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Autore: LadyPalma    29/09/2022    3 recensioni
| Storia partecipante alla challenge "Un Diamante è per una sola Stagione" indetta da Severa Crouch sul forum "Ferisce più la penna".
Bridgerton!AU Dolores/Alastor
"Non volevo spaventarvi, ma insomma sì, dicevo che tanto vale prenderlo quel pezzo di torta in più, tanto se non vi hanno invitata a ballare finora non lo faranno di certo un'ora dopo l'inizio della serata".
"Hem hem, forse non ballerò questa sera ma perlomeno ho entrambe le gambe per farlo".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Albus Silente, Andromeda Tonks, Dolores Umbridge
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 3



 

 

Gentili lettori,

sembra proprio che la vostra Autrice, per una volta, arrivi in ritardo nel comunicare una notizia mondana. Il Re in persona ci ha tenuto a far sapere dell’insperato lieto epilogo del suo pupillo: il dottor Piton, scansato un probabile nuovo ultimo sangue, ha dimenticato la bella Lady Evans (la prossima settimana Potter, per chi ha perso il conto degli eventi) e risulta essere adesso ufficialmente fidanzato con Miss Charity Burbage. Abbiamo perso uno dei personaggi preferiti e più citati nelle Cronache con questo annuncio, è vero, tuttavia siamo amanti del romanticismo, voi lettori tanto quanto io, quindi auguriamo sinceramente alla coppia tanta felicità.

Ma, cari lettori, come sapete bene, la vostra Autrice ha sempre un asso nella manica in fatto di pettegolezzi e occhi dappertutto. E, a proposito di occhi, pare proprio che il guercio più famoso della famiglia reale non sia così intenzionato come prima a cedere il ducato al giovane Barty. Se così fosse, il bel biondino perderebbe forse il seguito di donne ai suoi piedi? Certamente sarebbe il caso di Miss Aurora Sinistra, che, grazie al prezioso anonimato, la sottoscritta può definire senza mezzi termini un’autentica arrampicatrice sociale…



 

Per essere uno che odiava i pettegolezzi e la società mondana, Alastor Moody, quindicesimo duca di Norfolk, leggeva gli opuscoli di Lady Whistledown un po’ troppo spesso, e proprio in quel momento, mentre sfogliava con aria un po’ troppo guardinga le pagine, si ritrovò a chiedersi non per la prima volta chi diavolo fosse l’anonima Autrice. Non che fosse stato contagiato dalla frenesia del mistero che aveva appestato da almeno quattro Stagioni l’intera Mayfair, ma adesso si trattava di una questione personale. Non cedere a Barty la sua eredità era stata finora un’idea, solamente un’idea appunto, formulata ad alta voce nella sua biblioteca personale davanti a una bottiglia di scotch e i volti rubizzi di suo fratello e suo nipote.

“Bartemius, fratello caro, tu sei sempre stato un uomo giudizioso, per cui dovresti sapere meglio di me che tuo figlio è un completo imbecille!” aveva esclamato e questo era stato tutto. Anzi, a onor del vero, Barty Senior aveva lentamente anche concordato, rendendo l’esplosione di rabbia di Barty Junior ancora più feroce.

Ma chi aveva potuto ascoltare? C’erano spie nella sua villa? Forse addirittura la famosa Lady Whistledown (che donna, in fondo, poteva essere soltanto sulla carta) viveva addirittura sotto il suo stesso tetto? No, prima che la consueta paranoia prendesse il sopravvento dei suoi pensieri, il duca pensò che non era magari tanto una questione di chi avrebbe potuto ascoltare, ma di chi aveva potuto parlare. Lui non aveva detto parola ad anima viva, questo era certo, ed era piuttosto sicuro anche del silenzio di suo fratello… ma il piccolo Barty, furioso com’era, avrebbe potuto spifferare tutto ai suoi sgangherati amici del club, anzi, era molto probabile che si fosse lamentato proprio con loro: Rodolphus Lestrange e sua moglie Bellatrix, Lucius Malfoy e la sua novella moglie Narcissa, Regulus Black... insomma tre quarti della famiglia Black poteva essere tranquillamente Lady Whistledown!

