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Autore: Sel Dolce    08/10/2022    1 recensioni
[Merthur | AU | Rating Arancione | Fem!Merlin ]
Dal capitolo nove:
«Merlyn, tu sei la donna più insopportabile che io abbia mai conosciuto.» cominciò, completamente preso dall’improvvisazione, non aveva pensato a prepararsi un discorso «La prima volta che ci siamo conosciuti ti ho quasi tagliato la gola e tu non hai battuto ciglio. In quel momento ho capito che eri speciale – per non dire strana – ed ho iniziato ad osservarti.» stava andando decisamente male, qualcuno doveva sfondare la sua porta e tappargli la bocca in quel preciso istante «Non capivo cosa tutti ci trovassero in te, chiunque passasse sul tuo cammino si innamorava come il più sciocco degli uomini.» veramente, Arthur pregò che Gwaine entrasse e lo stordisse, quel discorso faceva schifo.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hunith, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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«Non voglio.» disse Merlyn guardando il Re negli occhi. Non aveva esattamente paura, ma non poteva fare a meno di sudare, i palmi delle sue mani stavano quasi gocciolando. Voleva tenere la testa attaccata al collo, ma anche dimostrare di non essere una persona che si faceva comandare.

Quando quella mattina era stata convocata nelle sue stanze aveva temuto che fosse per dirle che l’aveva vista usare la magia al banchetto, ma invece l’uomo le aveva ordinato di non porre resistenza al matrimonio e di iniziare a comportarsi come una persona appartenente alla famiglia reale.

«Come?» domandò il re posando i pugni sulla sua scrivania all’angolo della stanza.

Merlyn deglutì, improvvisamente la sua spavalderia si fece da parte «Con tutto il rispetto, Sire, ma non credo di poterlo fare.» provò con altre parole, il tono più gentile «Vorrei veramente continuare a vivere solamente come l’apprendista di Gaius. Forse, con ancora un po’ di tempo, riusciremo a trovare un modo per annullare il matrimonio, così che possa sposare una vera principessa e per quanto mi riguarda, quei territori appartenenti alla mia famiglia potete tenerli, io non ne ho bisogno.» spiegò dandogli quella piccola speranza di poter magari annullare il matrimonio, anche se sapeva fosse impossibile, a meno che…

«C’è qualcosa di strano in te, ragazza.» disse il Re quasi divertito «Sei estremamente stupida, chiunque al tuo posto si sarebbe approfittato della situazione, ma tu continui a rifiutare questa occasione.» pensò che quella sciocca gli stesse rendendo in parte tutto più semplice, magari un giorno sarebbe scomparsa e l’avrebbero potuta far passare per morta.

La maga incrociò le braccia davanti al petto, mordendosi la lingua per non insultare il re. Molto probabilmente aveva anche leggermente ragione su di lei, ma preferiva continuare una vita semplice ed avere un lavoro, senza farsi mantenere dalla famiglia reale.

«Ora, se non le dispiace, porterò me stessa e la mia stupidità a lavoro, Gaius ha molte commissioni per me.» salutò senza aspettare di essere dismessa uscì dalla stanza, lasciandosi alle spalle un veramente divertito re.

Uther non poteva fare a meno di pensare a come Merlyn gli ricordasse la sua amata Ygraine, ma sfortunatamente lei non era veramente una nobile, era cresciuta come contadina e lo sarebbe sempre stata nonostante lo status sociale di Gaius.

⸸⸸⸸

Merlyn si fermò vicino alla piccola staccionata che divideva il piazzale del castello con la zona designata all’allenamento dei cavalieri. A qualche iarda di distanza poteva benissimo vedere molti uomini vestiti con cotte di maglia e tra loro un bambino che si stava allenando con il più importante dei cavalieri di Camelot.

Quella mattina Arthur si era presentato alla sua porta con un mazzo di fiori in mano e la richiesta di portare Mordred con lui agli allenamenti. Non aveva accennato minimamente al bacio della sera prima e per questo gliene era grata. Aveva accettato i fiori, sentendosi il cuore esplodere di gioia, e aveva dato il suo permesso alla condizione di portare con loro Gwaine e magari aiutarlo a trovare un lavoro.

Vicino a lei si fermò Gwen, tra le mani un cesto con la biancheria pulita di Lady Morgana «Ti godi lo spettacolo?» le domandò osservando a sua volta il principe far finta di venire buttato a terra dal colpo del figlio.

«Sono solo contenta di vedere Mordred così felice.» rispose cercando di non arrossire nel vedere il marito sorridere in quel modo. Non si era resa conto quanto gli mancasse il suo viso fino alla sera prima.

