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Autore: deborahdonato4    29/06/2022    1 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Io e te dobbiamo parlare.»
Leo si fermò dal lavare i piatti e sollevò lo sguardo su Hazel, appena comparsa alla sua sinistra. Il suo aspetto, metà tra il rilassato e metà tra l'esasperato, lo fecero sorridere per un secondo.
«Non sgriderò James perché è entrato in bagno mentre eri sotto la doccia.» sbuffò, divertito. «Almeno, non lo farò di nuovo.»
Hazel arrossì, ricordando quello spiacevole episodio avvenuto due giorni prima. «Non è quello.» borbottò. «Anche se dovresti insegnare a tuo figlio di non forzare la serratura del bagno...»
«Si è scusato, no? E poi, ha detto di non aver visto niente.»
Hazel si mordicchiò il labbro imbarazzata. «Forse qualcosa lo ha visto.»
Leo scrollò le spalle. «Non ha avuto gli incubi per questo. E poi, sono certo che, prima o poi, sarebbe accaduto.»
La figlia di Plutone si mise a braccia conserte, e Leo si asciugò le mani scaldandole. Si voltò a guardarla, osservando i ricci dorati e scomposti che le ricadevano sulle spalle in due ciocche identiche. Era adorabile. Si sorprese di notare quanto le volesse bene.
«D'accordo, dopo lo sgriderò di nuovo.» annuì Leo, trattenendo un sospiro. «Giusto per evitare che possa accadere ancora.»
«Grazie.» mormorò Hazel, poi aggiunse: «E sgrida anche Bryan.»
«Lo farò. Sai, pensò che quel bambino abbia una bella cotta per te.»
«Lo penso anch'io.»
Hazel sospirò e si appoggiò al muro, guardando l'amico. Leo arrossì per il suo sguardo insistente e si sfilò il grembiule a fiori che Calipso gli aveva infilato dieci minuti prima a tradimento, prima di scoccargli un bacio sulle labbra e uscire per andare al lavoro.
«Ti sta bene.» disse Hazel, e Leo appese il grembiule al muro, prima che potesse bruciarlo.
«Lo so, lo tolgo solo per non stropicciarlo.» borbottò Leo, voltandosi verso l'amica. «Vuoi dirmi altro? Devo passare l'aspirafoglie sul tetto...»
«Perché devi passare l'aspirafoglie sul tetto?» chiese Hazel, perplessa. «E cos'è un aspirafoglie?»
Leo sorrise. In quei giorni a casa, aveva ideato un marchingegno più grande dell'aspiracoriandoli, che gli permetteva di aspirare le foglie anziché allontanarle con un colpo d'aria. Era utile, poteva creare montagne di foglie in giardino in meno di un quarto d'ora di lavoro.
«Aspetta, non mi interessa.» disse Hazel, sollevando una mano prima che il figlio di Efesto cominciasse a parlare. 
«Te l'ho già spiegato ieri.» le fece notare Leo.
«Credo di essermelo dimenticato.»
Leo sospirò, affranto. Nessuno apprezzava il suo lavoro.
Hazel si spostò dal muro e si sedette sulla sedia della cucina, lanciando occhiate in direzione del soggiorno. Bryan e James erano saliti al piano di sopra dopo pranzo, come ormai facevano tutti i pomeriggi. Giocavano per tre ore in camera, poi uscivano in giardino a rincorrersi e a giocare con la palla, urlando come matti e disperdendo foglie in tutto il cortile. Per loro fortuna, Leo era più che felice di usare il suo nuovo giocattolo.
«Si tratta di te e Will.» mormorò Hazel.
Leo sussultò e sbatté le palpebre, osservando la figlia di Plutone. Non pensava più a Will da... mh, forse dalla colazione, quando aveva preparato il caffè. Will adorava il caffè.
«Cosa devi dirmi?» chiese Leo, lanciando un'occhiata al soggiorno. I bambini non si vedevano da nessuna parte, ma le loro risate si sentivano nonostante il piano di distanza.
«Hai più pensato a cosa fare?»
Leo si sedette di fronte all'amica. Aveva passato gli ultimi quattro giorni a pensare a Will, al suo desiderio di vederlo e baciarlo, ma com'era successo all'inizio di quella quarantena forzata, il sorriso di Calipso abbatteva i suoi pensieri. Non solo il sorriso, ma la sua voce sensuale, i baci caldi, il suo corpo fremente...
«So cosa fate tu e Calipso tutte le sere.» aggiunse Hazel, arrossendo di nuovo.
