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Autore: Keeper of Memories    21/07/2022    2 recensioni
"Entrambi si trovano lì, in una sala antica, dove il tempo si è fatto beffe delle elaborate decorazioni murarie e delle statue solenni, rovinando e sgretolando ogni cosa.
Sono fianco a fianco, le spade laser sguainate mentre osservano la luce emanare dal pozzo ai loro piedi, che quasi sembra chiamarli con la sua luce pulsante.
Dietro il pozzo, due troni in pietra.
Due troni per due persone.
Due troni per una diade.
Due troni per loro.
Per un breve istante i loro occhi si incontrarono."
Tempo fa incappai nello script iniziale di episodio IX e quasi subito decisi di trasformare quel capolavoro mai nato in una storia.
!Attenzione!
Se cercate un lieto fine per la vostra coppia preferita, passate oltre. Questa non è la fanfiction che state cercando.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coruscant, Nucleo Galattico
 
La notte era finalmente sopraggiunta anche in quella metà della superficie di Coruscant, coprendo il quartier generale del Primo Ordine con la sua gelida coperta stellata.
Kylo Ren sedeva immobile sul letto, tamburellando incessantemente le dita sulla morbida stoffa della coperta spiegazzata, agitato.
Non riuscendo a prendere sonno, si alzò e lentamente si avvicinò all’unica mensola della stanza, senza mai spostare lo sguardo da ciò che vi era posato sopra. La maschera di suo nonno sembrava fissarlo, apatica e crudele con quel suo ghigno distorto. Un tempo gli incuteva timore e rispetto, ma ora non gli sembrava che una scialba caricatura dell’uomo che l’aveva indossata.
«Ora ti capisco, sai?» mormorò, sfiorandone il lucido metallo nero con la punta delle dita, concedendo alla sua voce distorta dalla nuova maschera di echeggiare per qualche istante nella stanza «La tua debolezza, il tuo dolore… hai permesso all’amore di oscurare la tua capacità di giudizio.»
Kylo Ren prese ciò che restava della maschera di Darth Vader e con passo deciso si avvicinò alla finestra, che aprì di scatto. Miliardi di stelle costellavano il cielo quella notte, silenziose testimoni di quella decisione ferrea.
«Non commetterò i tuoi stessi errori» mormorò, prima di lasciar cadere la maschera nel vuoto, oltre il sottile strato di nuvole che parzialmente gli proteggeva lo sguardo dalla superficie, mentre il vento gelido si premurava di nascondere il suono della caduta con le sue sferzate.
Richiuse la finestra con un gesto stizzito e recuperò degli abiti puliti e un mantello nuovo dall’armadio. Doveva eliminare Rey, era l’unico modo per recidere ogni pericoloso ostacolo sulla strada che l’avrebbe portato al potere assoluto. Non doveva, non poteva concedersi alcun tipo di legame, o avrebbe fatto la fine di suo nonno.
Il suo droide astromeccanico emise alcuni bip sorpresi non appena la porta si aprì, risvegliandosi all’improvviso dal suo stato di stand-by.
«Imposta una rotta per il sistema Remnicore» disse Kylo, dirigendosi rapidamente verso il suo hangar personale «subito.»
Il droide emise un bip affermativo, attivando i suoi propulsori per superare Kylo Ren e precederlo all’interno dell’hangar, dove iniziò la preparazione del TIE Silencer.

 
La sala da guerra era silenziosa a quell’ora, priva dell’inutile chiacchiericcio di quei Signori della Guerra puzzolenti e insopportabili con cui Hux doveva trattare. Il Cancelliere osservava con attenzione i confini galattici del Primo Ordine sulla mappa galattica, dove poche e deboli cellule di ribellione locale a volte ancora prendevano vita.
Un bagliore ai lati del suo campo visivo attirò la sua attenzione, oltre la finestra: il TIE Silencer brillò leggermente, prima di compiere il salto nell’iperspazio. A Hux sfuggì un sorriso.
«…Addio Ren» mormorò tra sé e sé.
«Signore?» Sulla soglia della sala da guerra il Comandante Sellik, il suo secondo in comando, attendeva sull’attenti.
«Parla.»
«Una delle nostre sonde ha individuato il droide, Signore.»
«Prepara la mia nave. Voglio essere testimone della loro definitiva estinzione.»
«Devo informare il Supremo Leader Kylo Ren, Signore?»
«No.»
Istintivamente, Hux guardò fuori dalla finestra, nello stesso punto in cui poco prima era svanito il TIE Silencer.
«Lasciamo che Kylo e la ragazza adempiano alle vuote promesse della loro antica religione» proseguì, senza voltarsi «Alla fine, si uccideranno a vicenda, come jedi e sith hanno sempre fatto. Sarà allora che sorgeremo, forti, decisi. Pronti a portare il vero ordine nella galassia.»
Non appena fu sicuro che Hux non lo stesse guardando, Sellik alzò gli occhi al cielo. «Agli ordini, Signore.»
 

