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Autore: Scribbling_aloud    09/10/2022    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 2 - Speriamo sia un maschietto
 
L’estate si stava avvicinando, Ginny stava entrando nel settimo mese e, dopo aver sofferto molto per via delle nausee, ora stava benissimo. Tornata nel suo solito stato d’animo positivo, occupatissima con il suo lavoro, il suo sport e i suoi thè con le amiche.
Il bambino cresceva sano e si muoveva continuamente per lo sconforto di Ginny, che aveva problemi a dormire, e per la gioia di Harry, che dormiva benissimo e si godeva solamente tutti i calci quando le accarezzava la pancia o ci parlava contro.
Stavano scoprendo di nuovo tutte le delizie della gravidanza. Harry era al settimo cielo. Non vedeva l’ora di avere il bambino in famiglia.
La novità aveva creato un’ondata di gioia tra i Weasley. Molly era scoppiata a piangere incontrollabilmente appena le fu comunicato e ci volle mezz’ora, con l’aiuto di tutta la famiglia, per calmarla.
Non era stato lo stesso per i ragazzi. Gli scrissero non appena la gravidanza fu stabile e confermata. Ricevettero una risposta piena di entusiasmo da Albus ma nulla da parte di James per parecchi giorni. Quando finalmente arrivò, era più fredda del solito e con nessuna menzione del bambino all’interno.
Non prometteva niente di buono. Non affrontarono l’argomento, comunque, entrambi d’accordo che era un problema che sarebbe stato meglio risolvere di persona una volta che fosse tornato per le vacanze estive.
Dall’altra parte avevano ricevuto già due lettere da parte di McGonagall. Nella prima li informava che James, dopo essere stato in detenzione due volte per aver duellato con dei ragazzi del quinto anno tra le lezioni, aveva lanciato delle dungbombs nella sala da pranzo nel pieno del pranzo e tutta la scuola aveva dovuto evacuare, il custode aveva avuto un attacco isterico, e alcuni degli studenti, che non erano riusciti a scapparne in tempo erano isolati in infermeria, aspettando che il forte odore svanisse.
Mettendosi una mano sul cuore aveva deciso di non punirlo troppo severamente considerando la situazione famigliare.
Harry era uscito di testa e Ginny aveva dovuto trattenerlo pronto com’era a precipitarsi ad Hogwarts per trascinarlo via.
Ma ricevendo la seconda si era preoccupato. Era stato beccato alle tre di notte nella stanza dei trofei che incoraggiava Peeves a distruggere tutte le teche all’interno. Peeves aveva colto il suggerimento anche fin troppo entusiasticamente e, non contento semplicemente dei trofei, aveva istigato una lotta tra le armature. Avevano trovato James a fare scommesse con Nearly Headless Nick sul possibile vincitore.
McGonagall era furibonda, chiaramente deducibile dal tono generale della lettera e per di più dichiarava che se avesse superato il limite di nuovo non avrebbe avuto scelta ma punirlo severamente, l’espulsione era anche leggermente accennata.
Harry, pensando al mantello regalatogli a Natale, non riusciva a capire come avesse fatto a farsi scoprire. Probabilmente non l’aveva usato. E allora capì. James lo stava facendo apposta per essere scoperto, forse inconsciamente ma due volte in due mesi voleva dire qualcosa.
C’era un problema serio da affrontare una volta che sarebbe arrivato a casa.
Il bambino nel mentre, era chiamato semplicemente “bambino”. Avevano deciso di non farsi rivelare il sesso optando per la sorpresa. Harry non sapeva le ragioni di Ginny dietro questa scelta ma le sue nascevano dalla paura che fosse una bambina. Dopo la morte di Lily, non riusciva a sopportare l’idea di averne un’altra.
I suoi sentimenti sull’argomento erano complicati e dolorosi e non gli piaceva soffermarcisi. Tutto quello che sapeva era che sperava che sarebbe stato un maschietto per non doversi confrontare con tutte queste confuse emozioni.
