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Autore: Scribbling_aloud    07/10/2022    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 32 - Patronus
 
Due giorni erano passati da quella sera, Harry stava tornando dal lavoro. Era stanco e giù di morale.  Avevano scoperto un assassinio di una donna babbana e c’erano tutti gli indizi che indicavano una morte dovuta a magia oscura. Avevano anche un’idea abbastanza precisa del colpevole. Uno stregone su cui stavano già investigando da un po’. Non era la prima volta che era testimone di un omicidio e non sarebbe stata l’ultima, ma Harry si sentiva sempre in qualche modo da biasimare. Se solo si fosse impegnato un po’ di più nelle indagini forse quella donna non sarebbe morta. Era stupido, Harry lo sapeva. Non poteva fermare tutti gli omicidi del mondo ma comunque non lo lasciava mai indifferente. Non era un lavoro facile o divertente quello che si era scelto, gli dava molte soddisfazioni ma anche molti momenti di sconforto. E ora come ora lo influenzavano più che mai.
Per questa ragione non era esattamente di buon umore quando arrivò a casa.
Ginny era in cucina, in piedi dietro una sedia, la sua espressione grave.
‘Qualcosa non va? Com’è andata al lavoro?’ le chiese baciandole la fronte.
‘Non sono andata al lavoro.’ Disse solamente.
‘Perché? Non ti sei sentita di nuovo bene?’ non riusciva a capire perché Ginny si rifiutasse di fare qualcosa a riguardo. Era arrivata un po’ l’ora di chiedere consiglio al St. Mungo.
‘Sto bene. Harry, ti devo parlare.’ La sua espressione era tesa.
Harry sentì una fitta di panico. Hermione. Ginny l’aveva scoperto? Ma come? Lei glielo doveva aver detto. Ma perché porco cane?!
Come stava per aprire bocca per spiegare perché aveva deciso di tenerglielo nascosto, la sua voce interiore lo mise in guardia velocemente:
Chiudi quella boccaccia immediatamente! Non sai di cosa ti vuole parlare. Magari ti sei semplicemente dimenticato tipo di portare fuori la spazzatura o qualcosa del genere. Stai zitto e non auto denunciarti.
Saggio.
Chiuse la bocca.
‘E’ meglio se ti siedi.’ Aggiunse.
Fece come gli era stato detto aspettando pazientemente che lei parlasse per prima.
Lei rimase un momento silenziosa e poi disse ‘Non so come la prenderai.’
Ok. Non era Hermione. Ho rischiato. Allora che cosa?! Che cosa??? Perché tutto insieme e ora?!
Cominciò a sentirsi seccato e incollerito.
‘Cosa cazzo è successo ora??? Cos’altro??? Non abbiamo già abbastanza problemi così com’è??’ sbraitò irritato.
‘Stai calmo.’ Lei lo ammonì.
Harry sbatté la mano sul tavolo alzandosi di scatto ‘Sono calmo! Non vedi?! Non potrei essere più rilassato! Allora, cos’è successo?! James è stato espulso! Il Fidelius si è rotto e dobbiamo trasferirci! Quel Phil ci ha provato di nuovo! Gli spezzo il collo ‘sta volta!’ cominciò a tirare ad indovinare innervosendosi sempre di più.
Ginny lo interruppe ‘No Harry, niente di tutto questo. Ma non sei calmo abbastanza! Non te lo dico finché non sei più tranquillo.’
‘Ok’ disse cercando di controllarsi. Prese un bel respiro e si sedette ‘Ok, sono calmo. Non mi arrabbierò’ pronto ad arrabbiarsi più che mai ‘Cosa succede?’
‘Sono incinta.’
……….
……….
……….
‘Scusa?’
Lei cominciò ad agitarsi e sbraitare così veloce ed incoerentemente che era difficile capirla.
‘E’ tutta colpa tua! Sei sempre così menefreghista e sono sempre io che mi devo occupare della contraccezione. Deve essere successo subito dopo Natale ed ero così confusa, e mi sono scordata, non c’ero con la testa e tu te ne sei fregato e sono sempre io! E ora è troppo tardi! Ti proibisco di toccarmi di nuovo fino a che non impari ad essere più attento!’
Arrivata a quel punto del discorso era agitatissima. Singhiozzi violenti la scuotevano, navigava in un diluvio di lacrime, la sua faccia rossa e congestionata.
Harry si alzò allarmato e andò da lei ‘Ok, ora calmati. Calmati e respira.’ La esortò. La fece sedere, le prese un bicchiere d’acqua dal lavandino e glielo fece mandare giù.
Le si inginocchiò davanti e le asciugò le lacrime dal viso con le mani, mentre il suo cervello stava annaspando da impazzire fallendo di assorbire il significato di quello che lei aveva appena rivelato.
‘Meglio?’
Lei annuì, i suoi occhi ancora umidi e interrogativi aspettando una reazione che non stava arrivando.
‘Sei sicura di quello che mi hai appena detto?’ chiese cercando di sottomettere quel brusio costante che impediva alla nuova nozione di farsi avanti.
Lei annuì di nuovo debolmente, probabilmente intimorita dalla sua possibile reazione a questa nuova rivelazione visto che in passato, quando aveva comunicato la stessa, non era mai stata esattamente gioiosa. ‘Non so come ho fatto a non accorgermene, era così ovvio. Ted mi ha aperto gli occhi domenica. Mi ha detto che probabilmente era la ragione del mio malessere e aveva senso. Sono stata oggi al St. Mungo ed è confermato’ concluse
E quella affermazione riuscì a disperdere la nuvola di confusione. Un nome l’aveva trafitta.
Ted.
Harry fu riportato con la mente alla domenica precedente mentre chiacchierava con lui sul Patronus ‘Forse dovresti provare a lanciarne uno nei prossimi giorni. Solo per vedere che succede. Potresti riuscire a scacciare via il tuo dissennatore.’ Aveva detto.
Finalmente, il significato delle parole di Ginny e Ted cominciarono a penetrare liberamente scacciando la confusione, riempiendo ogni angolo di lui, espandendo e montando. Trasformando ogni dolore, paura e disperazione degli ultimi due mesi in qualcos’altro. In una potente, incontrollabile emozione, un’emozione così intensa come non ne aveva mai provata, così travolgente che era difficile da contenere.
Spinto dalla necessità di lasciar uscire fuori questo pressante sentimento, tirò fuori la sua bacchetta dalla tasca, la puntò sopra di loro e pronunciò con tutta la voce che aveva in corpo ‘EXPECTO PATRONUS’.
Non un cervo, come si aspettava, emerse, ma una stupenda argentea fenice. Spiegò le ali e sorvolò maestosa le loro teste.
Ted, piccolo stronzetto.
E improvvisamente, come se qualcosa che era sepolto profondamento fosse stato finalmente riportato in superficie, una vigorosa risata piena di gioia ed entusiasmo scaturì da lui.


Fine della parte I di III
   
 
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