Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    09/09/2022    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando la porta della mia camera viene aperta, ho paura di quello che potrebbe succedere. Sono ormai quasi due mesi che sono tenuta qui prigioniera, senza più avere notizie di quello che sta succedendo fuori da queste mura. Non che avessi voglia di uscire, ma l’avere costantemente due guardie fuori dalla porta mi ha fatto un certo effetto, non lo posso negare. Questo periodo da sola mi ha comunque aiutato a venire a patti con tutto quello che è successo e con la morte della mia famiglia. Non posso dire di non essere più triste, ma almeno sono più tranquilla di prima e posso pensare a loro con minore tristezza, anche se non è ancora del tutto scomparsa. Sulla soglia della porta c’è un uomo che ho già visto nella sala del trono il giorno in cui ho parlato con il nuovo re, non so come si chiama ma riconosco in lui i tratti di quei due uomini uccisi sempre in quella sala qualche tempo fa dal re, immagino che fossero dei suoi parenti. Mi sorride con un sorriso vero, velato di tristezza, ma che arriva fino agli occhi. - Principessa Nymeria, dobbiamo parlare. – Sentirmi chiamare principessa mi fa un certo effetto. Non ci avevo mai riflettuto, ma anche io tecnicamente sono una principessa. Papà ha sempre mantenuto il suo titolo di principe e quindi io sono la figlia di un principe. - Cosa posso fare per voi? – Non so neanche come si chiama, ma la buona educazione che con tanta fatica la septa mi ha inculcato viene fuori in modo prepotente. - Devo darti una brutta notizia, purtroppo. Ser Arthur Dayne è morto in combattimento alla Torre della Gioia. – Non ci voglio né ci posso credere alle sue parole. Con tutta la mia famiglia ormai morta, speravo che almeno zio Arthur potesse continuare a stare con me in qualche modo, ma adesso questa maledetta guerra mi ha portato via anche lui. Non scoppio in lacrime solo perché non sono sola e quest’uomo non lo conosco, non posso sapere come reagirebbe. Abbasso comunque gli occhi, triste per la terribile notizia appena ricevuta. - Ho fatto un patto con il re. Non può rimandarti dalla tua famiglia a Lancia del Sole e tu non vuoi rimanere qui alla capitale, da quanto ho capito, giusto? – - È vero, signore. Questo posto mi porta alla mente troppi ricordi dolorosi. Non riuscirei a rimanerci. – - Abbiamo quindi preso una decisione che farà contenti tutti. Verrai con me nel Nord e crescerai alla corte di Grande Inverno con i miei figli. Intanto appena arrivati ti prometto che ti troveremo una septa che continui la tua istruzione. – - Molto bene, grazie per tutto. Posso chiedervi una cosa? – Non vorrei mai essere invadente, soprattutto per questioni che possono essere molto delicate, ma la curiosità prende il sopravvento. - Certo. Qualsiasi cosa. – - Qualche tempo fa sono stati uccisi due uomini tra le mura della sala del trono e… - Non mi dà neanche il tempo di finire la frase che mi risponde con un sorriso triste. - Erano mio fratello maggiore e mio padre. – - Scusate. Non volevo riportarvi alla mente brutti ricordi. – - Non vi preoccupate, piccola, la curiosità può anche essere lecita, se in piccole dosi. – Capisco facilmente quello che sta cercando di dirmi, non sono stupida. Non vuole parlare di quello che è successo alla sua famiglia e io lo capisco. - Partiremo domani mattina molto presto. – Detto questo se ne va, lasciandomi sola per un’ultima volta dentro queste mura. I miei sentimenti per questa partenza sono contrastanti. Ormai mi ero quasi abituata a questo castello e a tutto quello che era la vita al suo interno e adesso andarmene è più difficile di quello che credevo. Quando siamo arrivati non avrei mai pensato di dirlo, ma ho quasi paura di abbandonare le sue mura amiche. Possono essere successe anche troppe cose qui dentro, ma almeno questo è un posto che conosco e le persone hanno una cultura che comprendo. Le lezioni del maestro sul Nord, invece, mi hanno messo una grande preoccupazione anche dentro le mura di Roccia del Drago. Le spiegazioni sulla cultura, la tradizione e anche sui diversi Dei che vengono adorati in quelle terre mi hanno reso molto ansiosa e per nulla desiderosa di approfondire la questione. Quando siamo andati alla Barriera, ormai quasi due anni fa, le cose sono state diverse. Ero protetta da tutte le persone che conoscevo e il viaggio è durato solo pochi giorni. Adesso quello che mi si prospetta è tutta una vita in quelle terre sconosciute e così distanti da quello che mi hanno sempre insegnato papà e gli zii, ma ormai le cose stanno così ed io non le posso cambiare. Li renderò comunque tutti fieri, anche se non mi possono