«È la prima volta che vedo il principe ridere da quando è tornato, era miserabile senza di voi.» rivelò la serva volendo fare un po’ da Cupido. Era ovvio che fossero fatti per stare insieme, Morgana le dava ragione e insieme si erano messi d’accordo per aiutare la coppia a tornare insieme e donare a Camelot i regnanti più innamorati della storia.

La maga la guardò sorpresa, per mesi aveva creduto che Arthur fosse tornato a casa e che fosse tornato a vivere la sua vita tranquillamente, che non avesse mai pensato a lei e la sua vita ad Ealdor.

Gwen notò immediatamente come la ragazza avesse cambiato espressione «Sono stati mesi difficili.» continuò mentre guardavano Gwaine rubare Mordred dalle braccia di Arthur e scappare, venendo inseguito dal principe «Le prime settimane non ha toccato cibo, richiedendo al padre di lasciarlo tornare indietro, ma il Re ha messo guardie alla sua porta e sotto la sua finestra fino a quando non ha giurato di non provare a scappare.» raccontò ricordando la quantità di guardie nel corridoio delle stanze del principe con il chiaro ordine di non lasciare il principe uscire da Camelot. Arthur la prima notte a casa aveva provato a rubare un cavallo dalle stalle per poter tornare ad Ealdor, ma era stato fermato da una guardia più fedele a Uther che ad Arthur.

«Perché mai sarebbe voluto scappare?» chiese la ragazza non riuscendo a credere che Arthur avrebbe preferito tornare ad Ealdor che essere un principe.

La serva si lasciò scappare una piccola risata, intenerita dall’innocenza di Merlyn, non  si rendeva veramente conto di quanto Arthur l’amasse «Voleva tornare da te.» disse l’ovvio adorando il modo in cui la più giovane arrossì ancora di più.

Merlyn non rispose, guardando verso Arthur. Si erano rivisti solamente da un giorno e già voleva tornare tra le sue braccia? No, non poteva essere così debole, in più aveva appena detto ad Uther che non sarebbe stata un problema. Il principe si mise Mordred sopra le spalle, completamente ignorando il fatto che doveva allenare i suoi uomini.

«Devo andare, ho molte cose da fare.» salutò la maga volendo allontanarsi da quello spettacolo troppo carino prima che perdesse ogni singolo briciolo di buona volontà.

Gwen la guardò andare via, passo svelto e punte delle orecchie adorabilmente rosse, quando tornò a guardare verso i cavalieri vide Arthur fare la stessa cosa, uno sguardo completamente innamorato sul volto.

⸸⸸⸸

Merlyn cercò di infilarsi uno stivale saltellando per la sua camera. Doveva andare nel bosco per raccogliere delle erbe per Gaius e aveva optato per cambiarsi in un paio di pantaloni e una tunica bianca che le aveva gentilmente prestato Lancelot.

Non aveva avuto un attimo libero, dopo l’incontro con Uther era dovuta andare a consegnare le varie ampolle in giro per tutta Camelot, dopo aveva dato una mano ad un servitore a portare dei secchi d’acqua in una stanza di qualche nobile, poi si era occupata di portare Mordred dal tutore che il re aveva assunto in quanto Arthur aveva espresso il desiderio di dare al figlio un’educazione d’eccellenza e Gaius aveva supportato l’idea, ovviamente a lezione conclusa era dovuta andare a prenderlo dalla libreria reale e portarlo da Lancelot nell’officina del maniscalco, successivamente aveva aiutato Parsifal alle stalle usando la magia per calmare uno dei cavalli, dopo era andata nelle cucine per aiutare Gwen a pelare le patate e finalmente a metà giornata si era potuta sedere per poter mangiare del pane.

Quando credeva di potersi finalmente riposare un attimo Gaius le aveva fatto vedere un libro di erbe e le aveva mostrato quali andare a cercare. Era solamente il secondo giorno come sua apprendista e già non vedeva l’ora di smettere; credeva che avrebbe imparato a guarire le persone, non a riconoscere le foglie obcordate da quelle obovate.

«Madre, posso andare con Gwaine in città?» chiese il bambino mentre faceva fluttuare a posto per la loro camera le cose che la donna faceva cadere nel tentativo di vestirsi e mangiare e memorizzare le quattro piante che doveva cercare.

