientrato in camera dopo aver aiutato nella
sistemazione delle stoviglie e nel riordino dell’abitazione.
“I
medici mi hanno fatto l’ennesimo controllo. Sono diventata la
loro cavia”
“Pazienza,
amore mio. Sai che è per il tuo bene” –
la conforta il saldatore, sdraiandosi
sul letto, decisamente esausto fisicamente e psicologicamente.
Da
quella posizione può ammirare un panorama che è
molto più interessante di
quello della natura.
Agata
è davvero la donna più bella, dentro e fuori, con
cui Bogotà abbia mai avuto a
che fare.
La
sua forza, la sua grinta, quella tempra da leonessa, fanno risplendere
la
gitana di un’aurea ipnotizzante.
“Cosa
guardi?” – chiede la donna, accortasi di avere gli
occhi dell’uomo addosso.
“Ehm…nulla”
– dice Santiago, imbarazzato, volgendo lo sguardo altrove,
mentre nella sua
mente si affollano strani pensieri circa la capacità, quasi
magica, della zingara,
di aver captato, pur stando di spalle, che lui la stesse fissando.
Nairobi
sorride e si volta verso il saldatore.
“Stai
negando di non aver guardato neppure per un secondo il mio
fondoschiena?”
Rosso
di vergogna, come mai prima in vita sua, Lopez si trova in una
situazione che
avrebbe preferito evitare ma che è la palese
verità.
“Ok,
confesso. Scusami Nairo, è che…è
che…” – afferrato un vecchio giornale
posto
sul comodino, il saldatore inizia a sventolarselo in faccia –
“Ti trovo
dannatamente bella” – pensa ma che non pronuncia ad
alta voce.
Ma
le gote in fiamme non mutano colore.
E
così, ben che grata di suscitare in Bogotà tale
eccitazione, Nairobi continua il
suo gioco punzecchiante.
Adora
vederlo agitarsi, riconoscendosi il merito di esserne la causa
principale.
Per
non pensare a quanto sta accadendo, a quanto accadutole in passato, e a
quanto
accadrà da lì a qualche ora, la gitana sceglie di
cedere alla distrazione.
A
passo lento si avvicina al letto e si siede accanto al compagno, ancora
sdraiato con la rivista in mano che tenta di placare gli ardenti
spiriti.
Osservandolo
con un sorriso disteso e gli occhi fiammeggianti, Agata si posiziona a
carponi
su di lui, constatando la mancata reazione di Santiago, se non quella
di avvertire
il calore in eccessivo aumento.
Decisa
nel sentirsi desiderata e amata, avendone prova con il comportamento di
Bogotà,
la falsaria non intende mollare la presa.
Si
fionda con le labbra sul collo del saldatore cominciandolo a baciare
con bramosità.
E
dopo un iniziale autocontrollo, il noto macho spagnolo della banda,
manda a
puttane tutto e gode del momento.
“Cazzo,
se ti avessi conosciuta tanti anni fa, forse non avrei mai avuto sette
donne e
sette figli. Avrei trovato te e mi saresti bastata in eterno”
– confessa quando
la gitana, riposandosi, si sdraia di fianco a lui.
Nairobi
ride, divertita, e lusingata. Poi aggiunge – “E io
avrei evitato una merda di
vita”
“Abbiamo
un lungo futuro davanti a noi…” –
afferma Bogotà, emozionato da tali
prospettive– “…e sappi che con me
difficilmente ci si ferma ai baci sul collo” –
è solo allora che il saldatore dimentica
l’imbarazzo, l’autocontrollo, e si
affida al suo lato erotico.
“Uh,
beh… io ci sono. Quando vuoi… puoi darmene
prova” – mordicchiandosi il labbro
inferiore, e decisamente eccitata per un’intimità
che da anni ha dovuto
spegnere, si libera del lungo maglione bianco, prestatole dai serbi,
decisamente enorme, mostrandosi in tutto il suo splendore.
Dopo
un leggero verso di fastidio, scaturito dai punti e le ferite, la
Jimenez si mette
a nudo di fronte al suo uomo.
Il
suo corpo, così sensuale, così tipicamente
femminile, al contempo martoriato e
frutto di eventi tragici, è pronto ad accoglierlo.
Decisa
a liberarsi perfino dell’intimo che ha addosso, Nairobi si
vede costretta a
rallentare.
È
Bogotà stesso a bloccarla.
“Io
stavo giocando…certo, sono serio quando dico che andremo
oltre…ma non vorrei
che ti stancassi, ti sentissi poco bene, che lo vedessi come qualcosa
di
necessario per fidanzarsi ufficialmente. Io, nonostante ciò
che si pensa e dice
di me, non sono così”
“Shhh”
– lo zittisce lei, avvicinandolo alle sue labbra –
“So che ti ho detto di
aspettare fino a quando saremo usciti di qui.
