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Autore: aki_penn    13/10/2022    4 recensioni
[IwaOi - Superheros!AU]
Oikawa è un avvocato che sta cercando il nipote scomparso misteriosamente. Iwaizumi è l'unico supereroe che Oikawa possa permettersi.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Takeru Oikawa, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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How to hire a superhero on a tight budget

Terzo capitolo

Iwaizumi

 

Oikawa si infilò nell'antro buio senza un attimo di esitazione e Iwaizumi lo seguì giù per le scale di cemento che portavano al piano interrato. In fondo c'era una luce e arrivava un chiacchiericcio indistinto.

L'uomo che li aveva accolti, e che li precedeva di parecchio lungo la scalinata, scese l'ultimo gradino e si allontanò sparendo alla vista. Quando anche Iwaizumi arrivò in fondo lo vide farsi strada tra gli unici tre tavoli che arredavano la stanza; erano coperti con un tappeto verde che a Iwaizumi ricordava quello dei bigliardi, ma che evidentemente veniva usato anche per i giochi di carte. 

Non sapeva nulla del gioco d'azzardo. Si fermò ai piedi della scala e si mise le mani in tasca, in imbarazzo.

Le pareti del seminterrato erano nude, con macchie di umidità che crescevano negli angoli e si diramavano come edera. 

Tutti i presenti, quattro o cinque per ogni tavolo, si voltarono a guardarli. Erano visi duri, alcuni segnati da cicatrici provocate da un brutto scontro con un coltello, Iwaizumi avrebbe potuto scommetterci. Era stato colpito così tante volte da un’arma da taglio che sarebbe stato impossibile per lui non riconoscerne subito gli effetti.

In sostanza: quella non era decisamente la compagnia che Iwaizumi si sarebbe scelto per passare una piacevole serata e, di sicuro, nemmeno il genere di amicizie che sembravano interessare a quel damerino del suo compagno. 

Si voltò verso Oikawa, che si era fermato accanto a lui ai piedi delle scale, convinto di trovarlo - per una volta - a disagio, e invece no. Oikawa stava sorridendo a un tizio pelato. L’uomo, in tutta risposta, lo osservava come se sperasse di poterlo far esplodere solo con lo sguardo. 

Oikawa, per nulla intimorito, si tolse il cappotto e se lo mise su un braccio, poi scostò l'unica sedia rimasta vuota e si mise a sedere al tavolo proprio accanto al pelato. 

Iwaizumi fece un paio di passi nella sua direzione, ma Oikawa lo fermò senza nemmeno girarsi a guardarlo. 

"Resta lì, Iwa-chan, per favore. Non c'è posto per tutti qui. Vorrei fare una partita a poker con i miei nuovi amici."

Iwaizumi piegò la bocca in una smorfia e valutò l'opzione di andarsene e di lasciarlo lì da solo, ma proprio in quel momento l'altro si girò e sillabò solo con le labbra, per la prima volta serio "Per favore". 

Iwaizumi emise un lungo respiro e annuì senza dire niente. Oikawa gli sorrise e tornò a voltarsi verso i suoi nuovi compagni di giochi. 

Il mazziere mescolò le carte, tenendo la sigaretta appesa alle labbra come se gli stesse per cadere e fissò Oikawa mentre distribuiva le carte a tutti i giocatori. Oikawa del canto suo aveva intrecciato le dita sul tavolo e aspettava il suo turno. 

Iwaizumi non lo poteva vedere bene dalla sua posizione, ma immaginava che avesse rimesso su quel suo sorrisetto impertinente. Davvero una perfetta faccia da Poker. 

Non sapeva quanto a fondo conoscesse le regole, ma di sicuro doveva essere bravo nel bluff. Si grattò la testa e appoggiò la schiena al muro, fissando le spalle di Oikawa. Il resto degli astanti aveva smesso di fissarlo, ma il suo stomaco rimaneva contratto. 

"Bello questo posto, venite spesso?" domandò Oikawa, rompendo il silenzio che era caduto sul loro gruppetto. 

