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Autore: LadyYuna94    01/07/2022    0 recensioni
Sequel della mia "Guard Me For Eternity" che è necessario aver letto prima di cominciare questa
"La tua anima gemella giace in un corpo perduto nel passato e rigenerato per un nuovo futuro [...] La sua mente è plagiata e la sua nera arma scintilla come una fiamma nel buio. Una fiamma distruttrice che ha sete di potere [...] Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata"
Lyn Kon è la meravigliosa figlia adolescente di Rei ed Elena; il giorno del suo sedicesimo compleanno parte per la Cina insieme ai suoi genitori e, come membro della Tribù della Tigre Bianca, deve sottoporsi ad un rito di passaggio, nel quale le verrà predetto il futuro dal Grande Saggio della Tribù. Ma la profezia di cui l'anziano parla non presagisce nulla di buono...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2:

Era ormai tramonto inoltrato quando Lyn, Rei ed Elena erano seduti su un’imbarcazione in legno massiccio che procedeva lentamente su di un fiume, la cui superficie chiara sembrava brillare sotto il caldo sole arancione.
L’aria aveva un odore particolare, come di legno di sandalo e lillà, e le carpe colorate che balzavano fuori dall’acqua di tanto in tanto non disturbavano per niente quella quiete magica in cui il villaggio della Tribù della Tigre Bianca sembrava essere avvolto.
Una parte dell’anima di Lyn si sentì a casa in quel posto, quella pace e quel silenzio a cui non era per niente abituata essendo cresciuta in una grande città, la fecero sentire di colpo come al sicuro. Rei si guardava intorno con le lacrime agli occhi, era tutto esattamente come lo ricordava, mentre Elena ovunque posasse lo sguardo meravigliato, faticava a realizzare che quel posto, così come suo marito gliel’aveva sempre descritto, esistesse per davvero.
- E’ proprio come nel dipinto...- mormorò Elena e Rei sorrise, pensando a quante volte sua moglie si era persa ad ammirare i dettagli del quadro che lui custodiva dapprima in casa sua a Piazza di Spagna e poi nel salone di villa Tornatore.
- Papà, è fantastico- disse Lyn, entusiasta
- Questa...- cominciò Rei quasi in un sussurro, prendendo la mano di sua figlia.
- E' anche un po’ casa tua-
Lyn annuì felice, continuando a guardarsi intorno, mentre la barca procedeva adagio verso una sponda ancora fuori mano.
- Qui venivo spesso a pescare e in fondo c’è una cascata, era il mio posto preferito per concentrarmi prima di un match, ci passavo ore sotto l’acqua- disse Rei, indicando un punto in particolare.
- Sotto la cascata, davvero?- chiese Lyn incredula
- Già- confermò Rei
- Non vedi quanto tempo perde nella doccia?- disse sarcastica Elena, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti
L’uomo minuto, ma forte che trainava la barca disse qualcosa a Rei in cinese e lui annuì.
- Siamo arrivati- confermò l’uomo dalla lunga coda corvina
- Mamma, sei sicura di riuscire a capire proprio tutto?- si preoccupò Lyn, quando entrambe le donne erano scese dall’imbarcazione e si incamminavano su un piccolo pontile di legno.
- Tranquilla, dopo diciassette anni di matrimonio con un cinese credo di essere in grado di comunicare almeno il minimo sindacale- si affrettò a rispondere Elena, ma a sua figlia non sfuggì che quella era una risposta poco convinta.
- Credo che abbia imparato più papà da te, che tu da lui- confessò la giovane, mordicchiandosi il labbro
- Confermo, ma tuo padre al ristorante ha parecchi ragazzi romani e quindi l’ ”Aò te devi da move” di circostanza ogni tanto gli esce spontaneo- osservò Elena
Le due ridacchiarono di gusto.
Lyn, dal canto suo, parlava perfettamente la lingua. Sin da quando era piccolina, Rei ed Elena l’avevano educata alla comprensione e all’espressione di entrambi gli idiomi, dunque Lyn era in tutto e per tutto bilingue.
Nel mentre si addentravano e procedevano tra le modeste abitazioni del villaggio, parve molto strano alle ragazze che non ci fosse nessuno ad aspettarli all’ingresso, non che si aspettassero una torta e dei cotillons, ma un minimo di benvenuto a quello che doveva essere il Capotribù con la sua famiglia. Rei, invece, procedeva come al solito pacatamente verso quella che doveva essere la residenza della carica più alta del villaggio.