«Oh.» Leo arrossì a sua volta. «Pensavo che Calipso, ehm, togliesse il suono.»
«Lo fa, certo. Ma si preoccupa solo del lato verso la camera dei bambini e la porta. Non ferma il suono che proviene da, be', da sotto la vostra stanza.»
Leo si passò una mano tra i capelli, imbarazzato. «Presto sarà mia moglie.» le ricordò Leo.
«Quindi hai scelto lei?»
Il figlio di Efesto non rispose. Voleva dirle di sì, voleva farlo. Ce lo aveva sulla punta della lingua. Ma non riusciva. Perché se pensava che avrebbe passato il resto della sua vita con Calipso, il sorriso caldo di Will compariva nella sua mente e lo bloccava.
Will gli mancava da morire, ma non riusciva a dimostrarlo. Non riusciva a soffrire per la sua mancanza. Ogni volta che si muoveva per casa, incontrava qualcuno, Calipso, Hazel, Bryan e James, che gli proibivano di pensare, di stare da solo. Se provava ad uscire in cortile, nel giro di qualche minuto avrebbe trovato i bambini intenti a giocare ad acchiapparella, trascinando pure lui nel gioco. Calipso lo raggiungeva in bagno quando si trovava sotto la doccia oppure in camera da letto, se si ritirava subito dopo cena. E Hazel sembrava percepirlo quando si svegliava nel cuore della notte per uno spuntino notturno: la trovava sempre là, davanti al fornello, intenta a scaldarsi una tazza di tè.
Era difficile stare da solo in una casa così piena.
«Io... non lo so.» mormorò Leo, sentendosi stupido non appena ebbe finito di parlare. «Non lo so.»
«Leo, se hai scelto lei, non c'è nulla di male, sai?»
Leo si portò la mano sul volto. «Ora scelgo lei.» disse Leo. «Scelgo di sposarmi, scelgo di avere altri figli con lei. Ma non appena vedrò Will, tutte queste mie certezze, questo... questo castello che mi sono costruito nella mente, cadrà, come se fosse fatto di carte.»
Hazel rimase in silenzio a guardarlo.
«Se non dovessi più vedere Will per il resto della mia vita, sarò felice con Calipso.» aggiunse Leo, togliendosi la mano dal volto. Si vergognava di quelle parole, di quei pensieri che si erano fatti strada in quei giorni senza vedere l'amante, il suo ex ragazzo. «Potrei anche dimenticarlo. Ma so che non accadrà, perché io lo vedrò, e i miei sentimenti per lui torneranno forti come prima, facendomi perdere lucidità, facendomi perdere ogni cosa.»
Hazel chiuse gli occhi. Leo ebbe l'istinto di battere il pugno sul tavolo e mettersi ad urlare. Perché i sentimenti dovevano essere così pesanti? Perché non poteva semplicemente liberarsi di tutto quanto? Forse la pozione di cui aveva sentito parlare, quella che ti faceva dimenticare di essere innamorato di una persona, faceva per lui. Poteva berla, e dimenticarsi di Will. O di Calipso. O di entrambi.
O di nessuno dei due.
«Quando vedrò Will, sarò di nuovo pazzo di lui.» mormorò Leo. «Lo so. Lo sento, lo percepisco. Anche solo vedere il suo sorriso quando mi concentro, mi fa tremare il cuore. E sono... un egoista. Perché non so scegliere, non so decidermi. Non so chi lasciare, non so chi far smettere di soffrire. So solo che... così facendo... rischierò di rimanere da solo. E io... io non voglio rimanere da solo. Penso tu possa capirmi.»
Hazel lo osservò con attenzione. «Ti capisco, ma io ho accettato l'idea di rimanere da sola.» ammise. «Senza Frank al mio fianco, avevo scelto di restare da sola. Era una mia decisione e l'ho presa alla lettera. Sono uscita con Raul perché gli dovevo un favore, e nonostante quella serata sia stata magnifica, ho comunque deciso di non frequentarlo. Frank mi mancava troppo. E non l'ho sostituito con nessuno, perché per me era insostituibile.»
Leo si morse il labbro.
«Non dico che Calipso o Will siano insostituibili.» si affrettò a dire Hazel. «Sono unici a modo loro, come è unica la sensazione che ti lasciano. Sono due ottime persone, con i loro pregi e difetti. È normale amarli entrambi, secondo me. Ma... scegliere è una decisione che spetta a te. Io ti posso aiutare, chiedendoti a chi pensi di più durante il giorno, chi ti fa battere più il cuore. Ma se mi dici che non vedere Will per giorni ti ha fatto perdere interesse nei suoi confronti, allora forse...»
