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Autore: Stillathogwarts    14/06/2022    4 recensioni
Versione alternativa in sette parti della mia ff precedente "Nel Multiverso della Follia". | Dramione
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Un viaggio nel Multiverso che cambierà per sempre la storia di Draco e Hermione.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Multiverse of Madness [Dramione]'
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Draco & Hermione
In The Multiverse Of Madness


 
CAPITOLO 7




 
Ronald Weasley aveva chiesto il divorzio da Hermione Granger l’anno seguente, dopo anni di crisi matrimoniale; la causa principale era lui, la sua totale incapacità di sentirsi all’altezza della donna che aveva poi portato a disguidi e discordia. E questi allo scioglimento del matrimonio.
La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato il totale rifiuto di lei ad avere un terzo figlio; Ronald era convinto che avrebbe potuto salvare il loro rapporto, Hermione gli aveva risposto che un figlio serviva a consolidare un matrimonio, non a salvarlo.
Era stato uno scandalo; nel mondo dei maghi non erano molti i casi noti di divorzio e quando due terzi del Golden Trio, - uno dei quali anche attuale Ministro della Magia -, era coinvolto l’attenzione mediatica era scontata.
Hermione aveva trascorso un periodo infernale; si era trasferita con i due figli nella vecchia casa dei suoi genitori, che fortuitamente era stata liberata dai suoi affittuari qualche mese prima della finalizzazione del divorzio. Aveva deciso lei di lasciare la casa a Ronald.
Casa Weasley non le si addiceva più; aveva ripreso il suo cognome, ma aveva continuato a frequentare ugualmente la famiglia dell’ex marito. Molly era quella più fredda nei suoi confronti, ma la donna era sempre stata così; quando qualcosa nel suo rapporto con Ron non le era andata a genio, si era sempre assicurata di farglielo capire con occhiatacce o gesti eloquenti.
Hermione ci era così abituata che non ci faceva neanche più caso; era stata una separazione pacifica, la loro. Anni di matrimonio e una sincera amicizia prima erano una buona base su cui costruire un rapporto che non andasse a ripercuotersi sui figli.
Per cui, quando entrambi si presentarono a casa Potter per il compleanno di Harry qualche mese dopo il divorzio, non si verificarono inconvenienti spiacevoli.
«Mione» la salutò l’uomo, «potremmo scambiare una parola in privato, per favore?»
Hermione corrugò la fronte, ma lo seguì al piano di sopra ugualmente.
«Senti, lo so che abbiamo finalizzato il divorzio solo da cinque mesi, ma lo scorso giugno ho incontrato Calì a Diagon Alley e mi ha offerto un caffè e abbiamo parlato e-»
«Ronald», gli disse lei sbuffando. «Va’ al dunque. Se vi state vedendo, io non ho alcun problema.»
«Oh, ehm. Sì. Bene» farfugliò imbarazzato lui, scompigliandosi i capelli sul retro della testa. «Bene.»
«Tutto qui? Possiamo tornare di sotto?»
Ron annuì e si diressero verso le scale… Ma poi la donna notò Scorpius seduto da solo nel corridoio; aveva l’aria leggermente tormentata.
«Vi raggiungo tra poco», mormorò all’ex marito, poi si diresse verso il ragazzo.
«Scorpius, va tutto bene?»
«Signora Wea-Gra… ehm…»
«Hermione» lo interruppe lei, sorridendogli. «Va bene se mi chiami per nome. Cosa succede? Sembri triste.»
«Non voglio tornare a Hogwarts quest’anno», le disse il ragazzo con un sospiro.
«E perché mai?»
«Non… Credi che possano farmi cambiare Casa?» domandò lui, ignorando quel primo tentativo di indagine della donna.
«Non credo sia possibile, caro. C’è qualche problema?»
«È che… so che tutti dicono che è diverso ora, a Serpeverde… Ma la verità è che è una Casa spaccata in due. E io sono odiato da entrambe le parti. Una che mi chiama traditore del mio sangue, l’altra che mi dà del traditore del mondo magico… o del Mangiamorte.»