«Certo, tesoro, ma tornate prima del tramonto.» rispose usando la magia per legarsi i capelli, sicura che nessuno sarebbe entrato inannucciato nelle stanze di una signorina. Gwaine poteva essere un ottimo badante, Mordred si divertiva da morire insieme a lui, e in più era ancora l’unico senza un lavoro. Gli aveva fatto comunque promettere di non portare il bambino alla taverna che aveva adocchiato al loro ingresso a Camelot.

I fiori che Arthur le aveva dato quella mattina erano in un vaso sul comodino, la magia li stava proteggendo dall’appassire. La maga scompigliò i capelli al figlio e prendendo la borsa di cuoio uscì.

Camminò velocemente giù per le scale e poi attraverso la cittadella, ignorando gli sguardi curiosi. Sì, non era convenzionale per una signorina camminare indossando dei pantaloni se non per andare a caccia o in viaggio, ma Merlyn poteva considerarsi a caccia… di piante.

Gaius le aveva detto di uscire dalla città e andare ad Est, superare una grande roccia che sembrava una persona dormiente e gli uccelli dal petto rosso. Quelle erano le indicazioni più strane che avesse mai ricevuto e il fatto che il suo senso dell’orientamento fosse pari a zero non aiutava. Dov’era Est? Non ne aveva la minima idea. Decise di seguire il suo sesto senso e andò a destra senza rendersi conto di qualcuno che la stava seguendo.

Camminò fino a raggiungere gli alberi, più o meno venti minuti di camminata, e iniziò a cercare quella famosa roccia a forma di persona dormiente. Sentiva la sua magia vibrare nell’aria, felice di essere lontana da uno spazio chiuso come il castello.

Il Sole era ancora alto in cielo, il calore era piacevole, e sentiva in lontananza lo scrosciare dell’acqua. Non era più abituata a stare da sola, ma non per questo era meno piacevole, finalmente riusciva a sentire i suoi stessi pensieri senza la voce di Gwaine o Mordred nelle orecchie.

Intorno a lei non vedeva nessuna roccia, c’era solo terra e alberi, nessun uccello dal petto rosso, iniziò a pensare che Gaius l’avesse mandata nella foresta a morire per ordine di Uther.

«Oh, andiamo, non posso essermi persa.» borbottò guardandosi intorno, non riusciva nemmeno più a vedere il castello, si era addentrata troppo. Guardò l’albero che aveva a fianco e decise di fare una pazzia. Da piccola si era arrampicata numerose volte sugli alberi per scappare a Ranful e Osbert, qualche volta da qualche animale che voleva renderla la sua cena.

Arrivando in cima sarebbe riuscita a vedere meglio dove si trovava e magari individuare la strada di casa. Non voleva usare la magia per tutto e poi sentiva il bisogno di fare qualcosa che non fosse responsabile; negli ultimi tre anni le sembrava di essere invecchiata di quindici, la responsabilità che aveva preso con Mordred le aveva dato una nuova prospettiva di vita. In quel momento, però, era da sola e si sentiva una dodicenne.

Posò a terra la borsa e si alzò le maniche della tunica, uno dei rami dell’albero era abbastanza in basso. Poteva saltare e arrampicarsi da lì. Nonostante il ramo fosse ad un livello raggiungibile, Merlyn non aveva messo in conto quanto lei fosse bassa e che i suoi salti non superavano i dieci centimetri.

Fortunatamente un ramo era a terra, spezzato via dal vento o il peso di qualche animale e sembrava la cosa che le serviva in quel momento. Lo trascinò vicino all’albero di sua scelta e vi salì sopra, la stabilità era veramente precaria, ma voleva provare comunque.

Saltò sentendo il ramo rotolare via da sotto i suoi piedi, ma non arrivò nemmeno ad arrampicarsi in quanto il suo salto era stato un totale fiasco. Si preparò allo schianto contro il terreno, magari del dolore le avrebbe ridato del buon senso, ma qualcuno l’afferrò al volo.

Quando riaprì gli occhi si trovò faccia a faccia con un uomo che non conosceva e d’istinto spinse il palmo della mano contro il mento dell’uomo, costringendolo a lasciare la presa. Rimettendosi in piedi afferrando una pietra si allontanò abbastanza da poter guardare meglio il suo possibile aggressore.

Aveva dei capelli biondi tendenti al rame, piccoli ricci che arrivavano appena sotto le orecchie. Indossava una cotta di maglia e alla cintura aveva attaccata una spada.

«Ti darò cinque secondi per sparire dalla mia vista o giuro che ti sfregerò il viso.» minacciò la ragazza mostrandogli la pietra che teneva in mano. Era piuttosto appuntita, volendo poteva cavargli un occhio, ma in caso di necessità si sarebbe limitata a stordirlo con la magia, non aveva veramente il coraggio per sfregiare qualcuno.