«Il problema è che quando sono con Will, non penso affatto a Calipso.» disse Leo. «Lo so. Ho un problema. Credo di dovermi ricoverare. C'è un posto adatto, al Campo Giove?»
«Certo, abbiamo un ospedale, lì. Molto più grande della nostra infermeria, e non c'è il rischio di incontrare figli di Apollo. I nostri medici sono di più... anche se non dovrei chiamarli i nostri medici. Non mi sento più romana da molto tempo.»
Leo allungò la mano verso la sua e la strinse.
«Se tu andassi via una settimana al Campo Giove, riuscirai a chiarire i tuoi pensieri.» gli disse Hazel. «Senza vedere né uno né l'altra. Così capirai per chi ti batte più forte il cuore.»
Leo annuì. Era la seconda persona a dirgli di doversene andare dal Campo. Non aveva ascoltato Travis, ma forse avrebbe ascoltato Hazel.
«Puoi dire che Jason ti ha invitato da lui.» disse Hazel. «Oppure, possiamo partire insieme. Potremmo dire che devo andare al Campo Giove, e che non mi vuoi lasciare da sola.»
«Perché dovresti andare al Campo Giove?» le chiese Leo, confuso. «Frank è qui.»
Hazel roteò gli occhi. «Lo facevo per te, idiota.» borbottò.
Leo sorrise. «E ti ringrazio tanto. Però...»
«È una cosa di cui ti devi occupare da solo?» gli suggerì la figlia di Plutone.
«Credo di sì.»
«Stai diventando grande.»
«Per fortuna.»
Hazel sorrise e si alzò, avvicinandosi ai fornelli per preparasi il tè. Leo la osservò, cercando di liberare i pensieri da Calipso e Will. Ormai non faceva altro che parlare dei suoi amori, non parlava di Frank con la ragazza.
«Cosa vuoi fare con Frank?» chiese Leo.
«Cioè?»
«Accetterai di sposarlo?»
«Mi conosci davvero così poco da pensare che accetterò?»
Leo sogghignò. «Lo so, ma volevo sentirtelo dire. Lo manderai al diavolo?»
«Certo, ma non con queste parole. Userò un po' più di tatto, con lui.»
«Be', me lo auguro. Con tutta la strada che ha fatto per arrivare da te...»
Hazel tamburellò le dita sul tavolo. «Però... questo è un problema, no? Insomma, Clarisse ha detto di aver seguito i passi di Frank fino all'entrata del Campo Mezzosangue. Le impronte si sono interrotte. È come... come se si fosse materializzato dal nulla.»
«Non ci si può materializzare o smaterializzare fuori dal Campo Mezzosangue.» citò Leo.
«Ehm, non penso che sia proprio così.»
«Ho usato la citazione sbagliata.» Leo ridacchiò. «E se fosse arrivato in volo?»
«Nessuna delle sentinelle lo ha visto arrivare. Né in volo né a terra.»
Leo sospirò, portandosi la mano sul viso. Frank era comparso dal nulla, e nessuno riusciva a dargli una spiegazione.
«Forse... non lo so, non ne ho idea.» ammise Leo. «Dovremmo aspettare e chiedere a lui.»
«Credo proprio di sì.»
Leo osservò Hazel, invidiando un po' la sua calma. Se qualcuno gli avesse impedito di vedere Will in infermeria, lui avrebbe urlato come un pazzo fino a quando non gli avessero dato l'okay di procedere. Ma Hazel... era tranquilla, forse più pensierosa del solito. Rideva e scherzava con loro, giocava con i bambini e non si lamentava mai. Era forte, molto più di quanto lei stessa pensava.
«Ormai sono passati dieci giorni da quando Frank è arrivato.» mormorò Hazel. «Pensi che possa scrivere a Will..?»
«Mi sembra strano che tu non l'abbia ancora fatto.»
Hazel prese il cellulare e mandò un messaggio a Will. «Avevo paura di disturbare, di poter interrompere il suo lavoro o riposo.» ammise la figlia di Plutone, imbarazzata.
«Non penso che Will tenga il cellulare a tutto volume.» la tranquillizzò Leo. «Anzi, è probabile che non leggerà il tuo messaggio fino a stasera.»
«Non importa. Aspetterò.»
