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Autore: Guido    04/09/2022    0 recensioni
Un anno dopo la fine della Seconda Guerra, Hogwarts riapre i battenti su un Mondo Magico molto cambiato e molto insicuro, dove anche la pace appena conquistata non sembra destinata a durare. Quale destino attende i giovani allievi, i professori vecchi e nuovi, dentro e fuori la Scuola? E la nuova guerra, se scoppierà, sarà sempre tra maghi, oppure... contro i Babbani? Domande molto pressanti per Draco Malfoy, improvvisamente catapultato sulla cattedra di Difesa, e anche per qualcuno che, di nascosto, tenta di rintracciare un Harry Potter svanito nel nulla ormai da anni...
(NOTA: ho cominciato a scrivere la storia prima che uscisse "I Doni della Morte", l'esito della guerra è stato molto diverso, ma scoprirete i dettagli principali già nel primo capitolo. OOC per il personaggio di Draco, del resto la serie è incentrata proprio sulla sua evoluzione)
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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Il Localizzatore



Il Localizzatore



Ringraziamenti: Alla fine, per sicurezza, ho lasciato l'avviso – darà conto ai futuri lettori di una notevole discontinuità nei tempi di pubblicazione, dopotutto, e potrà spiegare eventuali cambiamenti di stile – e aggiungo il nuovo capitolo senza aver terminato il prequel, com'era nei miei programmi. Al di là dello scandaloso ritardo ormai accumulatosi, per non parlare del materiale in attesa, riprendendole in mano dopo tanto tempo mi è sembrato che, a conti fatti, le due storie potessero procedere in parallelo, anche se “Metánoia” avrà la precedenza per forza di cose. Quindi, non faccio promesse sulla continuità degli aggiornamenti perché non mi sembra davvero il caso, però potete considerare superato l'avviso, le storie procederanno in parallelo.
In origine, questo capitolo doveva formare un tutt'uno con il precedente; ma, vista la lunghezza raggiunta, ho preferito suddividere le due parti. Credo comunque che funzionino anche come unità narrative a sé.


The cars crawl past all stuffed with eyes,
Street lights share their hollow glow,
Your brain seems bruised with numb surprise,
Still one place to go,
Still one place to go.