Non aveva rivelato le sue paure a Ginny e non le aveva mai chiesto se avesse preferenze, evadendo l’argomento il più possibile.
Il dolore si era finalmente calmato ma era ancora lì ed era difficile per Harry pronunciare il nome di Lily.
Non ne parlavano praticamente mai. Le fotografie erano tornate sui muri pronte a dare una parvenza di normalità alla casa per via dei ragazzi che sarebbero tornati presto, ma Harry evitava di guardare quella faccina sorridente e lentigginosa che lo salutava tutte le volte che passava; era un tormento e lui stava facendo del suo meglio per non pensarci e lasciarsi tutto alle spalle.
Una mattina durante il weekend, erano a letto a parlare del bambino quando Ginny chiese
‘Che nome ti piacerebbe?’
Stranamente non avevano ancora toccato l’argomento ma Harry ci aveva pensato un paio di volte.
‘Beh, hai scelto tutti i nomi tu per farmi piacere quindi penso che sia arrivata l’ora di ricambiare il favore’ rispose giocosamente. Ginny aveva effettivamente scelto tutti i nomi, assecondando desideri che Harry non era riuscito ad esprimere. Ne era stato riconoscente ed ora era il suo turno.
‘Potremmo chiamarlo Fred. Che ne pensi?’ propose.
Lei si illuminò immediatamente e gli gettò le braccia al collo stampandogli un bacio schioccante sulla guancia ‘Penso che sia un’idea bellissima! Mamma e George ne sarebbero contentissimi!’
Harry aveva preparato la colazione da consumare a letto. Stavano approfittando di ogni momento della loro vita da soli, godendosi questi lussi che entrambi sapevano sarebbero presto finiti una volta che i ragazzi sarebbero tornati e una volta che il bambino sarebbe nato a settembre.
Harry stava masticando il suo toast con marmellata molto soddisfatto della sua scelta di nome totalmente all’oscuro di quello che ovviamente stava per arrivare.
‘E se è una bambina?’ Ginny continuò incerta.
La sua gola si chiuse immediatamente rendendo impossibile ingoiare il boccone.
Riusciva pensare solo ad un nome e non l’avrebbe mai e poi mai usato di nuovo.
Sorseggio il suo caffè per aiutare la deglutizione e non rispose.
Ginny allora aggiunse ‘Ne parli sempre come se fosse un maschietto…’
Harry non rispose neanche a questa affermazione, sentendosi a quel punto molto a disagio.
‘Ma potrebbe essere una femminuccia…’ lei concluse.
Il silenzio durò qualche minuto. Harry beveva il suo caffè, sguardo perso cercando di combattere l’inquietudine che questa conversazione gli stava causando. Sapeva che doveva rendersi familiare con l’idea di un’altra bambina ma preferiva evitare l’argomento facendo finta di sentirsi sicuro che sarebbe stato un maschio.
Ginny percependo il suo disagio gli prese la tazza posandola sul comodino.
Carezze rassicuranti cominciarono a sgorgarle dalle mani ‘Harry, se dovesse rivelarsi una bambina non la staremmo rimpiazzando. Sarebbe una bambina completamente differente; un’altra fantastica ragazzina e tu la amerai tanto quanto hai amato Lily e facendolo non diminuiresti in nessun modo quello che provi per lei. Ok?’
L’oppressione che lo attanagliava faceva sì che non riuscisse ad incontrarne lo sguardo. Aveva ragione ovviamente, ma, nonostante ne fosse al corrente, era comunque qualcosa da temere.
Si obbligò ad annuire ‘Lo so…’ disse prendendo una delle sue mani che lo accarezzavano, baciandola ‘Penserò ad un nome…’ aggiunse sapendo molto bene che non ne sarebbe stato capace.
Speriamo sia un maschietto.
   
 
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