Sistema Nirauan, Orlo Esterno
 
Finn era accovacciato a terra e stava nervosamente stingendo un bullone allentato del Phantom Hawk, la nave che Rose aveva orgogliosamente assemblato a partire dai vecchi rottami di altre navi. Un clangore invase prepotentemente le sue orecchie, facendogli schizzare il cuore in gola.
«Accidenti!» esclamò Rose, raccogliendo gli attrezzi che le erano caduti dalle braccia, ma Finn non la sentì. Gli tremavano le mani e dovette chiudere gli occhi e fare profondi respiri per costringere il suo cuore a battere di nuovo regolarmente. Immagini del passato si stavano affollando nella sua mente, quando era solo un bambino vittima delle torture che il Primo Ordine chiamava condizionamento.
«Stai bene? È tutto ok…» Rose si era chinata su di lui e gli stava accarezzando la guancia con il dorso della mano, visibilmente preoccupata.
«Io… Pensavo a quello che è successo su Kuat» biascicò, non appena riuscì a riprendere il controllo delle sue emozioni.
«E…?» La mano di Rose si chiuse sulla sua e dopo pochi secondi smise di tremare.
«Uno degli stormtrooper su Kuat. Lo conoscevo, ci siamo allenati insieme fin da piccoli. Era spaventato. Mi ha ricordato...» Finn deglutì, incapace di concludere la frase, troppo impegnato a ricacciare indietro la paura.
«Non credo quei ricordi se ne andranno mai…» mormorò Rose, abbassando lo sguardo preoccupato.
«No… ma dobbiamo fermarli. Non posso permettere che altri diventino come me.» Finn strinse la mano di Rose, come per trasmetterle la sua determinazione.
«È per questo che lottiamo, dopotutto… Perché nessuno debba più vivere nella paura.»
Gli occhi di Finn si persero per qualche istante in quelli di Rose, come per attingere alla sua forza d’animo, sperando quasi lo contagiasse. Rose posò delicatamente la fronte sulla sua.
«A volte vorrei essere come te sai?» le disse.
«Come me?»
«Si… non avere paura. Mi sento un codardo.»
«Finn… ma io ho paura. Tutti abbiamo paura» Rose alzò la testa, ridendo debolmente, una risata triste, dolceamara «Ho solamente perso tutto Finn… la mia casa, la mia famiglia, i miei amici, il Primo Ordine li ha distrutti uno per uno. La Resistenza è tutto ciò che mi rimane, tutto ciò che rimane all’intera galassia. Non ho altro per cui lottare.»
«Hai ragione» Finn si alzò e porse il braccio a Rose, che lo afferrò lasciandosi aiutare.
«Se quella paura dovesse tornare… sarò al tuo fianco okay? Non preoccuparti» aggiunse Rose non appena furono entrambi in piedi, il sorriso più luminoso che Finn avesse mai visto dipinto in volto.
 

Il ruggito infastidito di Chewbecca riportò entrambi alla realtà. Il wookie sembrava seccato e, da quello che si riusciva a intravedere, l’iperguida del Millennium Falcon sembrava essere il problema. Rose accorse immediatamente in suo aiuto.  
Finn stava per salire sul Phantom Hawk quando notò Rey osservarli con aria incerta, come se qualcosa di invisibile la trattenesse dall’avvicinarsi ulteriormente.
Finn raggiunse l’amica, comprendo la distanza che li separava con ampie falcate.
«Ehi! Uhm… immagino che questo sia un addio, quindi?» disse, incespicando sulle parole senza sapere esattamente come affrontare l’argomento.
«Non dire così…» Rey gli rivolse un sorriso mesto.
«Ne hai fatta di strada dai tempi di Jakku» aggiunse Finn, sorridendo a sua volta.
«Anche tu… si fidano di te. Fanno bene a farlo» disse Rey, accennando con il mento ai membri della Resistenza che ancora si affaccendavano nel cortile.
Finn annuì appena, prima di stringere l’amica in un caloroso abbraccio, prontamente ricambiato. Sentimenti di nostalgia e di speranza affiorarono nei cuori di entrambi.
Poe li raggiunse pochi secondi dopo, reggendo una cassetta degli attrezzi.
«Ehi, ci sarebbe da-» disse loro, fermandosi improvvisamente appena capita la situazione «Uhm… passo più tardi.»
Prima che Poe potesse voltarsi per lasciarli soli, Finn allungò un braccio, intrappolando anche l’amico nell’abbraccio.
«Fate attenzione, voi due…» mormorò Rey.
«Anche tu!» esclamarono Poe e Finn quasi all’unisono.
Un po' a malincuore, i tre sciolsero l’abbraccio.
 