Però… ho rivalutato tante cose in
queste ore. Potremmo non riuscire a salvare il Professore. Potremmo
rischiare
la cattura. Non voglio privarmi di questa esperienza con te. Sei
diventato il
mio tutto, e io voglio che questo tutto ci unisca anche
nell’intimità. Voglio
fare l’amore con la persona che ha saputo guarire il mio
cuore ferito, la
persona che ha saputo toccare la mia anima con una
profondità tale che non avrei
immaginato possibile”
“Ti
amo da impazzire, Agata Jimenez. Non sai quanto”
Lasciatosi
totalmente andare, Bogotà lascia cadere qualche lacrima sul
viso, manifestando la
sua fragilità.
“Non
avevo mai pianto per una donna”
“E
le tue ex?”
“Una notte di sesso. Niente sentimenti. Non volevo
coinvolgimenti con nessuna
di loro”
“Come mai?”
“Per
chi viene definito playboy è difficile staccarsi dalla
nomea. Ho semplicemente
imparato ad essere un casanova come conseguenza del pensiero della
gente”
“Invece
sei molto più profondo di quanto le persone
pensino” – con dolcezza, la gitana gli
asciuga la guancia bagnata dal pianto e gli dà modo di
adagiarsi sul suo
dolente petto.
Accovacciato
su di lei, inebriato dal suo profumo, con sottofondo la musica del suo
battito
cardiaco accelerato, si sente protetto e amato.
Sdraiati
a letto, così intimi e così vicini, i due vivono
un momento di intensa
complicità.
Nairobi,
accarezzandogli i capelli, sentendosi più mamma che mai, con
il capo di lui sul
suo corpo, com’era solita fare con Axel piccino, intona una
vecchia ninna
nanna.
Una
musica gitana che lascia riaffiorare lontani ricordi.
E
Lopez approfitta delle emozioni che tale voce risveglia in lui.
Un
momento inizialmente eccitante, di cui si poteva ipotizzare un finale
sotto le
lenzuola, si conclude con la magia dell’amore, di un viversi
e amarsi
semplicemente stando fianco a fianco, coccolandosi, consolidando un
sentimento
e rendendosi sempre più conto di cosa volere per il futuro.
Il
silenzio che segue è accompagnato dai loro respiri lenti e
pacati.
Ma
all’improvviso è il rumore proveniente dalla
camera di fianco a rompere l’idillio
romantico.
I
due scoppiano a ridere immaginando di chi si tratta.
“Tokyo
e Rio non si stancano mai di scopare fino
all’alba?” – pensa tra sé e
sé Bogotà,
limitandosi a guardare la compagna felice e spensierata.
“Vederti
così, gioiosa, è un sogno che si avvera,
sai?”
“Lo
è anche per me. Credevo di sprofondare nella depressione
più acuta. Ma mi hai
salvata”
Dopo
l’ennesimo sguardo che vale più di mille parole o
gesti, i due riavvicinano le
loro labbra.
Basta
esitazioni, basta ma o perché.
Avviene
tutto nel modo più naturale possibile.
Liberatisi
dei loro indumenti, e coperti da un solo lenzuolo bianco, i due
uniscono corpo,
anima, cuore, raggiungendo l’apice del piacere, complici di
essersi definitivamente
scoperti, conosciuti, e innamorati.
“Non
mi sono mai sentita così viva come adesso”
– confessa lei, stretta tra le
braccia di Santiago.
“Io
non lascerei più questo letto. Sto così bene qui
con te”
“Una
volta lontani da qui, credo che vivremo questo stato di grazia ogni
giorno”
“Wow!
Beh…non potevo desiderare di meglio” –
ridacchia, mordicchiandole un orecchio.
Occhi
negli occhi, il saldatore e la falsaria danno conferma ai loro
sentimenti…
ora
sì che può davvero dirsi iniziata la loro favola
d’amore.
*******************
“Buongiorno
ragazzi, io sono pronta per andare” – comunica
Tatiana la mattina seguente,
davanti a tutti alle prese con del caffè rigenerante.
“Ehi…io
ho sentito rumori strani stanotte. E non eravamo io e Tokyo”
– frecciatina di
Rio a Bogotà che, appiccicato a Nairobi, finge di non averlo
sentito.
“Prestate
attenzione” – li richiama Palermo –
“Tatiana ci darà informazioni in tempo
reale. Tenetevi pronti all’occorrenza”
Scrutando
i passi della ex moglie di Berlino, attenta ad uscire
dall’abitazione, scortata
da due suoi uomini, i Dalì danno il via all’ultimo
piano della loro storia come
Banda: il piano Ignoto, il solo ed unico di cui le sorti restano una
vera e propria incognita.