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Autore: Donatozilla    30/07/2022    1 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 31: Riunioni e decisioni

Incontrare un violento Vigilante ricercato subito dopo il suo ritorno in Giappone non era certamente una delle cose che Miki si sarebbe aspettata.

Quando lo aveva detto a Tomoko per poco lei si faceva venire un infarto, con lei che le chiedeva se ‘stava bene’ o se ‘le aveva fatto qualcosa’.

Dopo averla calmata (il che ci volle parecchio), Tomoko chiamò immediatamente la polizia in modo che potesse informar loro di quanto successo… ed ora Miki si ritrovava seduta su una delle sedie dell’ospedale con due agenti di polizia davanti a lei a farle domande su questo Ryo Honda.

“Dunque ricapitoliamo” cominciò il primo agente “Lei è tornata Aqui a Musutafu qualche ora fa, non è vero?”.

“Proprio così.” Annuì Miki.

“E mentre stava venendo verso questo ospedale si è imbattuta in Honda?” Chiese poi l’altro.

“Esattamente.”.

“Non ha detto dove stesse andando? Cosa stesse facendo?”.

“No, mi spiace. Non potevo immaginare chi potesse essere e, dato che ero di fretta per venire qua, me ne sono andata prima che potesse dire qualcosa di importante.”.

Il primo poliziotto tirò un sospiro mentre il secondo mormorò un ‘dannazione’.

“Non fa niente…” sospirò poi alla fine il primo agente “L’importante è che sappiamo che Honda, al momento, è ancora qui a Musutafu.”.

“Scusatemi ancora” ripetè Miki con dispiacere “Se avessi saputo che era un Vigilante ricercato…”.

“Non preoccuparti” rispose il secondo poliziotto “Anche se tu lo avessi saputo, non credo avresti potuto fare qualcosa per fermarlo.”.

Miki abbasso lo sguardo, puntandolo verso la sua mano destra ora chiusa in un pugno “Invece avrei potuto fare qualcosa senza problemi…” pensò mentre i due poliziotti si allontanavano, e Tomoko si avvicinava insieme a Kota.

“Ehi.. tutto apposto?” Chiese preoccupata la donna, mentre il bambino osservava con occhi preoccupati la sorella.

Miki tirò un sospirò “Uh… diciamo. Penso solo che se avessi saputo con chi mi ero andata a scontrare…”.

“Non avresti fatto un bel niente” la interruppe Tomoko con voce seria “Stiamo a parlare di un Vigilante con… poteri pericolosi” si trattenne dal rivelare la natura aliena dei suoi poteri. Per quanto volesse rivelare ciò a qualcun altro, non poteva farlo. Gli ordini erano chiari. “E tu sei senza Quirk. Anche se tu avessi provato a fare qualcosa… non sarebbe finita bene per te.”.

“Già… senza Quirk.” Ripete Miki con un sospiro “Se solo tu sapessi…” pensò subito dopo, con un grande senso di colpa che la investiva.

Miki si sentì stringere il pantalone dalla piccola mano di suo fratello e puntò lo sguardo verso di lui “L’importante è che non sia successo nulla da quell’incontro, sorellona. Non oso immaginare come mi sarei sentito se… se fosse successo qualcosa di brutto anche a te.” disse Kota mentre abbassava lo sguardo.

Miki mise una mano sulla testa di Kota, accarezzandogli i capelli e gli disse con voce confortante “Ehi… è tutto apposto. Vedrai, non mi succederà mai nulla di grave.” “O così credo…” pensò subito dopo. Una volta che avrebbe cominciato non sarebbe stato sicuro che sarebbe tornata a casa sana e…

“Signora Shiretoko?” La voce del dottore diretta verso Tomoko interruppe i pensieri di Miki che, insieme a Kota, puntò lo sguardo verso il dottore che si stava dirigendo verso loro tre.

“Dottore? Com’è la situazione?” Chiese Tomoko.

Il dottore mostrò un piccolo sorriso “Beh, se devo essere sincero… è molto buona. La signora Sosaki sta bene, decisamente meglio rispetto ai giorni scorsi. È solo molto stanca, quindi la visita di oggi dovrà essere breve.”.

“Va benissimo. Ciò che importa è che zia Shino stia bene.” Disse Kota sorridendo felice alla notizia che sua zia stava meglio. Puntò lo sguardò verso sua sorella “Sei pronta per salutarla?”.

