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Autore: Superluke29    17/09/2022    0 recensioni
[Elite Dangerous]
da dopo il fallimento della proteus wave e la distruzione della Salvation, l'agenzia anti-xeno Aegis invia segretamente i suoi migliori agenti per la galassia alla ricerca di indizi sugli alieni extradimensionali noti come Thargoid, per scoprire quando attaccheranno di nuovo e dove. Tony Stark e Steve Rogers, durante la loro missione che li porta ad oltre 2000 anni luce da casa, si ritrovano una inaspettata sorpresa che farà cambiare rotta alla loro missione e alle sorte dell'intera umanità
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dall’altro lato della nave schiantata, a poppa, Tony stava attraversando a grandi falcate il solco creato dallo schianto. La tuta era dotata di un piccolo jetpack e la bassa gravità rendeva tutto più semplice così che, in un batter d’occhio era già dall’altro lato a vedere la pancia della Anaconda Ruby Rose schiantata. Ora che era all’ombra dei fari della Explorer riuscì a notare i piccoli e sottili solchi verdastri a forma di spirale che caratterizzavano tutto il luogo dello schianto. Sembravano come dei cerchi nel grano con al centro l’astronave umana. Si abbassò ad analizzarli meglio e poté notare come del pulviscolo fuoriuscire “Radiazioni” esclamò.

Si rimise in piedi e guardò a prua, nella speranza di vedere il suo compagno ma nulla. “capitano mi ricevi? Io sono ad un passo dal vano cargo, a che punto sei della passeggiata?” nessuna risposta. Decise dunque che non lo avrebbe aspettato, avrebbe potuto analizzare un punto di ingresso alla nave nell’attesa, così si diresse rapidamente al vano cargo.
Quest’ultimo, situato a metà nave, rappresentava la fine della pancia dell’Anaconda mentre il resto del muso appuntito costituiva prevalentemente gli alloggi per le armi che, in quel caso, sembravano chiusi così come il vano cargo stesso. Uno sbuffo di noia uscì dalla bocca di Stark mentre roteava gli occhi. Iniziò ad analizzare i dintorni in cerca di un pannello di accesso e lo trovò; usò il suo ARK-Cutter per rimuovere la protezione esterna, diede energia, esattamente il 7% di quella della sua tuta lasciandogli meno del 70% di autonomia, e attivò il portello. Naturalmente nello spazio il suono non si propaga, tuttavia una nube di pulviscolo venne emanata mentre l’aria contenuta al suo interno schizzò fuori nel vuoto cosmico.
“che cosa combini?” Disse Rogers che si era materializzato davanti a lui facendogli sfuggire un gridolino di paura. “Apro la porta della stiva cargo, che domande. Prego, dopo di lei capitano” disse l’ultima parola con un tono estremamente sarcastico mentre invitava l’amico ad entrare prima di lui.

Rogers obbedì e avanzò senza distogliere uno sguardo di sdegno al suo compagno.
L’interno della nave era completamente buio con vari container e altra cianfrusaglia sparsa per tutta la parete sinistra della stiva. Alcune coperture del soffitto erano saltate lasciando cavi penzolanti e fili elettrici scoperti; in poche parole, la nave era conciata malissimo.“Mettiamoci al lavoro, andiamo verso il ponte” Disse Rogers mentre azzardava qualche passo in quell’ambiente angusto e pericoloso. “sì Signore” esclamò di nuovo in tono sarcastico Tony mentre precedeva Rogers verso la scaletta che conduceva al piano superiore.
Il silenzio tombale che caratterizzava quel luogo era spezzato soltanto dal respiro affannoso dei due e dal debole ronzio del supporto vitale della tuta. Tony non ci mise molto ad aprire di nuovo bocca: “Cosa pensi sia successo qui, hai notato anche tu i sottili solchi e le particelle vero? Credi che i Thargoid si siano spinti fino a questo settore della galassia?” A quelle parole Steve rispose prima con un sospiro, poi scrollò la testa guardando verso l’alto “Non lo so Tony, molte cose non tornano da dopo che la Salvation è stata distrutta. Ci stiamo addentrando in un percorso inesplorato con pochissime conoscenze. Francamente neanche sarei voluto venire fino a qui e avrei tirato dritto alla nostra meta”

