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Autore: Scribbling_aloud    16/09/2022    2 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 13 – Non combatterò contro di te

Il sole brillava alto nel cielo, la neve era caduta abbondantemente lì e ci si trovarono dentro fino alle caviglie quando si materializzarono. Il mare era calmo e brillante e un gabbiano stava volando in lontananza. Era un bellissimo posto, pieno di pace. Harry pensò che gli sarebbe piaciuto, una volta che i bambini fossero cresciuti e avessero lasciato casa, trasferirsi in un posto del genere.
I ragazzi cominciarono a correre in salita verso il cottage, tirandosi palle di neve, le loro vivaci risate che coprivano il gentile rombare del mare e lo stridere degli uccelli.
Harry e Ginny li seguivano a disagio interrogandosi su cosa li aspettasse.
Raggiunsero la sommità e tutti erano già lì, James, Albus e Lily avevano raggiunto gli altri bambini. Poterono vedere un gruppo di persone parlare animatamente vicino alla tettoia. Era evidente però che non era una piacevole chiacchierata natalizia. E appena cominciarono a guardarsi intorno per vedere se c’erano segni di Ron, Fleur li raggiunse. Vedendo i bambini avvicinarsi gli era corsa incontro prima che potessero raggiungere la casa, i suoi capelli argentati tutti scompigliati dal vento e il suo viso agitatissimo. Parlò così veloce che le parole si accavallarono tutte e il suo accento, mai scomparso era accentuato ‘Harry devi andare via, subito! Ron è qui e…’ non arrivò a finire la frase. Lo videro distaccarsi dagli altri, Molly cercò di trattenerlo ma lui la scrollò da dosso bruscamente. Tensione era stampata su ogni viso. Harry e Ginny capirono immediatamente di aver fatto un errore a presentarsi vedendo Ron avvicinarsi.
Marciava deciso con la bacchetta stretta in mano e un’espressione furente. Si fermò ad alcuni metri da Harry e guardandolo minacciosamente dritto negli occhi, disse con una voce bassa e decisa ‘Ti ho detto chiaramente che non voglio più vederti intorno alla mia famiglia’
‘Questa è anche la mia di famiglia’ Harry replicò senza scomporsi, sostenendo lo sguardo.
‘Non lo è. Non lo è mai stata. Hai sempre cercato di rubarmela ma non lo permetterò più.’
‘Vaneggi.’ Harry ripose cercando di capire le intenzioni di Ron. Erano ancora in tempo per andarsene se solo glielo avesse permesso. Sentiva però, che allontanandosi ora lo avrebbe solo provocato ulteriormente. Voleva evitare a tutti i costi una scenata di fronte ai bambini; quindi, stette immobile allerta per ogni apertura che gli permettesse di estricarsi senza spiacevoli conseguenze.
‘La sistemiamo oggi, una volta per tutte.’ Ron puntò la bacchetta contro di lui ‘Niente scudi protettivi. Ora duelliamo.’
Harry poteva vedere tutti paralizzati intorno a loro, insicuri su come comportarsi, i bambini erano tutti raggruppati con facce spaventate. Sentì la presenza di Ginny due passi dietro di lui e le sussurrò ‘Stai indietro e non intervenire. Devo sistemarla da solo.’
Gli occhi di Ginny sfrecciarono da lui a Ron in apprensione ma fece quello che gli era stato detto e si allontanò lentamente.
Harry prese la bacchetta dalla tasca, e tenendola a lunghezza di braccio così che fosse ben visibile da Ron, la fece cadere nella neve di fianco a lui.
‘Non combatterò contro di te.’
Ron diventò rosso furioso ‘Si, lo farai. Prendi quella bacchetta e affrontami.’
