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Autore: My Pride    12/06/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Répondez, s'il vous plaît Titolo: Répondez, s'il vous plaît
Autore: My Pride
Fandom: 
Batman/Superman
Tipologia: One-shot [ 1132 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: 
Conner Kent, Lex Luthor
Rating: Verde
Genere: Generale, Commedi, Fluff
Avvertimenti: What if?
May I write: 
1. Maleducazione || 3. "X ti manda i suoi saluti"
 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Conner osservava quell’edificio con le braccia incrociate al petto mentre galleggia a nell’aria, come a scrutare il tutto da quella posizione.
    In realtà non era certo dell’idea che gli era balenata nella testa e aveva chiesto consiglio a tutti a riguardo, ma la risposta era sempre stata la stessa: “La decisione spetta solo a te”. Conner ne aveva parlato anche con Tim, dato che quella cosa avrebbe riguardato entrambi, e aveva atteso le sue parole con sguardo carico di aspettativa, finché Tim non lo aveva osservato in viso e, sorseggiando la sua giornaliera terza tazza di caffè, non gli aveva semplicemente esposto il fatto che, se la notizia fosse trapelata e si fosse venuta a sapere da fonti esterne, sarebbe stato sicuramente peggio. Così Conner aveva raccolto il coraggio a quattro mani e, con una scusa che si reggeva letteralmente in aria, era volato fino al grattacielo della LexCorp per cavarsi quel dente una volta per tutte.
    Sarebbe potuto entrare semplicemente dalla porta principale e farsi annunciare come “il figlio del presidente”, ma perché deludere le aspettative? Era sempre stato un ragazzo a cui piacevano le entrate ad effetto, e fu quindi dopo un lungo respiro che volò dritto in quella direzione, sfondando la finestra di quell’ufficio in una cascata di vetri infranti e intelaiature metalliche; la cosa non scomposte minimamente Luthor, sebbene avesse sollevato lo sguardo dallo schermo del computer con una certa irritazione.
    «Ciao… figliolo», masticò nel tornare a digitare qualcosa sulla tastiera senza dar peso al modo in cui il ragazzo si era spolverato la giacca di pelle come se nulla fosse. «Vedo che hai preso il brutto vizio dell’altro donatore… lasciatelo dire, è un modo molto maleducato di entrare nella proprietà privata altrui. Perché sei qui, piuttosto?»
    Conner poggiò i piedi sul pavimento, evitando accuratamente i frammenti di vetro che aveva fatto esplodere lui stesso. «Sai perché sono qui», esordì con l’espressione più neutra che riuscì a trovare, ma ciò provocò solo uno sbuffo da parte dell’uomo che si massaggiò l’arco nasale, abbassando le palpebre.
    «Il boyscout in blu ti ha mandato a fare la parte del grande kryptoniano cattivo, ragazzo?» chiese nell’alzarsi dalla scrivania per affacciarsi alla finestra e dargli le spalle. «Non ti si addice. E se ha a che fare con quel carico proveniente da Bludhaven, io non ne so niente. Sto rigando dritto».
    «Per essere uno che non ne sa niente sei piuttosto informato».
    «Come tutte le persone che si interessano del bene della propria città. Quindi dimmi il vero motivo per cui sei qui», tagliò corto, voltandosi nello stesso istante in cui il giovane allungò un biglietto verso di lui. E Lex si accigliò, mettendoci un momento di troppo per capire cosa stesse scritto.
    In eleganti lettere rifinite in oro e scritte con una calligrafia molto ordinata - sicuramente non opera di Superboy, dato che Lex conosceva bene la scrittura del suo “clone” - si leggevano le parole “Sei cordialmente invitato a…” ma Lex non dovette nemmeno finire di seguire con lo sguardo quella frase per capire di che cosa si trattasse. A dire il vero, nemmeno riusciva a capire per quale motivo fosse stato anche solo preso in considerazione. Certo, negli ultimi tempi stava “collaborando” con la Justice League e stava prestando il proprio genio a quel gruppo di eroi scansafatiche, ma quello? Quello era tutt’altro paio di maniche.
