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Autore: raffychan    17/10/2022    0 recensioni
"Un ballo in maschera, organizzato a Villa Agreste per festeggiare i vent'anni del rampollo della famiglia Agreste. Di certo non era quello che Adrien si aspettava come festa di compleanno, ma era pressoché difficile se non impossibile far cambiare idea al proprio padre. I preparativi per il grande evento erano durati quasi due settimane: gli addobbi, il buffet, le luci e le musiche, tutto doveva essere perfetto e ovviamente, doveva rispettare le scelte del padrone di casa dal momento che, come sempre, il suo unico figlio non poteva dire la sua nemmeno sulla sua festa di compleanno."
Piccola premessa: in questa storia, che sarà di pochi capitoli, non esistono i Miraculous e quindi nemmeno Tikki, Plagg, Ladybug, Chat Noir e Papillon, in pratica è una AU scritta perché, beh, ne avevo voglia. Mi sono ispirata alla favola di Cenerentola perchè è una delle mie preferite e alla fine ho deciso di scriverci su una bella favoletta con protagonisti Adrien e Marinette.
Genere: Poesia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nathalie Sancoeur, Sabine Cheng, Tom Dupain
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ritorno dopo mesi e mesi di assenza ad aggiornare questa storia con gli ultimi due capitoli.
Ebbene si, dopo questo capitolo ci sarà quello finale.
Spero di aver acquietato in qualche modo la vostra rabbia.
Alla prossima.


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CAPITOLO 6

Sentiva il cuore batterle all’impazzata, mentre stringeva il braccio del suo cavaliere. Adrien la guardava, rassicurandola con quello sguardo dolce e quel sorriso rivolto unicamente a lei. Marinette continuava a non crederci: era convinta che quello fosse tutto un sogno e che presto o tardi si sarebbe svegliata in camera sua, nel suo letto, con le foto del suo primo amore ad adornare le pareti della sua camera, fantasticando su di esse. Fu la mano di Adrien che dolcemente si era appoggiata sulla sua a farla tornare alla realtà. Alzò lo sguardo, guardando quel viso che lei ormai conosceva a memoria ma dove spiccava un sorriso diverso da quello che lei aveva visto sulle riviste: non era il sorriso di circostanza che lui usava quando doveva posare, era diverso, era vero, sincero e tutto per lei. 
Lo stesso sorriso dolce che aveva visto nel quadro raffigurante la madre di lui, chiedendosi se sarebbe piaciuta alla signora Agreste. Arrossì a quel pensiero: loro non erano di certo fidanzati, nonostante lei ci sperasse da anni. 
Guardò le labbra sottili ma invitanti di lui. Avvampò, pensando che per ben due volte erano stati sul punto di baciarsi, sentendo un improvviso calore irradiarsi in tutto il corpo. 
Voleva baciarlo, un desiderio che covava da anni e che ancora adesso sentiva forte dentro di lei, al punto da sentire il cuore sul punto di scoppiare. 
Nonostante la sua innata timidezza, desiderava sentire il sapore delle labbra di Adrien, la loro morbidezza e perdersi in quel bacio che agognava da troppo tempo. 
Un pensiero che, ormai l’aveva capito, condivideva anche lui. 
Si portò la mano libera alle proprie labbra, sfiorandole con le dita. Poteva sentire ancora sulla sua pelle le braccia di lui che la stringevano, il suo respiro sul suo collo e la sua voce calda che le confondevano i sensi. 
Si era lasciata andare a quell’abbraccio, lasciando che lui la cullasse gentilmente, sentendosi al sicuro e protetta come non mai. 
Aveva sentito Adrien confessarle il suo amore, dichiarandole che in tutti quegli anni, lui non aveva fatto altro che pensare a lei, ritenendola l’unica capace di occupare ogni suo pensiero. 
Sorrise, pensando che quei sentimenti erano gli stessi che lei provava per lui.
Strinse quella mano appoggiata alla sua, guardandolo ancora, prendendo un lungo respiro mentre le luci della sala l’abbagliavano. 
Il salone era pieno di persone eleganti e sicuramente famose, anche se era difficile dirlo dal momento che tutti indossavano una maschera. Istintivamente, Marinette portò una mano al volto, per controllare che la maschera che aveva preso dallo studio di Monsieur Agreste fosse ancora li a proteggere la sua identità. Si guardò intorno, cercando tra la folla il volto della donna di ghiaccio, sperando che non la riconoscesse. 

