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Autore: OrnyWinchester    11/10/2022    4 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Nella cittadella e nel cortile che precedeva l’ingresso del castello, re Artù e il suo esercito davano battaglia ai mercenari inviati da Morgana, riuscendo a fronteggiare con ardimento l’avanzata di un’armata numericamente superiore. A Camelot, infatti, la situazione era precipitata rapidamente, a tal punto che i cavalieri che si trovavano impegnati in qualche missione lontana non avevano avuto nemmeno il tempo di far ritorno e dare il proprio contributo. L’organizzazione di Artù, tuttavia, risultò comunque impeccabile, segno che il giovane sovrano era sempre pronto a qualunque evenienza che potesse mettere a repentaglio le sorti del suo regno. Questo aspetto non passò inosservato nemmeno ai due giovani catapultati a Camelot da un altro tempo e un altro luogo, che non poterono fare a meno di compiacersi per la reputazione che i cavalieri della Tavola Rotonda avevano acquisito nei secoli.
Mentre Artù era impegnato su più fronti, combattendo contro tre nemici contemporaneamente, alcuni dei cavalieri predisposti sulle torri di guardia gli davano man forte lanciando dardi precisi all’indirizzo dei mercenari e dimostrando una grande abilità nell’uso delle balestre. Al fianco del re, sir Elyan riusciva a neutralizzare gli avversari due alla volta, così come faceva sir Lion non troppo lontano da loro. Mentre di Lord Agravaine non c’era nessuna traccia, sir Parsifal e sir Galvano avevano deciso di farsi largo nella battaglia per cercare di raggiungere l’uomo che dava disposizioni a quell’esercito stranamente assortito, nella speranza che la sua cattura o la sua morte avrebbe messo fine all’assedio. Con sir Parsifal che spesso riusciva ad avere la meglio sui nemici anche senza l’uso della spada e contando soltanto sulla sua forza innata, si erano ritrovati non troppo lontano da lui, quando furono assaliti da una dozzina di spettri, tra gli ultimi rimasti sul campo di battaglia. In quella situazione Parsifal e Galvano scelsero di combattere schiena contro schiena, cercando di farsi scudo l’uno con l’altro; così, mentre il primo si apprestava ad estrarre la spada di cui finora non aveva avuto bisogno, l’altro cavaliere si batteva animosamente contro gli avversari e, dopo averne sbaragliati un buon numero, convenne di usare la stessa strategia contro quelle creature magiche che si facevano sempre più vicine e sempre più minacciose. Tuttavia, ogni fendente lanciato in direzione di quelle entità incorporee non aveva il benché minimo effetto e la morsa degli spettri contro i due si faceva sempre più serrata.
“Stiamo per finire uccisi da questi esseri assurdi!” esclamò Parsifal, al limite della sopportazione.
“Già, chi l’avrebbe mai detto che saremmo morti sul campo di battaglia, sconfitti non da una schiera di soldati nemici, ma da creature della magia oscura. Un finale inaspettato, amico mio!” gli fece eco Galvano.
“Sembrava più facile di così quando abbiamo pensato di eliminare il loro comandante.”
“E’ vero! Ma in qualche modo qualcuno li ha decimati. Quando hanno attaccato erano almeno dieci volte di più!”
“Ma le nostre spade, comunque, non servono a molto in questa condizione, Galvano.”
“Quando saranno abbastanza vicini, converrà provare a caricare, almeno le avremo tentate tutte per aprirci un varco.” propose sir Galvano.
“D’accordo. Al mio “tre” e… buona fortuna!” concordò sir Parsifal.
“Anche a te, amico. Quando vuoi!”
“Uno, due,…” iniziò a contare il robusto cavaliere.
Mentre stavano per provare a sfondare le linee nemiche, con gli spettri che ormai li asserragliavano, ad un tratto questi cominciarono a scomparire dalla loro vista uno ad uno. Pian piano i due cavalieri iniziarono a scorgere anche una pioggia di oggetti fiammeggianti che provenivano dalla direzione del castello e, non appena ebbero la visuale libera, poterono riconoscere Merlino, aiutato da Sam e Dean, tutti intenti a lanciare con delle balestre quelle munizioni improvvisate verso gli spettri rimasti. Galvano e Parsifal furono grati ai tre per quell’aiuto risolutivo, e non poterono fare a meno di compiacersi per la loro destrezza e per la mira così precisa da una postazione tanto lontana. Quello che, ovviamente, non sapevano era che Merlino aveva utilizzato i suoi poteri magici per sortire quell’effetto e ampliare la gittata dei lanci, quando aveva visto i suoi due amici sul punto di venire sopraffatti dai nemici.
“Grazie!” urlò Galvano, sollevando il braccio per salutare i tre, i quali, tuttavia, poterono appena percepire il suo gesto, tanta era la distanza che li separava.
 
