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Autore: Ivy001    01/08/2022    1 recensioni
RIECCOMI CON UNA NUOVA FANFICTION, STAVOLTA DAI TRATTI DI UN VERO E PROPRIO GIALLO, CON LA SPARIZIONE DI UNA DONNA E LE INDAGINI CONDOTTE DA ISPETTORI CHE ERAVAMO ABITUATI A CONOSCERE CON I PANNI DI RAPINATORI. SPERO VI PIACCIA. ATTENDO DI SAPERE COSA NE PENSATE PERCHE’ QUESTO MONDO CHE RACCONTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA TRAMA DE “LA CASA DI CARTA”
BESITOS A TODOS
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Il professore, Nairobi, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Il tragitto che conduce i due ispettori e la ex Mariposa alla villa avviene in assoluto silenzio.

Nairobi è cupa e persa nei suoi pensieri e nei tanti ricordi che, adesso più che mai, riaffiorano con prepotenza. Sono proprio quei flashback, sempre più definiti, a confermare l’Identikit dell’ipotetico Cliente 13.

Agata ha pochi dubbi: qualcuno di somigliante a Santiago Lopez è stato e continua ad essere il suo peggiore incubo.

Il suo compagno, nel frattempo, alla guida dell’auto, scruta la donna dallo specchietto retrovisore, cercando nel suo viso spiegazioni all’accaduto.

È assurdo che l’uomo che ha recato male alla sua Nairobi, e che potrebbe essere a capo del Night Club e dei suoi loschi traffici, abbia il suo stesso aspetto!

Per di più, a non dargli tregua, è il collega sedutogli accanto, il quale continua a insinuare che la Jimenez ha distorto la realtà, volutamente o non.

Se da una parte, tale preoccupazione comincia a farsi strada perfino tra le sue di certezze (seppure incondizionatamente innamorato della gitana) e troppe cose sembrano non trovare una logica, dall’altro lato, però, perché mai la gitana dovrebbe mentire e prendersi gioco delle indagini che la vedono patire in prima persona?

Così, dopo ben trenta minuti di percorso in automobile, chiusi nel loro silenzio, i tre raggiungono la destinazione.

È Ramos a chiedere al socio di restare con lui, all’esterno dell’abitazione, con la scusa di una sigaretta, per continuare la discussione sulla vicenda di Nairobi.

Lei, intanto, abbattuta dalla poca credulità che gli ispettori le danno, ma specialmente delusa dal suo compagno, si rintana in camera, ignorando le domande che le pone Tokyo appena la vede varcare l’uscio.

“Cosa le prende?” – chiede Rio, confuso, alla sua fidanzata.

“Qualcosa non è andato nel verso giusto, cazzo! Come possiamo lasciarla qui in questo stato e andarcene?”

“Ma…abbiamo il volo tra qualche ora!”

“Già, lo so. Però dalla faccia che aveva, sono più che sicura che è accaduto qualche casino!” –

Intenzionata a capirne di più, raggiunge, correndo, i due in giardino.

Tra loro si respira tensione, frutto di una conversazione dai toni accesi durante la quale Bogotà, nonostante le paranoie, difende a spada tratta la sua Nairobi, dagli attacchi di Daniel che la ritiene, al contrario, una alleata del Mariposas che ha volutamente intralciato i piani della polizia.

E proprio quando sopraggiunge Silene, Ramos si lascia andare ad un’affermazione che manda in bestia la ex Farfalla.

“Quella è una pazza, te lo dico io. Ci siamo fidati di lei solo perché si divertiva a scopare con te e ne ha approfittato quando hai dato a lei e alla sua cara amica un tetto dove vivere”

Nulla di quanto detto è vero e Tokyo lo sa bene. Sa quanto la sua migliore amica abbia sofferto e continua a soffrire e come Santiago fosse sul serio diventato la sua anima gemella.

Tali accuse, ingiuste, sono intollerabili.

“Tokyo, fermati! Cosa fai?” – grida Rio, guardandola spintonare l’ispettore trentenne e farlo cadere a terra, sull’erba inumidita.

“Stronza, che cazzo…!” – esclama il figlio del commissario.

“Calmati, amico. Adesso basta attriti, o non giungeremo mai a una risoluzione del caso” – lo frena Bogotà, intervenendo, dandogli una mano a rimettersi in piedi.

“Calmarmi? Ti è dato di volta il cervello? Santiago, da che parte stai? Sono stato appena aggredito da una pazza isterica. Col distintivo che indosso potrei sbatterla in carcere per qualche notte e farle passare la voglia di prendere a sberle la gente”

“Sei tu che provochi, figlio di puttana!” – sbotta la mora.

“Smettila” - le sussurra Rio, tenendola ferma tra le sue braccia.

“Crede che siamo delle malfattrici, ti rendi conto?”