“Adrien caro” una nuvola di tulle, pizzi e merletti si avvicinò a loro, circondando il braccio libero del ragazzo. “Dove eri finito? Sei sparito. Oh Adrien, mi avevi promesso un altro ballo, ricordi? E questa chi sarebbe?” 

Marinette osservò la ragazza dal vaporoso abito giallo e nero, chiedendosi come poteva una persona parlare così tanto senza prendere fiato. 
Guardò Adrien sorridere a quella ragazza, vedendolo cercare di liberarsi da quella stretta insistente.

“Mi dispiace Chloè ma...” il viso del ragazzo ora era di nuovo rivolto verso di lei “...ho finalmente trovato ciò che desideravo da tempo.” 

Sentì le guance incandescenti e il cuore riempirsi di una sensazione dolce e calda: Adrien era capace di farla innamorare ogni volta che lui la guardava e le rivolgeva quelle dolci parole. 

“Che significa?” chiese di nuovo Chloè, allungando lo sguardo verso di lei. Marinette era sicura che la figlia del sindaco di Parigi l’avrebbe strozzata se non fosse stato per Adrien che, gentilmente, allontanò la ragazza da lui.

“Scusa Chloè, ma ho un ballo in sospeso da troppo tempo. Se non ti dispiace” così dicendo, prese la mano della sua lady, portandola al centro della pista. 

Marinette diede un un ultimo sguardo alla bionda, sentendola mormorare un “Ridicolo, assolutamente ridicolo”.

Sospirò per il mancato pericolo, facendosi scortare dal suo cavaliere, salutando di straforo i suoi genitori che la guardavano con occhi sognanti: doveva tutto a loro se quel bellissimo sogno era finalmente diventato realtà. 

Arrivati al centro della sala, alzò gli occhi verso di lui che intanto si era inchinato, allungando la mano verso di lei. “Mi concede questo ballo, milady?”lei annuì, allungando la mano poggiandola delicatamente su quella del ragazzo, lasciando che lui gliela baciasse. 
Nemmeno fece caso alla musica che intanto l’orchestra aveva iniziato a suonare. Semplicemente, si fece guidare da lui, passo dopo passo. Era abituata a cavarsela da sola in ogni circostanza eppure in quel momento, l’unica cosa che voleva, era lasciarsi andare, affidandosi completamente a lui. Di nuovo erano così vicini che Marinette poteva sentire il profumo intenso di Adrien avvolgerla.

Lo vide alzare il braccio, piegandolo verso di lei ma con la mano tesa verso l’alto. Lo copiò, senza far toccare le loro mani, iniziando a girare entrambi. Il braccio libero di lui era proteso verso l’alto e lei allungò il suo, intrecciando la mano con quella del suo cavaliere, continuando a danzare entrambi, senza distogliere per un solo momento i propri sguardi. Il mondo era di colpo sparito non appena i loro occhi si incontrarono di nuovo. 

“Sei bravissima” sentì Adrien sussurrale “E bellissima”. 

Lei sorrise “Anche tu” 

Adrien rise piano “Beh, sono un ballerino nato” dichiarò il ragazzo, prima di farle fare una giravolta e poi prenderla per la vita, continuando a danzare, sorridendo entrambi, senza far caso agli sguardi delle persone che li guardavano. 

Le loro labbra erano di nuovo ad un soffio di distanza, quando lui lentamente la rimise a terra. Istintivamente, Marinette allungò un dito verso quelle labbra invitanti, sfiorandole delicatamente

“Non lasciarmi” sussurrò la ragazza, mentre lui portava la mano destra dietro il capo di lei

“Mai più” disse Adrien, prima di avvolgerla tra le sue braccia facendole fare un casquè. 

