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Autore: LadyPalma    29/07/2022    4 recensioni
La fiducia dei suoi amici, la vita di James e Lily, in cambio di brandelli di tempo insieme a Violetta. Che scelta impossibile, eppure Peter, finalmente da vero impavido e cavalleresco Grifondoro, non ebbe bisogno neanche di un minuto per rifletterci.
Peter Minus/Violetta Black Bulstrode
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Peter Minus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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Il topo e il quadro

 

 

Quando i suoi amici gli avevano detto di perlustrare i sotterranei, Peter aveva soltanto finto di non essere il codardo che, stando al Cappello Parlante, non sarebbe mai dovuto essere. "Solo tu puoi scoprire cosa mia cugina e combriccola hanno in mente" aveva detto Sirius, cercando di farlo sentire importante, mentre James, senza aspettare neanche che si fosse trasformato del tutto in topo, lo aveva spinto fuori dalla finestra della loro stanza, facendolo quasi precipitare.

Odore di pozioni, di freddo, di buio: questo avrebbe ricordato Peter di quella sera mentre squittiva verso i dormitori Serpeverde, e lo avrebbe ricordato distintamente perché sarebbe stato l'esatto odore di fronte a ogni esposizione all'Amortentia. Questo, più le violette.

"Ti sei perso, topolino?"

Di fronte alla donna che aveva parlato in quel corridoio sinistro e al suo sorriso freddo ma curioso, si era sentito mancare. All'improvviso la paura – dei sotterranei, dei Serpeverde, delle reazioni deluse dei Malandrini in caso di fallimento – era sparita. Era strano a dirsi, ma nessuna ragazza gli aveva mai rivolto così tanta attenzione come lei, per cui rimase semplicemente a fissarla per qualche minuto, qualche ora, forse tutta la notte. 

E per quella notte non fu un ragazzo, né un topo, soltanto un amante dell'arte e della morte.


 

*

 

Violetta Black – così si era presentata, cristallizzata per sempre a diciassette anni, ignorando lei per prima il cognome che aveva assunto dopo nel tempo – gli aveva intossicato i sensi. Lei era solo un quadro, lo sapeva, eppure Peter lo dimenticava quando passava ore a fissarla, a sentirsi meno solo in sua compagnia di quanto lo fosse mai stato prima. Si trasformava in topo e si defenestrava volontariamente non appena i suoi amici si addormentavano e poi si piazzava lì, davanti a lei, pronto a scappare al primo rumore sospetto.

"Allora non sei un topolino e basta" gli aveva detto in tono di semplice constatazione, quando lui aveva avuto (dopo cinque sere) finalmente il coraggio di palesarsi come umano. E poi lei, senza remore, come se non avesse aspettato altro, aveva iniziato a parlare della sua vita, degli screzi con la famiglia, dei litigi con le amiche sopra i vestiti e altre cose che ormai – lei non poteva saperlo – ormai non esistevano più da tempo.

"... E quindi Lyra mi ha detto di non mettere il verde tra i capelli, ma soltanto perché si intona ai miei occhi ed era invidiosa della mia bellezza, ovviamente".

Dal nulla, senza motivo, era scoppiato a ridere, ricordando senza nessi logici una battuta idiota che aveva letto nella sezione satirica della Gazzetta del Profeta. Complimenti, Peter, hai rovinato tutto, si disse, ma invece non aveva rovinato niente. Con sua sorpresa, anche Violetta era scoppiata a ridere e, anche se lui non sapeva il motivo, a scoppiargli era stato il cuore all'idea che qualcuno per una volta stesse ridendo con lui e non di lui.

Ed era stato proprio in quella risata condivisa che Peter aveva capito di essere perduto, che pure lui come James si era innamorato. Oltre il tempo, oltre lo spazio.


 

*


 

Non glielo disse mai a Sirius (né a James, né a Remus) che invece di spiare le cugine andava nei sotterranei per parlare con una sua qualche antenata. Violetta era il suo segreto, lei era sua, e anni dopo si sarebbe chiesto come avrebbe fatto a sopravvivere negli anni a Hogwarts se non avesse incontrato lei. L'unico dubbio che lo tormentava era il pensiero che tutti quegli incontri sarebbero inevitabilmente finiti. Così, un giorno, siinfilò addirittura nella sacca di Sirius senza essere visto per il suo ultimo ritorno a Grimmauld Place. Se lì c'era un altro quadro di Violetta forse… Ma al suo arrivo aveva trovato soltanto grida – di Sirius che voleva fuggire, di Walburga che sbraitava come un'isterica, di se stesso mentre chiamava solo e soltanto Violetta. E Violetta non si trovava, non c'era, ché la Violetta del quadro era un'altra, era vecchia, era una Bulstrode, mentre fu un'altra giovinetta* dipinta a rispondergli incattivita: "Non nominare mia suocera, mai, mai, mai più!"