Hermione sussultò e si portò una mano sulle labbra. «Ascoltami bene, Scorpius. Non devi ascoltare nessuno di loro. Sei una persona meravigliosa e hai degli amici su cui contare. Questo è l’importante. Lasciali parlare.»
«Però è vero, no? Mio padre e mio nonno erano entrambi nella cricca di Voldemort.»
La donna si soprese nel sentire il figlio di Draco Malfoy utilizzare quel nome; credeva che al più lo avrebbe chiamato Tu-Sai-Chi, ma d’altronde, rifletté, faceva parte del gruppetto dei suoi figli e di quelli di Harry… sicuramente avevano discusso dell’argomento svariate volte, soprattutto durante il periodo in cui Albus e Harry non andavano d’accordo.
«Sai, la gente oggi parla molto facilmente della guerra» iniziò Hermione in tono sommesso. «Ma la verità è che la maggior parte di loro, dei genitori dei vostri compagni, ha vissuto quel periodo nascondendosi o rifiutandosi di combattere. Quelli come noi, coinvolti in prima persona, da qualunque lato fossimo… siamo davvero pochi, Scorpius. E credimi quando ti dico che non è stato facile per nessuno di noi.»
«Ma io lo so quello che ha fatto mio padre», insistette il giovane. «Me lo hanno detto, a scuola. So come ti trattava a Hogwarts… e che è rimasto a guardare mentre tu venivi torturata in casa nostra. Quella stanza è sigillata ancora oggi. Mio padre non vuole che venga aperta.»
Hermione deglutì di nuovo; avevano cercato di proteggerli, tutti, dai ricordi tremendi e orribili della guerra e qualche stronzo Purosangue dai genitori con la bocca un po’ troppo larga era andato a raccontar loro i dettagli?
Avrebbero dovuto pensarci; Lucius aveva fatto lo stesso con Draco riguardo Harry, anni addietro.
«Le cose non sono mai bianche o nere, Scorpius. Abbiamo dovuto tutti fare delle scelte difficili e tuo padre non era in una bella situazione. Credo che sia una cosa di cui dovrai discutere con lui, però. Non… spetta a me parlartene, temo.»
«Ma come fai? A sopportare questo? Ad essere gentile con lui? Da quando mi hanno raccontato quella roba non riesco più a guardarlo in faccia», le confessò con un fil di voce Scorpius, gli occhi sul punto di cedere alle lacrime.
«Tuo padre non è un mostro, Scorpius. Ha solo fatto delle scelte sbagliate, ma questo non lo rende una persona cattiva.»
«E cosa, allora?»
Hermione rifletté un secondo su cosa rispondere. «Umano», disse solamente.
Il ragazzino si passò una mano tra i capelli e si mordicchiò l’interno della guancia, pensieroso.
«È nella natura umana commettere errori, Scorpius. L’importante è rimediare ai propri sbagli. O cercare di farlo.»
«Credi che mio padre ci sia riuscito?»
Hermione gli sorrise. «Sei tu», gli rivelò, «il rimedio ai suoi sbagli. Ha cresciuto un ragazzino meraviglioso e questo vuol dire che ha capito. E che si è impegnato per fare meglio, per essere migliore. È davvero tutto ciò che conta.»
«Ma lui ci è ricaduto, quando è morta la mamma. Chi mi dice che non tornerò l’estate prossima e sarà di nuovo scontroso e distaccato?»
«Ti ricordi cosa ti avevo detto, l’anno scorso?» gli domandò con voce rassicurante.
«Di mostrargli che non è solo», rispose in un sussurro il giovane.
Hermione annuì. «Esatto. Se c’è una cosa che ho capito di Draco Malfoy in tutti questi anni, è che vuole semplicemente essere amato da qualcuno, sapere che ha qualcuno su cui contare. A volte se lo dimentica. Poi dà a me della cocciuta.»
Scorpius rise all’ultima battuta.
«Sii paziente, con lui. Lo so che non dovrebbe essere tuo compito, ma… credimi, ti ha liberato di gran parte del fardello che costituiva portare il cognome Malfoy. E lo ha fatto a sue spese, per darti una vita migliore di quella che ha avuto lui.»