più vedere e affronterò la mia nuova vita a testa alta, come degna figlia di mio padre. La mattina dopo sono di nuovo nel cortile del castello, ma questa volta non devo vedere nessuno che parte per la guerra, questa volta sono io che parto e parto a testa alta verso l’ignoto. Il pensiero mi va quasi subito verso l’ultima volta che sono stata qui per un evento analogo, alla partenza di papà e degli zii per la battaglia che ormai viene chiamata la battaglia del Tridente, perché a quanto pare è stata combattuta sulla sponda di questo famoso fiume della terra dei Fiumi. Siamo ormai pronti a partire, manca veramente poco. Siamo un gruppo veramente molto numeroso, per la maggior parte sono gli uomini che devono essere andati in guerra con lord Stark e che adesso tornano a casa dalle proprie famiglie, cosa che io non posso fare, anche perché non ho più una famiglia. Quando mi hanno parlato della mia famiglia a Lancia del Sole e del fatto che non avrebbero potuto rimandarmi lì mi sono meravigliata. Sono figlia di mio padre, non lo metterò mai in dubbio, ma rimane il fatto che non sono mai stata a Lancia del Sole o a Dorne e non conosco quasi la famiglia di papà. Conoscevo zia Elia, ho incontrato un paio di volte anche il fratello maggiore della zia, Oberyn, mi è stato parlato spesso dell’altro fratello della zia, Doran e dei suoi figli, che ho sempre chiamato affettuosamente cugini, ma non li conosco veramente e non posso dire che sono la mia famiglia. Papà mi aveva promesso che saremmo presto andati a Dorne una volta finito questo brutto periodo per farmeli conoscere tutti, ma adesso non sarà più possibile. Papà è morto, la zia è morta ed io mi sto dirigendo nel posto più lontano possibile da loro. Guardo i cavalli e cavalieri con una certa invidia prima di prendere il mio posto sul carro di rifornimenti che mi porterà a destinazione. Avrei tanto voluto cavalcare da sola, sono perfettamente in grado di farlo a quasi otto anni di età, ma lord Stark non ha voluto. Ha detto che non sarebbe stato consono una cosa del genere e mi ha ricordato le litigate che ho sempre fatto con papà e gli zii su questo argomento, fin da quando ne ho ricordo, così come mi ricorda il mio ultimo viaggio a Nord e la bellissima sensazione di pace che mi ha dato poter cavalcare con papà sullo stesso cavallo e il calore del suo mantello. Su questo carro, però, non sarò da sola. Con me viaggeranno anche un neonato, che a quanto ho capito deve essere in qualche modo il figlio di lord Stark, anche se stranamente mi ricorda vagamente Aegon quando era appena nato, e la sua balia, una donna molto risoluta che mi resta subito simpatica appena mi dice da dove viene e dove prima prestava servizio. Passo la maggior parte del tempo che passiamo in viaggio, circa un mese, a tartassarla di domande su Dorne e sul castello di Stelle al Tramonto, il castello di casa Dayne dove mi ha detto che ha sempre prestato servizio. Mi ha fatto ridere molte volte raccontandomi le peripezie dei figli del fratello maggiore di zio Arthur. Lo zio mi aveva raccontato una volta di avere anche un fratello maggiore e una minore oltre a lady Ashara che è stata una delle dame di compagnia di zia Elia e per molti versi una vera e propria tata sia per me che per Rhaenys. Mi è dispiaciuto che non mi abbia potuto raccontare di quando anche zio Arthur era piccolo, ma è troppo giovane per averlo conosciuto a quei tempi. Il viaggio è molto lungo ma piacevole. I soldati e i lord che fanno parte del seguito che sta tornando verso le proprie terre sono persone socievoli e tranquille, ormai interessate solo a rimettere piedi nelle proprie terre che ad altro. Passo quasi tutto il tempo con la balia, che si è presentata come Wylla, e il piccolo Jon, un bambino tranquillo che assomiglia veramente tanto al padre, ma che continua a ricordarmi un po’ Aegon appena nato, ma forse perché tutti i bambini a questa età si assomigliano Le porte del castello che sarà la mia nuova casa mi sembrano la saracinesca che si chiude su quella che è stata la mia vita fino a questo momento. Da questo momento in avanti non si torna più indietro, vivrò in un posto nuovo, con persone nuove e con una cultura nuova, senza quella che ho sempre considerato la mia famiglia. Il cortile del castello è affollatissimo. Devono esserci tutti i suoi abitanti che sono venuti a rendere omaggio al loro signore che torna trionfante dalla guerra. Sono in molti a guardare verso di me quando scendo dal carro dei rifornimenti, ma non ci faccio caso, è sempre successo e ormai non mi fa più impressione come prima, ci sono abituata. È la persona davanti a tutti in questo cortile che mi fa impressione. Per quanto siano passati