Leo sospirò, pensando che fosse proprio incredibile. Continuava ad essere così paziente, così tranquilla, così serena. Erano su due lunghezze diverse. Be', lei era nata negli anni 40 ed era morta, condannata negli Inferi fino all'arrivo di suo fratello, un secolo dopo. 
Fratello...
«Haz, posso farti una domanda?» chiese Leo e Hazel annuì, guardandolo con curiosità.
«Vuoi sapere cosa farei io al tuo posto?» domandò la figlia di Plutone.
«No, non voglio saperlo. Di sicuro sarà qualcosa di intelligente, e io non lo sono.»
«Leo, tu sei intelligentissimo...»
«Grazie, ma non siamo qui per parlare di me, o sbaglio?»
Hazel sollevò gli occhi al soffitto, indecisa se insultarlo o meno. 
«Haz, perché non hai detto niente su Percy e Nico?»
La figlia di Plutone sussultò a quelle parole e dalle sue dita comparvero delle gemme preziose, tutte colorate. Leo le osservò, trovandole bellissime, e prese uno zaffiro tra le dita.
«Posso regalarle a Calipso?» domandò Leo, ma Hazel scosse la testa.
«C-Cosa avrei dovuto dire su P-Percy e Nico?» balbettò la ragazza, stringendo le pietre tra le dita.
«Be', tanto per cominciare... che non si sono sposati.» disse Leo, passandole lo zaffiro. «E che poi si sono lasciati. E che Nico è scomparso.»
«Sai... tante cose...»
«Me l'ha detto Jason. Anche lui sembrava un po' stupito che non ne sapessi niente.»
Hazel si alzò in piedi, arrossendo, prendendo con sé le pietre. Leo si alzò a sua volta, seguendola fuori dalla casa. La vide buttare le pietre sul terreno, che si aprì di qualche centimetro per ingoiare le pietre della figlia di Plutone.
«Grazie per non averlo fatto in casa.» mormorò Leo.
«Lo stavo per fare.» ammise Hazel, imbarazzata.
Leo decise di non commentare e guardò la donna, in attesa che dicesse qualcosa.
«Nico mi aveva fatto promettere di non dire niente.» mormorò Hazel. «Soprattutto a Will.»
«Perché?» chiese Leo, confuso. «Perché non potevi dirlo a nessuno? Tanto meno a Will?»
«Sai che...»
«Sì, lo so, Will aveva una cotta tremenda per Nico Di Angelo.» sbuffò Leo, mettendosi a braccia conserte. «Lo so bene. Se ora sono qui, indeciso, è anche per colpa di questo, visto che Will mi ha baciato per via del suo amore non corrisposto con tuo fratello.»
«Nico ha detto a Will di essere felice con Percy.» continuò Hazel. «Nico ne era davvero innamorato. Ma quando ha scoperto che Percy lo tradiva, Nico si è come spezzato. Ha avuto paura che tutti, persino Will, potessero prenderlo in giro per essersi innamorato di un ragazzo come Percy. Aveva paura di venire deriso, preso in giro, comparato a Percy Jackson e a Will Solace. Il ragazzo di cui aveva una cotta e il ragazzo che aveva una cotta per lui. Nico... si sentiva soffocare da questi pensieri. Per questo è sparito quando Percy lo ha lasciato. Voleva tornare qui al Campo Mezzosangue, come gli avevo consigliato io, ma non riusciva a reggere la pressione. E quindi se n'è andato.»
«Se n'è andato dove?» domandò Leo.
«Non ne ho idea. Mi ha mandato due lettere da quando ha lasciato il Campo Giove. Una per dirmi che stava bene, e l'altra per dirmi di essere andato a trovare la madre. Non mi ha più scritto niente. Io non ho mai potuto scrivergli perché non sapevo dove cercarlo, non avevo un indirizzo, e i messaggi Iride con lui non funzionano. È scomparso. So che non è morto perché altrimenti lo sentirei. Non ho i suoi stessi poteri, ma percepisco la morte di chi mi sta attorno solo perché, un tempo, sono stata morta anch'io. So che sta bene, ma non so dove si trovi.»
«Magari è negli Inferi.» disse Leo, sperando di confortarla. «Oppure in Alaska. Non sempre prendono i messaggi Iride da quelle parti.»
«Può darsi.» annuì Hazel. «Ma non credo sia negli Inferi. Sono passati tre anni da quando Percy lo ha lasciato. Se fosse rimasto così tanto negli Inferi... un periodo così prolungato... E se fosse morto lì, io non lo sentirei. Will gli ha scritto un messaggio tempo fa e...»