Scrollò le spalle e ripiegò l’opuscolo. Una volta chiarito che molto probabilmente non aveva una spia dentro casa e che quella notizia era solo il prodotto dell’ennesima prova di sconsideratezza del nipote, l’identità dell’Autrice di pettegolezzi era una questione che non lo interessava. Lui aveva altre cose per la testa…
 

 



 

Per la prima volta, forse, da quando era stato in Casa Umbridge, Lord Moody si fece annunciare e, quando entrò nel salotto, trovò lady Dolores intenta a versarsi del tè. Ne accettò educatamente una tazza anche lui, si accomodò senza dire una parola e la fece cianciare per un po’ su cose frivole e insignificanti, come il tempo, l’imminente matrimonio di Lily Evans e James Potter, la dubbia qualità delle tartine nel Ballo dei Weasley e le nuove ipotesi sull’identità di Lady Whistledown. In merito a quest’ultimo punto, Alastor avrebbe potuto suggerire che in effetti era ormai piuttosto certo che si trattasse di un Black (ora che ci pensava, Lady Whistledown era sempre stata piuttosto cortese con lady Umbridge, e lei non era forse la migliore amica della Black zitella?), ma la sua testa era ancora da un’altra parte, così come i suoi occhi che perlustravano attentamente la stanza: così vuota e spoglia, i pretendenti si erano arresi già a far parte della pagliacciata? E i fiori erano già tutti appassiti?

“E che mi dite del vostro fidanzamento, invece? Vi avevo detto che tutti gli uomini che vi facevano la corte erano degli imbecilli, ma lasciatemi dire che avete scelto forse proprio il più imbecille di tutti!”

Un rossore improvviso su tutto il viso della donna fu il solo segno visibile della sua irritazione, perché per il resto si ostinò a comportarsi come una lady, sorseggiando con eccessiva attenzione il suo tè e perfino sollevando il mignolo nel farlo.

“Mr Peter Minus non è il più brillante degli uomini, ne sono consapevole, ma mi ha fatto una proposta di matrimonio concreta e la sua famiglia è pur sempre nobile. Per di più, mi ha scritto una lettera che qualsiasi donna troverebbe galante, per cui potrebbe avere delle… ehm qualità nascoste”.

“Ah sì, un poeta anche lui?” ribatté Alastor, senza nascondere il sarcasmo. “E sentiamo, cosa dice questa lettera?”

Dolores pensò che era proprio rude chiedere a una donna di condividere una lettera privata, ma irritata com’era – e neanche lei sapeva dire in effetti come mai fosse così irritata nel sentirsi giudicata da quello storpio incivile e mezzo pazzo – cadde nel tranello con tutte le scarpe e si ritrovò a enumerare i complimenti che Peter le aveva rivolto: graziosa, incantevole, dolce, composta e giudiziosa.

Per tutta risposta, il duca scoppiò a ridere senza neanche aspettare la fine di quell’elenco. La prima cosa che gli venne in mente era che di sicuro quelle parole non le aveva scritte lui, forse si era lasciato aiutare dal suo amico libertino Sirius Black, ma non era per questo che rideva. No, rideva, perché graziosa, incantevole, dolce, composta e giudiziosa non erano proprio gli aggettivi che avrebbe usato lui per descrivere la dama che gli stava ora di fronte.

“Stronzate!” proruppe, quando riuscì finalmente a smettere di ridere e l’ilarità lasciò spazio a quella che Dolores si ritrovò a classificare come eccessiva veemenza. “Voi non siete affatto così! La verità è che, nonostante tutti i vostri tentativi, siete goffa, antipatica, crudele addirittura, assomigliate a un rospo, è la verità, e per favore, non sapete cosa sia il giudizio!”