L’uomo alzò le mani in segno di resa, non muovendosi minimamente, come se temesse seriamente di essere colpito da una ragazza venti centimetri più bassa di lui e cinquanta chili più leggera.

«Merlyn, non sono qui per farti del male. Sono un cavaliere di Camelot.» disse l’uomo tirando il mantello rosso da dietro la schiena per mostrarglielo «Ci siamo visti ad Ealdor e anche ieri, sono stato io a farti uscire di prigione.» le ricordò con un gentile sorriso.

La maga abbassò la pietra, guardandosi intorno, ovvio che si ricordava di Sir Leon, era stato solo un momento di panico se non aveva collegato il viso al nome.

«Arthur mi sta facendo seguire?» domandò invece leggermente infastidita, non aveva certo bisogno di qualcuno che le venisse dietro, non sarebbe scappata né rischiava di morire facendo il suo lavoro.

«Oh, no, assolutamente no.» negò l’uomo non volendo far finire il suo amico nei guai «Ti ho visto uscire dalla città e ho pensato che forse ti sarebbe servito un accompagnatore, questi boschi non sono sicuri.» aggiunse rivelando le sue vere intenzioni. Lui sapeva perfettamente che tipo di gente girava per i boschi e non voleva che la futura regina di Camelot finisse nei guai, anche perché Arthur l’avrebbe ucciso se fosse successo qualcosa a sua moglie.

Merlyn non sembrò totalmente convinta, lo sguardo che vagava ancora intorno a loro come se si aspettasse di vedere Arthur uscire da dietro un albero «Quando sono uscita dalla città…» iniziò avvicinandosi, la voce più bassa ed imbarazzata «…sono andata verso Est, vero?» domandò arrossendo. Leon era un cavaliere, sicuramente sapeva orientarsi.

«Uhm, no, siamo verso Ovest.» rispose indicandole il Sole.

«Dannazione!».

⸸⸸⸸

«Tua moglie è una vergogna, Arthur, non ho la minima idea di come tu possa essere stato talmente stupido da sposarla.» disse Uther mentre prendeva della frutta per concludere il pranzo, suo figlio e la sua protetta a tavola con lui «Osa parlarmi senza alcun rispetto, osa dirmi di no, e Lady Jane mi ha riferito che l’ha vista uscire da palazzo indossando dei pantaloni.» continuò mentre intorno a lui l’aria si faceva tremendamente tesa, tanto che i servitori iniziarono ad agitarsi e guardarsi tra loro «Fosse per me sarebbe già morta, non appartiene a questa Corte e…» venne interrotto dal rumore di una sedia che cadeva a terra. Alzò lo sguardo per vedere Arthur in piedi con i pugni chiusi posati sopra il tavolo, il suo cibo ancora interamente nel piatto.

«Non dire mai più una cosa del genere.» sibilò a denti stretti, la voglia di sferrare un pugno contro il padre «Non permetterò a nessuno di dire cattiverie su mia moglie.» disse tremando di rabbia «E se mai le succederà qualcosa sarà con te che me la prenderò.» minacciò prima di andare via, Morris alle sue spalle.

Uscì dalla sala e si avviò verso la torre dove soggiornava Gaius, voleva vedere Merlyn e Mordred. Doveva assicurarsi che nessuno stesse dando loro fastidio, voleva essere certo di non dover andare a spaccare un altro naso come aveva fatto con Sir Paul.

Non si aspettava di vedere Sir Leon e Merlyn camminare insieme, parlare come se fossero amici e improvvisamente gli sembrò di tornare indietro nell’arena, dove tutti si erano innamorati di lei. Che Leon la trovasse bella? Ovvio che la trovava bella, Merlyn era la ragazza più bella di tutti i Regni.

«… grazie per avermi afferrata prima che potessi farmi male e per avermi aiutato a trovare queste piante.» stava dicendo la maga con il suo solito tono cordiale facendo prendere un respiro ad Arthur, la ragazza non era interessata in Leon, fortunatamente.

«Dovere. Arthur non mi avrebbe mai perdonato se ti fosse successo qualcosa.» rispose il cavaliere inchinandosi. Aveva riportato la Principessa a casa, poteva tornare ai suoi compiti.

Arthur si avvicinò alla donna «Ciao.» la salutò sentendosi improvvisamente in imbarazzo.

«Oh, ciao Arthur.» rispose la maga sorridendogli, una piccola farfalla comparve alle sue spalle e svolazzò verso Arthur. Il Principe guardò l’insetto cercando di non sorridere compiaciuto.

