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Autore: starlight1205    06/09/2022    5 recensioni
Edimburgo, 1996
Diana Harvey è una normale ragazza che vive con la zia e lavora nel negozio di antiquariato di famiglia. Una serie di circostanze e di sfortunati eventi la porteranno a confrontarsi con il mondo magico, con il proprio passato e con un misterioso oggetto.
Fred Weasley ha lasciato Hogwarts e, oltre a dedicarsi al proprio negozio Tiri Vispi Weasley insieme al gemello George, si impegna ad aiutare l'Ordine della Fenice nelle proprie missioni.
Sarà proprio una missione nella capitale scozzese a far si che la sua strada incroci quella di una ragazza babbana decisamente divertente da infastidire.
[La storia è parallela agli eventi del sesto e settimo libro della saga di HP]
- Dal Capitolo 4 -
"Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena.Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, George Weasley, Mundungus Fletcher, Nuovo personaggio | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Fred Weasley difficilmente rimaneva senza parole, ma in quell’occasione non sapeva proprio cosa dire. Si era così abituato alla presenza della ragazza che non si aspettava proprio un’uscita del genere. L’idea che l’indomani non avrebbe avuto modo di infastidirla, come suo solito, gli provocò una strana sensazione. Quasi di smarrimento.

- Ohi, Terra chiama Weasley - esclamò Diana, che nel frattempo si era avvicinata ondeggiando una mano davanti alla sua faccia.
- E dove Merlino vorresti andare? - chiese Fred cominciando a comprendere l’assurdità dell’affermazione, mentre afferrava il polso di Diana per spostare la mano della ragazza che si muoveva freneticamente troppo vicino al suo naso.
- A casa mia - sentenziò Diana, come se fosse la cosa piú ovvia del mondo, divincolandosi dalla presa sul suo braccio e scoccando un’occhiataccia a Fred.
- A casa tua - ripeté lui tra sè e sè in tono pensieroso, come se volesse convincersi che ciò che la ragazza diceva avesse un senso, e poi sbottò - quella dove i Mangiamorte potrebbero trovarti e ucciderti in qualsiasi momento?

Diana si accigliò e poi provò a spiegarsi - Ascolta, tu non capisci, io devo andare a casa. Se mia zia dovesse tornare, verrà là e io ci voglio essere se torna a casa...

- Non ha senso! - esclamò lui infervorandosi e alzandosi di scatto dal letto come se, d’un tratto, stare seduti fosse diventata una tortura - lo sai che l’Ordine controlla casa tua. Se Karen dovesse tornare, lo sapresti subito. E’ un’idea davvero stupida, e lo sai anche tu...

Diana sbuffò incrociando le braccia al petto e scosse la testa, contrariata.

- C’è un’altra cosa... - proseguì Diana cominciando ad alterarsi - immagino che voi maghi possiate far apparire soldi dal nulla, ma noi comuni mortali non possiamo farlo e se il negozio continuerà a rimanere chiuso... - si interruppe per un attimo e con tono triste terminò - non so come potrebbe andare a finire...

Fred rimase un attimo a soppesare le parole della ragazza. Non l’avrebbe ammesso, ma, in parte, riusciva a capirla.

- Spiacente di deluderti, ma i maghi non possono far apparire soldi dal nulla - spiegò Fred con un sorriso cercando di distendere il clima di nervosismo che si era addensato nella stanza.

Diana ignorò la sua affermazione e riprese: - E poi se torno al negozio posso cercare di capire se quei due pazzi hanno effettivamente rubato qualcosa...

Fred iniziò a misurare la stanza a lunghi passi, passandosi una mano tra i capelli fiammeggianti.

- Si, ha senso! Verrò con te così...
- No - lo bloccò lei secca e vedendo l’espressione interrogativa di Fred aggiunse - so cavarmela da sola.

Fred unì i palmi delle mani e puntò entrambi gli indici verso di lei - Contro Bellatrix Lestrange? Se dovesse tornare cosa farai? Le lancerai un cuscino?

Diana gli rivolse una smorfia di disappunto, ma a Fred parve di scorgere un tremore scuotere le spalle della ragazza nel sentire menzionare il nome della Mangiamorte.

- Ma perché dovrebbe tornare?  - chiese Diana esasperata allargando le braccia. - se ha già trovato quello che cercava non ha senso che ritorni e se non l’ha trovato è perché non è nel mio negozio! 
- E tu vorresti correre il rischio? - chiese lui alzando il tono della voce - non so se lo hai capito, ma quella donna è pazza!

Diana scrollò le spalle contrariata e si voltò con il viso verso la finestra come a voler terminare la conversazione, ma Fred non aveva nessuna intenzione di lasciar perdere.

- Perché sei venuta a dire a me che te ne vuoi andare? Perché non ne hai parlato anche con gli altri? - chiese lui cercando di comprendere che cosa passasse per la testa di Diana, ma lei ormai gli dava le spalle e continuava a non rispondere alle sue domande.
- Allora? - la incalzò Fred allungando una mano sulla spalla della ragazza per farla girare verso di lui in maniera poco delicata. A quel contatto, Diana si voltò di scatto con lo sguardo risentito e finalmente ruppe il silenzio.
- Non penso che qualcuno in questa casa sia d’accordo sul fatto che io me ne vada - e poi tradendo un certo imbarazzo mentre giocherellava intrecciando le dita alla catena del ciondolo che portava sempre al collo - speravo che tu riuscissi in qualche modo ad aiutarmi ad andarmene di nascosto...
- Non se ne parla proprio! - esclamò Fred tra lo scandalizzato e il divertito - non ti aiuterò a metterti in pericolo e soprattutto non farò niente di nascosto dall’Ordine. Malocchio non mi ha ancora perdonato il fatto di averti portata qui! E poi..perchè dovrei?