due anni da quando l’ho incontrato per l’ultima volta, non potrei mai dimenticarmi la sua faccia. È cresciuto e si è fatto uomo, arrivando ad assomigliare in maniera impressionante a quello che deve essere per forza il fratello maggiore. Gli sorrido e vedo che anche lui mi sorride di rimando, capendo che mi ha riconosciuta. Sono contenta, pensavo di non trovare nessuna faccia conosciuta in questo posto sperduto, ma almeno adesso so che mi sono sbagliata. Non avevo più pensato a quel ragazzo che mi era stato vicino per un paio di volte al torneo di Harrenhal quando portavo le spade per gli zii. Dopo quella volta in cui avevamo parlato per qualche secondo, non si era più avvicinato a me in nessuna maniera e lo avevo visto solo di sfuggita durante la cena o sugli spalti insieme alla sua famiglia. La camera che il servo mi apre è semplice, ma funzionale. C’è un bel camino già acceso, un letto grande ricoperto di pellicce, anche perché immagino che qui il freddo nelle notti invernali sia terribile, e davanti al camino c’è un bel tappeto di pelo per proteggersi dalla temperatura gelida. Una stanza molto più semplice di quelle a cui ero abituata sia a Roccia del Drago che nella capitale, ma forse mi piace anche di più, la sua semplicità mi intriga veramente molto. Ai piedi del letto un servo posa il mio baule, prima di chiudere la porta ed andarsene senza quasi proferire una parola. Non me la prendo per i suoi modi, ma apro subito il baule per tirare fuori i miei due tesori più preziosi. Il mantello bianco di papà è sempre con me, non lo lascerei mai per nessun motivo e adesso custodisce anche un prezioso segreto, un segreto che nessuno deve sapere. Avvolto dentro c’è il pugnale che zio Arthur mi ha donato quella mattina prima di partire insieme a zio Rhaegar. Mi era stato portato via dopo quello che era successo nella torre delle spade bianche ed era sicura che non lo avrei mai più rivisto. È stato zio Jamie a riportarmelo subito prima che partissi per il Nord. Quando è venuto nella mia stanza pensavo che volesse solo augurarmi buona fortuna per la mia nuova vita, come aveva già fatto zio Barristan, ma invece mi ha fatto questa enorme sorpresa. Mi ha detto di averlo visto insieme ai tesori che il re avrebbe dato ai suoi alfieri, gettato senza ritegno in mezzo al mucchio e l’ha riconosciuto per le sue caratteristiche, in fondo l’acciaio di Valyria non è difficile da riconoscere. Capendo di cosa si trattava l’ha preso e l’ha nascosto, inizialmente pensando che il re se ne potesse accorgere. Quando invece ha capito che non sarebbe successo, è venuto a consegnarmelo. Mi ha detto che zio Arthur lo aveva portato con orgoglio e valore e non gli sarebbe sembrato giusto che non lo avessi io. Mi ha fatto piangere quando me l’ha detto ed averlo un’altra volta in mano mi ha fatto sentire proprio bene, protetta, come se zio Arthur fosse ancora qui con me a proteggermi. Zio Jamie mi ha comunque detto che non devo attirare l’attenzione su di me e possedere un pugnale in acciaio di Valyria lo farebbe, quindi che sarebbe stato meglio che lo nascondessi, cosa che ho fatto. Nessuno ha mai pensato di guardare cosa c’era nel mio baule da viaggio, anche perché in fondo non ce n’era bisogno, quel pugnale nessuno lo sta cercando, quindi ho potuto tranquillamente portarmelo qui al Nord, basta che stia molto attenta che nessuno lo scopra. Un leggero bussare alla mia porta mi fa tornare alle realtà. È tutto bello, ma rimane il fatto che questa sarà un po’ la mia prigione da qui in avanti, non penso proprio che mi permetteranno mai di andarmene. - Principessa… - La persona che vedo entrare da quella porta mi dà un enorme piacere. - Lord Benjen… - - Non avrei mai pensato di rivedervi. – - Neanche io, ma adesso siamo qui. – - Mi fa piacere, ma immagino che a voi no. Ho saputo delle vostre perdite e mi rincresce molto. Non conoscevo né vostro padre né gli altri membri della Guardia reale che sono morti, ma la loro fama era arrivata anche qui. – - Grazie. Ho comunque avuto tempo di elaborare quello che è successo nei due mesi che sono rimasta ad Approdo del Re dopo la guerra. Vi sono comunque grata per le vostre parole. – - Molto bene. Volevo solo porgervi le mie condoglianze per la vostra famiglia e augurarvi di trovarvi bene qui. Adesso vi lascio sola. – - Grazie ancora della vostra premura. Siete sempre stato molto gentile con me, dalla prima volta che ci siamo incontrati. – - Non potevo fare altrimenti, principessa. Eravate una bambina sola in un posto potenzialmente molto pericoloso. – Dopo di che, sorridendo, esce dalla stanza lasciandomi sola a iniziare la mia nuova vita.
   
 
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