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Autore: Scribbling_aloud    06/10/2022    2 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 31 – La stanza di Lily
 
Non molti giorni dopo, mentre Harry preparava la cena, Ginny urlò dalla sala che era appena arrivata una lettera da Hermione.
Entrò in cucina con la busta ‘La vuoi leggere?’
‘Fallo tu e me la riassumi’ lui rispose occupato con la cucina.
Lei aprì il sigillo e scorse velocemente il contenuto ‘Sembra che vada tutto bene. Ci sono stati dei ritardi in Repubblica Cieca perché degli stregoni stavano cercando di contrabbandare degli oggetti pericolosi nel paese ma non ha dovuto aspettare molto. Dice che la casa è spaziosa, vicino a Charlie e Clea e con un bel giardino. Ion è cresciuto moltissimo. Hugo è stato molto felice di rivederla e anche Ron. Scrive anche di dirti che le dispiace… Per che cosa?’ chiese guardandolo interrogativamente.
Cazzo! Pensa! Pensa!
‘Si è resa conto che ha lasciato un report di fine mese non finito. Ha chiesto a me di farlo. Non vuole lasciarlo a quello nuovo.’ Disse frettolosamente concentrandosi attentamente sulla cucina per non doverla guardare.
‘Capisco… E’ così tipico di lei preoccuparsi per uno stupido report, non pensi?’ Affermò rileggendo la lettera. ‘Vuoi rispondere tu o lo faccio io?’
‘Ginny, o cucino, o scrivo. A te la scelta.’ Disse mentre prendeva del pesce da mettere in padella.
‘Non voglio il pesce!’ lei sbottò brusca prima che potesse riuscirci.
‘Perché se posso chiedere??’’ chiese irritato.
‘Non mi piace l’odore.’ ribatté risoluta.
‘Da quando????’
‘Da ora!’
Harry prese un bel respiro e contò mentalmente fino a tre. ‘Ok. Va bene.’ acconsentì facendo sparire il pesce con la bacchetta ‘Cucino dell’altro ma smettila di criticare e scrivi quella lettera. Il gufo sta aspettando. Scrivi da parte mia che non ci deve pensare.’
Lei prese inchiostro e carta e cominciò a scribacchiare. Dopo qualche momento, lui, andò dietro la sua spalla per leggere.
 
Cara Hermione,
Sono contenta di sapere che va tutto bene, (bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla)…. Il giardino deve essere bellissimo… (bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla)…. Che fastidio 'sti trafficanti! Una volta io e Harry stavamo viaggiando (bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla)…. Ion è un bambino così carino…. (bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla)………………….. Harry dice di non preoccuparti per il report. Dice anche di non pensare al lavoro ma di concentrarti sulla tua famiglia. Ti manda un saluto affettuoso. Sta cucinando (bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla)….
 
Harry si meravigliò di come “non ci deve pensare” potesse trasformarsi in tre frasi complete. Nonostante fosse una traduzione inaccurata, doveva ammettere che non avendo chiesto a Ginny di scrivere in codice quello che voleva convenire, lei ne aveva tirato fuori qualcosa di ancora meglio e Hermione sarebbe sicuro stata in grado di leggere tra le righe.
Mentre stavano consumando la loro cena (priva di odore di pesce) Harry chiese a Ginny se si sentisse di occuparsi della stanza di Lily dopo. Lo stomaco gli si chiuse proponendolo.
‘Possiamo fare delle scatole con i vestiti e i giocattoli che vogliamo dare via e un’altra con quello che vogliamo tenere’ suggerì.
‘Sei sicuro che lo vuoi fare? Posso farlo con la mamma se non te la senti.’ Chiese lei guardandolo di sottecchi.
‘A essere sinceri, preferirei non farlo. Ma deve essere fatto e lo faremo insieme.’ Disse spingendo via il suo pasto non finito. Questo terribile compito, ancora da portare a termine, lo stava perseguitando da settimane. Voleva levarselo di dosso, nonostante quello che comportava, per essere libero dal pensiero.
Entrarono nella stanza entrambi in silenzio e Ginny fece apparire delle scatole. Ci volle veramente poco per gestire i vestiti e i giocattoli con la magia. Furono subito sistemati anche se non molto ordinatamente. Non avevano dovuto guardarli più di tanto e fu un sollievo. Dall’altro lato, però. decidere cosa tenere fu poco meno di una tortura. Harry l’avrebbe scambiato con una Cruciatus senza battere ciglio. Da una parte non riusciva a buttare niente, tutto sembrava importante. Dall’altra parte non riusciva a sopportare di tenere nulla. Sapere che in casa ci sarebbero stati tutti quei disegni, quei lavoretti maldestri e quei quaderni con i suoi primi ABC a ricordargli di quello che aveva perso, era un tormento. Voleva che tutto rimanesse e sparisse allo stesso tempo. Niente sembrava giusto. Nessuna decisione era una buona decisione.
Alla fine, fecero una scatola con praticamente tutto quello che non erano vestiti o giocattoli da mettere in soffitta, troppo stanchi e abbattuti per continuare a selezionare. Un giorno, forse, quando più tranquilli, sarebbero stati capaci di riaprirla e fare un lavoro migliore. Forse non ce l’avrebbero mai fatta. Non importava.
Era rimasto solo il calendario sul comodino. Ginny lo prese. Era ancora sul mese di luglio dove Harry lo aveva lasciato. Lo guardò e i suoi occhi si spostarono su di lui, immobile, seduto in mezzo alla stanza, vicino alle scatole che avevano appena chiuso. Strappò la pagina dal calendario ‘Questa la teniamo’ disse.
Lasciò la stanza e tornò poco dopo con una foto incorniciata. Era un’immagine presa all’ospedale il giorno del compleanno di Harry con Lily appena nata tra le braccia. Stava sorridendo assorbito completamente da quell’esserino che gli teneva il pollice stretto nella sua minuscola manina.
Ginny aprì il retro della cornice e mise la pagina del calendario dietro la foto, chiudendola dentro.
‘Ecco’ disse e la lasciò sul comodino.
Harry non si era mosso né aveva parlato. Non riusciva a fare né uno, né l’altro. Era doloroso anche solo respirare.
Ginny lo prese per la mano e lo condusse fuori chiudendo la porta dietro di loro.
‘E’ fatto’ mormorò facendo un profondo respiro. ‘Possiamo farci un the prima di andare a letto, che ne pensi?’ chiese sforzandosi di sorridere.
Harry annuì ancora con un nodo alla gola. Ma aveva ragione. Era fatto. E il peggio era ormai passato.
 
 
   
 
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