La donna restò immobile per svariati secondi, compiendo l’unico movimento di sbattere più e più volte le palpebre, indecisa forse se urlare o scoppiare a piangere. Optò alla fine per una via di mezzo, emettendo uno strillo sgradevolmente acuto: “Siete venuto fino a qui per insultarmi?”

“No, dannata donna! Sono venuto fino a qui per dirvi che non potete sposare qualcuno che pensa qualcosa di voi che non è vero! Dovreste sposare qualcuno che vi veda per quello che siete, per tutto il brutto che c’è in voi, e lo trova in qualche modo… bello, sì, questo dovreste fare!”

Fu il turno di Dolores di ridere questa volta, una risata ironica e amara. “Ah sì? Forse siete proprio ehm folle come dicono tutti… Dove mai potrei trovare una persona così?”

Alastor corrucciò la bocca ed esitò solo qualche istante, un tempo infinitamente breve per il grande processo che stava avvenendo negli ingranaggi del suo cervello. Non era una persona romantica, non lo era mai stato, non credeva nell’amore, né desiderava un matrimonio, eppure… eppure, quasi senza neanche rendersene conto si ritrovò a pensare la cosa più svenevole e banale che un uomo avrebbe potuto pronunciare, forse, solo in un romanzo. La pensò e la disse. “Io, potrei essere io. Potreste sposare me”.

Inaspettatamente, a quella che era a tutti gli effetti una dichiarazione d’amore e una proposta di matrimonio, Dolores riprese a ridere più forte e con più gusto. Rise quasi sguaiatamente, quasi fino alle lacrime, e solo lentamente – forse accorgendosi che il duca non rideva affatto – si ricompose e assunse un’espressione confusa. “Oh, ma voi dite sul serio… Ehm, dite sul serio?”

“Certo che dico sul serio, Bamboluccia!”

“Oh, io… ehm… io non…” Aprì la bocca un paio di volte con scarsi risultati, poi alla fine tossicchiò un paio di volte per darsi un tono e, per evitare di mettersi a squittire dalla gioia di fronte alla prospettiva di un matrimonio così altolocato, si ritrovò a dire: “E cosa vi fa credere che io voglia sposare un uomo che mi insulta?”

Il duca sorrise. “Perché sono pur sempre un duca reale, il cugino del re e uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra… e, visto che voi non siete affatto dolce e gentile, vi interessano da morire questi dettagli”.

Sorrise anche Dolores. Sentimenti a parte, davvero non c’era bisogno di altro per dire di sì.


 





 

Gentili lettori,

la notizia del fidanzamento tra Lady Dolores Umbridge e il duca di Norfolk Alastor Moody è stato un fulmine a ciel sereno, proprio ora che credevamo di non avere più sorprese! Il giovane Barty pare non abbia preso bene la perdita del ducato e, per compensare le sue ambizioni frustrate, è stato visto in una sola sera fare il giro di tutti – e proprio tutti! – i club, i pub e i bordelli delle circostanze! Nessuna notizia dal signor Peter Minus, invece, ma sono piuttosto certa che tanto a me quanto a voi poco importi della sua sorte… Ad ogni modo, tornando alla coppia del momento, credo che l’unione tra la lady e il duca, per quanto inaspettata, possa risultare non soltanto vantaggiosa per entrambi (non parlo solo economicamente per la fanciulla!), ma anche felice. La loro affinità nell’ultimo Ballo dei Black non è, del resto, passata inosservata.

[...]

Tuttavia, le sorprese non sono ancora finite e purtroppo è giunto di darvene una poco piacevole. Le circostanze portano l’Autrice ad annunciare che il presente articolo sarà l’ultimo numero delle Cronache…



 

Una giovane donna stava rileggendo per l’ultima volta il foglio che aveva terminato di scrivere soltanto da qualche ora, prima di porgerlo al tipografo che dall’inizio di quell’avventura aveva curato la stampa e la distribuzione delle Cronache di Lady Whistledown, e che lentamente aveva iniziato a curare anche il suo cuore. Fuori, nella notte gelida e silenziosa, una carrozza l’attendeva, non per riportarla a casa ma per fuggire insieme a quell’amore che, restando a Mayfair, non avrebbe mai potuto realizzare. E forse quel piano ben preparato da tempo forse sarebbe potuto andare a buon fine, se non fosse stato per l’arrivo improvviso di una terza figura nella tipografia.

