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Autore: starlight1205    17/09/2022    4 recensioni
Edimburgo, 1996
Diana Harvey è una normale ragazza che vive con la zia e lavora nel negozio di antiquariato di famiglia. Una serie di circostanze e di sfortunati eventi la porteranno a confrontarsi con il mondo magico, con il proprio passato e con un misterioso oggetto.
Fred Weasley ha lasciato Hogwarts e, oltre a dedicarsi al proprio negozio Tiri Vispi Weasley insieme al gemello George, si impegna ad aiutare l'Ordine della Fenice nelle proprie missioni.
Sarà proprio una missione nella capitale scozzese a far si che la sua strada incroci quella di una ragazza babbana decisamente divertente da infastidire.
[La storia è parallela agli eventi del sesto e settimo libro della saga di HP]
- Dal Capitolo 4 -
"Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena.Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, George Weasley, Mundungus Fletcher, Nuovo personaggio | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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“Our hopes and expectations
Black holes and revelations”
(“Starlight”
- Muse)

Un po’ per il disagio del non dormire nel proprio letto e un po’ per lo spavento della Polvere Buiopesto, quella notte, Diana fece molta fatica a prendere sonno. 
Era rimasta per ore a rigirarsi nella soffice trapunta tempestandosi di domande e allontanando ancora di più il sonno.
Che cosa continuavano a volere da lei dei maghi poco raccomandabili?
Zia Karen era davvero al sicuro a casa con Mundungus Fletcher? 
Diana rabbrividì e cercò di non pensare ai due come una coppia, tentando di ignorare le perverse idee di Aileen.

Il vecchio orologio da taschino, che si trovava appoggiato sul comodino, era un altro grande mistero. 
Anche nel buio della stanza, riusciva a scorgere la decorazione del coperchio istoriato rovinato dalle troppe volte in cui, durante gli anni, lo aveva tenuto stretto tra le mani. 
Come se quel gesto avesse potuto portare indietro sua madre.
Da bambina, lo aveva trovato in un cassetto in camera di sua madre. Era rimasta totalmente affascinata da quel vecchio oggetto. Le sembrava così prezioso e antico allo stesso tempo, tanto da doverlo maneggiare con cura. 
Lo aveva fatto scivolare in tasca senza che suo padre se ne accorgesse, troppo sconvolto dalla perdita della moglie per rendersi conto di ciò che accadeva intorno a lui.
Troppo addolorato per comprendere la tristezza di una bambina, che ogni sera si addormentava con il vecchio orologio sul comodino o al collo perchè così forse la madre sarebbe stata più vicina.
Era una convinzione stupida, con il senno di poi, ma non aveva mai perso quell’abitudine neanche con il passare del tempo.
Sospirò pesantemente e allungò una mano verso l’orologio, accarezzando il coperchio con il pollice, cercando di carpire il segreto di quell’oggetto che da sempre considerava come un’estensione del proprio corpo.

La cosiddetta ciliegina sulla torta di tutta quella situazione surreale, era poi il fatto che, ancora una volta, si trovava sotto allo stesso tetto di Fred Weasley.
Dopo tutto ciò che era successo, l’idea che le sarebbe bastato attraversare un corridoio per trovarselo davanti, le faceva agitare convulsamente qualcosa in fondo allo stomaco.

Quando poi era riuscita finalmente a scivolare in un sonno agitato, questo era stato tormentato dai soliti incubi: risate malefiche, ringhi feroci, esplosioni e bagliori accecanti.

La mattina successiva Diana si svegliò a causa di un ticchettio insistente. Quando aprì le palpebre, la luce inondava già la stanza. 
Doveva essere mattina inoltrata. 

Il ticchettio non accennava a diminuire e sembrava provenire dalla finestra. Diana si puntellò su un gomito per vedere da che cosa fosse provocato e vide un grosso gufo grigio che picchiettava freneticamente il becco sul vetro per farsi aprire la finestra.
Diana era ormai abituata al bizzarro modo dei maghi di spedire messaggi, quindi sbuffando ruotò la maniglia, permettendo al pennuto di entrare. Dopo un astioso frullio di ali, il gufo le permise di sfilare dalla sua zampa il piccolo biglietto arrotolato, che in una grafia stretta e disordinata recitava:
Buongiorno Pixie!
Mi dispiace per l’incidente di ieri sera, ma quella che ti è stata gentilmente offerta come alloggio era la stanza mia e di George, perciò stai attenta, perchè la Polvere Buiopesto non è l’unica cosa che potresti trovare lì dentro.