“Io? Mai stata così pronta” sorrise a sua volta Miki “Spero solo che il rivedermi non le faccia prendere un colpo.” Finì ridacchiando, seguita a ruota da Kota e Tomoko.

I tre, dunque, entrarono nella stanza in cui si trovavano Shino e i suoi due compagni di squadra, trovando tutti e tre svegli, anche se Shino era quella più chiaramente stanca del trio.

“Ciao di nuovo.” Salutò nuovamente Yawara.

“Da quanto tempo.” Continuò sarcasticamente Ryuko.

Shino spostò debolmente lo sguardo verso l’entrata e i suoi occhi si spalancarono nel vedere Miki insieme a Kota e Tomoko “Miki…” mormorò Shino.

“Ehilà, zia Shino” salutò Miki con la mano, mentre si avvicinava al letto della zia con un sorriso dipinto in volto “Ne è passato di tempo, uh?”.

“Che… che ci fai qui?” Continuò a mormorare Shino “I tuoi studi a New York… tu dovresti…”.

“Lo so, mi è stato già detto” roteò gli occhi Miki stringendo la mano della zia, mentre Kota si avvicinava a sua volta al suo letto “Ma quando ho saputo quanto vi era successo non potevo non venire qui, per vedere come stavate… come TU stavi. E per quanto riguarda gli studi, non ti preoccupare. Ho avvisato che sono dovuta tornare qui per problemi di famiglia. Sono stati molto comprensibili al riguardo.”.

“Chi… chi ti ha detto…”.

“Sono stato io, zia Shino” rispose Kota “Mi sembrava giusto avvisare Miki di quanto ti era successo. Solo non mi aspettavo che avrebbe preso un aereo per venire subito qui in Giappone.”.

“Sai, sembra quasi che tu non volessi che tornassi da come lo stai spiegando. Dopo tutto questo tempo hai iniziato ad odiare la tua sorellona?” Chiese Miki con un sorriso divertito.

“Eh?! Ma come puoi dire una cosa del genre, Miki? Non è affatto vero!” Disse Kota con un broncio, facendo ridacchiare i vari presenti nella stanza, compresa Shino.

“Beh… sono felice che tu sia qui Miki… è stata una sorpresa… ma una molto gradita.” Disse la donna.

“Ed io sono felice che tu, alla fine, stia bene zia.” Sorrise Miki.

“Parliamo di te, ora” continuò Shino guardando negli occhi la nipote “Come stai tu, invece? Come stanno andando gli studi? E Amy come sta?”.

“Oh, io sto benissimo. Solo, sai, son stata preoccupatissima per te. Ma ora che so che stai bene, sto meglio. Gli studi finora stanno andando bene, e Amy sta a meraviglia. Era preoccupata quanto me quando ha sentito ciò che è successo a voi, ma son sicura che anche lei starà meglio quando saprà che state tutti bene.”.

“Siamo felice di sentirlo. Ora però… dì un pò come va la tua relazione.” Si intromise Ryuko con un tono quasi canzonatorio.

“Oh mio dio…” mormorò Miki mettendosi una mano in faccia, mentre le sue guance si facevano quasi rosse.

“Già” disse Kota con occhi sospetti “Come va la tua relazione con quel tizio… con quel Flash Thompson?”.

“Già, ti tratta bene? A quanto ho sentito non siete partiti nel migliore dei termini prima di mettervi insieme.” Continuò Shino con occhi sospetti proprio come Kota. 

“Sta andando tutto bene, se volete saperlo” rispose Miki sospirando ma m’intendo un sorriso “è vero, agli inizi eravamo antagonistici l’uno contro l’altro ma ve l’ho già detto, dopo un pò di tempo siamo diventati amici… e poi ci siamo messi insieme. Mi tratta bene proprio come io tratto bene lui.”.

“Sarà meglio” disse Shino “Perché se ti avesse trattato anche minimamente male neanche questo letto d’ospedale mi avrebbe fermata dall’andare in America ad insegnarli una lezione.”

“Stessa cosa per me” disse a sua volta Yawara.

“Andiamo ragazzi, non starete esagerando?” Ridacchio divertita Miki.

“Per niente” le venne come risposta da parte di tutti i presenti, e tutti non poterono condividere una bella risata.

Dio, era bello essere di nuovo in Giappone.

“Mi spiace interrompere questa visita” disse il dottore bussando alla porta aperta “Ma dovrò chiedervi di andarvene. La signora Sosaki, la signora Tsuchikawa e il signor Chatora devono riposarsi.”.

