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Autore: KurryKaira    24/06/2022    0 recensioni
Il varco temporale usato da Seto Kaiba per riuscire a duellare con Atem porta un antico gioco da tavolo nella Domino del presente. Yugi e i suoi amici, trovandolo, iniziano a giocarci per poi scoprire a loro spese che è ancora una volta un gioco delle ombre. Si ritrovano catapultati in una giungla ricca di pericoli e solo continuando a giocare, tirando i dadi, potranno riuscire a battere il gioco e tornare alla realtà!
Avranno modo di affrontare per l'ennesima volta un gioco mortale ma al solito saranno uniti più che mai, e Anzu e Yugi e Jonouchi e Mai avranno anche modo di stare insieme e potersi dire cose mai dette!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ha giocato bene.-
- Lo so benissimo.-
Riusciva di nuovo a parlare con lui attraverso quel varco Seto Kaiba. Come al solito riusciva a vedere il faraone solo lui.
E ne era felice. Si sentiva in pace quando erano solo loro due.
- Sono sicuro che mio fratello abbia già trovato il modo di riportare Mawt Maei nella dimensione da cui proviene. Non manca molto, con me e Yugi non c'è da temere.-
- Anche gli altri sono bravi Kaiba.-
- Mpf- non disse altro.
- Sai?- Aggiunse il faraone con un sorriso sulle labbra:- Queste cose non accadrebbero se non venissi a scocciare.-
- Muori con me- disse il giapponese e il faraone lo guardò.
- E' il nome di questo gioco- continuò Seto.
- Lo so, e allora?-
- E' anche ciò che penso. Preparati, perché quando uscirò da qui tornerò a scocciarti ancora, e ancora, fino a che non ti sconfiggerò!-
Il faraone seduto sempre sul suo trono lo guardò con una lievissima smorfia sulla faccia, non era stupito, era difficile per Seto Kaiba stupire qualcuno, era così tremendamente ripetitivo nei suoi gesti. E Atem aveva capito benissimo di essere entrato nella sua routine e di non poterne più uscire.
"Muori con me", ma forse chiamare routine quello che Seto Kaiba provava per i duelli affrontati con il faraone era riduttivo.
- Ho paura che continuerai a scocciare anche il giorno che mi avrai battuto.-
Il ragazzo alto sorrise orgoglioso:- Pensi che un giorno vincerò, allora mi temi, eh?-
Il faraone quasi rise di gusto:- Non ti ho mai sottovalutato Seto. Ma in ogni caso... ero ironico- sorrise fiducioso delle sue capacità.
Seto infastidito:- Non sapevo fossi un comico. Quei tuoi stupidi amichetti ti hanno contagiato.-
- E sono loro eternamente grato. Seto Kaiba...-
- Aspettami, appena tutto sarà finito.-
- ...ti aspetto.-
E la visione sparì.

- Allora Seto. Lanci i tuoi dadi?- Chiese quel ragazzino così simile a quel faraone e Seto lanciò quei dadi bianchi dritti verso quel sole, chiuse un occhio per riuscire a seguire la loro traiettoria nonostante la luce. Caddero perfettamente insieme ai suoi piedi, (6) e (6), una smorfia compiaciuta sul suo viso.
Le pedine si mossero.

- Mio fratello è la pedina bianca, vero?- Esultò soddisfatto Mokuba mentre Shizuka e il nonno confermarono.
- E' sempre il migliore!-
- Hanno fatto 12 anche mio fratello e Yugi, sai?- Disse dolce con una punta di rimprovero, Mokuba la guardò dapprima scontroso, ma poi sorrise, sapeva che anche Katsuya Jonouchi e Yugi Muto erano dei campioni, e presto sarebbero tornati vittoriosi e lui sarebbe stato libero di riportare quel gioco nel passato.

