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Autore: Ivy001    09/09/2022    1 recensioni
RIECCOMI CON UNA NUOVA FANFICTION, STAVOLTA DAI TRATTI DI UN VERO E PROPRIO GIALLO, CON LA SPARIZIONE DI UNA DONNA E LE INDAGINI CONDOTTE DA ISPETTORI CHE ERAVAMO ABITUATI A CONOSCERE CON I PANNI DI RAPINATORI. SPERO VI PIACCIA. ATTENDO DI SAPERE COSA NE PENSATE PERCHE’ QUESTO MONDO CHE RACCONTO NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA TRAMA DE “LA CASA DI CARTA”
BESITOS A TODOS
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bogotà, Il professore, Nairobi, Palermo, Raquel Murillo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Santiago Lopez apre gli occhi, alquanto stordito dal colpo alla testa subìto,si trova in una stanza, mai vista prima, di piccole dimensioni, disteso su di un letto singolo, con un plaid sulle gambe, la finestra aperta e la persiana totalmente abbassata.

Cosa cazzo…?!” - esclama, spiazzato, mentre massaggia la parte lesa del suo capo.

Cerca di mettersi in piedi, inciampando nelle sue stesse scarpe.

Fanculo” – sbotta, ipotizzando di aver causato il rumore che eliminerà la sola possibilità di fuga da quel posto che, a suo dire, ha l’aria di un ambiente organizzato per un sequestro di persona.

E proprio mentre riporta alla mente le ultime ore prima della perdita di conoscenza, qualcuno varca l’uscio.

Finalmente si è ripreso” – esclama, briosa, la voce di una giovane donna.

Quel suono è familiare e spiazza Bogotà che, confuso, pronuncia il nome di lei - “Stoccolma?!”

Si, sono io! Si segga, signor Lopez. Le portiamo qualcosa da mangiare o da bere” – dice la Gaztambide, mai così entusiasta come in tale momento.

Cosa? Che dici? Piuttosto...perché non sembri affatto spaventata?”

La riccia sorridendogli risponde – “Siamo con i buoni. Adesso venga con me” – le fa cenno di seguirla.

E mentre, sospettoso, percorre un breve corridoio, rallegrato di quadri, dipinti, e reso piacevole dal profumo di ciambella appena sfornata, l’ispettore si trova in un cucinino delle medesime dimensioni della sua piccola stanza.

I due omoni che lo hanno colpito sono seduti al tavolo conversando nella loro lingua mentre una terza figura sembra tagliare a fette il dolce, pronto per essere consumato.

Ecco il signorotto finalmente ha ripreso i sensi” – commenta uno dei due.

Cosa cazzo ci facciamo qui? Chi siete voi?” - sulla difensiva Bogotà ricorda di avere la solita pistola, e la cerca istintivamente nel suo taschino.

Ci abbiamo pensato noi” – risponde l’altro straniero, avendo intuito l’imminente gesto del quarantaduenne.

Maledizione! E se fosse una trappola? Stoccolma, ce ne dobbiamo andare” – le sussurra, stringendo, senza volerlo, con forza, il suo esile braccio.

È tutto troppo calmo e tranquillo da apparire spaventoso.

Perché mai un colpo in testa per chiuderlo in un’abitazione, collocata chissà dove? E perché mai degli sconosciuti avrebbero dovuto salvarlo?

La storia è lunga. Ed è meglio se a raccontarla siano i diretti interessati” – spiega la donna intenta a offrire la ciambella ai presenti.

Queste parole vengono pronunciate proprio in vista dell’imminente arrivo di due figure alle spalle di Lopez.

L’ispettore, confuso, si volta ,lento ,e resta ammutolito.

Murillo?!” - esclama, riconoscendo la prima – “Sei...davvero tu?”

Ciao Santiago. Direi che da qualche tempo mi conosci come Lisbona, preferirei usassi tale appellativo”

Ehm...ok. se...se...sei sana e salva?”

Spiazzato, comincia addirittura a balbettare.

