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Autore: My Pride    08/07/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Wish you time to be happy Titolo: Wish you time to be happy
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 1570
 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Selina Kyle, Bruce Wayne
Rating: Giallo
Genere: Generale, Azione, Malinconico
Avvertimenti: What if?

Poems for June: 06. “Ti auguro tempo” - Elli Michler
6 setting challenge: Sgabelli di un bar

 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Grazie del salvataggio, Bats, ma avevo tutto perfettamente sotto controllo. Puoi andare a fare il maschio alfa da un’altra parte», esordì Selina con uno sbuffo scocciato, premendo il piede sul petto dell’uomo che aveva atterrato con un calcio ben assestato ai testicoli.
    Aveva passato una bella serata seduta al bancone del Noonan fin quando un gruppetto di sgherri del Pinguino, pesantemente ubriachi, non le si erano avvicinati e non avevano cominciato ad importunarla, senza smettere di chiederle cosa facesse una “bella gattina” tutta sola a Cauldron, uno dei quartieri più pericolosi di Gotham City. Quando il barista aveva fatto notare che stavano pur sempre parlando di Catwoman – la sua fama non era così misera da porsi domande così sciocche, a meno di non essere nuovi del mestiere e del posto – uno di loro aveva riso sguaiatamente e aveva passato un braccio intorno alle spalle di Selina, la quale aveva roteato gli occhi e chiesto “educatamente” di lasciarla stare… almeno finché quello stronzo non le aveva palpato il sedere e lei gli aveva afferrato il polso, rompendoglielo in più punti.
    Era stato in quel momento che era cominciata la rissa – una cosa da nulla, se messa in confronto con i soliti scontri a fuoco di cui era solitamente testimone il barista – e in molti si erano messi a tifare e ad accettare scommesse, salvo filarsela quando uno dei finestroni del bar era esploso in mille pezzi e aveva fatto il suo ingresso Batman, con il mantello spianato e i frammenti di vetro che erano volati in ogni dove; si era intromesso nello scontro e preso a pugni più persone del dovuto, certo, ma aveva puntato soprattutto un uomo che si era tenuto in disparte e, seppur ricambiando l’occhiata scettica di Selina, si era prestato come trampolino di lancio per lasciare che la donna colpisse il tipo in viso con un calcio al volo, approfittandone per legarlo stretto una volta atterrato. Ma Selina aveva sollevato entrambe le sopracciglia, e tuttora lo osservava con un’espressione che lasciava intendere qualunque cosa.
    «Mi era di intralcio», rispose infine Batman, usando lo stivale per tener fermo l’uomo riverso a pancia in giù e stringere il nodo, ma Selina roteò gli occhi.
    «Certo, Bats, certo», affermò con un sbuffò e, nel vederlo afferrare l’uomo per trascinarlo verso la porta, sgranò gli occhi, incredula. «Ehi! E adesso dove credi di andare?» domandò nell’andargli dietro, ricevendo solo un grugnito in risposta.
    Selina sapeva che Batman – Bruce – era sempre stato un tipo di poche parole un uomo che affermava di lavorare da solo ma non aveva mai agito come se la sua presenza fosse intollerabile al punto di andarsene non appena conclusa la sua missione, qualunque essa fosse. Avevano passato anni a flirtare, un tira e molla continuo che per lei era stato un po’ come il classico gioco del gatto e del topo, ma non aveva mai visto Batman con quell’espressione dipinta in viso. Anche attraverso la maschera, anche con la mascella così rigida, non aveva mai avuto l’impressione che fosse così… assente. Lo aveva quindi osservato da lontano, seguito per Cauldron finché non aveva mollato quel tipo nei pressi del GCPD dopo averlo legato ad un lampione, vedendolo sparare un rampino verso l’alto per andarsene senza dire una parola. Ed era stato a quel punto che Selina si era accigliata maggiormente, seguendolo con agilità verso il tetto solo per vederlo seduto su un condotto di ventilazione tra grugniti e imprecazioni. Si era abbassato la maschera, e il cappuccio pendeva floscio sulla sua schiena.
    Selina sbatté le palpebre, incerta, avvicinandosi a passo felpato. «Bats?» lo chiamò nel poggiargli una mano su una spalla, e fu un attimo: l’uomo si voltò d’un lampo per afferrare il braccio e stringere le dita intorno ad esso, e Selina urlò nel sentirlo torcere un po’. «Bats! Mi stai facendo male!» esclamò nel tentativo di divincolarsi, e probabilmente glielo avrebbe anche spezzato se il respiro di Bruce non fosse improvvisamente diventato pesante e le spalle non avessero cominciato a tremare, allentando automaticamente la presa.
    Aveva persino sgranato le palpebre, le pupille erano diventate un puntino nero in quelle iridi azzurre e spiritate, e fu a quel punto che Selina di rese davvero conto che qualcosa non andava ed era peggio di quanto pensasse. Si massaggiò il braccio indolenzito, afferrando il viso di Bruce con entrambe le mani per abbassargli la testa e costringerlo a guardarla negli occhi, notando il guizzo di terrore che corse in quelle profonde iridi azzurre; stava lottando contro qualcosa, qualcosa che sembrava avergli rimescolato il cervello, e Selina poteva solo azzardare che fosse sotto effetto di una qualche droga o, peggio ancora, di un nuovo prototipo del gas di Crane. Il petto aveva cominciato ad alzarsi a ritmi veloci e irregolari, il respiro caldo e spezzato si infrangeva contro il suo viso, e Selina si alzò sulle punte dei piedi per riuscire a ritrovarsi quasi alla sua stessa altezza.