Probabilmente, pensò Lyn, non farsi vedere in giro era il modo consono per dare i propri omaggi al Capotribù.
- Eccoci arrivati- disse Rei trionfante, spalancando una pesante porta all'ingresso di quella che sembrava essere la residenza più spaziosa.
Madre e figlia tirarono un sospiro di sollievo nel trovarsi davanti una casetta molto carina e, soprattutto ben arredata, per quanto semplice.
- Beh, sicuramente non è il presepe che mi ero immaginata- mormorò Elena sollevata
- Sono d’accordo- proseguì Lyn guardandosi intorno
Le pareti di roccia erano dipinte con disegni e ideogrammi o ricoperte di antichi drappeggi sui quali troneggiava il simbolo della Tribù: la tigre. Lo spazio era ben organizzato, c’era un camino sull’angolo ovest nel quale era acceso un fuoco e di fianco un tavolo sul quale troneggiava un vassoio con una teiera e tre tazzine di finissima porcellana e con dei meravigliosi decori in oro. Sul lato nord, divisa da un separé in bambù, c’era la zona notte. Un letto matrimoniale con pellicce di animali e coperte color vermiglio da una parte e dall’altra un letto singolo, ma in egual modo preparato.
- Questo posticino è molto bello, devo dartene atto- disse Elena, mentre Rei la abbracciava da dietro, dandole un bacio nel collo capace di farle venire i brividi.
- Potresti abituartici- le sussurrò lui all’orecchio, la donna sorrise poi si girò per guardare negli occhi suo marito.
- No, preferisco il mio lettone con materasso in memory a Roma, ma ci hai provato, grazie dell'offerta- replicò lei sorridendo e Rei scuoté la testa, tirandola a sé e baciandola con passione, mentre Lyn dava un’occhiata al vassoio sul tavolo.
- Qui c’è un biglietto- interruppe i suoi genitori che si stavano lasciando decisamente andare più del dovuto.
- Cosa dice?- chiese Rei, mentre teneva ancora Elena stretta a sé e senza staccare gli occhi dai suoi.
- Il Capotribù ha il dovere di servire il thé alla sua famiglia reale- disse Lyn con un certo stupore
- Famiglia reale, che paroloni- commentò Elena
- Beh, lo siamo. Sareste rispettivamente regina e principessa, se fossimo in un “regno” più grande- disse Rei posando lo sguardo prima su sua figlia per poi tornare su sua moglie, lasciando entrambe di stucco.
- Regina, mi piace come suona… sai, forse potrei cambiare idea- disse Elena con una smorfia, mentre si avvicinavano al tavolo.
Lyn, intanto, era andata in avanscoperta nel resto della casa, quando i genitori l’avevano sentita emettere un grido di sorpresa.
- Non posso crederci!- disse stupita la ragazza, notando qualcosa sul letto matrimoniale
- Cos’altro c’è?- chiese Elena
- Guardate...-
Lyn apparve con un cheongsam appoggiato indosso. I suoi genitori rimasero senza parole nel vederla.
- Caspita, è bellissimo- disse Elena
- Vero? È un sogno, ho sempre desiderato averne uno- commentò la giovane al settimo cielo, facendo un giro su sé stessa.
Rei la guardava rapito, come fosse il diamante più raro e prezioso al mondo e, in effetti, per lui Lyn lo era davvero.
Si alzò e le andò accanto.
- Sai, il primo cheongsam lungo si regala al compimento dei sedici anni, qui lo indossano solo le donne adulte, quelle che contano nella nostra società e tu da oggi ne entri a far parte di diritto- disse Rei in tono quasi solenne ed Elena non poté trattenersi e versò qualche lacrima dinanzi a quella scena così dolce.
Lyn saltò in braccio a suo padre e lui la strinse forte chiudendo gli occhi.
- Ti voglio bene, papà, ti renderò orgoglioso di me, vedrai- disse Lyn facendosi cullare dalle braccia forti di Rei
- Già lo sono, piccola, già lo sono- sottolineò l’uomo con un sorrisetto.