***
 
Quando sir Parsifal e sir Galvano si furono ricongiunti agli altri cavalieri e a re Artù, degli spettri non restava più nulla. L’ultimo ostacolo da superare erano le centinaia di mercenari che ancora guerreggiavano sul campo di battaglia e l’uomo, o almeno questo credevano che fosse, che li guidava. Il suono metallico prodotto dagli scontri delle lame delle spade risuonava in tutta la cittadella e gli uomini che ormai da ore combattevano con intensità iniziavano ad essere sopraggiunti dalla fatica e dalla stanchezza. Re Artù, il più preparato e il più addestrato, lo aveva notato subito e, non appena poteva, si sostituiva negli scontri a qualcuno dei suoi uomini, dandogli la possibilità di tirare il fiato. Perfino sir Parsifal, che di solito non aveva troppi problemi a fronteggiare diversi nemici alla volta, in quest’occasione iniziava a mostrare un po' di impaccio nei movimenti e i suoi colpi stavano diventando poco precisi.
“Coraggio Parsifal, tieni duro!” lo incoraggiò il re, mentre il cavaliere riusciva a sbarazzarsi di un mercenario al terzo tentativo. “Prendo io il tuo posto in prima linea. Tu riposati un po'!” aggiunse Artù.
“Grazie, sire. Ma…”
“Fai come ti ho detto. Hai bisogno di rifiatare prima di ingaggiare un nuovo duello.” insistette Artù.
“Va bene, sire.” acconsentì il cavaliere.
“Sire, sapete dirmi come fa Morgana a radunare ogni volta questi grandi eserciti da inviarci contro, mentre le nostre unità sono sempre più esigue?” domandò sir Galvano con un tono sarcastico ed irriverente.
“Fammi il favore, Galvano. La prossima volta che te la troverai davanti, chiediglielo se te ne lascerà il tempo. Sono curioso anch’io di conoscere la risposta.” rispose Artù con altrettanta ironia.
“Non sapete quanti stupidi esistano in giro che pensano che sconfiggere il grande esercito di Camelot li farà passare agli onori delle cronache!” esclamò una voce familiare alle loro spalle.
Mentre i due si voltarono, videro che Sam e Dean erano giunti di corsa per aiutarli e che era stato proprio quest’ultimo a parlare poco prima.
“Abbiamo pensato che potevamo darvi una mano anche qui, visto che il nostro compito a distanza è praticamente concluso.” aggiunse Sam, adducendo al fatto che gli spettri erano stati eliminati tutti e che del plotone guidato da Saturnus non restava molto.
“Siete voi!” sorrise Artù. “Non dovevate esporvi a tanto. Ci avete fornito un grande supporto dalle mura, vi ringrazio!”
“Già!” intervenne Galvano. “Come avete fatto a mirare con così tanta precisione da quella distanza? Quegli spettri sono spariti uno ad uno!”
“Dopo tanti anni passati a girare per via del nostro lavoro, abbiamo sviluppato innumerevoli capacità che di tanto in tanto ci ritornano utili in battaglia. E poi le istruzioni che Gaius ci ha dato si sono rivelate davvero preziose e ci hanno permesso di gestire tutta la faccenda!” rispose Sam, sperando di aver saziato la curiosità del cavaliere.
“Mi sembrava di avertelo detto che ci siamo imbattuti in cose di questo tipo in altre occasioni, no? Ormai ci stiamo facendo l’abitudine!” concluse Dean, dando una pacca sulla spalla a Galvano, che contraccambiò.
I due Winchester, quindi, sfoderarono a loro volta due spade provenienti dall’armeria reale di Camelot e si lanciarono nella battaglia con grande entusiasmo, falciando una decina di nemici in pochi minuti, sotto gli occhi esterrefatti di re Artù e di alcuni cavalieri che li ammiravano impressionati. Dopo aver riguadagnato le forze sufficienti, anch’essi si gettarono a capofitto contro quello che restava dell’esercito di Morgana, decisi a scrivere la parola “fine” su quello scontro.
Saturnus, dal canto suo, osservava in disparte tutta la scena, non lasciando percepire nulla circa le sue intenzioni.
 