Diana aprì la bocca per ribattere ma Fred la precedette e con tono duro continuò: - Non so se te lo ricordi, ma ti ho salvato da un lupo mannaro che altrimenti ti avrebbe trasformato nella sua cena! E tu, da quando sei qui, mi hai a malapena rivolto la parola e nemmeno mi hai ringraziato! Quindi, no, non ti faccio nessun favore!

Il petto di Diana si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro e della conversazione che si era ormai fatta incalzante e più simile a un litigio; aveva le labbra strette e gli occhi brillavano, tanto che Fred si domandò se avesse esagerato, visto che la ragazza sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

- Grazie! E’ questo che vuoi sentire? -  sibilò Diana in tono velenoso e abbassando lo sguardo - grazie per aver salvato me e lasciato mia zia a morire -  rialzò lo sguardo torvo che, in quel momento era senza dubbio colmo di lacrime di rabbia.

Fred rimase basito per qualche attimo perché probabilmente Diana aveva centrato il punto. Si tormentava da settimane per non essere stato in grado di salvare sia lei che Karen. Aveva agito d’istinto cercando di portare in salvo almeno Diana, ma il senso di colpa non aveva tardato ad arrivare. Ecco perché anche lui aveva evitato di parlare seriamente con Diana il più possibile, nascondendosi dietro le prese in giro e i soliti scherzi. Ogni volta che posava il suo sguardo sulla ragazza si sentiva uno schifo. Non riusciva a guardarla senza pensare che a Karen fosse capitato qualcosa di brutto, soprattutto perchè non avevano notizie da Mundungus e non sapevano nemmeno se i due fossero insieme.

Siccome Fred era ancora ammutolito, Diana riprese la parola: - Non voglio più rimanere qui dentro e mi pare di capire che anche tu non mi voglia tra i piedi, quindi avevo semplicemente pensato che avremmo potuto trovare un accordo...

Prima che Fred potesse rispondere che la ragazza si sbagliava, una sagoma argentea trapassò la finestra facendo gridare Diana, che dallo spavento fece un balzo all’indietro urtando il letto di George e ricadendoci sopra con ben poca grazia femminile.

Quello che era appena entrato nella stanza era un Patronus: uno sciacallo argentato e luminescente. Si fermò sulla scrivania e, sedendosi compostamente, iniziò a parlare con la voce roca di Mundungus Fletcher:

- Weasley, io e Karen stiamo bene. Se sei a Grimmauld Place o non lo sei, volevo avvisarti che arriveremo domani mattina.

Fred sentì improvvisamente il rancore scemare nell’osservare il Patronus dissolversi in una nebbiolina argentea.

Diana si portò una mano sulla bocca, mentre la rabbia veniva rimpiazzata dal sollievo e le lacrime di rabbia che aveva trattenuto fino a quel momento, si trasformavano in lacrime di gioia.

L’indomani mattina l’Ordine al completo si fece trovare, in attesa.

Malocchio Moody batteva ritmicamente la sua gamba di legno sulla moquette fatiscente del soggiorno e quando, finalmente, Karen e Mundungus varcarono la soglia di Grimmauld Place, il suo occhio magico fece un giro completo a 360 gradi.

Karen si guardava intorno con la fronte aggrottata e un’aria perplessa, ma quando il suo sguardo si posò sulla nipote, il suo viso si distese e si aprì in un enorme sorriso, mentre Diana attraversava di corsa il corridoio d’ingresso per correre ad abbracciare la zia.

Fred si limitò ad osservare la scena, in piedi, al fianco di George, mentre il ritratto della signora Black si risvegliava e rivolgeva a tutti loro i soliti raffinati insulti a cui si erano ormai abituati.

- Bel lavoro, ragazzo - gli sussurrò all’orecchio Mundungus.

Fred, così assorto dalla tenera scena di riconciliazione tra zia e nipote, non si era accorto che l’uomo gli era scivolato accanto per posizionarsi tra lui e George.

- Pensavo te la fossi data a gambe quella notte - mugugnò Fred risentito dando una generosa pacca sulla spalla a Mundungus

- Oh, non è da me - bofonchiò Mundungus incassando il colpo e scoppiando in una risata rantolante - mi devi ancora una bottiglia di Whisky Incendiario, Weasley!

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Ciao!
Eccomi qui con un altro capitoletto, ancora un po' corto ma ricco di eventi, visto che finalmente Diana e zia Karen si ricongiungono e tutto è bene quel che finisce bene...(che dite?)
Il capitolo, essenzialmente, è corto in quanto il prossimo sarà ambientato un po’ più avanti nel tempo. Attendo con ansia i vostri commenti; sono sempre curiosa di sapere cosa ne pensate (visto che a me quello che scrivo convince sempre meno ahahah).
Ancora grazie a chi dedica anche pochi minuti del suo tempo per leggere e commentare :)
A presto!

 

  
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