Tomoko sospirò dicendo “Va bene dottore. Ce ne andiamo subito.”.

Miki e Kota guardarono loro zia, la quale, disse “Beh, è stato bello rivedervi… ed è stato bello vederti tornare qui Miki. Ovviamente tu resterai nel nostro appartamento in questo periodo in cui rimarrai qui. Tomoko ha le chiavi.”.

“Perfetto. Spero, però, che la mia stanza non sia stata ritoccata, o poter rimanerci parecchio male.” Sorrise Miki.

Shino ridacchiò “Credimi, nessuno l’ha mai toccata da quando te ne sei andata.”.

“Buono a sapersi.” Rise Miki per poi dirigersi verso la porta insieme a Kota “Riposati, zia.”.

“Sì, zia. Ti verremo poi a trovare domani.” Salutò Kota.

“Vi aspetterò ragazzi.” Salutò Shino sorridendo, vedendo i suoi due nipoti uscire dalla stanza insieme a Tomoko.


“Ha davvero intenzione di fare il Festival della cultura?” Chiese Aizawa con un sopracciglio inarcato.

Le lezioni del giorno erano finite, gli studenti erano tornati ai loro dormitori e in quel momento i professori si trovavano riuniti nella sala riunioni della UA ad ascoltare quanto aveva da dire Nezu. A quanto pare era davvero riuscito a convincere la polizia a non cancellare il festival, nonostante tutti i problemi che la UA aveva avuto negli ultimi tempi.

“Proprio così, Aizawa” annuì Nezu “Ci è voluto un pò per convincerli… ma alla fine ce l’ho fatta. Ho assicurato che durante il festival ci sarebbe stat la massima sicurezza.”.

“Come mai vuole continuare col festival, signore?” Chiese confusa Midnight “Non rischiamo di mettere in pericolo gli studenti in caso di un attacco?”.

“Ha ragione Midnight, signore” continuò Snipe “Non sarebbe stato più saggio cancellare il festival?”.

“Tutto vero, ma proprio per via di tutti questi attacchi che penso che il festival si debba fare” continuò il roditore “I nostri studenti sono stati messi sotto un enorme stress in questi ultimi tempi tra i vari attacchi di cui sono stati vittima. Dunque sono dell’idea che questo festival i nostri studenti saranno capaci dir rilassarsi e, dunque, riprendersi dai terribili eventi di cui hanno fatto parte. E con la sicurezza che intenzione di mettere sono sicuro che le cose andranno per il meglio.”.

I vari professori si guadarono tra di loro, riflettendo su quanto detto da Nezu.

“Sono d’accordo con voi, signore.” A parlare, alla fine, fu Toshinori Yagi, All Might, con il resto dei presenti che spostavano lo sguardo verso di lui “Gli studenti, ora più che mai, hanno bisogno di questo evento per riprendersi da tutto ciò che è successo in questi ultimi mesi.” “Sopratutto i giovani Midoriya e Bakugo.” Pensò subito dopo.

Vlad King sospirò “Temo di dover essere d’accordo su ciò. Gli studenti si rilasseranno grazie a questo festival, e non potrà che giovare a loro.”.

“Sono d’accordo anche io” annuì la Space Hero, Thirteen.

Pian piano tutti i presenti finirono per essere d’accordo a quanto fu appena detto, con Aizawa che rimase l’ultimo a dire la sua.

Tirò un sospiro “Trovo molto rischioso, sopratutto in tempi come questi, fare il festival della cultura. Tuttavia, se potrà aiutare gli studenti a rilassarsi e a stare nuovamente a loro agio… allora non posso che essere d’accordo.”.

Nezu sorrise applaudendo zampe “Benissimo allora. Sono felice che siamo arrivati ad un accordo. Ricordatevi di dire del festival domani agli studenti. Sono sicuro che ne rimarranno entusiasti.”.

“Questo è più che sicuro…” brontolò Aizawa già immaginandosi le grida di gioia degli studenti della 1 A.

“Ora, dopo questo, potete andare. Vi ho trattenuto più che abbastanza.”.

I professori annuirono e cominciarono ad uscire uno ad uno dalla sala riunioni lasciando Nezu da solo.

“Dopo tutte le cose successe in questi ultimi mesi il festival non gioverà solo agli studenti, ma anche al resto di tutti noi” mormorò tra sé e sé il preside della UA “Dopo tutte queste cose terribili… col festival le cose non potranno che migliorare” una smorfia di preoccupazione cadde sul suo volto “O almeno così spero.”.

   
 
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