«Will gli ha scritto?» ripeté Leo. «Will ha scritto a Nico?»
«Sì.» Hazel lo osservò. «È un problema per te? Sono amici.»
«Mh... non può essere amico...»
«...di uno che gli piaceva? Scherzi? Will è rimasto amico con molti dei suoi ex, persino con te. Ricordi?»
Leo annuì. Ricordava fin troppo bene. Ed era possibile che Will provasse a diventare amico pure dei sassi sulla spiaggia. Ma... il fatto che Will avesse scritto a Nico non gli piaceva. Nico era stato il grande amore non corrisposto di Will, come per lui Calipso. Voleva sapere cosa gli avesse scritto, se il figlio di Ade avesse risposto, se...
«Comunque Nico non ha risposto.» continuò Hazel con un sospiro e Leo si sentì più rilassato. «Ho controllato, ma niente. Penso che Will non gli abbia nemmeno dato troppa importanza.»
«Be', Will, come quasi tutto il Campo Mezzosangue, crede che Nico sia sposato con Percy. È normale che non si sia fatto troppe domande sul perché tuo fratello non gli abbia risposto, no?»
«Penso che questo, ovvero la loro relazione, sia una cosa di cui debbano parlare i diretti interessati.»
Leo scosse la testa. «Invece no, soprattutto se una delle due parti coinvolte è scomparsa.»
«Come mai tutto questo interesse per la relazione di Nico, Leo? Di cosa hai paura? Che Will possa correre da lui, come tu hai fatto con Calipso?»
Il figlio di Efesto spostò lo sguardo su Hazel, sorpreso dalle sue parole così dure e sincere. La donna sembrava colpita quanto lui per le parole che le erano uscite dalla sua bocca, ma non le rimangiò. Ormai era impossibile farlo.
Era quello il problema? Temeva davvero che Will potesse correre da Nico per confortarlo? Forse sì. Anzi sì, decisamente. Dopotutto la loro relazione si era basata su Nico Di Angelo. Nico, che aveva spezzato il cuore a Will, che si era ubriacato e aveva baciato Leo Valdez dopo una serata passata insieme a bere e divertirsi. Se Will non avesse avuto il cuore spezzato dal figlio di Ade, ora Leo non si sarebbe trovato lì, a chiedersi se fosse meglio vivere una lunga vita con Calipso o vivere qualche decennio in compagnia del figlio di Apollo.
Will... conosceva Will. Se Nico fosse riapparso, Will avrebbe fatto di tutto per andare da lui, senza aspettare. E se Will avesse scoperto che il suo amico era scomparso, lo avrebbe cercato. Avrebbe creato pure un'impresa per cercare il figlio di Ade.
«Perché non lo hai detto a Will?» domandò Leo, fissando la ragazza.
«Perché pensavo che lo avrebbe cercato.» rispose Hazel, ricambiando il suo sguardo. «E Nico non voleva essere trovato, altrimenti avrebbe fatto sapere a qualcuno dove fosse andato.»
«Pensi che Will possa essere ancora innamorato di Nico?»
«Tu hai mai smesso di amare davvero Calipso?»
Leo si mordicchiò il labbro. «Sì che ho smesso.» disse. «Altrimenti non l'avrei lasciata da sola, portando via James.»
«Ti sbagli. Hai agito per tuo figlio, non per lei. Se non fosse stato per James, saresti rimasto lì con lei per tutto il tempo.»
«Forse è vero. Ma puoi biasimarmi? Mi piaceva la vita con Calipso. Ma per James...»
«Per James l'hai lasciata e sei venuto qui. Non hai smesso di amarla. I tuoi sentimenti erano solo focalizzati su James. Hai pensato che non avresti potuto amarla più, ma quando si è ripulita, quando ti sei ritrovato di nuovo da solo, non ci hai messo molto per tornare da lei.»
«Haz, tu vuoi che Will si metta con Nico?»
«No, voglio che Will sia felice. Che possa smettere di nascondersi. Che possa essere libero di amare chi vuole, alla luce del sole. Will è buono, è meraviglioso. Will ama con tutto sé stesso, ogni volta che si innamora. Voglio che la persona che lui sceglierà, lo sceglierà a sua volta, completamente.»
Leo si lasciò scappare uno sbuffo. «Quindi pensi che io...» si interruppe. Il sangue sembrava ribollirgli nelle vene. Hazel lo stava facendo infuriare.