Diana aggrottò le sopracciglia preoccupata e continuò a leggere

Oggi siamo in negozio tutto il giorno, ma so che verrà Remus per dare un’occhiata al tuo strano ciondolo.
Non sentire troppo la mia mancanza! Ci vediamo stasera!
Fred
P.S. Hai dormito bene nel mio letto?
P.P.S. Se vuoi rispondere ( e so che vuoi farlo) basta che scrivi una risposta e la leghi alla zampa di Loki. Lui saprà cosa fare!


Diana terminò la lettura con un’espressione sconvolta dipinta in volto e, inevitabilmente, lo sguardo si posò sul cuscino dove era stata sdraiata fino a qualche minuto prima. 
Stizzita, afferrò il cuscino e lo lanciò dall’altra parte della stanza, sperando che quel gesto le provocasse qualche tipo di conforto, ma non fu così. Anzi, si immaginò soltanto la risata sguaiata che si sarebbe fatto Fred Weasley nel vederla dare in escandescenze.
Mordendosi il labbro, recuperò un minimo di autocontrollo e una penna dal suo borsone e, in fondo al messaggio di Fred, scarabocchiò velocemente la sua risposta:

Nel tuo letto si dorme da schifo!
Non sentirò per niente la tua mancanza!
Diana


Con qualche difficoltà riuscì a legare il biglietto alla zampa del gufo Loki, che partì immediatamente per riportare la risposta al mittente. 
Diana riusciva quasi a immaginarsi l’espressione e la risata beffarda di Fred nel leggere il biglietto e l’espressione curiosa di George che allungava la testa per sbirciare la risposta arrivata via gufo.

A quel punto, dopo essersi infilata una felpa e un paio di jeans, decise di scendere di sotto.
Non appena sbucò dalle scale scricchiolanti al soggiorno, vide dei volti sconosciuti che si voltarono repentinamente a fissarla.
La luce del sole inondava il soggiorno e il tepore faceva sciogliere la neve che sgocciolava senza sosta dalle grondaie. Ancora una volta, un profumo di biscotti fatti in casa raggiunse le sue narici. 
Diana pensò che se avesse vissuto in pianta stabile con la signora Weasley avrebbe potuto diventare una palla di lardo in poco tempo.
- Buongiorno Signora Weasley - salutò educatamente e rivolse un sorriso imbarazzato ai quattro ragazzi seduti al tavolo della cucina.
- Diana, cara - Molly Weasley la accolse con calore, come sempre - hai dormito bene?
- Si, grazie! - mentì lei spudoratamente sperando che le profonde occhiaie scure che aveva notato riflesse nello specchio del bagno non rivelassero la verità: non aveva il coraggio di dire alla signora Weasley che aveva dormito a malapena.
- Lei chi è? - chiese un ragazzo dai capelli rossi con espressione scandalizzata a qualcuno di non ben identificato, riferendosi a Diana.
 La ragazza dai capelli castani al suo fianco gli mollò una gomitata nelle costole sorridendo e, salutandola, si presentò: - Ciao Diana, la signora Weasley ci ha parlato di te! Sono Hermione Granger!
- Oh! - esclamò Diana riconnettendo lentamente il cervello - siete arrivati dalla scuola di Magia, giusto?
Hermione annuì.
Diana notò il ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi nascosti dietro delle lenti rotonde.
- Allora tu devi essere Harry Potter... - constatò lei allungando la mano per presentarsi anche a lui.
In tutta risposta, Harry si passò una mano nei capelli come a volerli appiattire sulla fronte e rispose in tono privo di entusiasmo: - Già... - sembrava parecchio imbarazzato dal fatto che Diana lo avesse riconosciuto, ma le strinse la mano.
- Fred e George mi hanno parlato di te! - esclamò lei in tono allegro.
- Allora avranno detto sicuramente un sacco di cavolate, come al solito! - rispose prontamente una ragazzina dai capelli rosso fuoco - ah, io sono Ginny Weasley!
Diana strinse la mano anche a lei sorridendo e poi si soffermò sul ragazzo dai capelli rossi che la fissava ancora senza capire: - Tu devi essere Ron, allora!
- Si! - esclamò lui assumendo un’espressione decisamente più distesa - Fred e George ti hanno parlato anche di me?
- Oh...si...certo! - si mise al riparo Diana, perchè in realtà le avevano raccontato poco o nulla del fratello minore.
- Cosa ti sei fatta alla fronte? - chiese Ron in tono indiscreto indicando il bernoccolo sulla fronte di Diana.
- Tuo fratello Fred mi ha dato una porta in faccia... - rispose lei digrignando i denti solo al ricordo.