Tutto a un tratto iniziò a scomparire ogni cosa come inghiottita in un buco nero, gli alberi, gli animali, la terra, il sole. Scomparve ogni cosa finché anche loro, tra le urla, vennero risucchiati in quel buco nero ritrovandosi a vagare in un luogo infinito che ricordava lo spazio. Il colore vagava tra il nero, il celeste e il viola, proprio come le nebulose.
Volavano nel nulla venendo spazzati via, non c'era nulla a cui aggrapparsi, ma Seto, anche lui non poco spaventato, invocò ancora una volta il suo aiuto, anche se in realtà il suo aiuto non lo chiedeva mai.
Atem apparve in quel buco nero, stabile nella sua dimensione non correva il rischio di essere trasportato e risucchiato via, allora tese la mano a Seto Kaiba, al solito l'unico che riusciva a vederlo. Seto strinse la sua mano e riuscì a bloccarsi e salvarsi.
- A cosa si sta aggrappando Kaiba?!- Chiesero.
Seto allora si voltò e mentre la mano sinistra stringeva quella di Atem, la destra si allungò verso Yugi. Yugi l'afferrò, a sua volta tenne la mano di Anzu, che tenne quella di Mai, che tenne quella di Jonouchi, che tenne quella di Bakura, che tenne quella di Otogi, che tenne quella di Honda.
Erano momentaneamente immobili volteggiando in quel luogo meraviglioso e spaventoso, erano immobili, ma mai al sicuro:- Coraggio Honda! Tira i tuoi dadi nella mia mano!- Disse Otogi, colui che gli era più vicino e l'amico ubbedì un po' nel panico.
Riuscì a lanciare i suoi dadi, (3) e (5), otto, non male!
Ma il tiro di Honda peggiorò la situazione, Seto Kaiba non riusciva più a percepire la mano del faraone perdendo così ogni appiglio, e caddero tutti, lasciandosi le mani e sparpagliandosi in quello spazio che adesso perse anche ogni meraviglia, ogni stella, ogni alone colorato per diventare semplicemente un unico spaventoso e infinito luogo nero.
Mentre cadevano piano nel nulla, con la paura di aver perso ogni speranza, Yugi incrociò gli occhi di Seto Kaiba. Lesse in quegli occhi ogni cosa. "Era Atem la mano che stringevi vero? Era il mio Atem!" E allora, prima che anche il faraone potesse scomparire del tutto, anche Yugi Muto riuscì a vederlo per un istante.
Lo guardava con quegli occhi, gli occhi seri e sicuri di vincere che sempre aveva avuto. E guardava lui, lo vedeva.
Non gli disse nulla, gli sorrise per poi scomparire in uno scoppio di fuoco d'artificio che per un istante gli illuminò.
Yugi Muto chiuse gli occhi, mentre ancora cadevano come a rallentatore, fece un calcolo nella sua testa.
"48... con 12, 60. Altri 12, 72. E' di nuovo il turno di Otogi."
Aprì gli occhi "E' il turno di Otogi! Lui può!".
Lo cercò in quel nero, lo vide cadere terrorizzato come tutti gli altri, lo chiamò urlando il suo nome:- Otogi!-
Trattenendo a stento le lacrime il ragazzo dall'orecchino di dado lo guardò.
- Otto!- Gli gridò:- Fai otto e abbiamo vinto!-
Il ragazzo dai lunghi capelli neri stentava a capirlo, come poteva tirare i dadi in un momento simile?
Non disse nulla ma il suo sguardo parlava chiaro, aveva paura ma soprattutto non c'era alcun appoggio per far atterrare i dadi!
Yugi, che in quel momento aveva più coraggio di tutti, sfiorò le sue tasche. "Io credo in me e nei miei desideri!" Pensò con tutto sé stesso, proprio come un bambino, il bambino che era sempre stato.
E piano piano all'interno di quella tasca comparve, un'altra volta il suo deck. Lo sfilò dalla tasca. No, quello non era il suo deck.
Guardò quella prima carta, il Mago nero.
Era quello di Atem.
Sorrise ringraziando ancora una volta quell'unico, indelebile, ricordo e poi lanciò quelle carte in quello spazio nero lasciandole libere di volteggiare nel nulla.
Guardò Ryuji Otogi che intuì, quelle sarebbero state il suo appoggio.
Il giovane esperto di dadi sudò freddo, era comunque troppo complicato riuscire a far cadere i dadi su quelle carte che volavano sparse, e riuscire anche a ottenere il risultato sperato.
- Otogi!- Era ancora una volta quel ragazzo che più di tutti infondeva coraggio:- Io credo in te!-
Si accorse allora che anche tutti gli altri lo guardavano, e, anche se spaventati, ognuno di loro sembrava dirgli "io credo in te!"
Strinse i suoi dadi rossi, era lui che aveva cominciato questo gioco, era stato suo il primo lancio. Era un dodici, sorrise orgoglioso, era sempre il migliore nel lancio dei dadi, anche più bravo del Re dei giochi!
Lanciò e quei dadi, al contrario di loro, subivano sempre la gravità. - Qualsiasi dado che viene lanciato prima o poi dovrà sempre cadere- disse mordendosi un labbro.
Osservarono quel lancio di dadi col cuore in gola, era forse davvero la loro ultima possibilità di tornare a casa, insieme.
Alcuni di loro riuscirono di nuovo a raggiungersi e sfiorarsi le mani. Yugi Muto guardò la sua amata, le dita si toccarono. Katsuya Jonouchi riuscì a stringere il polso di quell'amico di sempre, quasi un fratello per lui, Honda ricambiò l'affetto con un sorriso. Poi il ragazzo della pedina gialla guardò alla sua destra, vide Mai, era lontana, non poteva afferrarla ma la guardò, la guardò convinto che se ci fosse stata un'ultima cosa da vedere in vita doveva essere lei.
(4), e il primo dado atterrò su una di quelle carte, proprio il mago nero per l'esattezza.
Bakura e Seto erano più distanti, a guardare quell'ultimo dado roteare piano, quell'ultimo dado che decideva le sorti della loro vita.
- Coraggio. Io credo in noi- ripeté a voce bassa Yugi.
- Io credo in noi!- Urlarono all'unisono tutti, o quasi tutti.
E quell'ultimo dado si posizionò cadendo piano su una carta che non conoscevano, non era una carta del deck del faraone, non era nessuna carta che conoscevano ma disegnato sopra c'era qualcosa che alcuni di loro riconobbero subito, era il loro Simbolo dell'amicizia. Hiroto Honda, Katsuya Jonouchi, Anzu Mazaki e Yugi muto sorrisero, ora davvero, non avevano più paura.
(4).