“Vorresti confermare che la tua amica gitana abbia tutte le rotelle a posto? Sono sempre più convinto che qualcosa in lei non va”

“Cosa dici?! Neanche la conosci! Non è come credi tu!” – esclama, scioccato, Cortes, incredulo nel sentire tali parole rivolte a una persona che ritiene al pari di una sorella maggiore.

“Allora spiegamelo tu. Anzi, ti pongo una domanda. Cosa penseresti se, conducendo indagini importanti, improvvisamente ti trovassi soggiogato da una donna, perdessi la testa per lei, diventassi il suo compagno, la salvassi portandola in una villa sfarzosa a cui lei, chissà come, si abitua in un battibaleno…e poi lei ti facesse credere di dare una mano, per mandare tutto a puttane subito dopo?! Intenzionalmente o non, ci ha illuso, ci ha preso in giro, capisci?” – ogni parola è una chiara frecciata a Santiago ritenuto vittima del piano di Agata.

“Sei tu il pazzo, ti credevo un cascamorto, un ragazzino tutto ormoni e poco cervello! Invece non sei così, sei anche peggio. Parli solo per dare aria alla bocca. Sei un bambino viziato che se non ottiene ciò che vuole, si arrabbia e piange. Beh, sai che ti dico? Non scaricherai tutte le colpe del tuo pessimo lavoro su Nairobi, chiaro? Stronzo!” . continua ad attaccarlo Silene.

Daniel fissa il collega, attendendo una sua reazione. Ma tale reazione non si manifesta affatto.

E la delusione dipinta sul viso del trentenne diventa la stessa di Tokyo che la esprime a parole - “ E tu cosa cazzo taci! Bogotà, porca puttana, la vuoi difendere? È o non è la tua fidanzata? Permetti al tuo caro collega di offenderla così?”

Quei silenzi non aiutano a placare le acque.

“Bene, sai cosa ti dico? Non la meriti. Nairobi verrà via con noi. Abbiamo preso un biglietto extra. Lo userà lei. Andremo via da Madrid, non la vedrai mai più. Fai finta di non averci mai incontrate. Continua pure le tue indagini, non raccoglierai un cazzo, sappilo. Sei la delusione più grande. Mi rimangio le mie parole quando dissi a Nairo che eri diverso. Mi sbagliavo! Andate al diavolo entrambi” – guardandoli con disprezzo, Silene si svincola dalla presa del compagno e rincasa, seguita proprio da quest’ultimo.

“Bene, se queste si tolgono dai piedi tanto meglio. Abbiamo perso anche fin troppo tempo dietro i loro comodi” – commenta Daniel, infastidito dalla situazione, accendendo l’ennesima sigaretta.

“Hai esagerato” – apre bocca Lopez – “Ho taciuto poco fa in nome della nostra missione e del nostro essere colleghi, però…. Tokyo ha ragione, non puoi attaccarle con quei toni, ingiustamente”

“Certo che quella gitana ti ha davvero fulminato il cervello! Allora, dimmi tu, visto che la storia riguarda te…hai qualche parente che è la tua esatta fotocopia? Non so, un gemello? O tuo padre?”

“Potrebbe seriamente essersi confusa”

“No, Lopez, no! La stessa Mariposa continua a sostenere di aver detto la verità. Quindi le opzioni sono due: o mente o è una folle. E tu sai quanto sia rischioso affidarsi a gente di questo tipo nel condurre indagini importanti”
“Già” – commenta, amareggiato il quarantaduenne.

“Se almeno tu sapessi darmi la giusta spiegazione a quel dannato Identikit, forse…”

“Sono figlio unico, mia madre difficilmente avrebbe dato via un bambino nato dal suo grembo. Quindi, direi, che quel tizio potrebbe non avere legami con il sottoscritto” – precisa Santiago, convintissimo della sua posizione.

“Appunto, vedi che mi dai, indirettamente, ragione? Agata ci ha presi in giro”

“Era troppo coinvolta. Lei non è una che mente su cose del genere e poi, ho visto cosa le hanno fatto quando l’hanno tenuta lontana dalle colleghe. Quella gente potrebbe usarla per i suoi porci comodi. Magari la ricattano ancora”

“Dobbiamo darci una mossa. La Murillo è ancora scomparsa e al Commissariato vogliono risposte quanto prima. Mio padre pressa. E la famiglia merita risposte”
“Devo parlare con Agata, capire cosa davvero sente. Però prima ho bisogno di fare una cosa importante”
“Cioè?”

“Tu torna a casa. Meglio evitare altre tensioni con Tokyo. Appena avrò raccolto informazioni, ti avviserò”

Qualcosa dentro il cuore di Bogotà gli dice di indagare a fondo alla vicenda. E proprio il suo cuore gli ricorda di fidarsi della donna che ama e di non dubitare mai e poi mai delle sue buone intenzioni.