Ron sbuffò una risata sul cucchiaio ricolmo di latte e cereali spargendoli un po’ dappertutto e beccandosi uno sguardo carico di disgusto da parte di Hermione e un’occhiata torva da Diana.

La signora Weasley non permise altre chiacchiere, ma li mise subito al lavoro. Il giorno dopo sarebbe stata la Vigilia di Natale e dovettero aiutare a cucinare, sistemare il giardino e le camere per l’arrivo degli ospiti. 
Diana fu felice di avere da fare: non le pesava affatto faticare nelle faccende domestiche, perchè almeno evitava di tormentarsi con interrogativi per cui non aveva ancora una risposta. Inoltre, l’idea che quel pomeriggio Remus Lupin avrebbe potuto darle risposte in merito all’orologio, la faceva sentire parecchio nervosa.
L’unica cosa che migliorò decisamente il suo umore e che contribuì a non farla sentire una completa deficiente fu lo scoprire che Ron, Hermione, Harry e Ginny non essendo ancora maggiorenni, non potevano utilizzare la magia fuori da scuola, ma dovettero darsi da fare e affaccendarsi alla cara e vecchia maniera babbana, come Ron ci tenne a sottolineare, tra lamentele e sbuffi.
Harry e Ron studiavano Diana con aria sospetta mentre andavano avanti e indietro dal soggiorno al giardino, infagottati nei loro giubbotti e con i nasi rossi per il freddo.
Ginny ed Hermione, invece, furono decisamente più amichevoli: la prima aveva di certo ereditato il senso dell’umorismo dei gemelli, che però era mitigato da una sorta di contegno tutto femminile; Hermione si rivelò da subito come una ragazza studiosa e appassionata di libri. Non appena Diana raccontò dei vecchi manoscritti in vendita al negozio Harvey, Hermione si lanciò in una serie di domande da cui scaturì una lunga conversazione, da cui gli altri tre si tennero prontamente alla larga.

- Perchè è qui? 
Diana era in soggiorno a spolverare i piatti da utilizzare per la cena, quando sentì quella domanda provenire dalla cucina, dove Harry, Ron ed Hermione stavano sbucciando le patate.
- E’ qui perchè tua madre dice che è amica di Fred e George - rispose Hermione a bassa voce
- Ma è babbana - sibilò Ron - e poi non ho mai sentito Fred e George parlare di lei.
Diana alzò lo sguardo, già stupita di essere definita come un’amica dei gemelli.
Ron la stava osservando con in mano una patata mezza sbucciata, ma abbassò subito lo sguardo, non appena incrociò quello di Diana.
- E allora? - chiese Hermione inarcando un sopracciglio colpita da quell’affermazione - è un problema?
- No, affatto - rispose Harry con un’occhiata triste verso Diana, come se volesse scusarsi del poco tatto dell’amico. Ron si limitò a scuotere la testa, contrariato.

Diana afferrò la giacca dall’attaccapanni e uscì da casa per cambiare aria.
Ginny si trovava sotto al portico e stava armeggiando con un paio di stivaloni gialli di gomma, dopo aver rimpinzato di cibo le galline che stavano razzolando felici nel cortile.
Le voci di Harry, Ron ed Hermione si sentivano comunque abbastanza distintamente anche da fuori.
- Ronald, sei sempre il solito - sbottò Hermione arrabbiata - guarda che ti ha sentito!
Diana deglutì, a disagio, sentendosi improvvisamente fuori luogo e sorprendersi nel desiderare quasi la presenza di Fred e George. Almeno loro si erano approfonditamente impegnati perchè non si sentisse esclusa.
- Lascia perdere Ron - Ginny l’aveva raggiunta e si stava scostando una ciocca di capelli dal viso con un sorriso incoraggiante - tante volte non collega il cervello alla bocca.
Diana si limitò a scuotere la testa con un sorriso, mentre diceva: - Fa niente, dopo aver conosciuto Fred e George, direi che posso superare qualsiasi ostacolo!
Ginny scoppiò a ridere ed esclamò: - Vero? Lo dico sempre anche io!