Sì, mai stata meglio” – conferma, raggiante, Raquel – “E’ necessario che tu sappia la verità, finalmente”

Il quarantaduenne annuisce e torna a sedersi su una delle sedie attorno al tavolo.

Ha sorvolato sulla seconda persona, posta di fianco alla ex Farfalla.

Ed è lui a presentarsi, di sua spontaneità.

Io mi chiamo Sergio Marquina, di me non avrà sentito mai parlare. Mi chiamano anche “Il Professore”, piacere di conoscerla”

La pacatezza del tipo colpisce Bogotà che mai avrebbe sospettato di essere, in qualche modo, catturato da due che sono dipendenti da una personalità tale.

Ehm...il professore? Come mai questo soprannome? Insegna, per caso?”

Beh…”

E’ un genio, di quei rarissimi casi…il suo cervello supera di gran lunga tutti quelli di noi qui presenti, compresi gli inquilini di ogni appartamento del condominio” – commenta uno dei serbi, masticando la sua porzione di dolce.

Imbarazzato, Sergio si accomoda accanto al suo ospite, invitando Lisbona a fare lo stesso.

Ora tutti e tre sono al tavolo e due di loro stanno per rivelare a Santiago quella verità che cerca da tempo.

Questo non prima di aver appurato che la donna che incontrò la notte che fu aggredito e che gli costò la perdita di memoria fu proprio la Murillo.

Cosa accadde quella famosa sera? Quando ci incontrammo?” - domanda l’uomo, desideroso di conoscere parti di un passato che sottrattogli.

Beh...se non le dispiace…
“Dammi del tu...anzi, datemi… tutti quanti! Ho intuito che siamo dalla stessa parte, no?!”

Esatto” – conferma Stoccolma, entusiasta,accarezzandosi il leggerissimo rigonfiamento del suo ventre.

La storia viene raccontata da Raquel, vittima del Mariposas e di un marito che non l’ha mai seriamente amata.

Quando sposai Alberto Vicuña ero un’ingenua giovane innamorata dell’idea dell’amore. Ben presto capii di che pasta era fatto il mio consorte. E i segni che mi lasciò sul corpo sono la prova tangibile della sua folle personalità”

Già, di questo sono al corrente. Soggetti come lui non sono degni dell’appellativo di UOMO” – commenta Lopez, disgustato dal tipo in questione.

Poi la Murillo riprende, mostrandosi forte della presenza di Sergio che le tiene la mano.

E tale gesto così amorevole ricorda per un secondo a Bogotà della sua Nairobi.

Cosa le staranno facendo adesso? Perché lui ne è più che certo...si trova al Night Club… alla mercè di un bastardo.

Lisbona ricomincia e l’ispettore torna a concentrarsi su di lei.

Mi sono trovata coinvolta nelle vicende del Mariposas perché, ecco…io… deve sapere che quando sono andata in Portogallo e ho trascorso qualche giorno a casa di mia madre avevo duramente litigato con mio marito. Fu un incubo. Durante la discussione lo colpì con un oggetto contundente alla testa. Credevo fosse morto. Sono corsa via. Ero nel panico totale, terrorizzata al pensiero di essere diventata un’assassina. Vivere a Lisbona, fingendo tranquillità, non mi aiutò affatto. Forte del sostegno del mio psicoterapeuta, scelsi di affrontare di petto la situazione. Tornai a Madrid, e fu allora che ricevetti delle minacce. Qualcuno mi ricattò. Alberto Vicuña era morto e la responsabile ero io. Avrebbero denunciato la mia colpevolezza e sarei finita in prigione. Avrei perduto mia figlia, capisci? Fu per tale ragione che optai per una drastica scelta: fingermi morta mi avrebbe aiutata a venir fuori sia dai ricatti che dalla vita sofferente che mi ero costruita. Potevo cominciare da capo. La notte che mi diedero per morta fu grazie al coinvolgimento del Professore… e di suo fratello”

Non capisco. Se il Professore, qui presente, ti aiutò, come sei finita, poi, in quel postaccio?”