«Penso che tu sia ancora tanto confuso sui tuoi sentimenti.» disse Hazel. «Penso che tu, ora, non sia la scelta giusta per Will. Will avrebbe finito per amare Connor, se non l'avessi travolto con il tuo...» 
Hazel si interruppe e Leo digrignò i denti.
«Con il mio egoismo?» chiese. «Pensi che Will sarebbe stato felice con quello, se io non lo avessi travolto con il mio egoismo?»
Hazel non rispose, si limitò a fissarlo. Leo era tentato di rilasciare il fuoco che a fatica stava trattenendo. Non era come diceva lei. Non aveva baciato Will per egoismo. Lo aveva baciato per capire se potesse esserci ancora qualcosa tra loro. E gli era andata bene. Will era ancora innamorato di lui, come Leo. La passione che travolgeva entrambi ogni volta era più che sufficiente per fargli capire quanto amore provassero.
«Haz, io ti voglio bene.» disse Leo, piano. «Ma penso che queste non siano cose che ti devono riguardare.»
«Sono amica di Will. E anche tua. Perché non dovrebbero riguardarmi?»
«Sei stata innamorata di una sola persona nella tua vita. E quando questa se n'è andata, anziché provare ad essere felice con qualcun altro, l'hai aspettata come un cane bastonato. Questo non è amore, è...»
«Non è amore?» ripeté Hazel, incredula. «E cosa sarebbe l'amore, Valdez? Essere innamorato di due persone e fare sesso con entrambe, senza sapersi decidere?»
Leo sbuffò appena, e riprese: «Tu avevi paura di restare da sola, di...»
«Io? Paura di restare da sola? Sono rimasta dieci anni da sola, senza la necessità di passare in tutti i letti del Campo. Ho sbagliato? Forse sì. Ma è un errore di cui non mi pento. Non ho sprecato la mia vita in questi anni senza Frank. Sono andata avanti. Ho imparato. Ho lavorato. Ho viaggiato. Non da un Campo all'altro, ma per il mondo, con Will. Ho visto posti meravigliosi. Mi sono divertita moltissimo. E ora che Frank è tornato, la mia scelta, quello che deciderò di fare con lui ora, sono solo affari miei, di nessun altro.»
«Lo so benissimo cosa farai con lui. Lo sposerai, per evitare che scappi di nuovo.»
Hazel scosse la testa. «Se pensi che io possa sposarlo così, senza riflettere, su due piedi, significa che non mi conosci abbastanza. Io ho le idee chiare su cosa fare.»
«Haz...»
«Leo, ascolta. Forse un giorno lo sposerò, ma non oggi, non domani, non tra una settimana. Lui è tornato, ma non ho questa paura irrazionale che possa scappare di nuovo, sai? Se è tornato da me, significa che vuole stare con me. E sai cosa farò, Leo? Glielo dirò. Gli dirò tutto quello che mi passa per la testa. Sarò sincera con lui. Non gli mentirò. E se lui mi ama davvero come spero, allora resterà al mio fianco anche se non volessi parlargli per altri dieci anni.»
Leo guardò Hazel. Litigare con lei non era stato nei suoi pensieri, quel mattino. Ma ormai il danno era fatto. Si sentiva stremato, sotto sopra, i pensieri più confusi di prima. E lo sguardo di Hazel, un misto di rabbia e compassione, non aiutava i suoi sentimenti. Cosa doveva fare? Perché Hazel aveva i pensieri più chiari sulla sua relazione? Perché non poteva essere come lei?
«Ora vado, torno nella mia cabina.» disse Hazel. «Tornerò più tardi a prendere le mie cose.»
«Senti, non c'è bisogno che tu te ne vada.»
«Ho bisogno di stare un po' da sola.»
Hazel gli diede le spalle e fece per incamminarsi, ma si bloccò.
«Annabeth e Percy sono tornati insieme.» disse.
Leo sospirò. «Lo so.»
«Lei è incinta.»
«So anche questo.»
«Percy ha tradito Nico con Annabeth.»
Leo aggrottò la fronte. «Questo non lo sapevo.»
Hazel sospirò a sua volta. «Visto? Alla fine uno torna sempre dalla prima persona che ha amato.»
Leo la guardò andare via, senza sapere cosa replicare. Voleva tornare indietro nel tempo e non chiederle niente di Nico, di Will.
Il cellulare vibrò nella sua tasca e Leo lo prese. Era un messaggio di Will. Si chiese cosa potesse avergli scritto e quando visualizzò il messaggio, sentì le ginocchia tremargli.
Frank è sveglio.
La quarantena era finita.
   
 
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