L'uomo con la cicatrice rispose con un grugnito e un paio dei suoi compagni al tavolo cambiarono le carte, un altro poggiò una mazzetta di banconote al centro del tavolo senza dire una parola e Oikawa emise un "Oh" che risuonò nella sala. Dagli altri tavoli venivano mormorii indistinti e frusciare di carte e banconote. 

"Beh, se la mettete così..." Infilò una mano nella tasca interna del cappotto e fece cadere sul tavolo con fare teatrale una mazzetta che atterrò sul tappeto verde con un tonfo. Iwaizumi incrociò le braccia e arricciò il naso, ancora più irritato dal fatto di non essere stato informato. Lo stronzetto invece era venuto preparato. 

Tra l’altro, tante storie per pagarlo e poi buttava i soldi nel gioco d’azzardo? Per un attimo si chiese se non fosse un ludopatico e la storia del nipote non fosse tutta inventata. Aveva paura che quei tizi lo picchiassero perché doveva loro dei soldi?

Iwaizumi scosse la testa, più ci pensava più quello che Oikawa faceva non aveva senso. 

Ci fu un lieve brusio inarticolato e un giocatore abbandonò la partita. "Già che siamo qui per divertirci, possiamo fare due chiacchiere. Qualcuno ha qualche argomento di cui vorrebbe parlare?” il tono era evidentemente canzonatorio e l’unica risposta che ricevette fu un rutto.

“Beh, allora inizio io: per caso non potreste aver visto da queste parti un ragazzino chiamato Takeru?" continuò, tranquillo, come se stesse parlando dell'ultimo film uscito al cinema, non come se stesse chiedendo informazioni su un ragazzino scomparso in una bisca clandestina.

"Non ho idea di cosa tu stia dicendo" mugugnò uno degli uomini.

Oikawa parve non perdersi d’animo e continuò, con voce trillante “Oh, è un ragazzino fastidioso. Diciassette anni, un vero impertinente e un pessimo gusto in fatto di capell…”

L’uomo con la cicatrice alzò una mano per zittirlo e Iwaizumi quasi gli fu grato, anche se sapeva che le cose stessero volgendo al peggio. 

“Non sappiamo niente. Non abbiamo visto niente.”

“Sicuro? … e i tuoi amici?”

Oikawa sgranò gli occhi, guardò con aria sinceramente curiosa gli altri uomini seduti al tavolo e poi, alzandosi un poco, anche quelli seduti agli altri tavoli, che ormai avevano lasciato perdere il loro gioco e si erano messi a seguire lo scambio.

L’uomo con la cicatrice mise una mano sulla spalla di Oikawa e lo spinse a sedere di malagrazia. Oikawa strabuzzò gli occhi, ricadendo a sedere e sbattendo contro lo schienale. Non si aspettava di essere toccato; non così presto, almeno, questo era evidente anche a Iwaizumi. 

L’uomo con la cicatrice puntò il dito indice verso la scala “Se non vuoi grane ti conviene andartene."

Gli occhi di Oikawa si fecero di nuovo brillanti e le sue labbra si piegarono di nuovo all’insù

“In che tipo di grane potrei incorrere?” L’uomo non rispose subito e Oikawa continuò “Una grana nella quale potrebbe essere già incappato Takeru?” Gli fece anche un occhiolino. Iwaizumi avrebbe voluto coprirsi la faccia con le mani, pur di non vedere quella scena ridicola. Era evidente che Oikawa stesse cercando di far innervosire l’uomo, ma a lui sembrava una pessima strategia. 

Fu allora che Iwaizumi vide il tizio con la cicatrice arretrare il gomito e prepararsi a colpire Oikawa in faccia con un gancio destro. 

Scattò in avanti e infilò le braccia sotto le ascelle dell'uomo prima che le nocche potessero schiantarsi sulla stupida bocca arricciata dell'avvocato. 