Ecco…vedi… nonostante i primi giorni fossero l’inizio della mia libertà… infatti, avevo in progetto di riprendere Paula e portarla via con me… beh… non feci in tempo”

Che intendi dire?”

Intende dire che le minacce proseguirono. La richiesta proveniva da un tale Signor Dalì, intenzionato a sistemare vecchi debiti con l’assunzione immediata di Raquel al Mariposas”
“Cazzo, ma questo maledetto che intenzioni aveva?! Sembra stesse assumendo personale in quel periodo” – sbotta Bogotà.

Esattamente” – la risposta, stavolta, viene dal Professore. È lui a proseguire la storia – “Il vile che seppe tenerci sulle spine aveva appena sottratto il locale al proprietario e lo tramutò in poco tempo in ciò che è oggi. Lisbona gli serviva, così come servirono anche Tokyo, Manila, Stoccolma e… Nairobi”

Maledizione” – esclama, furioso, Lopez – “Quindi hai dovuto rinunciare ai tuoi sogni, vero? Scommetto che ti ha dato un out out: o andavi lì, o avrebbe recato male a Paula. Dico bene?”

Già, come lo sai?”

Ha fatto lo stesso con Nairobi, ora ne sono super convinto. Voglio fargliela pagare. Cosa avete orchestrato per mandare quel mostro in galera?”

Calma, ispettore. Non vuoi conoscere tutta la verità?”

sì, certo,scusami. Prego, Lisbona...sono tutto orecchi”

La donna continua – “Quando cedetti, fui condotta al Night Club. Però il Signor Dalì notò la mia poca voglia di fare, come se resistessi al suo volere, e la considerò un problema. A suo dire potevo distogliere le mie colleghe dalle loro mansioni o mettere loro in testa strambe idee. Perciò diede a Palermo l’ordine di mantenermi a debita distanza dalle altre . Nessuna amicizia con loro.”
“Santo cielo! Ecco perché eri tanto distante. Povera, Lisbona! Parlo a nome di tutte, mi dispiace”- si commuove Monica, instabile emotivamente anche per via degli ormoni della gravidanza.

Le si avvicina e le due si scambiano un tenero sorriso e una stretta di mano.

Almeno adesso si spiega il perché di tanta freddezza verso le Farfalle.

Ecco… ma una sera Sergio riuscì a presentarsi sotto copertura. Si finse un cliente. Mi spiazzò che il Boss, al quale non sfuggiva mai nulla, non notò la presenza di un nemico”
“Questo spiega come mai Tokyo e Nairobi raccontano della presenza di un uomo che parlava con te. E la descrizione ora che ci penso coincide. Al primo interrogatorio rivelarono tale dettaglio”

Si, è le verità. E ricordo anche che la gitana mi ha proposto di...ehm.. forse preferisci non sapere, Lopez, giusto?”
“Beh...no, grazie”- replica Bogotà, intuendo a cosa si riferisse, sorvolando sulla vecchia Nairobi, nonostante morisse dentro di gelosia.

Sta di fatto che fu quella notte che io ipotizzai la mia fuga. Orchestrai un primo tentativo, andato in fumo purtroppo”

Fu la notte che ci incontrammo?”

Precisamente. Palermo mi scoprì e mandò Oslo e Helsinki a riprendermi. Mi misero in castigo. Fui chiusa in un’ala buia di cui ignoravo l’esistenza. Forse mi drogarono, non so dirlo. Sta di fatto che mi risvegliai sul letto, nella mia stanza, ancora stordita e con dei lividi sul corpo”

Come Agata”- aggiunge, sospettoso, il quarantaduenne – “e’ la stessa situazione della tua collega. Questo spiega che adottano per tutte il medesimo modus operandi. Chi trasgredisce alle regole, paga”

Ma forse continuarono a farlo, perché anche nei giorni seguenti non ero me stessa. Potevano controllarmi. Fino a quando i ricordi non riaffiorarono lentamente e riuscii a mettere a fuoco la presenza di qualcuno che in quell’occasione,durante la punizione, esercitò il suo potere su di me. E non era il Signor Dalì”

chi?”