Era stato proprio a causa di quella solitudine, del suo amore impossibile, mentre tutti gli altri attorno a lui vivevano, che la domanda di sempre fu destinata a capovolgersi: Cosa sarebbe successo di tutta la sua vita dopo Hogwarts, e del destino dell'intero mondo magico, se non avesse mai incontrato Violetta? Quattro anni senza vederla non bastarono a dimenticarla, e in qualche modo Colui che non doveva essere nominato lo sapeva.

"Peter Minus" sibilò, tenendogli una mano da rettile per chiedergli l'anima. "Ti piacerebbe rivedere un quadro?"


 

*



 

"Ed è per questo che non importa cosa dice Hector Flawey*, io e te abbiamo avuto davvero soltanto una pausa".

Cosa fosse questo non era chiaro, né perché l'unica persona apparentemente a sapere di loro forse un ministro ormai morto da tempo. Amare un quadro significava anche arrendersi alla perdita dei nessi temporali, accorgersi che quattro anni potevano sembrare una manciata di minuti, e non importava forse troppo, in fondo, perché Violetta si ricordava di lui e faceva intendere che le era mancato, perché la Violetta che il Signore Oscuro le aveva mostrato a Lestrange Manor, il suo momentaneo quartier generale, era esattamente la stessa che aveva lasciato a Hogwarts. Ecco finalmente il modo in cui sarebbe potuto restare con lei di nuovo, anche se questo implicava il dover rivedere le sue alleanze.

La fiducia dei suoi amici, la vita di James e Lily, in cambio di brandelli di tempo insieme a Violetta. Che scelta impossibile, eppure Peter, finalmente da vero impavido e cavalleresco Grifondoro, non ebbe bisogno neanche di un minuto per rifletterci.


 

*



 

Se quattro anni erano stati soltanto una piccola pausa, tredici non più di una vacanza – in una casa di traditori, certo, dove i quadri degli illustri antenati non avevano mai messo piede. Quando era tornato dai Lestrange, abbassatosi come al solito a baciare i piedi di chi da giovane, per scherzo, avrebbe dovuto spiare, aveva ritrovato ancora una volta la sua Violetta e invariabilmente lei rideva ancora con lui, gli parlava, lo cercava. Lei si ricordava di lui, e allora lui, giorno dopo giorno dopo giorno dopo giorno, dimenticava – la morte di James e Lily, la sofferenza di Sirius, la solitudine di Remus, il destino di Harry. Nessuno lo avrebbe mai saputo, nessuno avrebbe mai capito, ma tutto quello che lui aveva fatto era stato semplicemente il prezzo di assaporare, seppur a distanza, l'unica gioia che gli era stata concessa. Nulla di più, in fondo, che cose che si fanno per amore.

Se qualcuno glielo avesse chiesto, Peter avrebbe semplicemente riassunto la sua intera vita in questo: era uscito sottoforma di topo a spiare un gruppo di Serpeverde pensando di non incontrare nessuno, e invece aveva incontrato proprio lei.










 

*Irma Crabbe, la nuora di Violetta.

*Ministro purosangue degli anni ‘20.

NDA: Non era mia intenzione rivisitare la vita di Peter, è soltanto il frutto di una serata crack condivisa. 10 personaggi random estratti dal Lexicon, 5 prompt altamente trash, e 12 minuti a prompt per tirare fuori qualcosa su una coppia. La mia scelta è ricaduta su Peter Minus e Violetta Black Bulstrode, bisnonna di Sirius, Bellatrix e combriccola, ridotta a quadro per ovviare alla distanza temporale.

I prompt proposti: 

-         Defenestrazione

-         It's not funny / I thought it was / You don't count, you started laughing in the middle of a funeral because you started thinking of a meme you saw on [insert whatever]

-         Non nominare mia madre, mai più

-         And that’s why, no matter what mommy says, we really were on a break

-         Sono uscito a buttare la spazzatura in pigiama perché credevo di non incontrare nessuno e ho incontrato proprio te

Le altre tre coppie uscite dalla serata sono: Nobby Leach/Irma Crabbe (Sia_), Violetta Bulstrode/Irma Black (Maqry), Zonko/Peter Minus (Mari Lace), Harold Dingle e Eleanor Branstone (VigilanzaCostante).

 
   
 
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