Oikawa sembrò rendersi conto di ciò che stava succedendo solo quando l'uomo venne tratto indietro. Sgranò gli occhi e si appiattì contro lo schienale della sedia, stringendosi al braccioli come se fosse su una montagna russa. Il sorrisetto era sparito, ma Iwaizumi non ebbe il tempo di compiacersene perché un tizio basso e tozzo che stava seduto al tavolo accanto a quello dove Oikawa aveva messo in piedi il suo show cercò di colpirlo con un pugno. 

Iwaizumi si piegò in avanti per evitarlo, ancora arpionato all'uomo con la cicatrice, che con un grugnito fu costretto a mettersi in ginocchio, mentre Iwaizumi faceva pressione su di lui.

Non rimase a lungo in quella posizione, perché Iwaizumi lo fece alzare di nuovo in piedi e, alla fine, lo sollevò tanto da non permettergli più toccare il pavimento con le punte dei piedi. Volò imprecando addosso all'uomo basso e tozzo che aveva cercato di colpire Iwaizumi poco prima, schiacciandolo. 

Chi era rimasto seduto si alzò, ma Iwaizumi era di nuovo pronto a colpire; attento a fermare ogni attacco e sperando di non rompere troppe ossa. O tentando almeno di non provocarne una scomposta se proprio doveva distribuire fratture. 

 

Oikawa se ne stava ancora seduto a occhi sgranati, con le mani ancorate al proprio sedile. Un tizio col codino ti beccò un pugno sul naso, ma un altro fece in tempo a rompere una sedia sulla nuca di Iwaizumi. 

Oikawa si coprì gli occhi con le mani per evitare le schegge e Iwaizumi si voltò lentamente verso l'uomo che l'aveva colpito con la sedia, guardandolo con odio. Il resto dei presenti sembrava essersi raggelato. Iwaizumi non aveva battuto ciglio quando il legno della sedia si era schiantato contro il suo collo, spezzandosi: quella non era la reazione di un uomo normale. D'un tratto tutti si erano resi conto di cose fosse il loro avversario. 

Quello sarebbe stato il momento nel quale se ci fosse stato qualche altro extra-umano nella sala avrebbe dovuto esporsi, ma nessuno sembrò volersi lanciare contro Iwaizumi, così lui prese per il bavero l'uomo che gli aveva spaccato addosso la sedia e lo lanciò contro il muro come se fosse stato una bambola di pezza. 

Il gesto infervorò di nuovo gli uomini, extra o non extra, tutti insieme sarebbero stati quantomeno complicati da gestire. Iwaizumi era stufo e non voleva davvero fare troppo male a nessuno. 

Guardò Oikawa e si sentì percorrere da una scossa di rabbia nei suoi confronti; lo acchiappò per un braccio e lo fece alzare con uno strattone, mentre qualcuno cercava di colpirli entrambi. 

Afferrò la testa di Oikawa e se la spinse contro il petto, in modo da evitare che venisse colpito e poi facendo le scale a due a due lo trascinò con sé. 

La porta era chiusa a chiave e Iwaizumi non perse tempo a cercare il modo di aprirla con le buone, la sfondò con un calcio e passò oltre. La porta sbatté con gran fragore di ferraglia contro il muro e rimbalzò di nuovo addosso a Oikawa mentre ci passava attraverso. 

Oikawa emise un sommesso 'Oh' che Iwaizumi ignorò, perché almeno un po' di male se lo meritava per essere stato un così gigantesco imbecille. 

Per le scale non veniva nessun rumore e Iwaizumi immaginò che gli uomini della bisca fossero solo felici di essersi tolti dai piedi un extra e che non volessero inseguirli, ma per sicurezza trascinò Oikawa sulla strada principale e poi attraverso alcuni vicoli più stretti, finché il fiatone di Oikawa non fu più impossibile da ignorare. 

Si bloccò di fianco a un bidone e Oikawa si poggiò al muro di mattoni con un sorrisetto. Iwaizumi  incrociò le braccia e lo guardò. Avrebbe voluto ancora e più di prima fargli ingoiare quei suoi bei denti bianchi. Era incredibile come un uomo così indiscutibilmente piacevole alla vista potesse provocargli così tanto fastidio. 

"Beh, è andata bene, no?" domandò Oikawa con una mezza risatina, prima di tossicchiare, ancora a corto di fiato. 