«Non volevo origliare, ma ho sentito quello che hai detto a Sir Leon, volevo chiederti cosa fosse successo.» disse ignorando troppi convenevoli. Merlyn aveva una tunica bianca che le faceva risaltare i capelli neri, i pantaloni marroni erano macchiati di terra e i suoi stivali stavano lasciando alcune orme di fango. Non sembrava essere ferita, non aveva nemmeno un graffio in volto, quindi non doveva essere successo nulla di grave.

«Oh, mi ero persa nel bosco, volevo salire su un albero per cercare di vedere il castello, ma non riuscivo a saltare troppo in alto. Ho provato ad elevarmi con un ramo caduto, sfortunatamente non la mia idea migliore e stavo per schiantarmi a terra quando Sir Leon è stato così gentile dal salvarmi.» disse mentre camminavano insieme verso le sue stanze, Morris a pochi passi da loro «L’ho minacciato di sfregiargli il viso, perché non mi ricordavo chi fosse.» ammise imbarazzata «Credevo che lo avessi mandato tu a seguirmi, ma a quanto pare mi ha visto uscire dalla città e ha deciso di seguirmi di sua spontanea volontà perché aveva paura potesse succedermi qualcosa nel bosco. A me? Oh, Arthur, se solo sapesse.» gli disse sentendosi una ruota libera che viaggiava giù per una collina, non parlava così tanto con qualcuno da mesi, era bello riavere quello che considerava il suo migliore amico insieme a lei.

Arthur lanciò un’occhiata alle sue spalle, assicurandosi che Morris fosse abbastanza distante «Sono sicuro saresti riuscita a cavartela da sola, ma mi fa piacere sapere che uno dei cavalieri di Camelot si sia preoccupato per te, soprattutto dopo l’impressione che Sir Paul deve averti dato.» ammise veramente compiaciuto dal fatto che Leon fosse veramente un amico, non tutti avrebbero seguito Merlyn per accertarsi che non finisse in un fosso. Conosceva sua moglie e il suo senso dell’orientamento, non c’erano dubbi sul fatto che si sarebbe persa.

«Spero di non vedere più la sua brutta faccia.» rispose la maga al ricordo di Sir Paul e i suoi commenti poco cavallereschi.

«Tranquilla, nessuno lo vedrà mai più in città, l’ho spedito al confine con Elmet.» la rassicurò il marito mentre le apriva galantemente la porta per entrare nelle stanze di Gaius, si fermò girandosi a guardare Morris «Puoi andare a pulire le mie stanze, non avrò bisogno di te al momento.» gli disse non volendo farlo entrare, voleva che Merlyn e Mordred fossero liberi di usare la magia se avessero voluto.

Il servitore annuì e girò su sé stesso, pensando a come si era appena fatto tutte quelle scale solo per poi scenderle appena arrivato in cima.

Le stanze erano vuote, non c’era nessuno dei suoi amici, non c’era Mordred e nemmeno Gaius. Erano soli e Arthur si sentì improvvisamente nervoso.

Guardò Merlyn posare la borsa sul tavolo per poi andare a prendere un panno vicino al secchio d’acqua per pulirsi il viso arrossato dopo aver camminato sotto il Sole. Il principe rimase in piedi vicino alla porta, aspettando che la donna lo invitasse ad accomodarsi.

«Ho parlato con tuo padre, questa mattina.» iniziò la maga sedendosi sulle scale che portavano alla sua camera «Uomo simpaticissimo, veramente.» scherzò mentre andava sciogliendosi le trecce, doveva lavarsi i capelli, erano pieni di foglie e terra.

«Spero non ti abbia offesa.» riuscì a buttare fuori l’uomo mentre desiderava avvicinarsi alla moglie e passarle le mani tra i capelli, proprio come quella mattina ad Ealdor, prima che la loro vita venisse rovinata.

«No, tranquillo. Ha un po’ il vizio di credere di poter comandare la mia vita, e sono arrivata qui solamente l’altro ieri, ma tutto sommato è piacevole vedere la sua espressione oltraggiata ogni volta che gli dico di no.» rispose iniziando a passarsi il pettine tra i capelli, facendo leggermente fatica a causa della lunghezza.

Arthur desiderò avere il suo stesso coraggio, lui al contrario quasi non riusciva mai a dirgli di no, altrimenti non sarebbe mai tornato a casa.