Il ragazzo annuì; restarono in silenzio per qualche secondo, poi, prima che si accingessero a scendere le scale, lui le rivolse un’ultima domanda. «Sei mai riuscita a perdonarlo?»
Hermione lo guardò sbattendo le palpebre per qualche istante. «Sì», confermò. «L’ho perdonato tanto tempo fa.»
Quando la donna raggiunse il salotto, Draco le si avvicinò immediatamente.
«Firewhiskey?» le chiese, tendendole un bicchiere di liquido ambrato che lei accettò di buon grado. Poi l’uomo fece qualcosa che non si aspettava; si avvicinò a lei e quasi posò le sue labbra sul suo orecchio.
«Grazie, Granger», sussurrò con voce roca.
Hermione capì immediatamente che Draco aveva sentito la sua conversazione con Scorpius e che si stesse riferendo a quella.
«Draco, ti ricordi quelle versioni di noi che erano ancora al quinto anno?», domandò Hermione, ormai al quarto o quinto calice di vino elfico; aveva le guance arrossate e strascicava le parole mentre parlava.
Il biondino annuì.
«Cosa pensi gli sia accaduto?» chiese pensierosa; non avevano mai commentato quel mondo, ma al contempo non sapeva esattamente perché stesse tirando fuori l’argomento dopo tutti quegli anni.
«Considerando il loro contesto, sembrava come se la storia dovesse ripetersi come in questo mondo» rifletté Draco, passandosi ripetutamente una mano sulle labbra. «Credo che lui sia rimasto dal lato dei Mangiamorte per proteggerla.»
«Perché dici questo?»
L’uomo scrollò le spalle. «È quello che avrei fatto io, restare dall’altra parte per assicurarmi che in ogni caso tu fossi al sicuro.»
Hermione ponderò la risposta di lui, poi prese a mordicchiarsi l’interno della guancia. «Io spero che sia andato via con lei» asserì con convinzione. «Il Draco che ha provato a proteggerla da Bellatrix è morto», gli fece notare poi, «magari non ha neanche mai preso il Marchio. Voglio dire, stavano insieme già al quinto anno, magari si è ricreduto… prima
Draco si irrigidì a quelle parole. «Credo che lo abbia preso anche lui, Granger», le disse. «Le cose sono precipitate così in fretta dopo l’Ufficio Misteri che non penso abbia avuto modo di escogitare eventuali piani per risparmiarsi quello
«Non hai preso il Marchio perché lo volevi?» continuò a indagare la donna, la fronte corrugata ad esprimere la sua confusione; era sempre stata convinta che sulle prime il biondino fosse sicuro di ciò che stava facendo…
«No. Avrebbe ucciso me e mia madre se mi fossi rifiutato» le spiegò evitando di guardarla. «Non posso negare di esserne stato elettrizzato per un minuto, di essermi sentito in qualche modo speciale» ammise amaramente, «il punto è che il minuto dopo mi ha detto cosa avrei dovuto fare e… sapevo che non ce l’avrei fatta fin dall’inizio. Non… non ho mai voluto uccidere né torturare nessuno. Non so cosa stessi pensando, veramente, in quel brevissimo istante di entusiasmo.»
Hermione deglutì e restò in silenzio per un paio di minuti. «Spero che l’altro Draco abbia avuto la forza di chiedere aiuto a Silente fin da subito.»
«Lo spero anch’io, Granger», sussurrò con una punta di rimorso. «È quello che vorrei aver fatto anche io.»
Forse, in quel caso, potrei meritarti, pensò tra sé e sé.
Forse, in quel caso, avrei ancora potuto averti.
Hermione odiava gli eventi mondani.
Il Ministero organizzava ogni anno decine di galà di beneficenza e lei, in quanto Ministro, era costretta a partecipare ad ognuno di essi.
Quando era sposata, quelle occasioni erano quasi tollerabili, almeno non aveva attorno gente che cercava di rimorchiarla per tutto il tempo; con il divorzio, il tutto era divenuto insostenibile. Specialmente dal momento che Cormac McLaggen era ancora single e non aveva perso neanche un po’ della sua indole da Don Giovanni da strapazzo… né tantomeno il suo interesse per lei.