J.M., Soul Kitchen



All'esterno della parrocchia di Nostra Signora della Vittoria, il cielo si era schiarito e un sole pallido, incapace di riscaldare, accolse quanti uscivano al termine del funerale. Il feretro proseguì senza fermarsi, diretto verso chissà quale meta (non si vedeva alcun carro funebre); i parenti gli tennero dietro; i pochi parrocchiani si dispersero senza indugiare neppure un istante.
Alastor Moody e la donna che era stata seduta al suo fianco emersero dalla chiesa un momento dopo, ritrovandosi completamente soli sul piccolo sagrato. Si squadrarono in silenzio per un lungo istante.
«Strano posto dove incontrarsi, eh, Malocchio?»
«Certamente. Mai più avrei pensato che Cornelius mi avrebbe trascinato qui. Non ci è riuscito da vivo, ma ce l'ha fatta da morto.»
La donna scosse il capo con tristezza. «Povero Caramell. Non l’ho mai potuto sopportare, ma ha pagato cari i propri errori: da quando era andato in pensione, sembrava l’ombra di sé stesso.»
«E non vale un po' per tutti noi?»
«Probabilmente. Anzi, anche più di un po'. Tu come te la cavi?»
Sulle labbra dell'ex-Auror spuntò un sorriso strano. «Io? Be', mi tengo occupato.» Esitò un momento. «Ma, in genere, le mie occupazioni non includono il salvataggio di qualche povero Babbano dall'assassinio legalizzato»
«Hai visto quel poveraccio? Sembrava sconvolto. Come se avesse capito quel che stava per succedere»
«Probabile, sai? A quanto mi ha raccontato Cornelius, proprio l'ultima volta in cui ci siamo visti, don James ha un nipote a Hogwarts.»
«No!»
«Sì. Figlio di un Mago, ma cresciuto dallo zio Babbano dopo che la guerra gli ha portato via i genitori»
«E quindi...» Rita Skeeter, con tutto il suo cinismo, tremava al pensiero. «Il ragazzo avrebbe saputo perfettamente...»
«...Che la morte di suo zio non era stata un incidente? Sì. Che qualche Mago aveva commesso un errore o un incidente? Sì. Che aveva scelto di risolverlo ammazzando tutti e facendo sparire i cadaveri? Anche.» La voce di Moody era gelida come il vento artico.
«Malocchio...» Le mancava la voce e dovette schiarirsela. «Come è possibile che siamo arrivati a questo punto?»
Il suo gesto stanco disse più di mille parole.
«Non dirigevi tu quell'Ufficio per la Comunicazione Esterna? Dovresti saperne più di me»
«Dirigevo, hai detto bene. Come tu dirigevi la Sicurezza Interna, o ricordo male?»
«Ricordi benissimo, naturalmente. E ti dirò, ho apprezzato molti dei tuoi articoli: era tempo di portare il marcio alla luce»
«Molti, ma non tutti, eh?»
«No, non tutti. In alcuni si sentiva troppo del tuo vecchio veleno, in altri ti sei presa qualche... licenza poetica con i fatti e in qualche altro ancora sei stata superficiale o ti hanno fatto vedere solo quel che volevano che vedessi.» Enumerò questi difetti in tono del tutto spassionato. «Ma so che ci hai creduto e provato sul serio»
«Grazie. Anche tu.» Sorrise un momento. «Anzi, mi sorprende non averti ancora sentito sbottare “Vigilanza costante!”
Un sorriso pallido gli stiracchiò le labbra di rimando. «Continuo a bere solo dalla mia fiaschetta. Giro sempre armato. E faccio le mie ronde, perché non si sa mai. Ma chi è rimasto da mettere in guardia?»
«Non chiederlo a me, io sono finita a dare consigli sull'amore alle lettrici del Settimanale delle Streghe!»
«E non è un caso, no? Nessuno aveva più voglia di scandali, non in quel momento, erano tutti stanchi...»
«E io non l'avevo capito. Certo, con il senno di poi...»
«Non me ne parlare.» Un sorriso molto strano. «A proposito di senno di poi, credo che andrò a cercare don James.»
«E a che ti serve questo signor Don?»
Per un attimo restò spiazzato, poi scoppiò a ridere. «No, no... “don” non è il nome, è il titolo!»
«Titolo?»
«Sì... vabbe', lascia perdere.»
Lo guardò in un modo strano. «Sì, va bene, io lascio perdere. Ma tu, Malocchio? Tu hai lasciato perdere?»
«In che senso, scusa?»
«Credo che tu abbia capito benissimo.»
«Io temo proprio di no, invece.»
«Ah, se lo dici tu...» Lo guardò dritto nell'occhio normale. «Ti ricordi che aria tirava, Moody, dopo l'Ultima Battaglia? O eri troppo impegnato a sparire?»
L’uomo rise amaramente. «Certo che ricordo. Credi che qualcuno di noi potrà mai dimenticare quei giorni? Com’era ridotto il Mondo Magico? Buoni e cattivi, tutti avevamo visto crollare ogni nostra certezza, gli eroi da ammirare, i capi da seguire…»
La donna fece eco alla sua risata, con uguale amarezza: «Credi che, altrimenti, il nostro amato Ministro sarebbe mai riuscito a posare le chiappe aristocratiche sulla poltronissima?»
«Non ricordarmelo!»
«Sì, immagino che un ex-Auror non sopporti proprio che un Mangiamorte sia diventato Ministro della Magia.» Pausa. «Soprattutto se quell’ex-Auror sei tu.»
Non vi fu risposta.
«Andiamo!» La donna scosse il capo, apparentemente irritata. «Non vorrai farmi credere che hai piegato la schiena, che accetti supinamente il potere di Lucius Malfoy!»
L’ex-Auror la fissò. «Dunque era qui che volevi arrivare.»
«E tu no? Ti sei fermato qui fuori solo per fare due chiacchiere?»
Moody assunse un'aria innocente che, sul suo viso segnato, appariva del tutto incongrua. «Potrei dire che stavo semplicemente aspettando che don James finisse di leggere la lettera di Caramell...»
«La che?!»
«Se il mio occhio non mente, ha ancora in mano una pergamena con il sigillo personale di Cornelius, quindi... Ma diciamo che mi sono fermato per molteplici ragioni. E tu? Pura curiosità?»
«Molteplici ragioni anche per me. Affascinanti i riti Babbani in questa stagione, non trovi?»
«Come no? Le rose sono rosse, le pianete sono nere, gli uccellini cinguettano saltellando di ramo in ramo...»
«Mi sa che hai sbagliato stagione»
«...E Rita Skeeter decide di correre il rischio di apostrofare un ex-quasi collega con un discorso sovversivo, nevvero?»
«Diciamo che a) conosco i miei polli e b) non sono per nulla soddisfatta del nuovo corso.»
«Sì, questo mi sembra ragionevole.»
«Caramell avrà avuto diecimila difetti, ma non ha mai tentato di farmi licenziare!»
«E neppure ci sarebbe riuscito. Lucius, invece, sì.»
«Argh! Non ricordarmelo!»
«Chi la fa l’aspetti.»
«Touché
Risero, una risata calda e schietta, che sorprese loro per primi.

