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Autore: starlight1205    25/08/2022    4 recensioni
Edimburgo, 1996
Diana Harvey è una normale ragazza che vive con la zia e lavora nel negozio di antiquariato di famiglia. Una serie di circostanze e di sfortunati eventi la porteranno a confrontarsi con il mondo magico, con il proprio passato e con un misterioso oggetto.
Fred Weasley ha lasciato Hogwarts e, oltre a dedicarsi al proprio negozio Tiri Vispi Weasley insieme al gemello George, si impegna ad aiutare l'Ordine della Fenice nelle proprie missioni.
Sarà proprio una missione nella capitale scozzese a far si che la sua strada incroci quella di una ragazza babbana decisamente divertente da infastidire.
[La storia è parallela agli eventi del sesto e settimo libro della saga di HP]
- Dal Capitolo 4 -
"Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena.Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, George Weasley, Mundungus Fletcher, Nuovo personaggio | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Fred stava correndo verso il negozio, ma sembrava che le gambe gli pesassero una tonnellata. Il Marchio Nero riluceva sinistro nel cielo di Edimburgo e qualche abitante babbano di Victoria Street iniziava ad affacciarsi al balcone con aria ingenuamente stupita nel vedere quella strana forma galleggiare per aria. Per un momento gli balenò in testa l’idea di evocare un Patronus per chiedere aiuto a Remus Lupin, ma uno sguardo al chiarore lunare gli ricordò che quella notte, l’uomo non avrebbe potuto aiutarli.

Quando finalmente giunse di fronte a quella che una volta doveva essere stata la vetrina, riuscì a intravedere Mundungus, pallido, tremante e con lo sguardo terrorizzato, che saliva dal seminterrato con la bacchetta stretta in pugno e tesa in avanti. Karen Harvey, avvolta in una vestaglia da notte azzurra, stava tentando di scendere da quello che rimaneva delle scale di legno, in parte distrutte dall’esplosione.

- Stai indietro, Karen - gracchiò Mundungus bloccando con un gesto la donna che con capelli scarmigliati e sguardo terrorizzato, cercava di recarsi al piano inferiore.

Fred oltrepassò quello che ormai era solo il ricordo della vetrina chinando il capo e sentendo scricchiolare i vetri rotti sotto le suole delle scarpe. Improvvisamente, si sentì un perfetto idiota. Aveva insistito tanto per partecipare a una missione dell’Ordine e in quel momento si sentiva incapace come un bambino del primo anno. Un respiro irregolare lo avvertì di una presenza alle sue spalle e con la coda dell’occhio vide che anche Diana lo aveva raggiunto. La ragazza si era portata una mano alla bocca per lo scempio a cui il negozio era ridotto e gli occhi verdi erano spalancati e più grandi che mai, mentre saettavano da Karen a Mundungus e, infine, su Fred, come se si aspettasse che lui risolvesse, in qualche modo, la situazione.

I quattro si stavano ancora scrutando l’un l’altro ammutoliti e sconvolti, quando una risata malvagia riecheggiò nell’ambiente e una nuvola di fumo nero si addensò al centro della stanza fino a plasmare le forme di una donna. Aveva lunghi capelli neri, la pelle diafana e uno sguardo folle negli occhi. Lo stesso sguardo che Fred aveva giá visto sui cartelloni appesi per Diagon Alley dal Ministero della Magia per segnalare i Mangiamorte fuggiti da Azkaban mesi prima.

Bellatrix Lestrange gli sorrise famelica leccandosi le labbra, come un gatto che sta per iniziare la caccia con il topo, e pigolò - Bene...bene! Tu devi essere uno dei cuccioli Weasley - poi il suo sguardo si posò su Diana per aggiungere - e con te c’è della feccia babbana!

Un lampo di luce rossa, accompagnato da una risata maligna, esplose dalla bacchetta della donna colpendo gli scaffali. Un fracasso infernale accompagnò la caduta del mobile che portò con sè piatti, vassoi e ceramiche che si infransero in mille pezzi sul pavimento.

Karen urlò. Diana emise un gemito scansandosi per non essere colpita e si avvicinò a Fred. Lui si aggrappò con tutte le forze alla sua bacchetta e cercò di rispondere al fuoco con i primi incantesimi che gli passavano per la mente. Un altro Mangiamorte doveva essersi unito alla lotta, perché Fred riusciva a vedere Mundungus scagliare incantesimi verso il retro del negozio. Karen era ancora immobile, addossata alla scala e nascosta dalle travi cadute a causa dell’esplosione, cercando di non farsi notare. Un altro scoppio proveniente dalla bacchetta di Bellatrix colpì lo scaffale alle spalle di Fred, che fece appena in tempo a lanciarsi su Diana per spingerla a terra per evitare che venisse colpita: ruzzolarono malamente sul pavimento ricoperto di cocci e vetri e si fermarono solo quando Fred urtò il bancone con la schiena, trattenendo un grugnito di dolore. Quando si rimise seduto appoggiando una mano a terra, la ragazza aveva gli occhi chiusi e un rivolo di sangue le scendeva lungo la tempia sinistra. 