Mentre Silene e Rio, discutono dell’accaduto, riempendo un bagaglio con alcuni abiti extra, che hanno intenzione di dare ad Agata per la partenza, la stessa gitana è chiusa in camera e cerca di ricordare altri dettagli del passato.

Adesso perfino la voce penetrante del Cliente 13 sembra chiara e limpida.

Ma ecco, finalmente, il flash di cui aveva estremamente bisogno.

****************************************

“Hai dei figli?”

“Uhhh, ancora domande private. Sbaglio o era proibito porne?”

“Certo, è che sono curiosa. Insomma, vieni a letto con me da settimane e non so praticamente niente di chi ospito tra le mie lenzuola”

La Mariposa, di fronte allo specchio, prossima a consumare l’ennesimo rapporto con il suo Cliente più proficuo, si sistema come meglio può e non tollerando quei silenzi pesanti, attacca bottone nell’unico modo che conosce: argomentando la questione figli.
“Non entro nei dettagli. Ci tengo alla privacy. Ti basti sapere che sì, ho una famiglia!”
“Quindi hai degli eredi?”

“Direi basta domande, Nairobi”

“Ok, come vuoi” – aggiunge, amareggiata. Poi prosegue – “Anch’io ne ho uno. È un maschietto. Si chiama Axel”

“Davvero? Hai un bambino?”

“Sì, l’ho partorito qui, tra queste mura.

 Potrei vederlo?”

Domanda strana ma a cui la zingara non esita a dare risposta.
“Aspetta” – dice, tirando fuori dal cassetto del comodino una fotografia.

“E’ la tua fotocopia. Bello come il sole, complimenti”

Poi un dettaglio lo infastidisce visibilmente.

“Come mai la foto è assieme a De Fonollosa?”

“Beh…lui è il mio….ehm…” – poi opta per evitare di svelare dettagli precisi e spiega – “…il mio tutore, nonché tutore di Axel”

“Bene, allora dì al tuo “Tutore”, che da adesso sarò io il vostro”

“Co...co…cosa? No, guarda, non serve”

“Ho deciso così. E lui da buon socio capirà. Vedrai”

Inutile replicare. Nairobi sente in quei toni e nelle intenzioni del Cliente 13 l’ennesimo strappo alla sua libertà. L’ennesimo strappo alle sue ali che le vietano perfino di avere accanto la protezione di chi ama.

Presa dall’agitazione, e desiderosa di far valere le sue scelte, gli sbatte in faccia la verità – “Ehm…no, non puoi. Andres non è solo il mio tutore. È il mio promesso sposo”

“CHE COSA HAI DETTO?!”

“Il…mio…promesso sposo, sono la sua fidanzata. Mi ha chiesto di diventare sua moglie e, di conseguenza, considerarsi padre del mio bambino”

Lo straniero diventa improvvisamente serio e pensieroso. Frulla qualcosa nella sua testa che Nairobi non riesce a captare. Si limita, però, a porgergli dello champagne per dare inizio alla nottata.

“Mi stai dicendo che il tuo futuro consorte ti dà l’ok per scopare con me, e tu lo fai senza negarti, sapendoti unita a lui?”

“Ehm…veramente, signor Lopez, io non sarò più una Mariposa dopo le nozze”

Ulteriore shock sul volto del Cliente 13 che non tollera di dover rinunciare alla sua pupilla.

“Questo lo vedremo” – commenta a bassa voce, scolando l’alcool in un battibaleno.

Le afferra un braccio e la tira sul letto.

La gitana percepisce di avergli rivelato un dettaglio che l’ha infastidito. Pentita, opta per la mossa di salvezza.

Berlino le ha sempre detto “Quando il cliente è nervoso, o per motivi personali o come conseguenza a ciò che fai o dici, beh tu punta alla seduzione. Devi fare in modo che dimentichi, quanto prima, i suoi dilemmi”

E Nairobi dopo settimane di “allenamento” sa quali carte giocare.

“Con tua moglie non ti ecciti così, vero?” – gli sussurra all’orecchio, mentre, seduta sulle sue gambe, lo sveste di ogni indumento.

“Solo tu sai accendere in me la fiamma del desiderio. Secondo te, come mai non riesco a starti lontano, e’?”

“Tuo figlio se sapesse che tradisci sua madre, cosa penserà?”

“Lui è grande!”

“Ti assomiglia?” – chiede, slacciandosi il reggiseno che cade rapidamente sul pavimento.

“Beh…” – commenta lui, ammirando la nudità della donna – “… non lo vedo…da un po'”

“Studia? Lavora?”

Basta poco. Mentre i due consumano l’ennesimo rapporto privo di sentimenti, Nairobi riesce a soddisfare qualche sua piccola curiosità.