- La pedina rossa si muove!- Gridò il nonno.
- E' quella di Otogi!- Disse la ragazza col cuore in gola.
- Manca poco, lui è bravo, possiamo sperare!- Disse il ragazzino.
Tornarono a respirare quando quella pedina rossa si posizionò piano all'interno del cerchio che segnava la fine del gioco, la fine di Mawt Maei.
La terra intorno a loro tremò, come un terremoto, si allontanarono da quel tabellone, una forte luce illuminò la stanza, pochi secondi.
Quando il terremoto cessò e con esso la luce, poterono vedere le speranze diventare realtà.
- Fratellone!- Urlò Mokuba correndo tra le sue braccia, Seto lo abbracciò.
E lo stesso poté fare Shizuka Kawai con Katsuya Jonouchi.
Erano tornati tutti, e sembravano stare benissimo, il nonno riabbracciò il nipote:- Ero certo che ce l'avreste fatta!-
Ripresero tutti fiato lasciandosi cadere, risero felici e sollevati. Poi riguardarono quel gioco ancora al centro di quella stanza.
Seto Kaiba lo chiuse prendendolo sotto braccio:- Andiamo Mokuba.-
Mokuba annuì:- So come riportarlo da dove viene!-
Seto:- Ne ero sicuro!-
L'ex teppista ancora una volta cercò di minacciare Seto Kaiba:- Allora è stata davvero tutta colpa tua!- Allungò un pugno pronto a colpirlo:- Non avevo dubbi!-
Seto a malapena lo guardò. Mai, ancora seduta a terra, strattonò Jonouchi per i jeans facendolo cadere accanto a lei:- Rilassati un po'. E' passata.-
Seto guardò Yugi prima di uscire, non disse nulla, accennò solo un lieve movimento del capo che ricordava un ringraziamento e andò via seguito dal fratello.
- Salutamelo- disse alzando la voce il ragazzo nella speranza che Seto ormai avviato lo sentisse:- Quando lo rivedi!-
Gli amici guardarono il piccoletto senza capire, ma mentre percorreva quel corridoio Seto Kaiba sorrise, capendo benissimo.
Si calmarono tutti a poco a poco. Rimasero insieme però, avevano tanto di cui parlare, avevano passato insieme, ancora una volta, una gran bella e spaventosa avventura!
Anzu chiamò di corsa Rebecca su consiglio di Mai.
- Sto bene perché?- Disse scontrosa.
- Così! E' sempre bene sapere come stanno gli amici no?- Ridacchiò Anzu un po' nel panico.
- Tu sei strana- disse:- E poi non siamo nemmeno amiche.-
Anzu le chiuse il telefono in faccia maledicendo poi anche Mai, che stupida idea!
Si avvicinò di soppiatto il biondo alle spalle della donna in pelle, mentre Anzu nervosa se ne tornava dal fidanzato.
- E tu?- La bionda sussultò voltandosi:- Davvero non chiami quel bell'imbusto?-
Mai sospirò:- Ti ho già detto come la penso. E poi se sta bene Rebecca, figurati quello.-
Jonouchi sorrise, poi la guardò dolce:- Mia sorella muore dalla voglia di parlarti- indicò con un cenno della testa la sorella che seduta sul letto di Yugi la salutava incessantemente con la manina. Mai quasi urlò:- Certo! Scusa Shizuka! Anche io ti volevo salutare!!- Andò per raggiungerla ma il ragazzo la bloccò per il polso.
- Che c'è?- Chiese Mai indispettita.
- Quando eravamo in quel nero... eravamo troppo lontani per riuscire a toccarci.-
La donna spalancò quei meravigliosi occhi viola, e le sue gote si colorarono appena.
- Semplicemente, non voglio succeda più...- sfiatò serio.
Rimasero per pochi secondi in silenzio a guardarsi e poi, al solito la donna smorzò:- Va bene Jonouchi, dopo ci tocchiamo quanto vuoi, adesso però fammi salutare tua sorella!-
Il ragazzo lasciò d'istinto il polso di lei diventando completamente del colore della pedina di Ryuji Otogi, rimase immobile e le due ragazze furono libere di chiacchierare insieme come vecchie amiche. Anche Mai si sedette sul letto di Yugi, quest'ultimo si voltò a guardare entrambe le ragazze ridere e scherzare sul suo letto, con faccia ebete. Si riprese solo quando ricevette due colpi, il primo, più debole da Honda, il secondo, preciso e cattivo da Anzu.
Honda poi andò a prendere in giro quell'altro stoccafisso che era Jonouchi.
Otogi:- Comunque non vedo ancora nessuno che mi ringrazia per lo splendido tiro di dadi!- Attirò giustamente l'attenzione di tutti, Ryou Bakura fece partire l'applauso a cui a ruota ridendo si aggiunsero tutti. Ryuji Otogi, l'eroe, si lasciò ammirare orgoglioso.
Lungo il tragitto per tornare alla Kaiba Corp. i due fratelli vennero placcati da due loschi individui.
- Cos'è quel gioco? E' qualcosa di nuovo che la tua azienda sta creando?- Chiese cinico quello che ricordava un insetto.
- Perché non ce lo fai provare eh?- Continuò scontroso quello che amava i dinosauri.
Seto Kaiba alzò gli occhi al cielo, tentato veramente di farglielo provare, ma poi proseguì dritto ignorandoli completamente.
I due confabularono ancora:- Haga, dici che è qualcosa che gli farà fruttare altri soldoni?- 
- Quello ha già tutto dalla vita, mi chiedo come possa tornare utile a noi.-
- Lo seguiamo?-
- Seguiamolo!- Dissero, ma Mokuba li beccò subito e il loro piano, per loro fortuna, terminò lì.