Nel pomeriggio, ebbero il tempo di riposarsi: Harry e Ron iniziarono una partita agli scacchi magici, Ginny sfogliava pigramente una rivista sportiva seduta al tavolo della cucina, mentre Hermione, rannicchiata sulla poltrona, leggeva un grosso tomo che la ragazza le aveva riferito provenire direttamente dall’enorme e fornitissima biblioteca di Hogwarts. Diana avrebbe davvero voluto vedere quella grande distesa di libri, che Hermione le aveva descritto con dovizia di particolari.
Hermione, dal divano, lanciava di continuo penetranti occhiatacce a Ron nascondendosi prontamente dietro la copertina del grosso tomo. La cosa non passò inosservata a Diana, che dal tavolo della cucina, di fianco a Ginny, notava benissimo le smorfie della ragazza.
- Fanno sempre così... - le spiegò Ginny in un sussurro chinandosi verso di lei come se le stesse facendo una confidenza - lei è arrabbiata perchè lui si è messo con Lavanda e per ripicca è uscita insieme a uno che...insomma non è proprio il suo tipo...
- Non avevo capito che si piacessero... - ammise Diana ingenuamente. Di solito era Aileen a capire con uno sguardo gli interessi amorosi di chiunque le girasse intorno, mentre lei si limitava a fidarsi del sesto senso dell’amica.
- No? Ma dai è così scontato! Non fanno altro che litigare...
Diana aggrottò la fronte, perplessa, ma apprezzò comunque la conversazione con Ginny, che le si era rivolta come se fossero amiche da sempre, prendendosi, in autonomia, un po’ della confidenza che altrimenti Diana non le avrebbe mai dato.

Diana rimase per un po’ ad osservare la partita a scacchi, che era decisamente più violenta rispetto alle normali partite che conosceva: i pezzi, infatti, erano animati e suggerivano continuamente ai giocatori mosse o tattiche di gioco. 
Diana provò a fare qualche domanda sulle regole del gioco e questo parve sciogliere le riserve di Ron nei suoi confronti,  perchè iniziò a spiegarle le differenze tra gli scacchi magici e quelli babbani, lasciando intendere di essere molto esperto e appassionato di quel gioco.
Dopo che l’alfiere di Ron ebbe fatto in mille pezzi il cavallo di Harry, che si era poi educatamente ricomposto a bordo scacchiera tra i pezzi mangiati, Diana pensò che fosse meglio portarsi avanti con lo studio, quindi recuperò il libro sulle tecniche del restauro e, sedendosi al tavolo di fronte a Ginny, si immerse nella lettura.

- Ehm, Diana...
Dopo una mezz’ora buona, la voce di Harry Potter le fece alzare lo sguardo dalle pagine del libro.
- Posso chiederti come hai conosciuto Fred e George?
La partita a scacchi era finita. Harry la fissava timidamente da dietro gli occhiali rotondi. Ron, con la testa inclinata di lato, sembrava impaziente di sentire la risposta a quella domanda. Ginny aveva alzato lo sguardo dalla sua rivista e persino Hermione aveva chiuso di scatto il libro che stava leggendo per ascoltare. Improvvisamente, tutti e quattro sembravano non stare più nella pelle dalla curiosità di sapere che ci facesse lì.
Diana si alzò per andare sul divano accanto a Hermione e Ginny la seguì. 
Non aveva idea di quanto quei quattro ragazzi sapessero e quanto potesse rivelare loro. Nessuno le aveva detto di non parlare di quanto accaduto.
- Beh, diciamo che quelli che voi chiamate Mangiamorte si sono presentati nel negozio di mia zia qualche mese fa e hanno combinato un bel casino...quindi l’Ordine della Fenice ci sta proteggendo.
- Ma che centrano Fred e George? - chiese Ron impaziente di avere risposte, dato che ormai Diana si era conquistata il suo rispetto per le domande sugli scacchi che gli aveva rivolto.
- Fred e Mundungus Fletcher hanno evitato che ci facessero del male... - spiegò Diana raccontando del suo soggiorno a Grimmauld Place.
Questo parve attirare definitivamente le attenzioni di Harry e Ron, che iniziarono a tempestarla di domande, dimenticando ogni dubbio che avevano nutrito su di lei fino a quel momento.