«Ministro», disse all’improvviso una voce alla sua destra, facendola sussultare leggermente. Una voce che lei avrebbe riconosciuto tra mille.
«Non essere così formale, Malfoy» rispose lei con un mezzo sorriso.
«Come mi hai riconosciuto? Sono mascherato e non si vedono neanche i capelli!»
Hermione ridacchiò. «È il tuo portamento la tua firma, non il colore dei capelli.»
Draco la fissò spiazzato per qualche secondo.
«E poi, McLaggen, io e te siamo gli unici qui senza accompagnatore questa sera, stando alla lista degli ospiti» aggiunse lei. «Dubito che McLaggen riuscirebbe a spuntarmi alle spalle senza venire annunciato dai suoi passi.»
Draco rise, mentre rimuoveva la maschera dal suo volto. «Si soffoca in queste cose, nonostante siano incantate», borbottò accigliato.
«Io non so neanche più dove sia la mia», convenne lei. «Forse l’ho gettata in una pattumiera. Non conto di restare molto, comunque.»
«Come mai così di fretta?»
Hermione fece spallucce. «Non mi piacciono questi eventi.»
«Lo dici solo perché non hai mai avuto l’accompagnatore giusto, Granger» affermò in tono convinto lui.
La donna alzò un sopracciglio. McLaggen sbucò accanto a loro prima che lei potesse ribattere.
«Posso chiederti un ballo, Hermione?» le domandò ignorando completamente Malfoy.
«Temo che non sia possibile, McLaggen», si intromise lui. «Ha appena acconsentito di concederne uno a me.»
«Tu?» domandò perplesso l’uomo, corrugando la fronte, l’ombra di una risata sulle sue labbra che morì non appena vide la mano di Hermione posarsi su quella di Draco.
«Oh, beh. Magari dopo, allora?»
«Ne dubito fortemente, McLaggen», rispose il biondino, mentre un ghigno presuntuoso si disegnava sul suo volto, come l’eco di un passato non troppo lontano. «Se vuoi scusarci.»
La trascinò elegantemente al centro della pista, sotto gli occhi allibiti di tutti i presenti che seguirono ogni loro passo avidamente, mentre i due prendevano a danzare con grazia.
«Ci guardano tutti», commentò arrossendo lei, cercando di resistere alla tentazione di nascondere il volto nel petto del suo partner di ballo.
«Bene», disse semplicemente lui.
Hermione lo guardò confusa.
«Così i vari McLaggen sapranno di dover restare al proprio posto, d’ora in avanti», spiegò in tono serio lui.
Non se la sarebbe fatta scappare di nuovo. Che dicesse quello che voleva, la gente, a lui non importava più da tempo.
«Grazie, a proposito» mormorò lei. «Ventiquattro anni e cerca ancora di togliermi le mutande.»
«Non hai capito, Granger» le rispose lui. «Nessuno ti toglierà le mutandine», aggiunse per poi chinare il capo in corrispondenza del suo orecchio. «A parte me.»
Hermione venne scossa da un brivido di anticipazione a quelle parole; pensò che probabilmente dopo quello erano già fradicie. Arrossì violentemente.
La musica si interruppe in quel momento.
«Avevi detto di voler andare via?»
«Sei presuntuoso come pochi, Draco Malfoy», affermò decisa Hermione, fissando il soffitto dal suo letto ormai sfatto.
«Però sono nel tuo letto», constatò lui. «E non hai le tue mutandine addosso.»
La donna scoppiò a ridere. «Stai solo peggiorando la situazione.»
Draco fece spallucce. «Aspettavo di dirlo da un bel po’.»
«Domani lo diranno anche tutti i giornali», affermò sovrappensiero lei. «Siamo stati impulsivi.»
«Tu, forse. Come da manuale Grifondoro, tra parentesi. Io me l’ero studiata», la contraddisse il biondino. «In un modo o nell’altro saresti venuta via con me questa sera. McLaggen mi ha solo dato l’occasione per farlo in maniera teatrale.»
Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato, ma continuando a sorridere.
«Mi piace che si sappia che tu non sei più libera».