‘No’ Harry rispose risoluto. Sapeva che combattere Ron avrebbe solo peggiorato la situazione. Era sicuro che l’avrebbe battuto, era più in forma e soprattutto più capace magicamente. Aveva speso gli ultimi quindici anni a combattere contro la magia oscura mentre Ron lavorava in un negozio. Non c’era nessuna possibilità che Ron potesse prevalere su di lui. E sapeva anche che, se l’avesse battuto, qui, di fronte alla sua famiglia, tutto sarebbe stato perduto per sempre. L’umiliazione sarebbe stata troppo grande.
‘Puoi usare la Cruciatus su di me se ti fa sentire meglio. Me lo merito. Ti prometto che non mi muovo. E se sei così furioso da voler utilizzare l’Avada kedavra, beh… Ho ottenuto diciannove anni di vita che non pensavo di avere. Non ho paura.’
Era un passo azzardato, e certamente non voleva morire ma era sicuro che Ron non l’avrebbe colpito senza difese e la sua ira sarebbe evaporata velocemente.
Per un momento pensò di aver avuto ragione. Vide la bacchetta di Ron vacillare e la sua espressione passare da rabbia a indecisione.
Ma poi la rabbia tornò, e con un movimento svelto, stabilizzò il suo braccio e senza emettere un suono fece partire un getto verde dalla sua bacchetta.
Tutto accadde molto velocemente.
Lily cominciò a correre, probabilmente per fermare Ron o per andare da Harry o solamente voleva mettersi in mezzo tra i due. Impossibile dire quale.
Harry capì che l’incantesimo di Ron non era destinato a colpirlo. Aveva mirato troppo in basso. Sicuramente voleva solo spaventarlo senza nessuna intenzione di far del male a nessuno. Ma essendo un incantesimo silenzioso, Lily non si rese conto di quello che stava succedendo e fu in mezzo a loro improvvisamente, nel momento sbagliato.
Lo vide come a rallentatore. La luce verde la colpì dritto in testa, e lui la vide cadere come una bambola. Un punto rosa accasciarsi al suolo.
Rimase pietrificato. ‘No’ sussurrò, ma era incapacitato a muoversi. La sua mente gli stava ordinando di correre lì ma il suo corpo non rispondeva, immobilizzato dallo shock. Udì Ginny strillare e quello finalmente lo sbloccò. ‘No’ urlò ora e sfrecciò verso il corpo di Lily sdraiata nella neve. La prese tra le braccia, la accarezzò, la scosse, ma non si mosse, i suoi occhi erano chiusi.
Sentì il panico crescere, non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa fare. Provò a chiamarla, la sua voce tremava, lui tremava. E un orribile possibilità si fece largo serpeggiante nella sua mente ‘E se…?’
No, non può essere.
Ginny li raggiunse e la prese dalle sue braccia. Harry era in uno shock che blocca la mente ma con la coda dell’occhio scorse Ron ‘Che incantesimo ha usato?’ e questa domanda perforò lo shock.
Balzò in piedi e in un secondo fu su di lui.
Ron, senza parole, stava fissando Lily, le sue lentiggini più visibili che mai sulla sua faccia cadaverica. Harry lo prese dal colletto e urlò ‘Che incantesimo hai usato?’
Lui non sembrò neanche sentirlo, il suo sguardo fisso su Lily tra le braccia di Ginny. Harry lo scosse violentemente ‘Che incantesimo hai usato?’ urlò ancora più forte combattendo l’impulso di colpirlo.
Lui sussultò, come se avesse realizzato solo in quel momento che Harry era lì e balbettò ‘Io… Non era l’Avada…’ mentre questo stava succedendo, intorno era il caos. Molti urlavano, tutti correndo verso di loro. Ted arrivò per primo e scorgendolo Harry lasciò Ron e si buttò a carponi vicino a loro. Sicuramente Ted poteva aiutare. Era solo in training ma sicuro poteva aiutare. Ted ordinò di chiamare un guaritore e Arthur e Bill estrassero allo stesso momento la bacchetta producendo un Patronus che scattò via.
Ted chiese a Ginny di appoggiare Lily al suolo. I capelli rosso scuro di Lily le incoronavano la testa e, nella neve, ricordavano vividamente sangue. Il suo viso era pallido e i suoi occhi ancora chiusi.
