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Autore: My Pride    09/09/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Poisoned Mind Titolo: Poisoned Mind
Autore: My Pride
Fandom: 
Batman
Tipologia: One-shot [ 1625 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Bruce Wayne, Dick Grayson
Rating: 
Giallo
Genere: Generale, Angst
Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
First Aid Kit Challenge: Un pericoloso nemico avvelena X e lo lascia in fin di vita in un vicolo. Y lo trova e smuove mari e monti per trovare il siero antiveleno che gli possa salvare la vita
200 summer prompts: "E' tutto quello che mi resta di X" || Sono stanco e ho paura" || Non toccarmi


 

BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Bruce Wayne non era un uomo a cui era estraneo il dolore della perdita.
    La morte e la sofferenza lo avevano accompagnato sin dal giorno in cui, da bambino, aveva visto assassinare i suoi genitori in un vicolo di Gotham solo perché lui aveva insistito col voler vedere un film, e lo aveva perseguitato negli anni successivi attraverso le persone che aveva avuto nella sua vita… a partire dalle donne con cui aveva provato ad intraprendere una relazione. La prima era stata Dawn: amica d’infanzia e in seguito ragazza al college, era stata brutalmente uccisa da suo padre per un rituale di magia oscura anni dopo, caso a cui lui stesso aveva indagato per dar pace alla sua anima; poi c’era stata Natalya, rapita, torturata e poi gettata da un elicottero dal Cappellaio Matto per costringerla a rivelargli la sua identità segreta; Silver sarebbe potuta essere la svolta della sua vita, ma Joker aveva rovinato ogni cosa e lei era morta nelle mani di Onomatopea; Shondra aveva fatto una fine ancor peggiore, con la psiche ormai in frantumi a causa della manipolazione mentale di suo fratello Benedict; senza contare Vesper, una popolare conduttrice radiofonica uccisa dal padre di sua figlia Cassandra, David Cain, su ordine di Luthor.
    Aveva smesso di frequentare molte donne, chiudendosi maggiormente in sé stesso poiché conscio che la sua vicinanza avrebbe solo messo in pericolo altre persone… e così era stato anche per suo figlio Jason, morto in Etiopia per mano del Joker. Per quanto fosse tornato in vita, c’era stato un periodo in cui si era smarrito completamente nell’oscurità, compiendo pessime scelte prima di riacquistare un barlume di lucidità e tornare in sé. Lui stesso era “morto” – sarebbe stato più giusto dire “scomparso nelle pieghe del tempo” – e risorto, ma il colpo peggiore lo aveva avuto quando Damian, il più giovane dei suoi figli, era deceduto a soli dieci anni fra le sue braccia. Vittima di una lotta tra lui e Talia, aveva dovuto seppellirlo prima ancora di imparare davvero a conoscerlo, e aveva fatto cose indicibili prima di arrivare ad accettare la sua morte. E quando l’aveva fatto, il suo corpo era stato trafugato e condotto ad Apokolips. Per quanto fosse riuscito a riportare Damian in vita, la morte non aveva smesso di seguirlo come un’ombra, avvolgendolo con il suo mantello scuro e le sue braccia scheletriche.
    Ogni notte era lì, fra le strade, sui volti dei criminali che affrontava e sulle loro vittime che giacevano fra i vicoli sudici e puzzolenti di piscio e spazzatura, riflessa nelle grandi vetrate dei grattacieli e seduta sui bordi dei tetti, ad attenderlo a braccia aperte e col sorriso sulle labbra scarne. Ogni ferita, ogni cicatrice e ogni contusione era per Bruce la consapevolezza di essere sfuggito alla morte, ma lei era sempre lì, in agguato, e quella notte aveva voluto ricordargli che avrebbe potuto prenderlo in qualunque momento. Gli aveva lanciato un avvertimento, e quell’avvertimento era stato il ritrovamento di suo figlio Dick nel bel mezzo di uno dei vicoli di Gotham: Crime Alley, il luogo in cui erano morti i suoi genitori.