La sua bambina, quel dolce scricciolo che l’aveva tenuto sveglio per notti intere anche dopo estenuanti serate al ristorante, quella piccoletta che aveva mosso i primi passi per casa e che lui aveva consolato dopo qualche capitombolo. Quella bimba a cui aveva letto le fiabe e raccontato le leggende sulla Tigre Bianca, la stessa a cui l’aveva affidata quando le aveva insegnato a tenere in mano un dispositivo di lancio e a combattere con Driger. Oggi, quella bambina era una giovane donna, pronta a spiccare il volo e a prendere in mano la sua vita. A Rei sembrava che il tempo fosse corso troppo in fretta da quando aveva preso per la prima volta in braccio sua figlia e aveva provato un amore che credeva impossibile e si ritrovò a pensare a quante volte non aveva capito il suo amico Max quando parlava di Judy.
Non poteva comprendere, non avrebbe mai potuto, fino a quel giorno di giugno di sedici anni prima.
- Buon compleanno, tesoro- le sussurrò lui all'orecchio
- Grazie, papà- rispose lei, tenendosi ancora stretta a lui
- Smettete di farmi piangere e prepariamo questo thé, se non vi dispiace- disse Elena, alleggerendo l’atmosfera che stava diventando decisamente troppo drammatica per una sensibile come lei.

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Il Gong fu cha, ovvero la cerimonia del thé, era una pratica che veniva presa molto seriamente dalla Tribù e, in generale, da tutta la Cina.
Nel villaggio da cui proveniva Rei, era compito del capo famiglia officiare questa importante cerimonia e, nel caso specifico del Capotribù, era quasi un obbligo nei confronti della consorte e degli eredi.
Non prevedeva una semplice preparazione come riscaldare dell’acqua e versarla in una teiera e poi nelle tazzine, ma c’era una predisposizione maniacale degli oggetti sul vassoio e i passaggi venivano eseguiti sempre con molta attenzione e cura dei dettagli.
Elena aveva visto Rei farlo al ristorante molte volte, ma lì la preparazione era molto più grossolana e veloce, visto che lo chef serviva il thé a tutti i commensali, come da sua abitudine da quando aveva inaugurato La Tana della Tigre Bianca, al contrario, in quella particolare circostanza Rei era decisamente concentrato e sua moglie non poté fare a meno di pensare che fosse estremamente sexy in quella data occasione, con il suo changpao bianco e blu con inserti dorati a giro manica e i capelli raccolti in una coda bassa su una spalla.
Nonostante fosse passato più di un decennio dal loro primo incontro, Elena aveva ancora le farfalle nello stomaco in presenza del suo Rei e più il tempo passava e più lo trovava bellissimo e affascinante. A volte riaffioravano quei brutti ricordi di quando si era rassegnata a vivere senza di lui, alla fine del Cammino e il sollievo che aveva provato quando l’aveva rivisto alle nozze di Takao e le venivano i brividi a credere che tutta quella gioia che aveva vissuto da quel momento in avanti le poteva essere negata.
Ogni volta, scacciava quei pensieri con tutte le sue forze.
Mentre sorseggiavano la calda bevanda in silenzio, Rei lanciò uno sguardo fuori dalla finestra posta sopra il camino.
- E’ buio, ormai, è quasi ora- sentenziò serio
- Va’ a prepararti- ordinò con dolcezza Elena a Lyn che eseguì annuendo. Si alzò, si inchinò ai suoi genitori come prevedeva l’etichetta in questi casi e andò a prepararsi.
Quando Lyn si guardò allo specchio prima di uscire dalla residenza, vide per la prima volta in vita sua una donna che le sorrideva nel riflesso e non una ragazzina.
I lunghi boccoli neri come la pece cadevano fino al fondoschiena, sembrando quasi petrolio. Gli occhi dorati erano stati abbelliti con una linea di kajal e del rimmel rendendoli ancora più profondi ed espressivi, mentre sulle labbra carnose un velo di rosso aveva dato il tocco finale, in tinta con l’abito che indossava chiuso fino al collo e con dei bellissimi ricami floreali nei toni del blu.
La giovane figlia di Rei ed Elena sembrava una dea.
- Lyn, sei pronta? È ora- disse Elena bussando leggermente sul separé in bambù e avanzando lentamente verso sua figlia che si girò nella sua direzione, in attesa dell’approvazione di sua madre.