L’orchestra continuava a suonare mentre entrambi i ragazzi si allontanarono di poco per poi intrecciare di nuovo le proprie mani. Marinette volteggiò due volte, avvicinandosi di nuovo a lui che intanto l’aveva presa di nuovo per la vita, girando ancora e di nuovo portando il braccio libero verso l’alto, facendo intendere alla ragazza di fare lo stesso. 
Volteggiarono ancora, continuando a ridere mentre si allontanavano di nuovo per poi intrecciare di nuovo le mani. Lui la prese in braccio, facendola girare, senza mai smettere di guardarla mentre sfiorava con la mano il viso di lei, appoggiandola del tutto sulla guancia della ragazza. Marinette fece altrettanto, compiendo un’ultima giravolta, sentendo la mano di Adrien appoggiarsi sul suo fianco mentre l’altra prendeva quella libera di lei, intrecciando le loro dita. Danzarono ancora, perdendosi ognuno nello sguardo dell’altro. Strinse forte la mano di lui, senza rendersi conto che la musica era ormai cessata, nemmeno quando vide Adrien inginocchiarsi davanti a lei, baciandole di nuovo la mano. 

Fu normale per Marinette accarezzare quel viso, sfiorando di nuovo quella pelle liscia. Continuò ad accarezzarlo anche quando lo vide alzarsi e avvicinarsi a lei. 
Adrien prese entrambe le mani della ragazza, portandosela ancora alla bocca

“Amo le tue mani” mormorò, di nuovo vicino alle sue labbra

“Amo te, Marinette”.

Le loro labbra si incontrarono in un bacio leggero, delicato come il battito d’ali di una farfalla. 
Marinette assaggiò quelle labbra, desiderando approfondire quel contatto, sentire quelle labbra muoversi sulla sua pelle. Le parole di lui risuonavano nella sua mente come la più dolce delle melodie, mentre posava di nuovo la mano sulla guancia del ragazzo.

“Ti amo anche io, Adrien” mormorò, non facendo caso al brusio degli invitati che intanto si era alzato o alle urla di Chloè.

Semplicemente, si lasciò avvolgere da quelle braccia, appoggiando il viso contro la spalla di lui, lasciando andare l’aria in un sospiro leggero, sentendo il dolce suono del cuore del suo amore cullarla. Aprì piano gli occhi, guardando di nuovo i suoi genitori osservarli con aria sognante. Poteva vedere sua madre asciugarsi con il dito una piccola lacrima scesa dai suoi occhi. Sorrise, tornando ad appoggiare la guancia sul petto di lui.

Sentì Adrien accarezzarle il capo, baciandoglielo

“Vieni con me” mormorò lui a suo orecchio, prima di prenderla per la mano e trascinarla lontano. 

Corsero entrambi, incuranti delle grida di Chloè che continuava a chiamava il ragazzo a gran voce. Marinette lo segui, sperando però in nessuna ripercussione da parte di Monsieur Agreste nei confronti del figlio.

“Adrien, aspetta...tuo...tuo padre, non sarà contento” cercò di dire Marinette, mentre vedeva il ragazzo fermarsi di colpo. 

Di nuovo erano tornati fuori al balcone, con la luna come unica testimone di quel momento. Adrien le si avvicinò, slacciandole piano i nastri della maschera, lasciando che cadesse a terra, prendendo il viso di lei tra le mani, baciandola ancora delicatamente sulle labbra. 

Marinette sentì le proprie gambe diventare gelatina, mentre portava le mani verso quelle del ragazzo, intanto che sentiva quelle labbra di nuovo appoggiarsi delicatamente sulle sue in un bacio fugace, come quello di prima. Di nuovo desiderò che quel contatto durasse di più, che quelle labbra morbide e calde la baciassero in un bacio più profondo e intenso. Cercò di avvicinarsi ulteriormente alle labbra del ragazzo, ma lui si allontanò piano, facendole aprire gli occhi incontrando di nuovo quelli di lui.