Ora che il Falcon sembrava funzionare nuovamente, Rose e Finn salirono sul Phantom Hawke, lasciando Poe e Chewbecca a caricare le ultime provviste sulla nave.
Rey si allontanò, dirigendosi verso uno degli edifici ormai quasi vuoti. Sulla soglia, Leia la stava osservando, aveva quasi percepito il suo sguardo mentre salutava i suoi amici.
«Leia, io…»
«Non serve che tu lo dica.»
Leia sorrise, un sorriso dolceamaro su un viso stanco. Rey tacque per alcuni istanti, incerta.
«Posso salvare tuo figlio» disse infine, chiamando a raccolta tutta la sicurezza di cui era capace.
«Un tempo lo credevo anch’io, proprio come te.»
Leia sembrava serena mentre diceva quelle esatte parole, ma Rey non poté non percepire il dolore e la rassegnazione che nascondevano. Non sapeva se fosse merito della Forza o se fossero solo emozioni condivise, sapeva però che le stava provando anche lei.
«C’è del buono in lui» ribadì.
«Come ce n’è in tutti noi. Ma il ragazzo che conoscevo ormai non c’è più.»
Rey non riuscì a ribattere, non ne aveva il coraggio e forse non ce n’era nemmeno bisogno. Strinse Leia in un forte abbraccio, lasciando che fosse quel gesto a parlare, parole mute di dolore e di coraggio. Leia fece lo stesso e le due rimasero così per alcuni lunghi istanti.
«Fai attenzione, Rey» disse infine, scostandosi quel tanto che bastava per guardare la giovane in volto.
«Il Maestro Luke mi ha addestrato bene» rispose Rey, accennando a un sorriso.
«Ci sono cose per cui non si può essere addestrati, mia cara.»
«Non credo di capire.»
«Per tutta la vita ho sentito una parola ripetersi: equilibrio. Non ne ho mai compreso veramente il significato, non fino a quando ti ho vista, per la prima volta. Ho sentito quella parola ancora, quasi come un sussurro alle mie orecchie. Equilibrio.»
Rey chinò leggermente il capo, dubbiosa. Sapeva che il Generale Organa era sensibile alla Forza, ma ancora non capiva cosa questa stesse provando a comunicarle.
«Tu non sei come mio padre,» continuò Leia, comprendendo la sua confusione, «e nemmeno come mio fratello. Sei qualcosa di totalmente nuovo. Qualunque cosa accada, ricordati: la Forza ha scelto te. La tua storia non verrà scritta da nessun’altro.»
Leia sembrò voler dire qualcos’altro, ma nessuna delle sue parole arrivarono alle orecchie di Rey. Ci fu un sibilo assordante e un’esplosione fece alzare gli occhi dell’intera Resistenza al cielo, ora costellato dagli Star Destroyer del Primo Ordine.






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Note: salve a tutti! Rieccomi dopo tanto tempo (e dopo una crisi mistica) con questa long! Assistiamo finalmente a un punto di svolta nel personaggio di Kylo Ren, ora più che mai deciso a uscire dall'ombra del nonno e a trovare la sua strada, a modo suo. La parte più avvincente, a mio parere, è forse quella dove Finn si confida con Rose sul suo passato, mostrando quanto è diventato forte il legame tra i due. Sospetto che il condizionamento a cui si fa riferimento sia il progetto segreto (credo si chiami "progetto resurrezione", stando all'inglese) che prevedeva l'indottrinamento di alcuni ragazzini rapiti per trasformarli negli stormtrooper perfetti e fedeli fino all'osso al Primo Ordine. Fatemi sapere cosa pensate della storia fino a qui! A presto.

Che la Forza sia con voi!
   
 
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