                                                                             ——————

Quel 23 di dicembre il negozio TiriVispi Weasley fu preso d’assalto. Moltissimi studenti erano tornati a casa da Hogwarts per le vacanze natalizie e con i genitori si erano recati a Diagon Alley per le ultime compere o per godersi il clima natalizio.
Il negozio era stato addobbato con ghirlande, alberi decorati e bastoncini di zucchero che fluttuavano dal soffitto e l’incasso stava andando alla grande.
Fred e George avevano dovuto fare almeno due giri a testa nel magazzino per rifornire gli scaffali che si svuotavano alla velocità di una Firebolt in picchiata.
Fred aspettava con ansia la chiusura serale, dato che avrebbero chiuso il negozio e si sarebbero goduti qualche giorno di meritato riposo. 
Inevitabilmente, si era soffermato a pensare come se la stesse passando Diana, alla Tana con il trio impiccione.
Quando aveva spedito Loki con un biglietto per Diana, aveva sorpreso George studiarlo con una strana espressione di chi la sapeva lunga.

Intorno alle cinque di pomeriggio, mentre George si affaccendava convulsamente cercando di sistemare gli ordini arrivati via gufo, e di rispondere alle domande di tre ragazzini sulle Mou Mollelingua, Fred era rimasto impalato a fissare fuori dalla finestra del negozio.
George, dopo aver ficcato una caramella mou in mano ad ogni ragazzino, si avvicinò a Fred cercando di capire che cosa avesse catturato la sua attenzione. Lo sguardo di Fred era rimasto a osservare il manifesto animato appeso dal Ministero della Magia che raffigurava una ricercata Bellatrix Lestrange in preda a una risata silenziosa.
- Freddie - esordì George - perchè non inizi ad andare a casa? 
- Cosa? - si riscosse improvvisamente Fred.
- Finisco io qui, mi darà una mano Verity - disse allungando una mano ad indicare la commessa dai lunghi capelli castani che stava impacchettando con esperti movimenti della bacchetta una enorme pila di ordini da spedire via gufo.
Fred non se lo fece ripetere due volte e dopo aver ringraziato Verity e averle fatto gli auguri di Natale, si smaterializzò alla Tana.

Non sapeva se Remus Lupin fosse già arrivato prima di lui, ma in cuor suo sperava di no. Voleva esserci quando avrebbe esaminato il ciondolo di Diana, perchè era curioso di sapere di che cosa trattasse.
I suoi desideri furono in qualche modo ascoltati, perchè quando atterrò nel giardino della Tana, Lupin stava risalendo il vialetto d’ingresso avvolto in un logoro soprabito dal colore indefinito.
- Ciao Fred - lo salutò in tono allegro il suo ex insegnante.
Dopo essersi salutati, varcarono insieme la soglia ed entrarono in casa.
Il calore lo investì immediatamente. Anche se c’era stato il sole per tutto il giorno e la neve si era sciolta quasi del tutto, ora si gelava. Dopo essersi sfilato la giacca e averla gettata malamente sul divano, raggiunse il gruppetto raccolto sul divano e sul tappeto di fronte al fuoco del camino.