“Signore, l’esercizio è chiuso e...”

Il giovane tipografo rimase senza parole e crollò istintivamente in ginocchio quando l’uomo si tolse il mantello per rivelare il volto inconfondibile della persona più importante di tutta l’Inghilterra.

“Vostra Maestà…” mormorò Andromeda, inchinandosi finalmente anche lei dopo l’iniziale sorpresa. “Non è come sembra, posso spiegare…” aggiunse, spostando lo sguardo sulla bozza dell’ultimo numero di Lady Whisteldown che aveva tra le mani.

Il re sorrise bonariamente e inclinò la testa per scrutarla con i suoi occhi limpidi e cristallini. “Ah, Lady Andromeda, credo proprio invece che tutto è esattamente come sembra e francamente ne sono contento, è proprio quello che mi aspettavo!”

“Voi… voi lo sospettavate?”

“Certamente, perché credete che abbia nominato Diamante della Stagione la vostra amica, Lady Umbridge? Soltanto voi avreste potuto parlare di lei con la gentilezza e la simpatia che ha usato Lady Whistledown… e così non ho avuto più dubbi” spiegò, con una velata aria di autocompiacimento per la sua idea investigativa. Poi fece un cenno verso il foglio che la donna stringeva tra le mani e fu allora, dopo averlo stretto tra le mani e aver dato una veloce occhiata al contenuto, che la sua espressione si fece allarmata. “L’ultimo numero, cosa dovrebbe significare? Davvero vorreste dire addio al vostro lavoro dopo tutto il tempo in cui siete riuscita abilmente a portarlo avanti in segreto?”

“Vostra Maestà, non vorrei rinunciare, ma devo. Ho intenzione di sposare questo ragazzo, Ted” annunciò, lanciando un’occhiata amorevole al tipografo, che le prese subito una mano, “ma la mia famiglia non approverebbe mai, una nobildonna e un semplice popolano! Sarebbe uno scandolo per loro… Perciò, vedete, non ho altra scelta se non la fuga!”

Albus annuì meditabondo e tacque per qualche interminabile secondo. Alla fine sorrise e una scintilla baluginò nel suo sguardo, segno che una nuova trovata si era appena accesa nella sua mente. “Io non vedo nessun popolano. Credo, piuttosto, di avere di fronte a me il baronetto Ted… come ti chiami, ragazzo?”

“T-Tonks, Maestà” balbettò il giovane di riflesso.

“… Sir Ted Tonks, sì, che dite potrebbe essere sufficiente?”

Andromeda spalancò gli occhi sovrastata dalla sorpresa, sentimento che lentamente lasciò spazio alla gratitudine, mentre si lanciava senza troppe cerimonie tra le braccia di Ted.

“Io non so come ringraziarvi, Maestà… Tuttavia, devo chiedervelo, perché mi state aiutando?”

“Non lo sto facendo per voi, a dire il vero, Lady Andromeda… ma per Lady Whistledown” rispose il re facendole addirittura un occhiolino amichevole. “Sono un autentico appassionato delle Cronache e, vedete, quando arriverete alla mia età capirete che non si può davvero rinunciare a nessuna piccola gioia della vita… E adesso al lavoro, mia cara Lady Whistledown, avete qualcosa da rettificare o mi sbaglio?”

 

Tuttavia, le sorprese non sono ancora finite e purtroppo è giunto di darvene una poco piacevole. Le circostanze portano l’Autrice ad annunciare che il presente articolo sarà l’ultimo numero delle Cronache… E così terminano gli aggiornamenti in mio possesso, ma non temete, la vostra Autrice ha sempre modi segreti per scoprire nuovi intrighi e potete pur star certi che sentirete ben presto mie notizie.

Sempre vostra,

Lady Whistledown



 

Fine

   
 
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