Frattanto, in sacrestia, don James riarrotolava, senza neppure vederlo, l'ultimo messaggio del suo penitente ed amico.
Aveva preso una decisione: qualunque cosa fosse successa, sarebbe andato a cercare Duncan e sarebbe rimasto con lui. Costasse quel che doveva costare.
Signore, perdonami, so che il mio primo dovere è verso i fedeli che Tu mi hai affidati; ma cosa potrei mai fare per loro?
Se quello che Cornelius mi ha scritto è vero... se è destino che si avveri...

Raccolse con un fazzoletto il sassolino dall'aria insignificante che era stato avvolto nella pergamena, lo chiuse a chiave nell'ultimo cassetto e cercò di non pensare più all'intera, orribile faccenda.

Malocchio portò il discorso sugli ultimi giorni di Caramell. Non c’era stato nulla di insolito o di sospetto, nella morte dell’ex-Ministro della Magia; semplicemente, il suo cuore si era stancato di battere, i suoi polmoni di respirare. La scomparsa della moglie era stato l’ultimo colpo, per lui.
Di colpo, l'occhio magico si piantò dritto in faccia alla Skeeter.
Che non batté ciglio.
Questo dovette rassicurare l'ex-Auror, in qualche modo, perché ad un tratto disse: «Non si era convertito soltanto alla Chiesa.»
«Ah no? E questo cosa vorrebbe dire?»
«Seguimi e potrai vederlo con i tuoi occhi.»
«Ti prego, dimmi che ne uscirà un articolo!»
Moody la fissò. «Un articolo? Non credo. Ma di sicuro ne hai già in mente un paio. Sulla cerimonia e sul sottoscritto.»
«Sì, ma mi serve uno scoop. Chi vuoi che mi pubblichi un pezzo di colore?»
«Il Cavillo
Seguì una pausa di silenzio imbarazzato.
«Sempre meglio del Settimanale delle Streghe, no?»
«Della posta del cuore, sicuramente!» riconobbe Rita a denti stretti. «E comunque ho bisogno di lavorare, intendo di fare un lavoro serio.»
«Allora, affare fatto?»
«Solo perché non ho più nulla da perdere. Adesso vuoi dirmi dove vorresti trascinarmi?»
«Meglio che tu lo veda direttamente. Dammi il braccio e ti ci porto.»
Lo fissò un secondo o due, forse chiedendosi se avesse qualche intenzione da maniaco; ma poi scelse di fidarsi.