Ginny era nel panico più assoluto. Tremava violentemente, guardando Ted in disperazione e speranza. Non riusciva neanche a parlare.
Ted prese la sua bacchetta, la fece illuminare e aprendo le palpebre di Lily la mosse di fronte. Poi le prese il polso e appoggiò le dita sopra ascoltando le pulsazioni.
Quelli furono i secondi più lunghi nella vita di Harry. Nella sua frase stava risuonando la stessa frase di nuovo, e di nuovo, e di nuovo ‘PerfavorefaichenonsiamortaPerfavorefaichenonsiamortaPerfavorefaichenonsiamorta’.
La risposta di Ted non arrivò mai. Pose delicatamente il braccio di Lily contro il suo corpo e dopo un momento guardò Harry. Semplicemente, senza parlare, la sua espressione vuota, lo fissò semplicemente, con quegli occhi penetranti di una sfumatura di azzurro così chiara che era quasi bianca, e Harry seppe.
Sì sentì annebbiato, confuso. Come da molto lontano sentì Ginny emettere un suono che non aveva mai sentito provenire da lei o da nessun altro. Era un lungo ululato di dolore che veniva dal profondo. Cominciò a singhiozzare violentemente piegandosi su se stessa. I suoi capelli cadevano come una tenda intorno alla sua testa toccando il petto di Lily. Molly le cascò di fianco e la abbracciò, il suo viso color cenere.
Vide Arthur cercare di portare via i bambini reclutanti e tutti gli altri attorno a loro inorriditi.
Ron era ancora dove lo aveva lasciato, osservando alternativamente Lily e le sue mani, i suoi occhi umidi e pieni di orrore.
E successe allora. La vista di Ron sbloccò in lui una furia come non ne aveva mai provata. Fredda e violenta. Ingoiò Harry completamente. Non riusciva a vedere niente di quello che lo circondava. Sentiva solamente questa sensazione prendere il controllo su di lui completamente.
Stava depotenziando la sua ragione e rafforzando il suo istinto. E il suo istinto, che era più forte di qualsiasi altra cosa, voleva vedere Ron morto. Non aveva la sua bacchetta ma anche se l’avesse avuta, non l’avrebbe usata. Voleva ucciderlo a mani nude.
Si alzò e in un istante lo prese per le spalle e prima che potesse realizzare che Harry gli era addosso, raccolse tutta la sua forza e lo colpì pesantemente dritto in faccia. Sentì un crack, qualcosa si era rotto. Poteva essere la sua mano o il naso di Ron, non sapeva quale e neanche gli interessava. Sangue schizzò dalla faccia di Ron sul suo pugno. Senza lasciarlo andare gli tirò una ginocchiata nella stomaco, più sangue dalla bocca di Ron sulla sua giacca, e quando fu al suolo, cominciò a colpirlo con tutta la forza che riuscì a raccogliere. Questo intenso rosso sangue era l’unico colore che riusciva a vedere, sul suo pugno, sulla faccia di Ron, ora irriconoscibile, e sulla neve intorno a loro.
Lo fece adirare ancora di più.
Ron non stava opponendo resistenza, forse aveva perso conoscenza, era difficile dirlo. In ogni caso non calmò per niente Harry.
Quando Hermione realizzò quello che stava succedendo, strillò in allarme e due persone, non sapeva chi, lo presero per le spalle cercando di tirarlo lontano da Ron. La furia che sentiva gli dava una forza che normalmente non aveva, si agitò per liberarsi e sapeva che non sarebbero stati all’altezza di trattenerlo, li avrebbe sopraffatti facilmente. Lo sentirono anche loro, così, uno dei due, che si rese conto essere Bill urlò ‘George, fai qualcosa!’
E da lontano Harry scorse George puntare la sua bacchetta contro di lui ‘Stupefy’ sentì, e tutto si rabbuiò.
   
 
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