    «Va tutto bene, Bats… va tutto bene», gli sussurrò nel premere la fronte contro la sua mentre gli carezzava il viso, cercando di far scivolare il più attentamente possibile una mano verso la sua cintura, ma lui se ne accorse e le afferrò il polso, spingendola lontano da sé così forte che Selina cadde a terra, imprecando.
    «Sta’ lontana». Il tono di Batman era più rauco di quanto non lo fosse di solito, più profondo, un suono gutturale che parve risalire dal fondo della sua gola. «Vattene».
    Selina si rimise in piedi con un balzo, sgranchendosi il collo e assottigliando le palpebre. «E lasciarti in queste condizioni? Piuttosto prenderò a calci il tuo bel culo, tesoro», rimbeccò, gettandosi verso di lui per puntare nuovamente alla cintura.
    Era certa che ci fosse un antidoto o qualunque cosa che avrebbe potuto abbatterlo abbastanza per arrestare l’avanzamento dell’effetto della tossina, almeno il tempo che sarebbe bastato per mandare un segnale a qualche membro della bat-famiglia e far sì che se ne occupassero loro. Qualunque cosa avesse inalato, inghiottito o assimilato, aveva destabilizzato il suo cervello e inibito la funzione delle sue cellule, impedendogli di richiedere aiuto o usare l’antitossina necessaria come avrebbe fatto in condizioni normali; in quel momento c’era solo un uomo che cercava di lottare contro il sentimento che si era impossessato di lui, e Selina aveva tutte le intenzioni di aiutarlo a tornare a ragionare… anche a costo di prenderlo a calci in culo.
    Consapevole che avrebbe dovuto lottare contro di lui, stavolta Selina non si fece cogliere impreparata e scartò di lato quando Bruce provò a colpirla con un pugno al viso, e gli avvolge le gambe intorno ai fianchi per roteare con lui sul tetto; Batman imprecò e la spinse via con un colpo d’anca, riuscendo a rifilarle un pugno allo stomaco che per un momento la lasciò senza fiato prima che, rotolando e sputando bile, Selina gli gettasse un’occhiata infuocata e tornasse all’attacco con la ferma intenzione di chiudere la questione. Giocò un po’ sporco ad ogni pugno che le veniva inferto, usando anche la sua frusta per colpirlo alle braccia e alle gambe e avvolgergli una caviglia per tirarlo a sé, facendogli sbattere a terra la schiena. E ne approfittò subito per colpirlo con un calcio al viso, facendogli voltare la testa di lato e spingerlo nuovamente a terra con un piede quando Bruce provò ad alzarsi.
    «Adesso vedi di restare giù, Bats», rimbeccò nel premere il tacco contro il suo petto, sputando un po’ di sangue prima di guardarlo rantolare e agitarsi in preda agli spasmi. E nel sentirlo pronunciare a mezza voce “Chill”, Selina restò interdetta. Qualunque cosa stesse vivendo nella sua testa, aveva a che fare con la notte in cui, quand’era bambino, i suoi genitori erano morti.
    In cuor suo, Bruce non l’aveva mai davvero superata. Si vestiva da pipistrello ogni singola notte, cercando di ripulire le strade di Gotham nella vana speranza che nessun altro bambino subisse ciò che aveva subito lui, ma Selina aveva sempre saputo che era una battaglia per lo più persa. Aveva speso anni e anni della sua vita a fare tutto il possibile, e vederlo così, inerte e bloccato sul ricordo di quell’uomo che gli aveva tolto l’infanzia, le faceva male al cuore. Entrambi avevano sofferto durante i primi anni della loro giovinezza, seppur in maniera differente, e avrebbe voluto fare qualunque cosa per donargli anche un solo momento in cui avrebbe potuto sentirsi felice… ma non poteva. Tutta quella rabbia e quella devozione alla causa lo avevano logorato dentro nel profondo e, nonostante la vicinanza della sua famiglia, Selina sapeva che Bruce faticava ancora a trovare del tempo per se stesso. E con quel pensiero per la testa, Selina sospirò e si inginocchiò accanto a lui per fargli poggiare la testa sul suo grembo e cullarlo fra le sue braccia, premendo un pulsante sulla cintura multiuso per inviare un segnale alla bat-caverna.
    «Ci sono io qui con te, Bats. Non avere paura», mormorò, carezzandogli il viso mentre lui biascicava e delirava, con la fronte imperlata di sudore e gli occhi che tremavano al di sotto delle palpebre abbassate.
    Nonostante gli screzi, il rincorrersi, il prendersi e lasciarsi, Selina gli aveva sempre augurato ogni bene. E forse prima o poi avrebbe davvero trovato il momento per tornare a sperare e ad amare
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Anche questa storia è stata scritta per l'iniziativa #6settingchallenge e la #PoemsofJune indetta dal gruppo facebook Hurt/comfort Italia
Per quanto riguarda la prima iniziativa, questa storia era ormai fuori challenge, però l'ho aggiunta lo stesso per finire la tabella che avevo. Inoltre, tanto per cambiare, non avrebbe dovuto essere affatto così... ma io sono il solito clown quindi ho fatto cose che non avevano né capo né coda e ci siamo ritrovati con un Bruce fuori di capoccia e una Selina che, come la regina che è, lo fa rinsavire
Come farebbe quest'uomo a sopravvivere se qualcuno non si prendesse cura di lui... io proprio non lo so. Viva Selina!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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