Harry, Ron e Hermione erano seduti sul tappeto a parlottare sommessamente, mentre Ginny stava evidentemente cercando di spiegare a Diana le regole del Quidditch.
Diana, i capelli biondi lucenti e ben pettinati, la ascoltava rapita con gli occhi sgranati e le labbra dischiuse in un’espressione stupita.
- Ecco! Fred e George erano i battitori della squadra di Grifondoro - spiegò Ginny con un sorriso e alzandosi per salutarlo.
Diana lo guardò fugacemente facendogli solo un timido accenno di un sorriso e distogliendo subito lo sguardo per riportarlo su Ginny e chiedere: - Quindi il battitore lancia le palle impazzite addosso alla gente? Ho capito bene?
Fred scoppiò a ridere lasciandosi cadere sul divano accanto a Diana e, inarcando un sopracciglio, esclamò: - Non so George, ma io le mie palle non le ho mai lanciate addosso alla gente!
Prima che Diana potesse protestare il suo disappunto di fronte alla battutaccia di Fred, Hermione lasciò cadere un grosso libro sul piede del ragazzo.
- Ahiiaaa Granger! - ululò lui - ma che ti prende?
Diana, Hermione e Ginny scoppiarono a ridacchiare.
- Ah...bene, voi tre avete fatto squadra? - constatò lui divertito tenendosi il piede colpito - ci mancava solo questa...
- Tu sei andato in missione con l’Ordine e non ci hai detto niente! - lo accusò Ron puntandogli un dito contro con espressione imbronciata.
- E quindi? - domandò Fred scrollando le spalle - non sapevo di doverti informare via gufo per ogni cosa che faccio!
- Ma come...sono tuo fratello! - protestò Ron con aria offesa.
- Si, ma ti ho già detto che non devi continuare a dirlo in giro! - lo prese in giro Fred, poi rivolse a Diana un’occhiata torva - devi imparare a non raccontare proprio tutto a loro tre.

Prima che Ron potesse rispondere male, Remus Lupin arrivò dalla cucina, dove si era soffermato a salutare la signora Weasley.
- Ciao ragazzi! - salutò varcando la soglia del soggiorno.
Lupin si sedette al tavolo e con sorriso comprensivo chiese: - Mi hanno detto che avevi qualcosa da mostrarmi, Diana...

Diana si alzò di scatto, ricordando a Fred un condannato al processo di fronte al Wizengamot, e si andò a sedere al tavolo vicino a Lupin, tirando fuori dalla tasca l’orologio e appoggiandolo sul tavolo con le labbra tirate in un’espressione ansiosa. Fred si sedette di fianco a Diana, mentre Harry, Ron, Hermione e Ginny si assiepavano intorno al tavolo. Diana raccontò nuovamente tutta la vicenda del ciondolo e quando arrivò a menzionare i Malfoy, Harry si lamentò in modo colorito per il fatto che nessuno lo avesse avvertito prima che Draco Malfoy si fosse recato a Edimburgo al negozio Harvey. Fred si ricordò che Draco era il peggior nemico di Harry dopo Tu-Sai-Chi e che, ultimamente, Harry sembrava essere ossessionato da qualsiasi cosa facesse il Purosangue platinato.
Remus Lupin aveva ascoltato il racconto con attenzione, porgendo qualche domanda di tanto in tanto. 

Alla fine del racconto di Diana, però, cadde il silenzio.

- Hai idea di che cosa possa essere? - Fred incalzò Lupin, dilaniato dalla curiosità.
- Si - rispose lui in tono preoccupato e con un’espressione molto seria dipinta in viso - è un Blackhole.
Nessuno dei presenti, Fred compreso, parve capire di che cosa Lupin stesse parlando. Solamente Hermione, si portò una mano alla bocca sconcertata.
- Quello è un Blackhole? - chiese avvicinandosi per osservare da vicino l’orologio istoriato - ho letto tutto sull’argomento!
- E ti pareva... - constatò Ron ridendo in modo ebete - a me sembra solo un vecchio orologio sgangherato...
- Mi volete dire che cosa diavolo è un Blackhole? - chiese Diana in tono alterato stringendo forte il bordo del tavolo con le dita - è una cosa brutta? E’ pericoloso?
- Scusa, Diana hai ragione... - la confortò Lupin - è un manufatto magico. Non so come tu ne sia venuta in possesso, ma è un amuleto molto potente. I Blackhole sono oggetti creati molti secoli fa e sono stati utilizzati da Maghinò e Babbani per proteggersi dalla magia. Ne sono rimasti pochissimi per quanto ne so e non ne sono stati più creati di nuovi almeno da un paio di secoli.
- Perchè? - chiese Ron - se permette di difendersi dagli incantesimi è utilissimo per i Babbani,no?
- Perchè - continuò Hermione in tono saccente - sono intrisi di Magia Oscura e quindi sono molto instabili e difficilmente controllabili.
- Ben detto, Hermione - la gratificò Lupin come se fossero ancora a Hogwarts - sapete cos’è un buco nero?
I ragazzi rimasero in silenzio. Ma prima che Hermione potesse aprire bocca, questa volta fu Diana ad intervenire battendola sul tempo:
- Si - sussurrò con lo sguardo fisso sul Blackhole - i buchi neri sono corpi celesti che assorbono e distruggono qualsiasi cosa gli si avvicini.
- Esatto! - le sorrise Remus Lupin - funziona più o meno allo stesso modo. Il Blackhole assorbe gli incantesimi che vengono lanciati contro la persona che lo indossa. Malfoy ti ha scagliato contro la Maledizione Imperius che stava per fare effetto, poi il Blackhole l’ha assorbita, ed essendo carico di magia, si è illuminato.

