Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    09/10/2022    1 recensioni
Un possente muro di nebbia divide due regni completamente diversi. Da una parte Arendelle, governata dai sovrani Anna e Hans e dai loro figli, non crede nell'esistenza della magia della quale solo pochi cantastorie possono raccontare attraverso miti e leggende. Dall'altra il popolo dei Northuldri che vive in armonia con la natura, governata dalla guardiana Elsa, unica in grado di controllarla grazie ai propri poteri. La nebbia che li divide, però, sarà costretta a dissolversi per mettere così a conoscenza entrambi i regni dei profondi segreti che una volta li univano e a causa dei quali sono stati costretti a separarsi...dimenticando uno dell'esistenza dell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Fratelli di Hans, Hans, Kristoff
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 12
UN AIUTO
 
“Sono scappate?!” ringhia Vincent, stringendo i pugni e affrontando la notizia del fratello minore.

Hans, impietrito e imbarazzato, si limita ad abbassare lo sguardo per non affossarsi ulteriormente nella tomba di inettitudine che Vincent gli aveva scavato.

“Perlustrate i boschi, qualsiasi area, entrate nelle case, rovistate le stalle, contattate le imbarcazioni partite nelle ultime ore! Insomma… fate di tutto per ritrovare regina e principessa!” dà ordine Vincent, urlando alle guardie di mettersi all’opera, sovrastando in questo modo l’autorità dell’autentico sovrano di Arendelle.

“Non la troveranno mai… Anna è furba!” dichiara Hans, rimanendo fedele al voto nuziale e all’amore vicendevole, nonostante il solco doloroso provocato da quella fuga inaspettata.

“Tua moglie è una stupida! È debole e frignona! E tu sei ancora più debole di lei… perché non sei nemmeno riuscito a tenerla ferma!” lo rimprovera Vincent, vomitando il disprezzo nei confronti del minore.

“Sono responsabile della fuga di mia moglie quanto lei! Anna è fuggita per disperazione… e in parte avrei tanto voluto seguirla!” sbotta Hans, provando a tenere testa a quel consanguineo che aveva sempre deciso le sue sorti.

“Stolto… alla fine sei veramente caduto nella trappola dell’amore?! Ti sei trasformato in un debole proprio come lei! In quella ragazzina piagnona che ti ha implorato di gestirle il regno e ora questo regno manco sei in grado di amministrarlo!” sputa furente il maggiore, squadrando Hans dalla testa ai piedi e vedendo in un lui un giovane deviato a causa dell’amore.

Hans, bollente di ira e di rancore, non riesce a reagire alla provocazione, finendo per gonfiare il petto e inspirare profondamente per cercare di calmarsi.

“Ascoltami Hans… tu sai che faccio tutto questo per il tuo bene! Anna sarà andata sicuramente a cercare vostro figlio per tirarlo fuori dal campo, ma sei sicuro che sia la scelta giusta?” prova a farlo ragionare Vincent, mettendogli una mano sulla spalla per cercare di abbandonare l’ascia di guerra.

“Lei sta agendo da madre e non posso darle torto. Anche io non ero d’accordo al trasferimento di Einar…soprattutto viste le torture sul suo corpo!” si calma Hans, provando a ragionare educatamente con il fratello.

“Tu, però, sai che se tuo figlio non riceve il giusto addestramento, il mondo rischierà di ucciderlo?” lo stuzzica di nuovo Vincent, mostrando per l’ennesima volta il posto di rilievo occupato dalla leva del nipote.

“Immagina cosa potrebbe succedere… se altri sovrani, regni o guardie dovessero venire a conoscenza dell’opposizione della regina… ricorda che non viviamo e non abbiamo mai vissuto in tempi sereni” aggiunge nuovamente Vincent, ricomponendosi e aggiustandosi il completo regale.