- Merda... - soffiò tra i denti Fred cercando di rialzarsi mentre le schegge di vetro gli tagliavano il palmo della mano. Diana doveva aver battuto la testa contro qualcosa mentre lui cercava di metterla in salvo. Un altro incantesimo gli sibilò accanto all’orecchio sinistro e lo costrinse a correre al riparo dietro il bancone, trascinando Diana con sè, priva di sensi. Era quasi certo che la maledizione lanciata da Bellatrix Lestrange fosse una Maledizione Senza Perdono e, per un attimo, aveva temuto che Diana fosse stata colpita, ma scorrendo febbrilmente con lo sguardo il corpo della ragazza alla ricerca di qualche spasmo di dolore, non ne trovò.

Tirando mentalmente un sospiro di sollievo, Fred lasciò la ragazza nascosta dietro al bancone in mogano scuro e si spostò a testa bassa verso il centro della stanza, dove si rese conto che la situazione era cambiata. Mundungus non si vedeva da nessuna parte. Bellatrix aveva la bacchetta puntata su Karen, con un ghigno malefico a deformarle il viso mentre le ordinava di consegnarle qualcosa. Dal retro del negozio si riusciva a scorgere un bagliore di fiamme che portava con sè un acre odore di legno bruciato, segno che qualche incantesimo mal riuscito doveva aver appiccato un incendio. Proprio da quella zona del negozio proveniva l’altro Mangiamorte, che si stava avvicinando al bancone e al punto dove Diana era ancora riversa sul pavimento, immobile. Era distesa su un fianco, con un braccio allungato sotto il viso; i capelli biondi erano incrostati di sangue e anche la maglia bianca, che la ragazza indossava sotto alla felpa blu, era macchiata di sangue; il grosso ciondolo con una lunga catena che Diana portava al collo si era andato ad appoggiare sul pavimento riflettendo il bagliore rossastro delle fiamme che si stavano lentamente propagando. L’uomo che apparve alle spalle di Diana era il piú grosso che Fred avesse mai visto, dopo Rubeus Hagrid. Indossava un lungo soprabito nero teso sulle ampie spalle. I capelli erano radi e divisi in ciocche unte che gli scivolavano fino a metà schiena. Più che a un uomo somigliava di più a un grosso troll. Quando la luce della luna inondò il volto dello sconosciuto, quest’ultimo emise un ruggito animalesco scoprendo due enormi zanne al posto dei canini e enormi mani pelose con dei lunghi e affilati artigli. Fred capì perché gli aveva dato l’impressione di essere più bestia che umano. Un brivido gli gelò la schiena. Fenrir Greyback emise un altro ringhio di bramosia animale e si chinò a spostare la massa di capelli biondi della ragazza svenuta per scoprirle il collo candido.

Fred rimase impietrito. L’incendio si stava propagando sempre di più rendendo l’aria calda e irrespirabile. 

Avrebbe avuto bisogno di un grosso colpo di fortuna per riuscire a salvare sia Karen che Diana, visto che Mundungus sembrava essere sparito nel nulla.

Da bravo Grifondoro, si decise ad agire senza rimuginare ulteriormente. Urtò con una forte spallata l’unico scaffale pieno di ceramiche e coppe di cristallo rimasto in piedi facendolo precipitare in direzione di Bellatrix, che per la sorpresa dovette spostarsi di lato: questo lasciò per un attimo il campo sgombro e Fred, con un cenno del capo, intimò a Karen di scappare fuori dal negozio. L’impatto della sua spalla contro il legno e l’acciaio gli si riverberò nelle ossa fino a fargli digrignare i denti per il dolore. Il tonfo dello scaffale e degli oggetti che precipitavano e si infrangevano sul pavimento fece sollevare il viso deforme di Greyback, già pronto ad affondare le zanne nel collo di Diana, nella sua direzione. Fred lanciò l’ennesimo Schiantesimo che andò a segno colpendo l’orrendo lupo mannaro, distratto dal frastuono, al centro dell’enorme petto, facendolo barcollare e allontanare di qualche passo, intontito. Fred utilizzò i pochi attimi di stordimento di Greyback per precipitarsi verso Diana.