- Ecco perchè sei sparita dalla mappa! - esclamò Fred collegando gli avvenimenti - questo Blackhole ha assorbito l’incantesimo di tracciamento! E ancora prima, quando Bellatrix Lestrange ha distrutto il negozio Harvey, ero certo che ti avesse colpita con una maledizione, ma tu indossavi il ciondolo e non ti è successo nulla! - dopo un attimo di silenzio mentre sentiva i pensieri ronzare frenetici nella sua testa, chiese preoccupato -  Ma perchè sono instabili?
- Non può assorbire magia in eterno - spiegò Remus - ha un limite e, purtroppo, nessuno sa che cosa può capitare quando il Blackhole raggiunge il punto di saturazione della magia. Ogni manufatto è unico. So di alcuni Blackhole che si sono autodistrutti, mentre altri hanno semplicemente smesso di funzionare.

Diana era rimasta in silenzio a guardare il suo vecchio e fedele orologio. Poi i suoi occhi verdi avevano incontrato quelli di Fred.
Lo sguardo carico di preoccupazione della ragazza aveva colpito lo stomaco di Fred facendolo sentire vagamente a disagio.
- Diana, posso sapere una cosa? - chiese Lupin con il suo solito tono gentile.
La ragazza si limitò ad annuire, probabilmente scossa per le rivelazioni.
- Hai detto che tua mamma era una strega e che il ciondolo apparteneva a lei.
Diana annuì di nuovo. Gli occhioni verdi spalancati come quelli di un animale di fronte ai fari di un’automobile.
- Posso sapere come si chiamava tua madre?
- Sarah - mormorò Diana in tono rauco - Sarah McKinnon.

Il silenzio cadde sul soggiorno della Tana. Lupin sbattè più volte le palpebre, incredulo.

- La conoscevi? - chiese Diana confusa di fronte all’espressione di Lupin.
Tutti conoscevano la storia dei McKinnon. L’intera famiglia di maghi uccisa da Tu-Sai-Chi durante la Prima Guerra Magica.
- Si, non bene... - confessò Lupin sfregandosi le palpebre come se fosse improvvisamente molto stanco - sua sorella Marlene era una Grifondoro del mio stesso anno. Sarah era stata smistata a Tassorosso, due anni prima.
- La famiglia McKinnon non faceva parte dell’Ordine della Fenice originario? - chiese Harry prendendo la parola.
- Si, ma non Sarah - spiegò Lupin con sguardo velato nel ripescare i vecchi ricordi - dopo la scuola, Marlene mi disse che si era sposata con un babbano. Quando Voi- Sapete-Chi ha sterminato i McKinnon pensavo che...insomma, che anche Sarah fosse morta.
Diana prese la parola. Gli occhi verdi erano pieni di lacrime mentre diceva: - No, è morta quando io avevo undici anni, a causa di una malattia. Non mi ha mai parlato di altri parenti...
- Tua zia Marlene e i tuoi nonni furono uccisi da... - stava per raccontare Lupin
- Da Voldemort! - ringhiò Harry con astio - pochi giorni prima che uccidesse i miei genitori.

