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Autore: Scribbling_aloud    17/09/2022    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 14 – Pensa a qualcosa di rassicurante!

Riprese conoscenza nel letto della camera degli ospiti. Bill e George in piedi di fianco a lui. Le loro facce erano tirate e avevano ancora la bacchetta in mano. Il che significava che erano pronti a metterlo fuori uso di nuovo se si fosse rivelato necessario. Era una preoccupazione infondata in ogni caso. La violenza era scemata. Sentiva solo rabbia, battere nel profondo come un battito cardiaco. Era lì, pronta a spuntare fuori di nuovo ma per il momento calmata.
‘Scusa Harry, ma lo stavi uccidendo. Dovevamo fare qualcosa’ George disse abbattuto.
‘Dov’è?’
Stava chiedendo semplicemente per essere sicuro che non fosse in quella casa. Non sapeva se sarebbe stato in grado di rispondere di sé stesso nel caso di un incontro.
‘E’ al St. Mungo. Sei riuscito a fare un bel po’ di danni prima che riuscissimo ad intervenire’
Non stava parlando con risentimento, solo con un tono di praticità ‘Qualcuno del ministero è lì. Dovrà rispondere ad alcune domande quando ci riuscirà. Ci sarà un’indagine. Sembra che sarà inviato ad Azkaban per un po’. Hermione è lì per vedere quello che può fare.’
Harry non rispose nulla. Per lui era più che meritato ed era solo dispiaciuto che i dissennatori non facessero più da guardie. Lo voleva il più miserabile possibile.
‘Come ti senti?’ Bill chiese. Lui si girò lentamente per guardarlo negli occhi. La sua espressione si oscurò e il battito dentro di lui crebbe costante ‘Secondo te?’
E sotto al suo sguardo, Bill abbassò il suo al pavimento.
Lasciò la stanza, aveva bisogno di uscire, di respirare dell’aria fresca e di stare da solo. Sentiva questa confusione di emozioni salire: rabbia, panico, dolore minacciare di esplodere ad ogni momento e non sapeva come fare per controllarli.
Andando verso la porta sentì una voce che non riconobbe venire dal salotto.
‘Probabilmente era solo un incantesimo stunning ma lanciato con una tale violenza sulla testa di una bambina di sei anni…’
Buttò un occhio all’interno e lo shock fu forte come un colpo. Sentì tutta l’aria lasciargli i polmoni come se qualcuno gli avesse tirato uno schiaffo in pieno viso.
Sul divano c’era il corpo di Lily, pallido, senza vita.
Non era preparato a quella vista, non voleva vederlo. Era troppo.
Sentì una nausea salire molto velocemente, insieme ad una rabbia così potente che era incontrollabile. Si imponeva tra di lui e tutto il resto e contro tutto e tutti. Il battito crebbe così tanto da renderlo sordo a tutto quello che lo circondava.
Ginny stava ancora piangendo e Molly la stava sostenendo parlando nel frattempo con quello che, ora sapeva, era il guaritore. C’era anche Ted. Fu il primo a rendersi conto che era lì. Non cercò né di avvicinarlo né di parlargli. Lo guardò solamente, e da quello sguardo Harry intuì che probabilmente solo lui capiva cosa gli stava succedendo dentro.
Poi anche Ginny lo scorse. Il suo viso era pieno di dolore e sofferenza. Era una tortura per Harry vedere quella faccia. Non lo ammorbidì lo fece arrabbiare solo di più.
Si affrettò ad uscire, il bisogno di essere all’esterno era impellente. Con la coda dell’occhio vide Ginny che si affrettò a seguirlo ma Ted la bloccò e scosse la testa.
Gliene fu grato. Non voleva confrontare Ginny e parlare di quello che era successo., non sapeva quale sarebbe potuta essere la sua reazione. Non si fidava di se stesso.
Appena fu sul retro della casa, vomitò violentemente nella neve. Sentì tutte queste feroci emozioni uscire da lui attraverso il malessere, svuotandogli il corpo e la mente completamente fino a che, solo una cupa insensibilità rimase.
Restò immobile nella neve per un lungo istante completamente svuotato, quando riuscì ad alzarsi, si appoggiò al muro guardando nel giardino. Nessuno era intorno. Probabilmente tutti impegnati in quelle occupazioni che la morte comporta. Gli alberi erano spogli e grigi. Davanti a lui c’era il posto dove anni prima aveva interrato Dobby.
Tutto stava accadendo di nuovo. Perché era destinato a vedere così tante persone che amava morirgli intorno? Quante volte aveva assistito a morti premature?
Aveva sempre pensato che, dopo Voldemort, non gli sarebbe più successo. Si sentiva al sicuro e per questa ragione impreparato. Perché la vita doveva essere così ingiusta con lui? Non si meritava di essere felice ora?
Perché la mia Lily?
Poteva sentire la sua voce solo poche ora prima dire ‘Se papà non va, io non vado!’
Pensare a lei lo fece indurire. Qualcosa si chiuse in lui. Si doveva proteggere in qualche modo. Non voleva più soffrire in quel modo! Doveva chiuderlo fuori se no sarebbe impazzito dal dolore.
E Lily di nuovo ‘Possiamo essere uno il regalo di compleanno dell’altro’
Questo è un inferno! Lo devo bloccare!
Cosa posso fare?
Pensa a qualcosa di rassicurante!
Sì, ma cosa?? Cosa??
Si ricordò quando a diciassette anni, dopo che Voldemort aveva cercato di ucciderlo di nuovo, aveva incontrato Dumbledore nel posto bianco, aveva pensato di essere morto, ed era stato così piacevole, così pacifico. Come sarebbe stato bello essere lì di nuovo. Essere in pace.
Significava morte però.
Voglio morire?
Sarebbe stato un sollievo in un certo qual modo. La vita da adesso sarebbe stata infernale. Questo non era qualcosa che poteva dimenticare prima o poi. L’avrebbe accompagnato come un cancro, per sempre. Non c’era scampo.
La morte è un modo per scappare. E dolce perlopiù.
Ci rifletté seriamente qualche attimo ma poi Ginny e ai ragazzi comparvero nella sua mente e seppe che non era un’opzione. Non poteva fare questo a Ginny.
Devo stare qui e sopportarlo.
Non si mosse da quel muro fino a sera. L’oscurità invernale con il suo gelo, gli calò intorno. Era immune a tutto comunque. Non sentiva né freddo, né fame, né sete. Forse stanchezza. Aspirava al sonno. Aspirava all’oblio che il sonno poteva dare. Ma non voleva incontrare nessuno. Non ancora.
Dopo qualche tempo, Ted apparve. La luna era alta in cielo e poteva vedere il suo contorno facilmente. Di tutte le persone lui era quello meno indesiderato. Sapeva che non lo avrebbe assillato con stupide domande, lacrime o richieste.
‘Sono solo venuto per dirti che Ginny e Molly stanno andando ai Burrow. Il funerale sarà nel cimitero del paese alle dieci. Abbiamo pensato che sarebbe stato meglio che a Londra. Puoi andare lì adesso o domani, come preferisci. Bill ha detto che non c’è problema se vuoi dormire qui’. Il suo tono era piatto e privo di emozioni, Harry sapeva che probabilmente stava soffrendo anche lui, voleva molto bene a Lily, ma si sforzò di non mostrarlo. Sapeva che non era la mossa giusta con lui.
‘Dove…?’ non riuscì pronunciare il nome di Lily, e comunque Lily non c’era più. Era solo il suo corpo e non importava dove fosse. Solo non voleva vederlo di nuovo.
Ted capì la sua domanda lasciata a metà ‘E’ al St. Mungo. La terranno fino a domani. Sembrava la cosa migliore.’
‘Andrò ai Burrow. Più tardi. Non c’è bisogno che mi aspettino.’ Pianificava di andarci quando tutti fossero addormentati. Non voleva vedere nessuno di loro.
Come se gli leggesse nel pensiero Ted disse ‘Ho detto a tutti di lasciarti in pace, ma li dovrai affrontare prima o poi. Specialmente Ginny. Non lasciare che queste cattive emozioni prendano il sopravvento.’ concluse mentre tornava verso casa.
Troppo tardi.
 