Karen non si vedeva da nessuna parte e Fred sperò che fosse riuscita ad allontanarsi quanto bastava per salvarsi, quindi prese Diana tra le braccia e si smaterializzò un attimo prima che Greyback si avventasse su di loro.

Un secondo dopo, i suoi piedi si appoggiarono sull’ultimo gradino del numero 12 di Grimmauld Place. Recitò la parola d’ordine e quando la porta si aprì, si trascinò nell’atrio sforzandosi di non accasciarsi a terra per lo sforzo della materializzazione congiunta.

Dalla cucina della dimora dei Black, si precipitarono nell’ingresso George, Molly e Bill Weasley, Fleur Delacour e Malocchio Moody.

- Freddie! - esclamò il suo gemello preoccupato.

Sua madre si portò una mano alla bocca soffocando un grido. 

Il dolore alla spalla destra e il peso della ragazza che teneva ancora tra le braccia lo fecero barcollare contro il muro. I piedi di Diana si appoggiarono a terra e la ragazza cercò di aprire debolmente le palpebre.

Fred lasciò scivolare la schiena contro la parete fino a ritrovarsi seduto e lasciò accasciare a terra anche Diana, che lentamente sembrava riprendere conoscenza. Sorrise debolmente ai membri dell’Ordine della Fenice che lo stavano fissando, sollevato all’idea che la ragazza fosse viva, anche se entrambi erano malconci e sanguinanti.

Un urlo belluino si levò da dietro una pesante tenda grigia e sporca dell’ingresso, facendo trasalire tutti quanti. Il ritratto della signora Black urlante fu subito messo a tacere da un colpo di bacchetta di Malocchio Moody. Molly Weasley guardando il figlio ai suoi piedi si chinò e chiese - Stai bene, Freddie?

- Si, mamma... - bofonchiò lui dolorante, ma esibendo un vistoso sorriso - mai stato meglio! - tenendo la mano sinistra sulla spalla dolorante e dando un’occhiata a Diana, che si guardava intorno spaesata.

Il cipiglio spaventato di Molly Weasley si fece piú dolce posandosi sul viso della ragazza dagli occhi verdi spalancati e con istinto materno le domandò - Stai bene, cara?- e poi rivolta a Fred domandò - é la ragazza babbana del negozio?

Per tutta risposta Fred annuì, mentre Diana, percorsa da un tremito, vomitava anche l’anima ai piedi della signora Weasley e poi si accasciava a terra di nuovo priva di sensi.

- Oh... - si lasciò sfuggire Bill Weasley e poi indicando Diana continuò - tutto normale dopo la prima Materializzazione.

- Beh... - constatò George Weasley sardonico mentre aggirava la pozza di vomito e con una mano aiutava il gemello a rimettersi in piedi - Cinquanta punti a Grifondoro e Pluffa al centro. Siamo riusciti a far vomitare una babbana nell’atrio della casa dei Black. Sirius sarebbe stato fiero di noi.
- Che è successo? - chiese Bill
- Devo tornare là - farfugliò Fred mentre il gemello lo rimetteva in piedi - ci hanno attaccati!
- Ma che stai dicendo? - domandò Malocchio burbero - non ti reggi in piedi!
- Dobbiamo trovare Karen e Mundungus! - esclamò Fred dolorante ma ben stabile su due piedi.

Malocchio Moody lo guardava senza capire, mentre l’occhio magico roteava incontrollabile. Di malavoglia dovette convincersi a prestare ascolto a Fred che continuava a fissarlo con aria determinata, perchè poco dopo assentì - E va bene...ma tu non vieni! George, Bill, andiamo a dare un’occhiata! - e poi rivolto a Fred e indicando Diana aggiunse - quando ritorno, facciamo i conti! - e prima che Fred potesse protestare, i suoi fratelli e il vecchio Auror zoppicante si smaterializzarono alla volta di Edimburgo.

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Ciao a tutti!
Finalmente sono riuscita a pubblicare! Tra il lavoro e la costante indecisione su questo capitolo, ci ho messo un po' più del previsto!
Quando l'ho scritto mi sembrava decente, ma, sinceramente, dopo la millesima rilettura e sistemazione, non ne sono più tanto convinta, quindi aspetto di sapere che ne pensate!
C'è un po' di azione e vengono introdotti un bel po' di altri personaggi: so che rispetto al canon c'è qualcosa di diverso, perchè in realtà Grimmauld Place, a questo punto della storia non viene più citata, ma nella mia mente aveva senso che continuasse a essere utilizzata data la missione in corso.
Vabbè, mi piacerebbe sapere che ne pensate :)
Intanto grazie a chi legge e lascia commenti!
Alla prossima :)

 

  
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