Parole vuote, ma d’altronde nemmeno alla Aegis sapevano dare una risposta. L’ipotesi che venne a Tony era che in qualche modo la Proteus Wave avesse iperattivato i Thargoid richiamandoli a migliaia dalla loro dimensione. Da quel poco che l’umanità era riuscita a scoprire, questi alieni extradimensionali erano stati combattuti in passato dai Guardiani, i cui artefatti sono stati rinvenuti per la galassia e dalla quale alcuni ingegneri sono stati in grado di creare armi e dispositivi in grado di combattere i Thargoid. Quest’ultimi pare che fossero stati in circolazione da millenni e che con l’espansione umana, i due popoli siano venuti in contatto. Quale che sia lo scopo di questi invasori ancora è ignoto, salvo per un manipolo di folli religiosi che li venera come divinità il cui scopo è quello di spazzare via l’umanità dalla galassia stessa.
  
“Tornando a quanto accaduto qui” Riprese Tony “è possibile che l’equipaggio della Ruby Rose abbia portato con sé qualche manufatto alieno, altrimenti non si spiegherebbe l’attacco, perché di questo si tratta. Le particelle e i solchi sono riconducibili allo scanner Thargoid, inoltre sospetto che abbiano usato un qualche raggio traente per cercare di portarsi via l’intero relitto una volta disattivati tutti i sistemi” Il ragionamento non faceva una piega, se non fosse che passando per la stiva non vi erano segni di manufatti alieni e soprattutto nessun segno di danno caustico tipico degli oggetti Thargoid.
Anche a questa domanda Steve non rispose, malgrado tutte le osservazioni del suo copilota fossero perfettamente sensate, tuttavia, avevano una missione da compiere ed erano già in ritardo sulla tabella di marcia. Decise di passare oltre, avrebbero avuto modo di parlarne sulla nave durante il viaggio di ritorno così decise di liquidare il suo compagno con un semplice “Abbiamo un lavoro da fare, non perdiamo altro tempo prezioso”.

Arrivati sul ponte lo scenario era spettrale: strutturato come un corridoio rettangolare, le strette vetrate laterali e frontali erano intatte, i sedili nella loro posizione eccezion fatta per quello centrale del pilota che era ruotato di 180 gradi. Forse qualcuno era riuscito a raggiungere una via di fuga. I due cominciarono l’ispezione, senza non poca fatica essendo che il ponte era inclinato di quasi novanta gradi. Rogers si diresse alla plancia, alla ricerca di un punto di accesso al computer della nave, mentre Tony ispezionò l’ambiente circostante.
Il primo non ci mise molto a trovare quello che cercava, il radiofaro per l’SOS era spento, abbastanza prevedibile tuttavia l’energia c’era e Steve cominciò a scaricare il LOG dei dati:
“Sembra che il capitano fosse diretto dove siamo diretti noi. Ha visitato molti sistemi durante il tragitto tra cui… uno piuttosto particolare” qualcosa aveva attirato la sua attenzione, a quanto pare il capitano della Ruby Rose aveva fatto una tappa molto lunga, di oltre tre ore, in un sistema a circa 150 anni luce dalla loro destinazione.

Il computer di bordo aveva registrato moltissimi voli orbitali attorno al primo pianeta dal nome troppo lungo per essere anche solo letto, ma che il capitano aveva definito come L’alveare, o il vespaio. Scorrendo i file venne fuori che il viaggiatore solitario aveva mappato l’intero pianeta e scoperto sulla sua superficie diversi siti d’interesse guardian da lui definiti come di nuova e mai vista origine e altrettanti siti Thargoid.
I file, poi, si soffermavano su una zona che veniva nominata in modo ricorrente e definita come il palazzo ibrido, luogo in cui, sempre stando al diario, il viaggiatore aveva trovato diversi artefatti mai visti prima di fattura Guardian ma che allo scanner risultavano come di origine Thargoid. Forse, una tecnologia ibrida?
“Hei Tony, ho trovato qualcosa di molto interessante qui dovresti venire a dare un’occhiata” Steve si voltò verso il compagno che era sul fondo del ponte, di spalle chinato verso qualcosa che aveva rapito la sua attenzione, in effetti era troppo silenzioso perché tutto filasse liscio e ciò fece quasi spaventare il capitano Rogers. “Tony? Cosa hai trovato?”
Il copilota si voltò, puntando la sua torcia verso il compagno, un lungo fascio di luce attraversò l’intero ponte mettendo il risalto il pulviscolo che fluttuava. Ci fu un breve periodo di silenzio che venne rotto dalle parole dette sottovoce di Tony “Ho trovato il capitano della Ruby Rose”.
   
 
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