Harry arrivò ai Burrow qualche ora dopo. Tutto era silenzioso. Un biglietto sulla porta lo informava che un letto era stato aggiunto nella vecchia camera di Ginny per lui e un ricambio di vestiti era nel salotto se voleva farsi una doccia. Del cibo era in cucina se aveva fame.
Avrebbe fatto una doccia. Una doccia calda sarebbe stata piacevole, si sentì improvvisamente tremante e infreddolito nel calore della casa, non poteva quindi venire dal gelo della notte di fuori, doveva venire da dentro.
Mentre si svestiva, notò la sua mano ancora coperta dal sangue di Ron ora seccato. Lo osservò qualche momento appena interessato. Era strano ricordare la violenza che aveva preso il sopravvento su di lui solo qualche ora prima. Non sentiva nulla ora. Proprio nulla. Forse la notte stellata lo aveva calmato in qualche modo.
Era in una specie di strana trance. Avrebbe fatto le cose che doveva fare ma senza stare a pensare troppo al di là di quello. Fai una doccia, cambiati d’abito, lavati i denti e basta. Non aveva bisogno di nient’altro per continuare ad andare.
Non toccò il cibo lasciato per lui. Solo il pensiero gli face venire di nuovo la nausea. Sarebbe solo andato a letto. Si sentiva così stanco. Non vedeva l’ora di cadere in quel bellissimo niente che lo stava aspettando.
La stanza era buia e silenziosa. Ginny stava dormendo e Harry ne fu sollevato. Si rese conto quando entrò nel letto che quella sarebbe stata la parte difficile. Quando ci si sdraia senza niente da fare i pensieri cominciano a vagare e non possono essere fermati, difficilmente uno riesce anche solo a controllarli. Ora sarebbe stato difficile non pensare a Lily.
‘Svuota la mente’ si ordinò ‘se ti addormenti velocemente sarà un dolce niente per qualche ora.’. Era molto difficile però non pensare al giorno dopo. Il funerale lo stava aspettando minacciando di risvegliare nuovamente il battito in lui. L’avrebbe controllato. Sarebbe stato forte e si sarebbe addormentato. Doveva solo pensare a qualcosa per calmarsi. ‘Pensa al posto bianco.’ si disse. E con quel ricordo sereno riuscì a scivolare in un sonno senza sogni.
   
 
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