“Scappiamo! Fuggiamo via, il più lontano possibile! Adesso che ti ho ritrovata, non voglio lasciarti mai più. Marinette, io ti amo! Ti amo dal primo momento che ti ho vista. Ti ho amato in tutti questi anni, perché sei stata l’unica ad occupare ogni mio pensiero. Amo i tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua goffaggine e il tuo modo di arrossire e balbettare ogni volta che ti sfioro. Amo te e ogni più piccola parte di te. E anche se sicuramente ci sono lati del tuo carattere che ancora non conosco, voglio passare tutta la vita a scoprirli.”

Lo sguardo del ragazzo era dolce ma anche serio mentre parlava. 

Marinette sentiva il proprio cuore sul punto di scoppiare per quella dichiarazione. Lo abbracciò forte.  Nella sua mente iniziò ad immaginare la vita insieme a lui, la loro futura casa, il loro figli e tutti i momenti insieme. 

Quanto le sarebbe piaciuto fuggire via con lui, lasciare tutto e vivere unicamente del loro amore.  Sospirò, ricordandosi che quella non era una favola in cui i due amanti fuggivano via per poi vivere per sempre felici e contenti. Erano solo dei ragazzi di appena vent’anni, non sapevano ancora nulla del mondo e di come affrontarlo. Inoltre, Marinette non poteva lasciare quella che fino ad ora era stata la sua vita, i suoi amici e i suoi genitori che avevano sempre fatto tanto per lei. Più importante, non voleva che Adrien finisse nei guai per colpa sua. 

Lo strinse più forte, cercando di infondere in quell’abbraccio tutto l'amore che provava per lui. Lo avrebbe amato per sempre, fino alla fine dei suoi giorni ma la realtà arrivò come un fulmine a ciel sereno. Si allontanò, portando stavolta lei le mani verso quel viso, sorridendo a quel ragazzo dai meravigliosi occhi verdi. 

“Non sai quanto vorrei farlo, fuggire con te. In questi anni non ho fatto altro che immaginare la nostra vita insieme. Ti amo anche io, ti ho amato in tutti questi anni. Io sono tua, Adrien. Lo sono stata nel momento in cui i nostri sguardi si sono incontrati e le nostre mani si sono toccate. Tu sei la mia parte mancante.”

Lo baciò piano ma senza fermarsi su quelle labbra

“Non posso” sussurrò, mentre vedeva quelle iridi verdi spalancarsi.

“Cosa, Perchè?” chiese Adrien, non capendo perché proprio lei dicesse una cosa del genere quando, solo pochi minuti fa, aveva chiesto di non lasciarla. 

“Perchè non voglio che tu faccia qualcosa di così avventato e pericoloso. Non voglio che tuo padre si infuri con te, non voglio costringerti a lasciare tutto per me e nemmeno io voglio lasciare la mia vita e tutti i miei affetti. “

Vide Adrien tremare a quelle parole. Sapeva che lo stava spaventando, temendo che lui potesse pensare che lei lo stava solo prendendo in giro. 
Afferrò le mani di lui, stringendole forte.

“Fuggire non serve a nulla. Le difficoltà vanno affrontate e noi lo faremo, insieme!”

Sarebbero stati insieme, questo era certo perché lo volevano entrambi. Si erano innamorati da ragazzini, senza saperlo. La loro storia, nata come d’incanto quel lontano giorno di sette anni fa, non sarebbe finita. 

Adrien sospirò, lasciando andare le mani della ragazza, avvicinandosi alla ringhiera del balcone dandole le spalle.  

“Tu hai un sogno?” chiese il ragazzo, senza voltarsi. Marinette portò una mano al cuore, spaventata per quell’improvviso allontanamento di lui, non capendo il perché di quella domanda “Cosa?”. 

Vide Adrien voltarsi, guardandola con uno sguardo triste

“Io... a parte ritrovarti, non ne ho. Ero convinto che avrei sempre seguito ciò che mio padre mi diceva di fare. Lui, da quando mia madre è morta, è cambiato e io credevo che comportandomi come voleva lui, diventando questo figlio perfetto che lui voleva lo avrei reso felice ma io...io non sono così. Non sono perfetto, non voglio più vivere la vita che lui vuole per me.” Si avvicinò di nuovo a lei “Vorrei anche io trovare la mia strada, capire cosa voglio fare della mia vita.”