Si Materializzarono sulla soglia di una casa molto vecchia e molto cupa. Rita, almeno, riuscì a ricavarne quest'impressione prima di entrare e ciò che vide all'interno la confermò anche più di quanto avrebbe gradito. Ma, dando retta ai suoi cenni, mantenne il silenzio finché non si furono accomodati in quella che doveva essere la cucina.
«Che razza di posto è questo, Malocchio? Sembra un incrocio tra un rigattiere privo di qualunque gusto e la peggiore Notturn Alley.»
«Diciamo che era il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice.» Rifletté un secondo. «In effetti, si può dire che lo sia ancora, visto che l'Incanto Fidelius regge.»
Rita Skeeter non batté ciglio e attese che proseguisse.
«Non dici nulla?»
Gli sorrise: «Sono pur sempre una giornalista, il mio compito è far parlare te.»
«Pensavo che per quello usassi la Penna Prendiappunti.»
«Anche. Ma non soltanto.» Pensi davvero che sia tutto lì? Avrebbe voluto dirlo forte e chiaro, ma si trattenne: voleva farlo parlare, non litigare.
«Buono a sapersi. Comunque, io vivo qui, se te lo sei chiesta: è così che sono sparito.»
«Un bel po' di gente, secondo me, ti crede morto.» Tenne a puntualizzarlo.
«Potrei aver fatto sparire le tracce del mio ricovero al San Mungo» replicò, con fare innocente. «Sai, risvegliarmi più o meno rappezzato e scoprire chi stavano giustappunto scegliendo come nuovo Ministro... Oh, scusa, dimentico le buone maniere: posso offrirti qualcosa?»
«Grazie, il permesso di pubblicare andrà benissimo.»
La sua risata parve sincera. «C'è di meglio, c'è di meglio. Bel tentativo, però.»
Si accordarono per il vino di fior di sambuco, che sorseggiarono in silenzio. Infine, Rita posò il calice e disse: «Tu non mi hai portato qui semplicemente per fare due chiacchiere, dico bene? Se non hai qualcosa da dirmi, hai qualcosa da farmi vedere.»
Seguì un silenzio che si protrasse per qualche istante; poi Malocchio si alzò lentamente. «Sono colpito» ammise. «Hai ragione. Se vuoi seguirmi... attenta, però: non vogliamo svegliare i ritratti, apprezzano poco gli ospiti che non fanno parte della famiglia.»
Non gli chiese di che famiglia si trattasse: avrebbe sempre potuto scoprirlo. E soprattutto, sentiva che c'era ben altro a ribollire nel calderone.
Moody le fece strada fino alla biblioteca, dove, davanti ad una parete coperta da un grande arazzo sbiadito, stava quello che sembrava un grande bacino di forma ellittica. Avvicinandosi, notò che era colmo d'acqua; poi vide la cartina geografica a colori, disegnata o dipinta sul fondo, e per ultimo un ago dorato che galleggiava sulla superficie. Il tutto aveva, insomma, la parvenza di una bussola, di quelle che le era capitato di vedere e anche di usare molti anni addietro, giovane inviata in luoghi impervi e primitivi. Senonché, le saltò subito all'occhio la differenza: l'ago non puntava affatto verso il nord. E, in più, si muoveva a scatti. O meglio: ad intervalli di qualche secondo, era come se scattasse bruscamente in questa o quella direzione, per poi ritornare al punto di partenza, proprio sopra la Londra indicata sulla mappa.
E poi, si disse osservando meglio il contesto, di solito le bussole non sono circondate da un campo magico creato con le rune. Un campo dei più potenti: tre file di caratteri, una per ciascun gradino del basamento di pietra su cui il bacino poggiava. Chiunque lo avesse progettato o realizzato teneva molto ad ottenere... qualunque risultato si ripromettesse dal suo impiego. Un risultato che, a quanto pareva, era legato alla geografia dell'Europa.
Rita studiò tutto l'insieme con interesse ancora per qualche momento, poi cedette alla curiosità. «Cosa sarebbe?»
«È uno degli ultimi progetti elaborati dall’Ufficio Misteri, prima della riforma di Amelia: un Localizzatore.»
«Strano. Dovrei aver esaminato il progetto, ma non me lo ricordo.»
«Be’, probabilmente gli hanno assegnato un nome in codice, o qualcosa del genere, così non hai potuto avere la minima idea di cosa fosse. Vedi, Caramell pensava di usarlo per spiare Silente…»
«Come?» Subito le brillarono gli occhi.
«Forse è meglio che ti racconti tutto dall’inizio. Mettiti comoda.» Malocchio diede l’esempio, allontanandosi dal misterioso marchingegno per prendere posto al tavolo da lettura, recuperando anche una bottiglia di Whisky Incendiario da un dumbwaiter lì vicino. Lo seguì, determinata a mostrarsi paziente, ma anche ad osservare ogni dettaglio. Questo dev'essere il posto dove si rifugia a bere, ci scommetto.
«Dunque,» riprese l'ex-Auror, dopo un sorso abbondante, «il Localizzatore, come dice il nome, serve a rintracciare le persone. Non tutte, bada bene: solo quelle dotate di poteri magici. Può eseguire ricerche “a incantesimo”: in questo caso, ci indicherà i luoghi in cui, in quel preciso momento, è stato usato un dato incantesimo, e con quale bacchetta. Potremmo impostarlo anche per una ricerca storica, ma le tracce della magia, di solito, sfumano in fretta.
La ricerca più interessante, però, è quella “a soggetto”: si basa sul principio secondo cui ogni mago ha il proprio stile. Percepisce le tracce particolari lasciate dai poteri magici di un soggetto determinato. Per tararlo, di solito si usano le informazioni disponibili sulla bacchetta e il suo uso. Non è molto preciso, a meno che il soggetto non sia un mago molto potente, o particolarmente eccentrico.»
«Sembra il ritratto di Silente, in effetti.»
«Infatti: gli Indicibili che hanno inventato il Localizzatore hanno sviluppato il progetto, riferendo peraltro direttamente al Ministro, proprio assumendo di doverlo usare per tenere d’occhio lui. Amelia, quando li ha sbattuti fuori, non ha pensato di sottoporli ad un Incantesimo di Memoria, così hanno potuto continuare il lavoro.»
«Aspetta un momento.» Stavolta non poté fare a meno di interromperlo. «Mi stai dicendo che qualcuno ha trafugato materiale segretissimo dall'Ufficio Misteri e che...?!»
«No» tagliò corto con decisione. «Non fare la Penna Prendiappunti!»
«Scusa» mormorò dopo un istante di imbarazzo.
L'altro sospirò. «Capisco la forza dell'abitudine, però, per cortesia, fa' uno sforzo.» Bevve un altro sorso. «Comunque, per rispondere alla tua domanda, stavo dicendo che i due Indicibili che seguivano il processo sono stati licenziati da Amelia, dopo che ha mandato gli Inquisitori all'Ufficio Misteri. Non so se abbiano fatto in modo di nascondere le carte – qualcuno dei loro colleghi penso di sì – ma comunque non hanno portato via nulla. O meglio, solo la conoscenza che avevano in testa.»
«E cosa contavano di farci?»
«Lì per lì, nulla, penso. Non era un progetto che potesse aiutarli a sbarcare il lunario nell'immediato, capirai bene. Ma dopo la guerra...» Sospirò e vuotò il calice. «Scusa, pensavo al povero Cornelius.»
Stavolta non lo interruppe, gli lasciò i suoi tempi. La scelta pagò.
«Dopo la guerra,» riprese infine Malocchio, «Caramell è andato a cercarli, ha sborsato un mucchio di Galeoni per convincerli a riprendere in mano il progetto; combinazione, era uno dei pochissimi con cui mi fossi, è il caso di dirlo, fatto vivo. Sapeva che vivevo in un posto sicuro, anche se non l'ha mai visto, e così un bel giorno, quando ero passato a trovarlo, mi ha chiesto se potessi tenere in casa mia... quello. Il prototipo, lo ha chiamato così, anche se a me sembra più un prodotto finito. Mi ha spiegato come avrebbe dovuto funzionare e tutto il resto, in effetti mancava ancora qualcosina per perfezionarlo... ma siamo rimasti in contatto, ho lavorato anche con i tecnici e, insomma, ce l'abbiamo fatta.»
«Ma a cosa serve?» Rita pose subito la domanda che le bruciava sulla punta della lingua.
«A cercare Harry Potter.»