Hans, scosso da quanto rivelato, si limita ad abbassare il capo perché consapevole di coesistere a un periodo storico ancora troppo legato alle tradizioni. Se il mondo conoscesse la fuga della regina per lui e Arendelle sarebbe la fine. Anna rischierebbe la pena di morte per tradimento al voto reale e matrimoniale, Hans perderebbe credibilità e l’intero regno cadrebbe nella crisi e nello sconforto. Le opzioni erano davvero poche: Anna sarebbe dovuta tornare a casa al più presto per non dare nell’occhio.

Oltre la nebbia il popolo dei Northuldri si risveglia all’alba per usufruire al massimo dei doni della natura. Anna, dopo aver trascorso la serata a dialogare con Yelena delle proprie intenzioni, apre gli occhi al giorno percependo il dolce tepore di un fuocherello acceso accanto al suo giaciglio.

La regina osserva minuziosamente l’ambiente circostante gustandosi ogni dettaglio: vestiti, coperte, materassi, cuscini, tappeti, scarpe ricamate, fuochi accesi con bollitori in ceramica, umili bicchieri in terracotta, ciotole di pietra contenenti erbe aromatiche e una miriade di piccoli strumenti musicali intagliati nel legno. Anna, da sempre abituata alla vita di corte, apprezza tutto della nuova realtà a tal punto da non comprendere quel profondo senso di affinità che pare legarla al misterioso luogo. Non se lo sapeva spiegare ma si sentiva a casa, a contatto con qualcosa di estremamente familiare.

“Mamma” sussurra la piccola Leila strofinandosi gli occhietti e uscendo dalla tenda nella quale si era coricata. Anna le sorride amorevolmente, avvolgendole una coperta di lana sulle minuscole spalle ed invitandola a prendere posto accanto a lei vicino al fuoco.

“Buongiorno a entrambe!” le saluta Elsa, giunta all’improvviso grazie alla veloce corsa di un cavallo d’acqua.

Anna sbatte le palpebre più volte di fronte all’animale fantastico chiedendosi se fosse ancora nelle braccia di Morfeo.

“Tranquilla mamma, questo posto è magico ed Elsa riesce a governare gli spiriti della foresta. Questo deve essere Nokk, lo spirito dell’acqua!” la tranquillizza la piccina che, mossa dall’entusiasmo, scatta in piedi e corre verso il cavallo con l’intento di accarezzarlo.

Le due donne rimangono allibite di fronte alla bontà e al coraggio della piccina di soli cinque anni, in piena sintonia con la natura.

“Non devi avere paura di me… ho dei poteri magici ma fortunatamente ho imparato a controllarli” si porta avanti Elsa, timorosa di recare distacco e paura nell’estranea.

Eppure la magia non spaventa minimamente Anna che avverte un invisibile legame tra lei e la regina di ghiaccio. Un legame senza nome ma che la porta a fidarsi di lei ciecamente.

“Non ho paura” si limita a rispondere Anna, facendo un passo verso la ragazza dai capelli bianchi e incontrando nuovamente quello sguardo così profondo e bramato.

“Vedo che vi siete già alzate, bene! Anna, noi Northuldri abbiamo deciso di aiutarti. Penso che tu e la bambina siate al sicuro e non dovete in nessun modo attraversare la nebbia” si pronuncia Yelena, interrompendo il contatto tra le due inconsapevoli sorelle.

“Yelena, la ringrazio per l’ospitalità ma io devo andare! Mio figlio ha bisogno di me, lo devo trovare…” sbotta immediatamente Anna, mascherando la voce spezzata da un leggero colpo di tosse.

Quel dolore celato incuriosisce profondamente Elsa e Kristoff posti in ascolto. Per entrambi vedere una giovane madre così sofferente li mette in relazione al doloroso ricordo della separazione dai propri genitori.

“Lo so Anna, ma da sola non lo potrai mai trovare. Il mondo là fuori è pericoloso e, in quanto amanti della natura, non possiamo permettere a una ragazza e alla sua piccola di uscire allo scoperto per fallire nel salvataggio di un bambino” spiega Yelena, preoccupata per le sorti di quella che pensa essere la nipote nascosta al mondo della magia.