Le prese di nuovo le mani, stringendole forte

“L’unica certezza che ho al momento, sei tu!” dichiarò il ragazzo, abbracciandola e appoggiando la fronte su quella di lei. 

Marinette ricambiò l’abbraccio, affondando il volto nel petto di lui. Quanto aveva sofferto quel ragazzo, dai dolci occhi verdi e il sorriso triste. Avrebbe voluto proteggerlo, portarlo via da tutto ciò e rinchiuderlo in una bolla al sicuro da tutta la sofferenza che aveva vissuto, ma così facendo, avrebbe solo fatto lo stesso errore del Signor. Ageste e non era giusto. Adrien doveva assaporare quella libertà che agognava da troppo tempo, imparare a vivere pienamente ogni attimo che la vita gli concedeva, nonostante le difficoltà. 

Aveva detto che lui non era perfetto, beh, neanche lei lo era dopotutto. Lei era goffa, impacciata e piena di dubbi ma era felice della persona che era e non sarebbe cambiata per nessuna ragione al mondo. Come poteva dire di amare Adrien se non accettava tutto di lui? Lui le aveva detto che la amava, totalmente, e anche lei lo amava perché lui era lui, il suo bellissimo principe e quell’adorabile burlone che aveva conosciuto quel giorno stesso, quando aveva tentato di rubare uno dei suoi macarons. 

Sorrise, pensando a quella buffa scena trovando adorabile quel comportamento così insolito ma anche dolcemente divertente da parte del ragazzo. Sciolse l’abbraccio, tornando a guardare quel viso che da anni occupava ogni suo pensiero. Gli accarezzò piano la guancia, cercando le parole giuste. 

“Quando cresciamo, ci rendiamo conto che non sempre la vita ci regala tutto ciò che speravamo. Ma non devi avere paura o essere triste. Subire una perdita fa parte della vita, ma non è questo a definirla. Perché l’importante è accettare i cambiamenti in noi stessi e accettare che, anche se la vita non ci regala tutto ciò che speravamo, il vero regalo è la vita stessa!”

Parole che le aveva detto un giorno un caro amico di sua madre e che lei si ripeteva ogni volta che sentiva le sue certezze vacillare. 

“Tu devi vivere la vita solo ed esclusivamente lasciandoti guidare dal tuo cuore, senza paura di vincere o perdere perché le delusioni fanno parte della vita, ma io ci sarò sempre a tenderti una mano. Hai detto che mi ami nonostante i miei difetti e anche io ti amo per quello che sei, anche se non conosco ancora tutto di te e voglio passare ogni giorno a scoprire ogni singola parte di te.”dichiarò, tornando ad abbracciarlo, sentendo Adrien ricambiare l’abbraccio stringendola forte a sé. 

Chiusero entrambi gli occhi, iniziando a danzare piano, avvolti dalle tenebre della sera, con le stelle che brillavano sopra di loro. 

Si fermarono, guardandosi di nuovo. 

Lui sorrise, specchiandosi negli occhi di lei, guardando in quei pozzi profondi il loro futuro insieme. “Ti Amo! Sei di certo la persona più forte e saggia che conosco. So che i nostri cuori sono uniti, che battono allo stesso modo e che entrambi desideriamo le stesse cose ma hai ragione, non possiamo fuggire. Devo combattere per ciò che voglio, insieme a te!” 
Marinette sorrise, allungando le braccia verso il collo di lui, accarezzando quei fili dorati, sentendoli morbidi fra le sue dita.

“Lo sai che ti voglio, vero? Lo sai che farò di tutto per non perderti di nuovo.” sussurrò piano, continuando a muovere le mani tra i capelli di lui.

“Io voglio solo stare con te, Marinette” dichiarò il ragazzo, appoggiando di nuovo la fronte contro quella di lei.

“Anche io lo voglio” 

“Dunque è così” disse una voce che fece spaventare entrambi, facendoli allontanare di colpo. 

Marinette iniziò a tremare non appena si rese conto di chi fosse quella figura che lentamente si stava avvicinando a loro. 

“Padre” sentì dire da Adrien, continuando a stringere la sua mano.
   
 
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