«Presuntuoso», ripeté fingendo di accigliarsi. «Cosa ti fa pensare che questo voglia dire che abbiamo una relazione?»
«Abbiamo una relazione da sempre, Granger» le disse lui. «Solo che non lo sapevamo.»
La donna scoppiò a ridere, ma poi tornò seria tutto di colpo. «Pensavo solo che avremmo dovuto dirlo prima a Rose e Scorpius. Potrebbero prenderla male.»
«I ragazzi sono abbastanza grandi per capire, Granger» la tranquillizzò Draco, passando il pollice sulle labbra di lei.
«Capire cosa?»
«Che avresti dovuto essere mia fin dall’inizio» sussurrò con voce roca, e Hermione in quel momento poté giurare di aver sentito le sue gambe tremare.
Draco si sollevò su un fianco e le catturò le labbra sulle sue.
«Non mi scappi questa volta, Granger.»
 
«Te l’avevo detto», asserì Draco, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita, la mano sulla pancia che iniziava ormai ad essere visibile sotto il vestito da sposa. «Che è anche la nostra storia… signora Malfoy
Hermione rise. «Ti piace proprio, vero, sentirti dire che hai ragione?»
Rise anche lui. «Avrei preferito che a te piacesse un po’ meno dirmi che ho torto.»
Si voltò a guardarlo, per poi prendere il suo viso tra le mani e baciarlo con dolcezza.
«Mi dispiace dirtelo, ma non credo che sia possibile» ammise la donna. «In nessun Universo.»
Sorrise contro le sue labbra, Draco, mentre le prendeva una mano per incamminarsi e rientrare in casa; la vista sul mare era magnifica, ma l’unica visione che desiderava in quel momento era quella di sua moglie, possibilmente nuda nel suo letto.
Avrebbero trascorso la Luna di Miele in uno dei possedimenti dei Malfoy che si trovava su un pezzetto di spiaggia privata.
«Credo che la risposta sia sì, comunque» le disse mentre camminavano stretti l’uno all’altra; lei gli rivolse un’occhiata interrogatoria.
«Penso che in qualsiasi Universo siamo destinati a trovarci, in un modo o nell’altro», specificò assorto nel suo ragionamento.
«Come fai ad esserne sicuro?»
«Me lo chiedi davvero?», le domandò ridendo.
«Non tutti loro hanno avuto un lieto fine, ricordi? Il Draco e la Hermione che sono rimasti soli in quei due Universi sposeranno qualcun altro, alla fine», gli fece notare lei.
«Dici che avremmo dovuto portare uno nell’Universo dell’altro?»
La donna rise. «No, Draco. Forse non avremmo dovuto interagire con loro affatto, invece di assecondare la nostra curiosità riguardo alle loro storie.»
Il biondino si mordicchiò l’interno di una guancia.
«Dico solo che… non lo so. Il Multiverso potrebbe essere infinito. Infiniti mondi con infinite possibilità. Infinite casistiche...»
«Io, invece, dico che è così, Hermione», affermò lui convinto.
Aveva iniziato a chiamarla per nome, alla fine; non avrebbe certo potuto continuare a chiamarla Granger, dal momento che il suo cognome era ufficialmente diventato Malfoy, - né lo avrebbe in alcun modo voluto -, sebbene ‘Granger’ fosse sempre stato più un nomignolo che altro, da parte sua.
«Come fai ad esserne così sicuro?», chiese la donna fermandosi un secondo prima di varcare la soglia della loro stanza.
«Perché non c’è Draco Malfoy senza Hermione Granger», sussurrò lui, prendendola tra le braccia e adagiandola con delicatezza sul letto.






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Salve a tutti!
Ecco a voi il settimo e ultimo capitolo della storia, spero che vi sia piaciuta!
Grazie a chi di voi ha recensito la mia storia e chi l'ha seguita fino alla fine.
Lasciatemi un feedback se vi va, fa sempre piacere leggere le vostre opinioni!
Vi ricordo inoltre che potete trovarmi anche su Wattpad con lo stesso nick!

A presto!
STILLATHOGWARTS

 
   
 
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