E l’uomo godendo dei piaceri fisici che la gitana gli regala, sembra mettere da parte la rabbia.

Già, perché ora lui è furioso. Nairobi è sua. Nessuno può portargliela via.

E Andres De Fonollosa non lo farà.

Agata Jimenez è di sua proprietà e lo sarà per sempre!

Adesso che è consapevole perfino dell’amore infinito tra madre e figlio, sa come mettere in atto un piano folle e a lui vantaggioso.

Seppure mostratosi distante dall’argomento trattato poco prima, il Cliente 13 escogita la maniera per impedire le nozze.

Intento a rivestirsi, si lascia andare ad un dettaglio che, prima di allora, Agata aveva rimosso dai ricordi.

“Sai, mio figlio…non lo vedo perché non ho rapporti né con lui né con la mia ex”
“Come la tua ex? Avevi detto di essere sposato!”

“Beh… diciamo storia rapida e non duratura. Ma ti giuro che una come te la sposerei all’istante, sai?”
“Ehm…Lopez, è un onore però come sai io sono promessa a…”
“A De Fonollosa, sì sì ho capito. Però ti avviso, quello è uno poco raccomandabile. Ti mollerà prima che vi promettiate SI per la vita”
“No, cosa dici!”

“Fidati. Perciò, pensaci bene Nairobi, solo io posso assicurare tranquillità a te e al tuo bambino”

E prima di andare via, dopo averle dato un bacio sulla guancia, il primo dopo tante e tante nottate di solo sesso, lo sconosciuto dice qualcosa a cui fa seguito l’uscita dalla stanza.

“Se scegli me, crescerò Axel come fosse sangue del mio sangue. Non commetterò lo stesso sbaglio del passato. Non mi comporterò con lui come ho fatto con il mio Santiago. È una promessa”

 

*****************************************

Agata sobbalza ricordando quel momento della sua vita.

Santiago.

Il figlio di quel tale Lopez si chiamava Santiago.

Era già grandicello dieci anni prima.

Non hanno rapporti da sempre.

Vive solo con sua madre.

Si assomigliano.

Beh…dettagli che spiazzano e la fanno rabbrividire.

Che sia davvero come teme?

Senza esitare, la gitana lascia la stanza correndo verso il salotto, mentre la voce dello straniero riecheggia come un’ossessione nelle sue orecchie.

Vaga ma non trova nessuno.

Così bussa alla camera di Tokyo e Rio. I due sono alle prese con le ultime faccende pre-partenza.

“Ehi, amica mia, tutto bene? Ci fai preoccupare” – le va incontro la Olivera, guardandola varcare l’uscio con fare nervoso.
“Ho scoperto chi è il Cliente 13” – dice determinata a farsi ascoltare.
“Mi hanno raccontato dell’Identikit, hermana! Beh…magari questo stress ti manda in confusione, o sei tesa per le ultime vicende. Capisco e non ti giudico e proprio per questo pensavamo di farti venire assieme a noi. Qui non sei creduta. Non si fidano di noi. È meglio toglierci dai piedi prima che i Boss tornino a prenderci” – aggiunge la Olivera, non prestando la giusta attenzione alle parole dell’amica.

“No, io non me ne vado!”
“Ma Nairo… quell’ispettore, quel tale Ramos, sta facendo il lavaggio del cervello al tuo compagno per convincerlo della tua colpevolezza. La soluzione migliore è partire” – anche Rio è convinto di questo.

“Ho detto che so chi è quel maledetto. Volete ascoltarmi almeno voi, cazzo?” -  sbotta la zingara.

Guardandola talmente agitata, i fidanzati prendono posto sul letto e attendono spiegazioni.

Nairobi, con il cuore in gola, confessa quell’ipotesi divenuta ormai certezza assoluta.

“Bisogna rovistare tra le cose di Donna Leticia”
“Cosa c’entra la madre di Bogotà?”

“C’entra eccome, Tokyo! Dovrà pur esserci qualche fotografia, qualcosa che ci conduca al Cliente 13”
“EH?” – esclamano in coro i due.

“Non ci arrivate? Come mai nei miei ricordi quel tipo assomiglia così tanto a Santiago? La risposta è palese… dieci anni fa, l’uomo che prese il comando del Mariposas, l’uomo che osteggiò le mie nozze con Andres, l’uomo che mi costrinse ad una prigionia a vita usando la storia di Axel perché era al corrente del mio legame con lui, dato che io in primis gliene parlai, è proprio l’essere immondo che abbandonò sua moglie e suo figlio senza esitazione”
“Cazzo, vuoi dire…?”
“Si, Rio… il Cliente 13…il Signor Dalì è il padre di Bogotà”

 

 

 

 

 

   
 
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