    Quando lo aveva trovato, riverso sul marciapiede in abiti civili e con un mazzo di rose sparpagliati tutto in torno, a Bruce era saltato il cuore nel petto. Il flashback della morte dei suoi genitori era passato dinanzi ai suoi occhi e per poco non aveva dato di stomaco, sentendosi per un lungo istante come il bambino di otto anni che era stato all’epoca, terrorizzato e solo; la sua razionalità aveva ben presto vinto e lui si era gettato sul corpo di Dick per cercare di capire cosa fosse successo, ed era stato a quel punto che aveva visto il foro sul collo innaturalmente pallido e il respiro irregolare. Gli ci erano voluti più di dieci secondi per capire che Dick era stato esposto ad un nuovo ceppo di tossina della paura iniettato direttamente nel sangue, e quel prototipo lo aveva ridotto letteralmente in fin di vita. Bruce aveva chiamato i rinforzi così in fretta che non si era nemmeno accorto di averlo fatto, col corpo di Dick stretto a sé mentre lo copriva con la sua giacca per farlo stare al caldo e gli carezzava i capelli quando lo sentiva delirare; aveva sognato in loop il momento in cui i suoi genitori erano stati uccisi da Zucco, Bruce aveva seguito ogni passaggio ogni volta che il giovane urlava il nome dei suoi genitori e allungava inutilmente una mano come per afferrarli, il tutto mentre attendeva l’arrivo di qualcuno della famiglia, provando a rasserenare il ragazzo in qualche modo.
    Tim, il più vicino, era arrivato esattamente venti minuti dopo. Lo aveva aiutato a caricare Dick in auto ed erano partiti a tavoletta verso la bat-caverna, poiché in quanto vigilante portarlo in ospedale avrebbe solo complicato le cose; Dick aveva cominciato a delirare sempre più ad urlare loro di non toccarlo e di essere stanco, stanco di tutto e di tutti loro, aveva cominciato ad urlare di paura e a coprirsi il viso con entrambe le mani, vomitando l’anima sui sedili in pelle dell’auto di Tim. Oltre al cervello, la tossina aveva cominciato ad intaccare le pareti dello stomaco e Dick aveva lamentato dolori lancinanti, contorcendosi per tutto il tragitto che avevano fatto verso villa Wayne e persino quando, in fretta e furia, lo avevano riposto sul lettino dell’infermeria. Quando il cuore di Dick aveva smesso di battere per un istante, lo aveva fatto anche quello di Bruce.
    “Non anche lui, te ne prego. Non anche lui”, aveva cominciato a sussurrare come un mantra mentre aiutava Alfred a tenerlo fermo per cercare di far ripartire il cuore col defibrillatore; era stato il minuto e quindici secondi più lungo della sua vita, minuto in cui alla fine aveva visto il monitor segnare il battito e Dick trarre un sospiro doloroso, e per un istante Bruce si era chiesto per quale motivo la morte, che gli aveva sorriso beffarda per tutto il tempo seduta in un angolo della caverna, avesse cercato di portargli via quanto gli era di più caro ancora una volta. Ed era rimasto al capezzale di Dick per tutto il tempo, cercando e ricercando una spiegazione razionale alla nuova tossina di Crane; aveva persino a sintetizzarla utilizzando campioni del sangue di Dick per cercare una cura, poiché a differenza delle altre tossine questa si era legata a livello molecolare e aveva mescolato la paura con qualcosa di più profondo, più intimo, intaccando ogni singola cellula del corpo di Dick.
