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Autore: My Pride    07/09/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Scared of the Dark Titolo: Scared of the Dark
Autore: My Pride
Fandom: Teen Justice
Tipologia: One-shot [ 1515 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Laurel Kent, Talia Kane (Earth-11)

Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Malinconico, Light Angst
Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort, Narratore inaffidabile
200 summer prompts: Sacrificio || "Potevamo morire" || "Non darmi quelle stronzate"



BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Supergirl… Laurel!»
    Una voce la stava chiamando, ma lei non riusciva ad aprire la bocca per rispondere, sentiva solo le palpebre pesanti e la gola così secca che aveva come la sensazione di aver inghiottito un tizzone ardente; la bocca era impastata come se sentisse la necessità di bere e non riusciva a deglutire, con l’epiglottide che faticava ad eseguire il corretto funzionamento.
Il panico si impossessò improvvisamente di lei. Cos’era successo? Perché si sentiva come se stesse fluttuando in aria, ma non riuscisse a rimettere i piedi a terra e la corrente la stesse spingendo via? Più cercava di fare mente locale, più il cervello le doleva, facendo scappare dalle sue labbra suoni orribili e soffocati; cercò di guardarsi freneticamente intorno, ma tutto ciò che gli occhi le restituirono fu solo l’oscurità, un’oscurità così intensa che ebbe come l’impressione di essere sprofondata in una pozza di catrame. Mai, fino a quel momento, aveva provato una simile sensazione. Era come se nessuna forma di luce potesse farsi spazio in quel buio, come se il solo provarci potesse strappare via ogni scintilla che tentava di fendere le tenebre, e Laurel cominciò ad avere paura. Dov’era finita? Dov’erano finiti tutti?
    «Dannazione, Klarienne, fa’ qualcosa!»
    «Ci sto provando, Talia!»
    Laurel scosse energicamente il capo per scacciare quelle voci e sentì le lacrime rigarle le guance, ma non riuscì a capire per quale motivo avesse cominciato a piangere; tremando, tentò quindi di usare la sua vista calorifica per illuminare il luogo in cui si trova e cercare una via d’uscita, portandosi immediatamente le mani agli occhi per premere i palmi contro di essi quando li sentì bruciare dall’interno; urlò con tutto il fiato che aveva in gola per il dolore lancinante che stava provando, ma il terrore si impossessò maggiormente di lei quando si rese conto che non riusciva a sentire la propria voce. Era certa di star gridando, la gola le faceva male a tal punto che avrebbe potuto dar fuoco alle sue stesse corde vocali, il fiato nei polmoni stava cominciando a venir meno e lo stomaco le si era attorcigliato per lo sforzo, eppure era come se fosse completamente sorda al suono delle sue urla.
    Singhiozzando senza far rumore, Laurel intrecciò le dita fra i capelli e strinse le ciocche con forza, rannicchiandosi su se stessa; i pantaloncini sfregavano contro le calze stracciate e le suole delle converse scivolavano in avanti come se si fosse trovata su una lastra di ghiaccio, ma non provava nulla. Era come se quell’oscurità avesse inghiottito ogni cosa, ogni sensazione o gelo o calore che avrebbe potuto provare in quel momento, e la cosa la spaventava più di quanto lei stessa volesse ammettere. Si sentiva un guscio vuoto, un mero contenitore di ossa, carne e sangue privo della scintilla della vita, e la stretta opprimente che le martoriava il petto sembrava essere l’unica cosa che fosse in grado di provare; anche respirare era diventato difficile e il respiro cominciò a condensarsi in sottili strati di ghiaccio, che cadevano poi come una pioggia di diamanti sulle sue ginocchia senza che lei potesse impedirlo.
    «Jacqui, tienila ferma!»
    Laurel urlò ancora e stavolta fu come se degli ultrasuoni le avessero trapassato i timpani delle sue orecchie sensibili, facendoli scoppiare come bolle di sapone. L’oscurità intorno a lei stava cominciando a diventare opprimente, tangibile, come se avesse potuto stringerla fra le dita e strizzare al punto di vista da farla sanguinare, è la gola le si chiuse quando qualcosa premette contro di essa, impedendole di respirare come avrebbe voluto; annaspando, cercò di scacciare quelle dita invisibili, provò a graffiarle e a ghermirle, ma tutto ciò che riuscì a fare fu ferirsi la gola a sangue prima che dita scheletriche le artigliassero una caviglia; scalciando, tentò di liberarsi da quella presa, ma le dita strinsero più forte e la trascinarono a terra, facendole sbattere la fronte sul pavimento.
    Terrorizzata, Laurel affondò le unghie nel terreno, o almeno ci provò; scivolarono su quello che parve essere marmo e il panico tornò prepotentemente dentro di lei mentre scalciava e si dibatteva, con i capelli che le si erano ormai appiccicati alla fronte sudata ed erano scappati in gran parte dalla fascia che indossava; più cercava di gridare il nome dei suoi amici, più questi ultimi non riuscivano a sentirla, aveva come la sensazione di star affondando senza tregua nel pavimento sottostante che aveva cominciato a risucchiarla, e grosse mani si strinsero intorno al suo collo, soffocandola.