La donna non riuscì a trattenere lo stupore, ancora una volta quel giorno.
- Sei perfetta- disse in un soffio, poi entrambe si guardarono allo specchio.
Elena accarezzò i soffici capelli di sua figlia e glieli sistemò su un lato.
- Tu sei perfetta, mammina- cercò di abbindolarla la ragazza, sentendosi di colpo terribilmente in imbarazzo.
- Quest’abito nero è fatto apposta per il tuo fisico, guardati- continuò Lyn, indicando l’abito con scollo a barca di sua madre, che la fasciava splendidamente.
- Non cercare di spostare l’attenzione su di me- disse dolce Elena, mentre continuava a fissare il riflesso di entrambe allo specchio. Nonostante Lyn fosse identica a Rei, c’era qualcosa nelle sue espressioni che era decisamente preso da sua madre.
- Questa è la tua serata, sei pronta?- la incoraggiò Elena e Lyn sospirò profondamente.
- Vorrei ci fossero Makoto, Judy e David qui con me- confessò la ragazza, girandosi a guardare sua madre, che sorrise.
- Invieremo loro dei video e gli faremo il resoconto della serata- la rassicurò la donna e Lyn l’abbraccio sollevata.
- Oh, grazie, speravo lo dicessi- disse in un sussurro la ragazza.
- Andiamo, tuo padre è già fuori che aspetta impaziente- si affrettò a dire Elena
- Non vogliamo far aspettare il Re, giusto?- disse Lyn con un sorrisetto e riuscì a far sorridere anche sua madre.
Rei si perse ad ammirare sua figlia mentre scendeva lentamente i gradini in pietra davanti la loro tenuta, poi le porse il braccio con un sorriso fiero.
- Principessa- disse Rei strizzandole l'occhio, quando Lyn si agganciò convinta al suo braccio
- Vostra Altezza- rispose di rimando la ragazza
Elena camminava qualche passo più indietro rispetto a sua figlia e suo marito e vedeva ondeggiare le loro chiome che quasi si muovevano indistintamente nel buio della notte. Procedevano verso un’altra grande residenza, la più grande insieme alla loro e il villaggio sembrava essere addormentato. Nessuno si era fatto vivo da quando erano arrivati e quell’atmosfera così calma e pacifica per un istante fece sentire Elena inquieta, quasi come se quel silenzio fosse innaturale.
Fuori da ogni casa era stata accesa una fiaccola e Rei aveva spiegato a Lyn che era il modo della Tribù di omaggiare il nuovo membro che si apprestava a farne parte. Solo poco prima di varcare la soglia della Casa del Saggio, Rei aveva raccontato a sua moglie e sua figlia che nessuno doveva essere in giro per il villaggio nelle ore precedenti ad un rito di passaggio, come se la Tribù non potesse vedere il nuovo membro mentre “attraversava” la fase infantile verso quella adulta.
- Avete tutte i capelli sciolti?- chiese Rei sottovoce e sua moglie e sua figlia annuirono, ricontrollanso velocemente.
Un’altra tradizione che avevano dovuto mantenere in quella circostanza era che di fronte al Saggio, tutti i membri della Tribù dovevano presentarsi con i lunghi capelli sciolti e privi di nodi. La chioma era un simbolo di forza e motivo di vanto per la Tribù e attraversare il rito di passaggio con i capelli annodati significava portarsi dietro i problemi dell’infanzia nell’età adulta.
- Coraggio, allora- invitò Rei e tutti e tre salirono i gradini.
Scostarono una grossa tenda di velluto e si udì subito il cambio di temperatura all’interno della Casa del Saggio.
Il caldo era quasi afoso, considerando la moltitudine di candele accese, e al centro di una stanza spoglia sedeva in ginocchio un uomo che poteva essere anziano quanto l’universo secondo Lyn, con un cappuccio appena calato sulla testa. Sembrava immobile, se non fosse stato per il respiro pesante, lo avrebbero scambiato senza dubbio per una statua.
Nonostante la sicurezza che Lyn aveva ostentato da quella mattina fino a quel momento, quella figura che sembrava immortale le incuteva terrore e rispetto allo stesso tempo, ma doveva mantenere autocontrollo, lei era la figlia del Capo, dopo tutto.

   
 
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