    Tim aveva provato ad aiutarlo soprattutto quando Dick, in preda al delirio, aveva aperto di scatto gli occhi e, strappandosi la flebo, aveva afferrato un bisturi e aveva cominciato a sventolarlo davanti a loro, tenendo stretto contro il petto qualcosa di invisibile che vedeva solo lui; aveva cominciato ad urlare ancora una volta di stare lontani, completamente soggiogato dalla tossina di Crane, e quando Bruce era riuscito ad avvicinarsi era stato colpito di striscio al palmo della mano; il taglio era stato netto e preciso e aveva sanguinato copiosamente ma a lui non era importato. Aveva solo cercato di calmare suo figlio, di sussurrargli parole rassicuranti e di togliergli quell’arma dalle mani, venendolo crollare in ginocchio con le braccia strette al petto mentre piangeva e si dondolava avanti e indietro; Dick aveva cominciato a biascicare parole incomprensibili e aa singhiozzare come non mai, mormorando alla cosa invisibile fra le sue braccia che era tutto ciò che gli restava dei suoi genitori… e Bruce aveva sentito una stretta allo stomaco. Qualunque cosa avesse cominciato a vedere Dick faceva parte del suo passato da circense e quella tossina lo stava avvelenando a livello fisico e mentale, rendendolo vulnerabile ad ogni cosa che lo circondava. Era stato arduo riuscire a riportarlo a letto senza sedarlo per paura che i medicinali potessero reagire agli enzimi della tossina, ed era stato costretto a richiedere anche l’aiuto di Jason per tenerlo fermo e legarlo al letto.
    Vedere Dick in quelle condizioni aveva fatto male a tutti loro. Aveva strepitato, cominciato ad agitarsi sul materassino e sputacchiato imprecazioni in romani contro di loro, e avevano tutti cercato di ignorarlo solo per concentrarsi sull’antidoto che lo avrebbe aiutato a stare meglio. Bruce aveva persino spedito Damian e Jason sul luogo del ritrovamento con la speranza che riuscissero a scorgere qualche traccia o indizio ma, per quanto fosse passata più di un’ora, non aveva ancora ricevuto alcuna risposta definitiva, se non piccoli aggiornamenti sulla scia che stavano seguendo. La situazione stava cominciando a diventare frustrante.
    «Forse ho trovato qualcosa!»
    L’urlo improvviso di Tim gli fece alzare di scatto la testa dalla tastiera del bat-computer, e Bruce si precipitò da lui così in fretta che per poco non inciampò nei suoi stessi piedi, col cuore in gola e una speranza che brillava finalmente nei suoi occhi. Uno dei sistemi aveva trovato una corrispondenza incrociando i pochi dati che erano stati inviati momento dopo momento da Jason, ma era stato quando Tim aveva scavato più a fondo che alla fine avevano capito cosa aveva utilizzato Crane per quel nuovo siero. Sfruttando diverse secrezioni surrenali sintetiche e allucinogeni, era riuscito ad indurre il cervello a ricreare più e più volte tutti i peggiori incubi di Dick, ed era stata una fortuna se erano riusciti ad evitare continui arresti cardiaci provocati dalla paura.
    La consapevolezza che sarebbero riusciti ad invertire il processo di psicosi diede loro nuova speranza e si misero subito a lavoro per il siero, aiutati anche dai nuovi dati inviati da Jason e Damian. Dick sarebbe stato bene, doveva stare bene. Avevano ancora una speranza per rivedere il suo sorriso. 






_Note inconcludenti dell'autrice
Bene. questa storia non solo è stata scritta per la #FirstAidKitChallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/comfort Italia, ma anche per l'inziativa #200summerprompt indetta dal gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
Ogni tanto cambio vittima sacrificale e questa volta è toccato a Dick, mi dispiace. Forse sono stata un po' cattiva a fargli rivivere di continuo la morte dei suoi genitori ma, ehi, se non fossi un po' cattivell come potrei portare avanti questa raccolta? Come? Posso anche lasciarli in pace? Nah, troppo facile haha
Ovviamente il tutto è dal punto di vista di Bruce proprio perché io sono una brutta persona e avevo voglia di farlo sclerare un pochino per il suo bambino
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti

A presto! ♥



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