"È andata di merda. Mi hai costretto a menare quattro sfigati e non hai tirato fuori una sola informazione su tuo nipote. Ora non avrai nessun'altra possibilità di avvicinarli. Sei un deficiente!" Iwaizumi sentiva che le orecchie gli si erano arrossate per il furore. 

Oikawa si passò la mano tra i capelli scompigliati dalla corsa e scrollò le spalle "Nah, è tutto a posto. Quelli sicuramente non sapevano niente. È stato uno spreco di tempo, ma almeno abbiamo eliminato una possibilità e dobbiamo cercare altrove." L'avvocato gli fece un altro occhiolino. Un occhiolino come quello che aveva fatto all'uomo con la cicatrice e dentro a Iwaizumi crebbe una consapevolezza che lo fece infiammare di rabbia.

Oikawa emise un suono strozzato quando Iwaizumi lo prese per il collo e gli fece sbattere la testa contro il muro di mattoni alle sue spalle, senza il minimo riguardo. 

Strinse le labbra e alzò le mani in segno di resa quando l'altro gli si fece così vicino da poter sentire sulla bocca il suo respiro caldo. 

Il volto di Iwaizumi era più scuro che mai, le sopracciglia erano aggrottate e attorno alla curva seria della bocca si erano formate due rughe severe. 

Il cuore di Oikawa che stava ancora battendo forte per la corsa prese a battere ancora più forte. Iwaizumi lo poteva percepire dal pulsare delle vene del suo collo. Non resistette all’impulso e strinse un altro po'. L'avvocato tossicchiò, ma si sforzò di sorridere ancora, anche se l'angolo della sua bocca tremava. Per la prima volta quella sera provava davvero paura, era evidente. 

"Ehi, Iwa-chan, cosa è successo?"

Lui emise un grugnito e si avvicinò ancora, tanto che la punta del suo naso quasi sfiorava quella dell'altro. Oikawa tentò di schiacciarsi di più contro il muro, cercando di allontanarsi il più possibile dall'altro, ma non poté fare granché.

"Tu non sei ordinario come mi hai detto." Non era una domanda, era un dato di fatto. Iwaizumi lo sapeva e il sorrisetto di Oikawa, seppur tremante, si allargò un altro po'. Abbassò le braccia e le fece ricadere lungo i fianchi. Alzare bandiera bianca a quel punto non sarebbe servito granché. 

"Beh, io forse non sono proprio ordinario, ma ti assicuro" singulto "che il mio collo lo è assolutamente Il mio collo è ordinario. Per favore, non me lo rompere."

Iwaizumi si staccò da lui, come se d'un tratto la pelle del collo che stava stringendo fosse diventata rovente. 

Si infilò le mani in tasca e un vago rossore si propagò sulle sue guance, mentre si rendeva conto chiaramente di ciò che stava per fare. 

Oikawa mi lasciò cadere a sedere sull'asfalto e tossì, prima di riavviarsi di nuovo i capelli indietro e guardare in alto l'altro. Aveva gli occhi lucidi, ma stava ancora sorridendo. 

"Ok, Iwa-chan, in effetti non sono proprio un ordinario come ti avevo detto." Era buio, ma a Iwaizumi parve comunque che anche Oikawa stesse arrossendo. Oppure era solo l'effetto della corsa e della presa di Iwaizumi. 

Oikawa tossì di nuovo e Iwaizumi si rese conto di quanto forte l’avesse stretto. 

"Posso leggere nel pensiero. E nessuno di loro ha idea di chi sia Takeru." Fece un attimo di pausa nel quale si massaggiò il collo, poi riprese con una scrollata di spalle "Almeno, non chi sia il mio Takeru. A quanto pare, secondo il tipo con la cicatrice, c'è un barista che si chiama così al caffè all’angolo" indicò vagamente alle sue spalle, anche se c'era solo il muro "Non ci andare, sputa nelle ordinazioni di chi non gli fa simpatia."