«Se dovesse darti fastidio o minacciarti puoi venire da me, lo sai.» le disse avvicinandosi ulteriormente, forse in una mezz’ora sarebbe anche riuscito a posarle una mano sulla spalla.

Merlyn gli sorrise, gli occhi stanchi che però luccicavano allegri «Lo so.» rispose sentendo di non poter essere ancora meschina nei suoi confronti. Debole, debole, Merlyn era estremamente debole quando si parlava di Arthur, era sicura che non sarebbe riuscita a durare nemmeno il primo mese di questo passo.

«Ho pensato ad un cosa, però.» disse la giovane iniziando a torturarsi le mani, come faceva quando era nervosa «Ti ricordi l’incantesimo che ho fatto per cancellare la memoria alla Corte di Cenred?» domandò cercando di non incontrare lo sguardo del marito, sentendosi una persona orribile per quello che stava per proporre «Ho pensato di farlo di nuovo, ma in scala maggiore. Ho sentito che ormai tutti i Regni sanno di noi e vorrei rimediare. Non voglio che la tua reputazione sia rovinata a causa mia, nemmeno tu ti ricorderai di me e potrai andare e sposare una principessa di tuo piacimento…» venne interrotta dalle mani di Arthur che le presero il viso, costringendola a guardarlo.

«Non sono d’accordo.» iniziò con tono duro «E se pensi che io possa innamorarmi di un’altra persona di sbagli. Perché anche se dovessi dimenticarmi di te, sono certo che mi prenderei una bella cotta per l’apprendista del medico di corte e sicuramente proverò a conquistarti perché so che sei la mia anima gemella.» le disse in tono dolce, quasi un sussurro.

I loro visi si erano fatti più vicini e Merlyn iniziò a sentire caldo, qualcuno aveva acceso il fuoco? Dubitava che le parole di Arthur fossero vere, non c’erano possibilità che dopo aver avuto la memoria modificata il principe finisse nuovamente con l’innamorarsi di lei, era impossibile, seriamente!

«Ma tuo padre…» provò ad obbiettare.

«Merlyn, se tu lanci quell’incantesimo io mi innamorerò nuovamente di te.» disse l’uomo in tono definitivo e chiuse la distanza tra loro, dandole un bacio a stampo, come quello che lei gli aveva dato la sera prima.

Si guardarono negli occhi senza dire nulla, Arthur che aspettava una sfuriata da parte sua per essere stata baciata, Merlyn che si stava autoconvincendo a non saltare addosso al marito e portarlo nella sua stanza.

La porta si aprì e i due scattarono, dividendosi e mettendo tra loro uno spazio adeguato. Gaius guardò la coppia inarcando un sopracciglio, ma non commentò, non poteva certo fare una ramanzina ad una coppia sposata, non erano certo due scapestrati che rischiavano di creare scandalo.

«Sire.» salutò rivolgendosi al principe che se ne stava appoggiato contro il tavolo «Merlyn, ho bisogno che tu vada nella parte bassa a consegnare questo tonico.» disse alla nipote ignorando il suo verso esausto. Sapeva che la stava facendo correre e non le lasciava un attimo per respirare, ma pensava che le facesse bene tenere la mente occupata, soprattutto vedendo come al suo primo momento libero fosse finita in una stanza, da sola, con il principe. Avevano promesso ad Uther che non sarebbe stata un problema.

La ragazza si alzò sospirando, ma non disse nulla, semplicemente allungando la mano per farsi dare l’ampolla. Un po’ di aria non le avrebbe fatto male, infondo. Con un movimento della mano i suoi capelli vennero liberati da qualsiasi sporcizia e si intrecciarono per conto loro mentre la donna infilava l’ampolla nella tasca della giacca.

«Merlyn, non puoi usare la magia in questo modo!» la sgridò Gaius guardando per un attimo spaventato il principe prima di ricordarsi che lui sapeva, accettava ed amava quell’idiota di sua nipote.

La ragazza lo ignorò ed uscì dalle stanze del medico, lasciando i due uomini a guardarsi leggermente preoccupati. Camelot non era sicura per lei.

⸸⸸⸸

Lancelot amava lavorare con Tom e il fatto che sua figlia era l’incantevole Gwen era solo un motivo in più per non farsi licenziare.

L’uomo l’aveva mandato a palazzo per consegnare delle spade commissionate da vari cavalieri. Non si aspettava di incontrare Arthur nell’armeria, seduto sulla panca mentre affilava la sua spada completamente assorto nei suoi pensieri.

«Hey.» lo salutò posando le spade sul tavolo, voleva prendersi del tempo per riconnettersi con il suo migliore amico.

