Haunted Apartment
(parte 1)
Questa storia, a differenza
delle prime due è vera solo in parte.
E’ veritiera questa prima
parte, mentre la seconda è dettata dalla fantasia
(anche se la scena della
vasca mi è stata raccontata dalla mia amica come vera)
“Bea!” gridò
sconcertata sua madre Mathilde, di fronte a sua figlia allegramente distesa sul
divano a guardare l’ennesimo telefilm thriller americano. Sonnecchiava ridente,
in dormiveglia, in cannottiera gialla e shorts di jeans. Infradito azzurre di
plastica a racchiudere i piedi nudi.
“Bea!” Ennesimo
urlo
“Mmmmh…che c’è?”
rispose annoiata Bea, stropicciandosi gli occhi con il gomito destro.
“D’accordo che
sei nel pieno delle tue vacanze estive, ma potresti aiutarmi un attimo con le
faccende di casa, no?”
“Sì…hai ragione”
si alzò Bea, ancora sbadigliando. Sua madre era in tailleur nero e stava per
ritornare in ufficio dopo la pausa pranzo. “Dai, porta giù la
spazzatura…tornerò per le dieci, che dopo vado al cinema con Andrea”. Andrea
era il suo fidanzato. Proprio mentre stava per uscire, quasi come se non avesse
più nient’altro da dire, Mathilde rivolse un’ultima domanda a sua figlia “Dov’è
tua sorella?”
“E’ uscita”
“Dove?”
“E’ andata con dei suoi amici, credo che sia un ultimo incontro di quelli di
terza media prima del primo anno delle superiori”
“Ah…già, me lo aveva detto…se torna dopo le nove, però avvertimi, che non la
passerà liscia”
“Certo”.
Dopo lo scatto
della porta che si chiudeva dietro Mathilde, Bea spense la tv e andò nella
solare cucina, dove prese il sacco della spazzatura.
“Prima lo faccio
e prima me ne libero” si disse, volendo passare un pomeriggio in totale relax
di fronte al pc o magari alla tv. Inserì tutto l’orrendo contenuto della
spazzatura in cucina in un sacco di plastica viola, lo legò con cura e scese le
scale, sino a quello stanzino dove tutti coloro che abitavano nel suo residence
condominiale lasciavano i sacchi in attesa che l’uomo delle pulizie li portasse
via la mattina presto. Ad ogni scalino il sacco ondeggiava, sospeso dalla mano
destra. Bea aprì la porta e raggiunse di corsa lo stanzino, dove gettò il sacco
quasi con schifo e voglia di liberarsene.
Liberatasi del
malloppo, Bea incrociò quasi per caso la mia figura che stava camminando di
fronte a casa sua
“Ciaby!” ciaby è
il mio soprannome.
Mi voltai di
scatto al suo richiamo.
“Ciao Bea!”
“Che ci fai
qui?”
“Stavo per andare in biblioteca…pensavo che tu fossi già partita per il Canada”
“no, parto settimana prossima”
“Capito…”
“Senti…ti va di salire da me un attimo? Hai tempo?”
“Sì. Tanto la biblioteca chiude alle sei. Ho tempo”
“D’accordo”
Salimmo
velocemente le scale e raggiungemmo la sua bellissima cucina, con le pareti dai
toni caldi, le sedie di legno chiaro, quasi bianco e il frigorifero azzurro
cosparso di post it colorati. Mi sedetti su una di quelle sedie che adoravo e
vidi la mia amica aprire il frigorifero, con i capelli rossi e lisci che le
cadevano sulle spalle. “Vuoi qualcosa da bere?”
“Che c’è di
buono?”
“mmmh….Acqua naturale, coca cola,
champomì e sprite”
“Mi va bene l’acqua, grazie”
“Okay” disse prendendendo una bottiglia d’acqua. “vuoi anche del ghiaccio?”
“no…grazie”
“Okay…tieni” mi disse porgendomi un bicchiere freddo e sedendosi anch’ella di
fronte a me, dopo essersi passata la mano sinistra tra i capelli.
“Senti” mi disse
un po’ terrorizzata
“Sì?” risposi
con un groppo in gola, per aver bevuto troppo velocemente.
“Tu credi…ai
fenomeni soprannaturali?”
“Sì, certo.”
“Ecco. In questo condominio accadono cose
strane”
“Strane come?”
“Hai presente l’appartamente sotto il mio?”
“Sì, quello dove vive quella pazza di colore che il sabato pomeriggio canta
Shakira e Laura Pausini a squarciagola!” risposi ridendo
“Dove viveva”
“in che senso?”
“Se ne è andata
tre giorni fa…e senza dire nulla, tra l’altro”
“E cosa ci sarebbe di strano in questo?”
“Il fatto è
che…tutte le famiglie che sono andate a vivere in quell’appartamento se ne sono
andate tutte senza dire niente e solo dopo pochi giorni, al massimo una o due settimane. E tutto è iniziato da quando i primi
due proprietari della casa sono morti misteriosamente nel sonno”
“Nel sonno?”
“Sì…sono morti così, mentre dormivano”
“Strano”
“Già…io non
credo ai fantasmi o a cose sovrannaturali, però è logico pensare a cose
paranormali quando avvengono cose di questo tipo. Pensaci: prima della ragazza
che è venuta ad abitare per ultima c’era una coppia di fidanzati. Appena
arrivati erano cordiali, simpatici e si amavano da morire. Insomma, la coppia
perfetta. Passano i giorni e improvvisamente decidono di separarsi”
“Come?”
“Sì. Una notte
mi sono svegliata, perché avevo sentito dei rumori strani. Mi sono affacciata
alla finestra e ho visto che nel cortile c’è gente che urla. Mi sono fatta
raccontare tutto dal mio vicino e a quanto pare lei aveva chiamato la polizia
perché quella sera lui era impazzito e si era messo a picchiarla
selvaggiamente. Lei aveva cercato di difendersi, ma lui quasi di impulso aveva
cercato di ucciderla con un coltello. Tutto senza alcuna spiegazione. La
ragazza è rimasta sola nell’appartamento per qualche giorno. Lui non è stato
messo in prigione, ma in compenso è stato scacciato di casa. E’ per tutto il
tempo in cui la sua ex era rimasta nell’appartamento lui ha continuato a
dormire nel parcheggio poco distante da questo condominio. Quello
con le altalene, hai presente?”
Annuii.
“Ecco. Lui
dormiva sdraiato per terra. Lì, sotto le altalene”
“Terribile”
“Già….ma ciò che è ancora più strano è che nonappena la ragazza ha deciso di
cambiar casa, senza dir nulla a nessuno, lui è scomparso nel nulla”
“Stranissima e inquietante allo stesso tempo questa cosa, già”
“Nel condominio
ormai tutti parlano di fantasmi. Dicono che la gente se ne va perché vede gli
spiriti dei due inquilini morti nel sonno che chiedono vendetta. So che si
tratta di una leggenda urbana, ma ammetto che questo fatto è a dir poco
bizzarro. Non c’è una sola famiglia che sia rimasta in quella casa più di una
settimana”
FINE PRIMA PARTE :D
Diciamo che
questa è l’unica porzione di racconto davvero successa e ho deciso di
integrarla ad una seconda parte di mia invenzione, perché, ammettiamolo, preso
così il racconto non fa di certo paura :D