Aprirono quel varco temporale i due Kaiba, e Mawt Maei finalmente, tornò nel suo luogo e tempo d'origine nella speranza che non avrebbe più recato danni a giocatori curiosi e innocenti.
Mokuba sospirò vedendo quel gioco scomparire dalla loro dimensione:- Hai imparato la lezione, fratellone?- Disse poi.
- Quale lezione?- Disse sulla sua postazione, già pronto a tornare da lui.
- Ma sei appena tornato Seto!- Esasperato.
- Gli ho detto di aspettarmi e lui mi sta aspettando Mokuba, attiva il portale.-
Il fratello ancora una volta sospirò sconfitto da quel fratello e la sua adorabile e folle ossessione nei confronti di quel leggendario e passato duellante.
Azionò la macchina e lo salutò:- Ti aspetto per cena- gli disse, Seto ricambiò e partì.

In una panchina del centro Anzu Mazaki stringeva la mano a Yugi Muto:- Allora... ce lo facciamo quel viaggio solo io e te?-
- Presto dovrai tornare in America. Perché non ce ne stiamo semplicemente io e te, niente viaggio, niente amici- disse ridendo, che frase assurda detta da lui:- Solo io e te. Anzu...- prese fiato:- Vivi con me!-
La ragazza si ritrovò con un'espressione radiosa sul viso, fece un sì abbozzato con la testa per poi baciarlo ancora e ancora su quella panchina, senza giochi e senza amici, solo loro due.

- Sei tornato, Kaiba.-
- Ho mantenuto la parola- aprì la sua valigetta, Duel Disk al braccio e ricominciarono il loro eterno e forse mai appagante duello.
O forse sì. Sorrisero insieme:- Duelliamo!-
  
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