«Lancelot, ciao.» salutò il principe lasciando il panno contro la lama della spada. Fino a quel momento aveva avuto modo di parlare solamente con Gwaine e l’uomo non aveva fatto altro che raccontargli di come nei mesi della sua assenza da Ealdor nessuna creatura magica aveva provato ad ucciderli.

«Come stai?» chiese l’apprendista maniscalco sedendosi vicino al principe, voleva dirgli una cosa.

«Bene ora che siete qui, ma sicuramente starò meglio una volta dopo che Merlyn mi avrà perdonato.» rispose il biondo guardando l’amico, dopo aver lasciato le stanze di Gaius era stato convocato per un altro allenamento con i cavalieri in quanto quella mattina non avevano fatto realmente tanto considerando la presenza di Mordred.

Lancelot sorrise tristemente, poteva immaginare come stesse, infondo aveva passato sette mesi ad assicurarsi che Merlyn non cadesse in depressione.

«Merlyn ti ama, Arthur, non dubitarne mai.» disse Lancelot ben sapendo di cosa stesse parlando.

«Ha avuto problemi dopo che me ne sono andato?» chiese il principe con un nodo alla gola. Aveva provato a fare la stessa domanda a Gwaine, ma l’uomo aveva cambiato argomento raccontandogli di Will e di come avesse fatto partorire una mucca.

Lancelot sembrò esitare «Non l’ho saputo fino all’altro giorno, mentre camminavamo per raggiungere Camelot, ma a quanto pare Ranful ha provato a…» come poteva dirlo gentilmente? «…a minacciarla per farla andare a letto con lui.» concluse.

Arthur strinse i pugni sentendo l’improvvisa voglia di prendere un cavallo e galoppare fino ad Ealdor per uccidere il ragazzo «Non l’ha detto a nessuno fino a quando non eravate in viaggio?» domandò a denti stretti. Tipico di Merlyn, tenersi tutto dentro per non far preoccupare i suoi amici.

Lancelot annuì «Sì, ma l’ha detto solo a me. Ranful ha minacciato di fare del male a Mordred per convincerla, ma non ti ha mai tradito, se è quello che ti stai chiedendo.» lo rassicurò.

«È colpa mia.» disse il principe con una rabbia, aveva lasciato sua moglie e suo figlio indifesi contro le persone più meschine che aveva mai conosciuto.

«No.» lo rassicurò Lancelot alzandosi a sua volta «Dovevi tornare qui e sai che Merlyn sa cavarsela da sola.» provò a fargli vedere le cose come stavano. Uther avrebbe fatto cose imperdonabili se Arthur non fosse andato con lui, lo sapevano tutti.

Arthur si passò una mano tra i capelli, esausto dalla notizia «So che Merlyn sa cavarsela da sola, Lancelot, ma non per questo deve farlo. Io ho promesso di prendermi cura di lei, quando ci siamo sposati, era mio compito fare in modo che Ranful non potesse mai più farle del male.» gli ricordò buttando la sua spada a terra.

Arthur era un marito orribile e Lancelot glielo aveva appena confermato.

⸸⸸⸸

Gwen non era solita interessarsi al gossip di palazzo, spesso ignorava le voci di corridoio e non si fermava ad ascoltare le altre serve parlare dei loro padroni. Gwen non aveva mai detto una sola parola su Morgana e Morris non aveva mai detto nulla su Arthur, anche quando era ancora un ragazzino viziato che lo maltrattava. Un conto era essere il servitore di un qualsiasi nobile, un altro era essere al servizio della famiglia reale. Il servo di Uther veniva cambiato regolarmente, non teneva la stessa persona per più di due settimane di fila.

Quando la ragazza si era fermata per pulire le coperte di Morgana aveva sentito distintamente altre ragazze parlare ad alta voce di Merlyn. Gwen sapeva di doversi fare gli affari suoi, di non venire risucchiata nel vortice dei chiacchiericci.

«Il Principe Arthur potrebbe avere molto meglio.» stava dicendo una serva bionda.

«Vero, oggi l’ho vista uscire di città indossando dei pantaloni, per di più non era accompagnata, chissà chi è andata ad incontrare nei boschi.» disse un’altra mentre puliva dei piatti nella grande tinozza.

«Se al Principe piace tanto mischiarsi alla plebe poteva sposare me.» rise un’altra ragazza che stava pulendo il pavimento, l’ultima mansione prima di poter tornare a casa sua e dormire.

«Quella Merlyn non è nemmeno bella.» si aggiunse un’altra mentre stendeva i vestiti della sua signora.