“Ma io…” prova a ribellarsi Anna, intenzionata a mostrare le unghie pur sapendo di aver udito delle giuste parole. Che cosa pensava di fare, in pieno inverno, con una bambina di cinque anni e interi popoli che la ricercano?

“Andrò io” la interrompe di scatto Kristoff per chissà quale motivo. L’uomo dai capelli biondi e il buffo berretto era disposto a gettarsi in mezzo ai lupi per quella ragazza misteriosa che aveva saputo stregargli il cuore. Non ne conosceva ancora la ragione ma la storia del figlio imprigionato in un sistema di addestramento malsano, lo riconduceva al proprio passato e alla scomparsa di suo fratello.

Kristoff voleva riavere un’occasione. L’occasione per redimersi e vendicare la disfatta di quel consanguineo che non aveva nemmeno potuto salutare. Riportare Einar da Anna significava, soprattutto, dare giustizia per il caro fratello Olsen.

“Kristoff, sei molto generoso. In che cosa consiste la tua idea?” domanda Yelena, intenerita dall’offerta del figliolo valoroso.

“Io posso uscire senza problemi dalla nebbia per il solito mercato di ghiaccio. Lo faccio da anni ormai e tutti ne siete a conoscenza. Mi metterò sulle tracce del famoso campo di addestramento e cercherò di ottenere quante più informazioni possibili. Nessuno penserà a me perché non conosciuto o, per meglio dire, considerato un semplicissimo contadino morto di fame” delucida Kristoff mostrando di essere l’unica àncora di salvezza per la giovane mamma.

Anna rimane senza parole di fronte alla bontà d’animo del giovane venditore di ghiaccio e, per la prima volta dopo tanto tempo, nutre un sentimento di riconoscenza e calore nei confronti dell’uomo. Gli anni vissuti a palazzo si palesano gradualmente come veri e propri episodi di prigionia in cui nessuno, a parte i suoi figli, le aveva mostrato amore.

“Ti, ti ringrazio!” biascica Anna, puntando i propri occhi celesti in quelli castani dell’altro. Kristoff risponde con un sorrisetto abbozzato e, prima di mostrare le guance paonazze, si allontana dal gruppo alla ricerca di Sven.

Honeymaren, intenta a mescolare dei mirtilli selvatici con il succo di un limone, corre incontro al giovane essendo rimasta incuriosita dal suo comportamento.

“Che stai facendo?” chiede lei, desiderosa di andare a fondo nella questione.

“Vado a cercare informazioni sul ragazzino” risponde lui serio in viso, continuando imperterrito a camminare senza rivolgerle lo sguardo.

“So che sei sempre stato un ragazzo d’oro, ma cosa ti porta ad esporti così?” lo interroga nuovamente la ragazza dalla lunga treccia nera, per poi arrestarsi di colpo a causa di un’illuminazione.

“Ti sei innamorato?! Veramente?!” lo assilla lei, sospirando più volte per lo stupore.

Kristoff ignora l’amica e, noncurante della situazione creatasi, accelera il passo facendo sgretolare le foglie secche sotto i propri stivali.

“La rossa ti ha sconvolto! Oh Kristoff, finalmente anche tu hai aperto il tuo cuore all’amore!” sussurra con incanto lei, stringendosi le mani e saltellando su un piede.

Lo scricchiolio delle foglie calpestate si ferma all’istante, sintomo di cessione della camminata da parte di Kristoff. Il ragazzo, dopo aver sentito le parole dell’amica, decide finalmente di reagire e mostrarle il proprio punto di vista con tono serio e scocciato.

“Prima di tutto lei è sposata… e non sarò di certo io a farle rischiare la vita a causa di un tradimento e seconda cosa…” si ferma Kristoff in modo da riprendere fiato e accettare una cruda realtà rimasta celata e irrisolta nel proprio cuore.

“La storia di questo bambino allontanato dalla propria famiglia… mi fa pensare a mio fratello. Io ero piccolo e non ho potuto fare niente per salvarlo, quindi, ora voglio riscattarmi” taglia corto il giovane afferrando una corda e un piccone, per poi allontanarsi lasciando l’amica pensosa da sola nella foresta.
  
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