Ron sussultò nel sentire il nome che i maghi preferivano non pronunciare, Hermione si portò una mano alla bocca e Ginny osservava Diana con compassione. Fred si alzò in piedi.
Ci furono dei minuti di silenzio in cui nessuno seppe cosa dire. Una lacrima silenziosa era scesa a rigare la guancia pallida di Diana. 
Fred rimase a guardare la goccia scivolare sul collo della ragazza, senza sapere bene cosa fare o cosa dire. Percepiva i propri piedi fastidiosamente pesanti e ancorati al pavimento.
Incredibilmente, fu Harry ad avvicinarsi alla ragazza e ad appoggiarle una mano sulla spalla, come se qualcosa di quella rivelazione li avesse in qualche modo legati.
Diana si asciugò in fretta la lacrima sorridendo a Harry e scusandosi.
- Non possiamo semplicemente distruggerlo? - chiese Harry interessato.
- E’ quello che vorrei capire... borbottò Lupin tra sè e sè e poi rivolgendosi a Diana domandò: - Sai come tua madre è entrata in possesso dell’orologio? 
Diana scosse la testa e probabilmente Lupin comprese che per quel giorno, la ragazza aveva avuto fin troppe rivelazioni, quindi concluse il discorso dicendo: - Dopo le feste ne parlerò con Silente. Sicuramente ne sa più di me! Nel frattempo, rimarrai al sicuro alla Tana e cercherai di non farti colpire ancora da incantesimi!
- Questo non dipende da me... - sibilò Diana scoccando un’occhiata a Fred, che alzò le mani in segno di innocenza e si mise a camminare avanti e indietro nel soggiorno.
Infine si collocò alle spalle di Diana, appoggiando le mani sullo schienale della sedia della ragazza e osservando i lunghi capelli che la ragazza continuava a toccarsi nervosamente, mentre si voltava verso di lui con aria indagatrice come se non si fidasse di trovarselo alle spalle.

Lupin emise un lungo sospiro. Appoggiò i gomiti sul tavolo e si prese il viso tra le mani, sfregandosi gli occhi e tra sè e sè borbottò: - Non oso immaginare se Tu-Sai-Chi o i Mangiamorte venissero a sapere...
- Probabilmente, grazie ai Malfoy, già lo sanno... - constatò Fred assorto.
- Ma che se ne fanno di un Blackhole? - chiese Ron senza capire.
- Sei proprio una testa di Troll, Ronnino - lo blandì Fred - pensa ai Mangiamorte in possesso di un amuleto che permette di difendersi dagli incantesimi! Sarebbero nettamente in vantaggio in uno scontro...
- Per questo è fondamentale che Diana stia qui al sicuro! - sbottò Lupin lasciando cadere le braccia lunghe e distese sul tavolo con un tonfo e rimproverando Fred con lo sguardo.
- Non voglio che corriate pericoli per colpa mia... - pigolò Diana con lo sguardo spaventato.
- Sono anni che provo a farglielo capire... - sorrise Harry in modo amaro, solidarizzando con la ragazza - ma non c’è verso...
- Nessuno corre pericoli! - esclamò Fred - abbiamo già gli incantesimi difensivi più potenti intorno a casa a causa di Harry, quindi fa poca differenza quante persone ci sono da proteggere!
- Grazie, Fred...ora si che ci sentiamo meglio... - constatò Harry ironico riuscendo a stemperare la tensione e a provocare una risatina nervosa anche a Diana.

Quando Diana si alzò dal tavolo per tornare sul divano, lo sguardo le cadde sul libro che Hermione aveva fatto cadere sul piede di Fred. Era rimasto aperto su una pagina casuale sul tappeto del soggiorno.
- Hey... - disse Diana fissando le figure - questo l’ho già visto! - sollevò il libro mostrando la figura di un vecchio armadio.
Tutti la guardarono senza capire quindi Diana continuò: - E’ lo stesso armadio che mi ha fatto vedere Malfoy! Quello per cui voleva i cardini!
- Perchè Malfoy cerca dei cardini per un Armadio Svanitore? - chiese Hermione aggrottando le sopracciglia e iniziando a sfogliare febbrilmente le pagine del grande tomo.

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 Ehilà!
Non vi nascondo che questo capitolo sia stato un po' un parto, sia per l'ingresso in scena del magico trio sia perchè è decisamente fondamentale per la rivelazione del ciondolo di Diana e per la storia della sua famiglia che lentamente sta prendendo forma. Come avrete di certo capito, il Blackhole è totalmente di mia invenzione e non centra nulla con la saga. Mi sono detta...perchè non creare qualcosa di nuovo? Non so...mi sembrava che funzionasse abbastanza come idea, ma aspetto di sapere da voi come la pensate a riguardo. Non so cosa vi aspettavate e spero di non avere deluso le aspettative...
Attendo con ansia di avere qualche feedback da voi :) 
A presto :)

 
  
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