«Oh, non dire fesserie, è più bella della Lady Morgana, solo che non sa comportarsi adeguatamente. Sappiamo tutti cosa ha combinato con Sir Paul.» intervenne la serva che puliva i piatti.

«La sua bellezza non può compensare la sua mancanza di galanteria. Arrivare a Camelot con tre uomini e un bambino, una svergognata.» riattaccò la serva bionda.

«Il bambino non è suo, lo hanno adottato lei e il Principe dopo averlo trovato nel bosco.» la difese la ragazza che puliva il pavimento.

Gwen corrugò la fronte chiedendosi come facessero le notizie a viaggiare così velocemente, lei sapeva determinate cose solamente perché Arthur stesso o Morgana gliele avevano dette.

«Io ho sentito dire che dorme nella stessa stanza con quei tre uomini.» si aggiunse una serva fermandosi dal pulire le finestre.

La serva bionda sbuffò una risata «Ovviamente, prima sposa un principe e poi va a letto con altri tre uomini.».

«Che ti aspettavi da una ragazza di campagna?».

«Chissà quante rotolate nel fieno si è fatta!».

«Forse andrà a letto anche con qualche altro nobile!».

«Oh, sicuramente lo farà!».

«Va bene, ora basta.» sbottò Gwen lasciando andare le coperte di Morgana nella tinozza «Non potete parlare in questo modo di Merlyn, non la conoscete nemmeno!» disse asciugandosi le mani sul grembiule «Vive qui da solamente due giorni e state già dicendo tutte queste cattiverie sul suo conto, avete mai parlato con lei?» domandò sentendo un fuoco dentro. Non era solita alzare la voce, ma Merlyn le piaceva e l’avrebbe difesa da queste malelingue.

«Uhm, no, non le ho mai parlato, ma sappiamo tutte che vuole solamente i suoi soldi.» rispose la serva che puliva le finestre.

«Se fosse così allora perché si opporrebbe ad ufficializzare le sue nozze qui a Camelot?» chiese Gwen facendo notare la mancanza di logica nel loro ragionamento. Se fosse stato vero quella mattina si sarebbe celebrato un matrimonio e Merlyn indosserebbe una tiara.

«Non può ufficializzare le nozze perché vuole continuare a dormire con gli altri tre uomini.» rispose in tono ovvio la serva bionda che sembrava essere lì solo per chiacchierare.

Gwen tremò di rabbia, conosceva Lancelot da due giorni ma sapeva che non avrebbe mai fatto una cosa del genere, così come Parsifal e aveva qualche dubbio su Gwaine, ma era certa Merlyn fosse fedele ad Arthur.

«O forse perché non le piace essere sposata ad una persona che ha mentito sulla sua identità per tre anni.» rispose una serva che fino a quel momento era rimasta in silenzio, girata di spalle, a pulire il camino.

Un silenzio surreale cadde quando la ragazza si girò rivelandosi Merlyn, il viso sporco di cenere. La maga si era ritrovata a pulire il camino al posto di Morris in quanto il ragazzo era in ritardo con i suoi doveri serali per il Principe. Aveva provato a dirle che non ce n’era bisogno, che lo avrebbe fatto più tardi, ma Merlyn gli aveva assicurato che non le dispiaceva e che aveva ancora un po’ di tempo libero prima di dover andare a leggere una storia a Mordred.

«Lady Merlyn!» squittì spaventata la serva bionda portandosi le mani al petto «Non pensiamo veramente a quello che abbiamo detto.» provò a dire guardandosi intorno alla ricerca di sostegno, ma tutte le altre erano tornate a lavorare in silenzio.

Merlyn la guardò divertita, le ricordava in qualche modo Petronilla, quindi le sue parole non la toccavano minimamente.

«Non sono una Lady.» le ricordò sorridendo, il viso completamente nero a causa della fuliggine, evitò di aggiungere che secondo le loro chiacchiere il suo titolo esatto era Principessa Merlyn «Io ho finito di pulire, quindi credo che mi ritirerò per la notte, buonanotte ragazze.» salutò pulendosi le mani contro il suo vestito non avendo un panno vicino e non volendo passare tra quelle streghe per prenderne uno «Gwen, grazie.» aggiunse sorridendole, felice di aver trovato una vera amica.

La serva di Morgana sorrise, forse finalmente le altre ragazze avrebbero imparato a non sparlare della gente.

«Non sono una Lady.» le fece il verso la ragazza bionda «Dio, già la odio, spero che il Re si liberi di lei.».

No, Gwen aveva perso le speranze.

 

   
 
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