Note:
Può essere il caso di precisare che Malocchio e la Skeeter mostrano una certa familiarità reciproca perché, sotto Amelia, erano entrambi dirigenti ministeriali di alto livello, quindi si sono dovuti frequentare spesso... tanto che, superate le reciproche fortissime antipatie, hanno cominciato a provare un riluttante rispetto l'uno per le capacità dell'altra. Malocchio adesso è in cerca di alleati, vedremo ben presto il perché; non aveva pianificato né il loro colloquio né di rivelare al mondo, o almeno ai parenti di Caramell, di essere ancora vivo... ma, come ogni buon Auror, sa adattare rapidamente i piani alle circostanze e, quando occorre, li improvvisa pure.
Il vino di fior di sambuco viene servito a cena dai Weasley, nel quinto capitolo de “Il Calice di Fuoco”... ma io non me ne sarei accorto, se non mi avesse messo sull'avviso il Lexicon, dove sono andato a cercare qualche bevanda un po' diversa dal solito. E anche così, ho avuto bisogno di rileggere due o tre volte per trovare la menzione.
Nel bene e nel male, il Localizzatore è un'invenzione tutta mia. Sui dettagli del suo funzionamento conto di fornire ulteriori spiegazioni più avanti.
Taglio qui il capitolo, anche se è molto breve, non solo per l'effetto
cliffhanger, ma soprattutto per notare che pochissime persone sanno che Harry non è morto, o comunque che è stato visto svanire letteralmente nel nulla. Caramell era tra questi, perché collaborava ancora con il Ministero all'inizio dell'era Malfoy. E ne ha parlato anche con il nipote sull'onda dell'entusiasmo iniziale... ma parlare con Mopdy si è rivelato assai più utile.

  
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