Alberto!” - confessa, nervosa. Il solo ricordo riesce a causarle un attacco di panico tale da costringerla ad interrompere la narrazione.

COSA?”- esclama, scioccato, Santiago – “Sei sicura? È ancora vivo? Ma… come è possibile?”

E’ su questo che abbiamo lavorato nelle settimane scorse, signor ispettore. Siamo dell’idea che in quel posto si nascondano più “cattivi”, mi capisci? Il Signor Dalì è al comando, ma ha dei dipendenti a cui tiene e che eseguono ordini” – spiega Sergio.

Quindi anche Alberto dite che è uno dei suoi soci?”

Credo davvero che sia così. E confesso che temo possa esserci lui dietro la forzata assunzione di Raquel al Night club” – spiega il Marquina, irrequieto.

Tutto tornerebbe stando ai fatti” – constata Bogotà, trovando logica nel ragionamento del professore.

Precisamente!”

Adesso che vi abbiamo reperito e che siete dei nostri, è giunto il momento di far crollare quell’impero. Siamo stati zitti e cauti fin troppo a lungo. Ora basta”

Come pensate di farlo?”

Raquel è riuscita a scappare grazie al coinvolgimento di mio fratello. Lui, la notte della sua sparizione, ha orchestrato la tattica per tirarla fuori da lì. Ma il Signor Dalì potrebbe prevedere mosse simili, quindi sarà molto più cauto adesso. Per tale motivo abbiamo un asso nella manica di cui non sospetta”
“Mi sto perdendo nei ragionamenti” – sostiene, confusa, la Gaztambide.

Inizieremo lavorando contro Palermo. E abbiamo qui Monica, sua sorella. Useremo le loro medesime tattiche. Occhio per occhio…
“Volete ricattare mio fratello usando me?” - interviene la bionda, spiazzata da tale idea.

E’ la mossa che potrà servirci in caso di urgenza. Ma al momento no, non è questo che faremo. C’è una talpa in quel posto. Una talpa su cui il caro Boss mai e poi mai avrebbe scommesso” – sorride Marquina, certo dell’ottima riuscita.

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Che cosa vuole? Mi sta seguendo? Sono una prigioniera fino a questo punto?” - sbotta Nairobi notando una figura alle sue spalle, che la pedina.

La persona, con indosso la maschera, mandato di proposito dal Capo, non ha ancora tolto la mantella nera e il cappuccio. È alquanto inquietante ma ad Agata ciò importa poco.

Ho visto cose peggiori di cui spaventarmi di un tizio sconosciuto coperto fino alla punta dei capelli e con una maschera di Dalì” – commenta, aprendo la porta della sua stanza, sbruffando.

Non avrebbe mai ipotizzato che quel tale l’avrebbe seguita fin lì.

Cosa fa? Se ne vada immediatamente. Che significa tutto ciò? E’? Adesso mi picchierà su volere di Carlos?” - gli tuona contro, indietreggiando il più possibile – “Non ho paura di lei! So come proteggermi e sono pronta a uccidere, chiaro?”

Ma tale straniero non molla. Si fa sempre più vicino, accorciando le distanze, costringendola ad adagiarsi, di schiena, contro una parete. Le tappa la bocca con una mano, mentre l’altra tiene fermi, immobili, gli arti superiori.

Quanto mi sei mancata, Agata!” - le sussurra all’orecchio, e tali parole pietrificano la Jimenez.

Lei conosce quella voce.

Cazzo, certo che la conosce.

Se mi prometti che non griderai, ti lascio”

La gitana, con il cuore a mille, annuisce, mentre una lacrima le riga la guancia, involontariamente.

Gli occhi mettono a fuoco in un battibaleno chi da di fronte.

Liberatosi della copertura, il socio del Cliente 13 mostra finalmente la sua identità, certo che il luogo nel quale si è chiuso con la zingara è stato sabotato da possibili videocamere o microfoni.

Co...co...cosa...ci fai tu qui…. BERLINO!?”

   
 
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