    Nell’alto del suo intelletto, per la prima volta Alexander Joseph Luthor rimase senza parole. Osservò quel pezzo di carta così accuratamente ritagliato, quei nomi su di esso, poi il volto del ragazzo che era praticamente ad una spanna da lui e nuovamente il biglietto, accigliandosi maggiormente nello specchiarsi in quegli occhi azzurri. «…ti sposi?» domandò infine, e lesse benissimo il divertimento nei lineamenti del giovane. Quando faceva quella faccia aveva la stessa espressione di Superman, il che faceva innervosire un po’ Lex.
    Conner difatti sghignazzò, passandosi una mano fra i capelli neri dal taglio sbarazzino. «A quanto pare», rimbeccò, ma Lex sollevò un sopracciglio.
    «Perché?»
    «In che senso “perché”?» Conner sbatté le palpebre, incredulo. «Sai, quando due persone si vogliono bene e vogliono passare la vita insieme, succede che…»
    Lex lo zittì con un gesto secco e stizzito, sollevando una mano per metterlo a tacere. «Sì, grazie, risparmiami queste sciocchezze. Intendevo perché hai deciso di invitare anche me», replicò. In fin dei conti la domanda era lecita e sperava che quell’incontro finisse al più presto, tanto che quasi si aspettò che il figlio lasciasse l’edificio senza nemmeno dargli spiegazioni. Contro ogni sua aspettativa, però, Kon-El rise senza freni e la cosa lo stranì.
    «Che alla gente piaccia o no, condividiamo lo stesso materiale genetico». Il ghigno sulle labbra di Conner si intensificò. «Quindi ti voglio al mio matrimonio. Anche il mio futuro marito è d’accordo».
    Lex avrebbe voluto dire qualcosa di sagace, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu «E c’era bisogno di sfondarmi la finestra?», cosa che provocò un’altra risata stranamente deliziosa a Conner.
    «Mi avresti ascoltato se avessi provato ad entrare dalla porta principale, magari chiedendo un appuntamento alla tua segretaria?» domandò, e Lex tacque per un lungo momento prima di rispondere.
    «No. Probabilmente no».
    «Proprio come pensavo. Quindi, ecco, decidi tu se vuoi venire o no. Noi… beh, ci farebbe davvero piacere se ci fossi anche tu». Il tono con cui lo disse stavolta suonò imbarazzato, e gli rivolse un piccolo sorriso mentre volava nuovamente verso l’apertura che lui stesso aveva creato, tanto che si massaggiò il collo alla realizzazione. «Oh, giusto, scusa per la finestra. Ma sai bene quanto mi piace fare entrate ad effetto».
    «Via di qui prima che mi decida a chiamare la sicurezza, ragazzo».
    «Come se potessero fare qualcosa», rise Conner nel volare oltre il bordo dell’edificio, e Lex trasse un lungo sospiro con la speranza di poter tornare a lavorare tranquillo… ma un colpo di tosse richiamò la sua attenzione. «Ah, Lex?» Conner sollevò un angolo della bocca in un sorriso a trentadue denti. «Superman ti manda i suoi saluti», accennò nel portarsi due dita alla fronte a mo’ di saluto, schizzando via più veloce della luce nel lasciarsi dietro di sé un boom sonico e l’ennesima finestra rotta.
    Lex avrebbe voluto urlargli dietro qualcosa, certo che tanto il ragazzo lo avrebbe comunque sentito… ma non lo fece. Abbassò invece lo sguardo sul bigliettino che ancora reggeva e che per un attimo pensò di gettare nel tritacarte, ma poi scosse la testa e lo rispose delicatamente nel taschino della giacca, tornando alla scrivania per premere il pulsante dell’interfono e far salire la ditta delle pulizie per sbarazzarsi di tutti quei vetri.
    Forse… forse non sarebbe stato male partecipare al matrimonio di suo figlio, dopotutto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Questo è il ventottesimo giorno dell'iniziativa #mayiwrite
indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom  
Comunque no, va beh, la storia è una scemenza vera e propria che prende un po' spunto dal fumetto RVSP di Sonia Liao ma non ha nulla a che fare con esso ahaha in realtà volevo soltanto una scusa per scrivere qualche allegra sciocchezza fluffuosa, e Conner e Lex si prestavano abbastanza bene alla cosa in sé, visto che in teoria sono padre e figlio (oh, Lex stesso lo considera tale essendo un suo clone, quindi per me sono padre e figlio, stop)
Spero vi abbia ivertito un pochino
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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