    Quando le sue palpebre si aprirono di scatto e realizzò di avere davanti agli occhi una bottiglia, la afferrò così in fretta che la strappò letteralmente dalle mani del povero malcapitato di turno, bevendo avidamente nel tentativo di portare un po’ di refrigerio alla sua gola; non badò nemmeno alle voci che avevano cominciato a rimbombare nelle sue orecchie e a chiederle come stesse, né all’acqua che scivolò anche fuori dalla sua bocca e giù per il mento e il collo, fermandosi solo quando quella bottiglia di plastica fu vuota e lei parve vagamente soddisfatta. E fu a quel punto che si guardò intorno, sbattendo le palpebre nel fissare stralunata tutte le sue compagne di squadra.
    «Cosa… cos’è successo?» domandò con voce roca, tossendo nel tentativo di raschiare la strana sensazione che sentiva sul fondo della gola.
    Nessuno rispose per un lungo istante, finché non fu Raven stesso a fare un passo avanti. «Sorella Sangue ti ha colpita con un incantesimo».
    «Un incantesimo diretto a me», si intromise Talia, scostando Raven senza tanti complimenti per fissare gli occhi sgranati di Supergirl. «Non avresti dovuto immischiarti».
    «Talia...»
    «Silenzio, Donald». Talia si avvicinò a grandi passi, pungolando il petto di Laurel con un dito senza tanti complimenti. «Sei per metà kryptoniana. Sei vulnerabile alla magia». Assottigliò le palpebre. «Che cosa ti è saltato in mente?!»
Laurel si umettò le labbra, abbassando e alzando le palpebre pù volte prima di fissare l'amica. «Non le avrei mai permesso… di colpirti», riuscì a soffiare in un fil di voce, e il volto di Talia si indurì più dell’acciaio.
    Tutti, nessuno escluso, parvero restare in attesa, come la quiete prima della tempesta; le spalle di Talia si erano irrigidite e Jess notò che aveva stretto i pugni, facendo aderire le braccia lungo i fianchi in una postura così rigida che per un momento stupì persino loro; non ricordava di aver mai visto Talia in quelle condizioni e, dal modo in cui anche Raven e Donald la stavano fissando, Jess si rese conto di non essere i soli ad aver provato quella sensazione.
    «Non darmi quelle stronzate!» urlò infine Talia, afferrando il colletto di Laurel per strattonarla contro di sé. «Hai pensato bene di ignorare un ordine e sacrificati! Potevamo morire!» sbraitò ancora nel darle un pugno sulla spalla e stringere così forte la mano che le unghie si conficcarono nel palmo, provocando segni a mezza luna; poi tirò su col naso, accasciandosi su se stessa nello scivolare con le gambe lungo il pavimento, proprio accanto a Supergirl. «Tu potevi morire! Potevi morire, potevi morire, potevi…» continuò a sussurrare come un automa, senza smettere di colpire l’amica che, in silenzio, le cinse i fianchi con un braccio sotto lo sguardo affranto di tutti i presenti.
    «Laurel! Dobbiamo andare, ora!»
    La voce di Klarienne risuonò improvvisamente nelle sue orecchie e, sollevando il capo, Laurel sollevò il capo per fissare la schiena di Jess, che stentava a reggersi in piedi dopo il duro attacco che avevano subito; guardandosi intorno, si rese conto che Raven e Jacqui erano distesi sul terreno e Donny si era affiancato a Jess, ma entrambi non sarebbero riusciti a fare molto nelle condizioni in cui erano... e Laurel, mentre stringeva a sé il corpo della sua migliore amica, ci mise un secondo di troppo a ricordare che cosa fosse successo. La sua mente aveva faticato ad inserire gli ingranaggi al posto giusto, accatastando frammenti su frammenti senza alcun filo logico, ma, adesso che gli occhi le stavano mostrando la realtà, tutto aveva un senso.
    Quando Sorella Sangue li aveva colpiti, sbalzando in aria tutti loro, il suo primo pensiero era stato Talia. Era volata verso di lei per prenderla al volo e impedirle di sbattere la testa contro una roccia, restando imprigionata nella magia che Sorella sangue aveva creato; quella bolla aveva intaccato la parte kryptoniana della sua mente, mostrandole solo ciò che aveva creduto di voler vedere... ma la verità era che Talia era rimasta ferita nonostante tutto. La testa della sua amica sanguinava, Laurel poteva sentire l'odore ferroso e ne avvertiva l'appiccicume fra le dita, e nel guardare il volto dell'amica si sentì come se il fiato le si fosse mozzato nel petto. Il battito di Talia era flebile, ma c'era ancora e Laurel si aggrappò a quella speranza. Doveva farlo.
    «Va tutto bene, Talia... tutto bene...» sussurrò nello stringere la testa dell'amica contro il proprio petto, carezzandole il viso nella speranza di vederle aprire nuovamente gli occhi mentre si librava in volo.





_Note inconcludenti dell'autrice
E sono finalmente tornata con un'altra storia per la #200summerprompt indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
Ovviamente ho deciso di essere il solito clown e ho postato una bella storia su queste belle pagnottine (che ricordo essere la versione femminile ufficiale di Damian e Jon), anche se stavolta i toni sono molto più dark della storia che avevo precedentemente postato su di loro, ovvero Be the Wonder
In realrà avrei preferito tenermi anche con questa sul leggero, ma... si sa, l'ispirazione fa quello che vuole e alla fine eccoci con un bel narratore inaffidabile e un casino fra le mani aha
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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