"Sei proprio un coglione!" Iwaizumi sentiva ancora la rabbia montargli dentro. "Perché cazzo non me lo hai detto subito?"

Oikawa scrollò le spalle, rimanendo seduto per terra, sembrava che in fin dei conti quella posizione non gli dispiacesse "Cosa sarebbe cambiato?"

"Tutto!" La voce di Iwaizumi uscì fuori come il ringhio in un animale.

Oikawa si raddrizzò, ma rimase seduto per terra dov'era. Per una volta il suo volto era serio.

"Non sarebbe cambiato niente là sotto, anche se lo avessi saputo".

"Non sto parlando di quello!"

“E di cosa stai parlando?”

Oikawa aveva assunto un'espressione concentrata, come se stesse giocando a scacchi e odiasse quel passatempo.

"Mi prendi in giro? Non leggi nel pensiero?" Adesso a sorridere era Iwaizumi, ma non era il sorriso di uno che si stesse divertendo. Era un sorrisetto nervoso, Iwaizumi avrebbe voluto prendere a pugni il muro.

"Non sempre il filo dei pensieri è lineare. Se non lo pensi chiaramente non…" si fermò per un secondo come per ascoltare qualcosa in lontananza, poi sbuffò e si passò di nuovo la mano tra i capelli. "Sul serio? Solo per questo? Perché non sono stato sincero?"

"Non mi piace essere preso per il culo. Se ti faccio una domanda voglio avere una risposta, non voglio lavorare per uno che non ha nemmeno voglia di dirmi se è un extra o meno!"

Oikawa sbuffò "Beh, per te è facile. Sei un figo, sei super forte! Tutti pensano che tu sia un supereroe e la gente non vede l'ora di poter parlare con te" si rimise in piedi, ancora un po' malfermo sulle gambe, ma forse più per la rabbia che per la paura. 

"Invece con me" e si indicò il petto con l'indice "nessuno vuole avere a che fare. Nessuno vuole passare del tempo con qualcuno che può leggerli e denudarli dei loro segreti più oscuri. Quindi, no, non è qualcosa di cui voglia parlare, neanche se ti chiedo di lavorare per me".

Iwaizumi si sentì d'un tratto svuotato. Si mise le mani in tasca e annuì, senza guardarlo "Va bene, allora addio" e si avviò a passo di marcia verso l'uscita del vicolo. 

"Ehi, dove vai?" La voce di Oikawa si era fatta urgente.

"A casa, non lavoro più per te!" Si fermò a guardarlo per un lungo attimo. 

Oikawa aveva stretto i pugni e probabilmente, se davvero leggeva nel pensiero, aveva avuto modo di saggiare davvero tutta la rabbia che Iwaizumi provava nei suoi confronti. Si voltò di nuovo e riprese a camminare.

"Non ti ho neanche pagato il lavoro di stasera!" gli urlò, in un ultimo tentativo di fermarlo. Iwaizumi si ricordò solo in quel momento del compenso; soldi di cui avrebbe avuto bisogno, ma si sentì di nuovo ribollire di rabbia. "Non li voglio i tuoi soldi, non ti voglio vedere mai più!"

Oikawa, che aveva accennato a seguirlo, si fermò e fece un altro di quei sorrisetti fastidiosi.

"Come vuoi. Comunque l'amico di prima, quello che ti ha accompagnato in auto, quello con cui mi hai detto che non scopi, adesso è da un altro suo amico con cui sicuramente scopa. Pensavo che fosse il caso che tu lo sapessi. Ci stava pensando mentre ti faceva scendere davanti al bar."

Iwaizumi sentì una stoccata al petto, strinse i pugni e le labbra e urlò "Fottiti!" prima di girarsi definitivamente. 

Oikawa non lo seguì.

Aki_Penn parla a vanvera: Aaaah! Sono felicissima di essere riuscita a pubblicare questo terzo capitolo, perché finalmente questa storia inizia ad avere un po’ senso e soprattutto da ora in poi ci sono anche i capitoli scritti dal punto di vista di Oikawa! <3 

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto, grazie mille per avermi letta fino a qui!

 
   
 
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