Questa
storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Scheggia
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Se c'era una cosa che faceva
impazzire letteralmente Marinette, era quando il suo
ragazzo, Adrien, faceva irruzione nella sua stanza
trasformato in Chat Noir e la squadrava con quell'aria sorniona e desiderosa.
Lì non poteva resistere e saltargli
addosso era diventato una routine quasi quotidiana.
Dico quasi perché non c'era una volta
che non riuscissero a stare tranquilli nella loro intimità: una volta a causa
di un' akuma,
a volte perché lui doveva andarsene per dei servizi fotografici ed era passato
solo per un saluto, solo che alla fine finivano sempre sul letto di Marinette.
Questa volta però avevano optato per
la chaise longue, più vicina e mai
provata prima.
Marinette aveva fatto
sedere il suo ragazzo continuandolo a baciare e lei si era messa a cavalcioni
su di lui, sentendo già qualcosa di turgido solleticarle la sua parte più
bassa.
"Mmm...
siamo già pronti, vedo." Sospirò lei mentre Chat Noir le lambiva
sensualmente il collo con la lingua facendole vibrare il basso ventre e farle
desiderare che si de trasformasse in modo da soddisfare il
suo libido.
Chat Noir le alzò la maglietta, ma
non la tolse, la lasciò arrotolata sopra i seni mentre lui tirava giù il
reggiseno di pizzo nero scoprendo quei due piccoli vulcani infuocati e sentirli
sotto le sue mani guantate, ma perfettamente sensibili, era la sensazione più
bella del mondo.
"Anche tu lo sei." Le
soffiò prendendo una dopo l'altra quelle roselline appena sbocciate tra le
labbra, per poi succhiarle e leccarle con una delicatezza estrema.
"Mmm...
de trasformati, ti prego." Marinette aveva
bisogno di toccargli la pelle e sentire su di sé il corpo del suo ragazzo.
"Ancora no..." Lui voleva
portarla al culmine e farla eccitare ancora di più.
Le mani di Chat Noir attraversarono
la sua schiena nuda per poi finire sui glutei di Marinette,
palpare le cosce per poi finire sul davanti.
Ma fu quando provò a slacciare i
pantaloni che Chat Noir, come se fosse una scheggia impazzita esclamò "Tuo
padre!" e volò all'interno del baule che la sua fidanzata teneva ai piedi
della scrivania.
Marinette cercò di
darsi un contegno e sistemarsi come meglio poteva, meno male che non l'aveva
spogliata, altrimenti non sapeva bene che scusa inventare con il genitore che
aveva appena aperto la botola, entrando infine in camera della figlia,
disperato.
"Tutto bene, papà?" Chiese
ansimando e con gli occhi ancora dilatati al massimo per l'eccitazione.
Tom non ci fece caso, ma andò a
sedersi proprio in cima al baule dov'era nascosto Chat Noir, il quale
rabbrividì sentendolo poi scricchiolare sotto il peso importante dell'uomo.
Marinette deglutì il
nulla, sperando che non gli balenasse in testa l'idea di aprirlo.
"Non trovo più la mia
cintura." L'omone si portò le mani sui capelli e iniziò a piangere sotto
lo sguardo attonito di Marinette.
"Ehm... non ti sembra di
esagerare? Piangere per una cintura?"
"E' la quarta che perdo questa
settimana, tua madre mi cucinerà nel forno."
"E vieni qui a cercarla? Perchè?"
"Speravo mi potessi dare una
mano a cercarla o a confezionarmene una. Sto perdendo i pantaloni."
Chat Noir si portò entrambe le mani
sulla bocca per soffocare una risata malefica immaginandosi già Tom che
incespica sulle braghe calate.
"Sei dimagrito tanto..."
"Sì, ma..." La mano di Tom
si posò su un oggetto nero e di cuoio che fuoriusciva dal baule.
Gli occhi dell'uomo s'illuminarono
credendo di aver trovato la sua tanto agognata cintura.
Marinette invece si
alzò dalla chaise longue come se fosse stata punta sui glutei da una scheggia,
quella era la parte di costume di Chat Noir, se suo padre avesse aperto quel
baule lo avrebbe trovato e lo avrebbe ucciso, senz'altro.
Senza contare la punizione che le
avrebbe riservato per essersi portato un ragazzo in camera.
Da rossa, Marinette
divenne paonazza e un brivido di terrore le attraversò la schiena.
"No, non credo che..."
Provò a dire lei in preda al panico, ma Tom non la ascoltò e continuò a tirare
quella cintura che si stringeva sempre di più attorno al bacino di Chat Noir,
il quale se non fosse riuscita a togliersela di dosso, probabilmente sarebbe
stato dilaniato in due parti.
Chat Noir tirò un sospiro si sollievo quando riuscì a slacciarla e la vide sgusciare
via velocemente dal baule.
"Eccoti, finalmente!"
Esclamò trionfante l'uomo alzando il culo da lì. "Certo, sarebbe stato
molto più semplice se mi fossi alzato... ah ah!"
Sogghignò l'uomo salutando la figlia per poi andarsene con il suo bottino tra
le mani.
Marinette attese che
Tom fosse lontano per andare a vedere come stava il suo ragazzo, aprì il baule
e lo trovò rannicchiato su sé stesso in preda agli spasmi della paura.
"Esci, papà è andato via."
Gli tese la mano che lui accettò tirando un sospiro di sollievo.
"Non so che fine avrei fatto se
mi avesse trovato."
"Forse ti avrebbe legato al
collo quella cintura e ti avrebbe strozzato." Suppose lei sogghignando.
Chat Noir di rimando mise le sue
braccia attorno al collo stringendola forte contro il suo petto.
"Così?"
"Mmm...
può darsi."
"Riprendiamo da dove avevamo
lasciato?" Le sussurrò a fior di labbra stampandole poi un tenero bacio.
"Sì, però de trasformati."
*
Tom se ne stava in camera sua davanti
lo specchio facendosi passare all'interno delle asole quella cintura che gli
avrebbe finalmente tirato su quei benedetti pantaloni.
"Oh! Là. Mia moglie non potrà
sgridarmi, questa volta." Canticchiò poi una melodia vivacissima tra le
labbra mentre scendeva le scale che lo avrebbero condotto in pasticceria,
peccato però che all'ultimo scalino inciampò cadendo rovinosamente.
Si guardò la punta delle scarpe e
vide che erano coperte dai pantaloni, così spostò il grembiule per vedere che
cos'era successo.
La cintura era sparita.
"NOOOOOOOO"
*
FINE