***
 
Un numero impressionante di popolani di Camelot aveva accompagnato il re e il suo esercito mentre questi percorrevano il breve tratto di strada che li divideva dal castello, dando vita a tutti gli effetti ad una parata trionfale, a cui avevano avuto il privilegio di assistere anche i due fratelli Winchester. Dalle mura Gaius e Ginevra osservavano la scena e l’apprensione sui loro volti per le sorti della battaglia lasciò il posto ad una nuova tranquillità. L’anziano medico, però, celava qualcosa dietro una calma apparente, una preoccupazione che lo attanagliava e che non sapeva con chi condividere. Quando entrambi raggiunsero la porta principale del castello, Ginevra corse ad abbracciare Artù, mentre Gaius approfittò della confusione e dell’intenso vociare per prendere da parte Sam e Dean e metterli al corrente del motivo della sua afflizione.
“Avete combattuto con coraggio: immagino che ora siate molto stanchi.” esordì.
“Non è stata una passeggiata, ma credetemi se vi dico che ci siamo trovati in circostanze ben peggiori!” rispose Dean.
“Mi fa piacere sentirlo, visto che c’è ancora un problema all’orizzonte.” asserì il medico.
“Di che si tratta, Gaius?” gli chiese Sam in apprensione.
“Beh, Merlino. Si tratta di Merlino.” spiegò. “Mentre stavamo seguendo le ultime schermaglie della battaglia, ha deciso di controllare i movimenti di Artù più da vicino nel timore che potesse accadergli qualcosa di male. Purtroppo, quando era sul punto di raggiungervi, il suo sguardo ha incrociato quello del comandante di quell’esercito, lo Spirito del Tempo che ha permesso a Morgana di mettere in atto tutto questo, e, una volta riconosciutolo, non ha esitato un istante ad inseguirlo per affrontarlo. Da allora non ho più sue notizie!”
“Non preoccupatevi, Gaius. Diteci in che direzione è andato e ce ne occupiamo noi!” affermò Sam.
L’anziano diede loro le poche informazioni di cui disponeva e subito i fratelli si lanciarono indisturbati sulle tracce di Merlino, mentre in ogni parte del castello si festeggiava con grandi fasti la vittoria di Camelot.
 
***
 
“Credi che riusciremo a trovare Merlino, Sam?” domandò Dean, mentre la strada che avevano intrapreso li conduceva ad un luogo ben nascosto in prossimità della foresta. “Voglio dire, non siamo di queste parti, non è così scontato riuscire a raggiungerlo. Per giunta, non sappiamo nemmeno dove conduce questo sentiero che abbiamo imboccato con troppa facilità.”
“Credo che siamo sulla giusta strada, Dean.” aggiunse secco Sam.
“Cosa te lo fa pensare?”
“Per prima cosa, Gaius ha visto Merlino che prendeva questo stesso sentiero nel tentativo di inseguire lo Spirito del Tempo; poi, non so se ci hai fatto caso, ma ci stiamo avvicinando al rifugio degli Uomini di Lettere, o Rappresentanti dei Letterati, come si fanno chiamare in quest’epoca.”
“Non mi sembra che siamo passati di qui l’altra volta. Ne sei sicuro, Sammy?” chiese Dean, titubante.
“Sì, Dean. Abbiamo semplicemente percorso una strada diversa, ma ho riconosciuto la zona e qualcosa mi dice che Merlino e lo Spirito del Tempo si trovano proprio al rifugio. Merlino parlava di un incantesimo che voleva utilizzare per eliminare lo Spirito e non immagino un posto più indicato e meno frequentato di quello!” analizzò Sam.
“Credi che l’incantesimo di Merlino funzionerà? Voglio dire, so bene che gli incantesimi di Merlino funzionano sempre, ma mi riferivo a questo caso specifico. Non credo che un mago di quest’epoca, per quanto grande e potente, abbia mai avuto a che fare con un’entità simile.” aggiunse Dean.
“Ho fiducia in Merlino e nella sua magia, ma ho fatto qualche ricerca con l’aiuto di Julian e ho preso anch’io qualche precauzione in caso Merlino non riuscisse ad avere la meglio.”
“Però, interessante. Così ora prendi delle iniziative e mi tieni all’oscuro… E bravo, Sammy!”
“Non prendertela, Dean. Non volevo escluderti, ma semplicemente ho elaborato un piano di riserva che non sono nemmeno certo se possa funzionare o meno. E’ per questo che non ti ho detto nulla. Non è niente di sicuro!” cercò di giustificarsi.
“Non ti preoccupare, Sam. Non devi dirmi ogni pensiero che ti passa per la testa. Già stiamo insieme praticamente tutto il tempo! Sarebbe assurdo se non avessimo delle cose che non condividiamo!” lo rassicurò. “Ah, il rifugio è lì, avevi ragione! Stai iniziando a sentirti a casa qui a Camelot, eh Sammy?!”
“Più che altro mi trovo stranamente in sintonia con questo posto.”
“Allora entriamo?”
“Entriamo!”
   
 
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