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Autore: Aru_chan98    26/10/2022    0 recensioni
è il 1949, la seconda guerra mondiale si è conclusa e una nuova era sta cominciando. Alfred è uno studente comune come molti altri, salvo per una caratteristica unica: vede colori quando qualcuno parla. Ma quei colori sono spenti, per tutti tranne che per una voce, i cui colori sono vividi e brillanti. è attraverso la radio che Alfred incrocia Arthur, un conduttore radiofonico giovane e popolare, traferitosi negli usa dopo aver prestato servizio in guerra
(Attenzione, il rating potrebbe salire)
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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[7 am is when the station plays its sounds
 Listening to the speaker while the patterns pin into place
 “Good morning small-town listeners”]

Buongiorno cari radioascoltatori! Siete pronti per questa nuova giornata? Sono le 7 del mattino del 4 Aprile 1949, vi parla Arthur Kirkland per “Lights in US”, e oggi è qui con noi Richard Haysproke, autore di successi come “In fiamme” e “Il pianeta del futuro” che ci ha concesso un’intervista di prima mattina. Com’è andato il viaggio Mr. Haysproke?

La radio trasmetteva quella conversazione mentre Alfred era impegnato a finire il suo ultimo disegno. Era il suo programma preferito: lo aveva scoperto per puro caso un mattino in cui stava testando la nuova radio che gli avevano regalato per Natale e da allora non perdeva una puntata. Per quanto odiasse svegliarsi presto il solo pensiero di ascoltare quel programma lo spingeva a farlo. Amava la voce del conduttore dal distinto accento inglese, come pronunciava determinate parole, il suo umorismo. Lo divertiva sentirlo commentare sulle differenze nel vocabolario dei due paesi. “Sarebbe troppo divertente punzecchiarlo” pensava qualche volta Alfred, che col tempo si era affezionato a quella persona che non aveva mai visto prima. In particolare, amava i colori della sua voce.

Fin da quando ricordava Alfred aveva sempre visto colori ogni volta che qualcuno parlava e, fino ai suoi 15 anni, aveva creduto fosse normale per tutti quanti. Ma quei colori che vedeva non gli piacevano: erano spenti, opachi e riflettevano l’interesse superficiale che il ragazzo provava durante quelle conversazioni. Ci aveva ormai fatto l’abitudine così fu molto sorpreso quando, una mattina qualunque di Dicembre, aveva visto colori brillanti nella voce di quel conduttore. Alfred ne restò così affascinato che cominciò a mettere su carta quei vibranti colori che quella voce evocava, desiderando di poterli tenere con sé. 

E quando dovrebbe uscire il suo romanzo?

Oh, fine mese. L’editore avrebbe preferito il mese scorso ma Marzo mi sembra sempre il mese sbagliato per fare qualcosa

Non lo chiamano un mese folle a caso. Una risata chiara nonostante fosse trasmessa attraverso la radio. Alfred aggiunse del verde smeraldo al suo disegno, cercando di immaginare quel sorriso mentre quel colore riempiva la sua vista e il suo cuore. Era diventato presto il suo colore preferito.

Spero me ne manderà una copia autografata. Dopotutto sarà il mio compleanno

Sarà mia cura fargliela avere allora!. “È nato a fine Aprile?” ripeté quell’informazione nella sua mente, pensando a cosa avrebbe scritto nella lettera di quel giorno. Alfred era solito spedire lettere a quella stazione, anche se non aveva mai trovato il coraggio di telefonare direttamente. Si accontentava si sentire la voce di Arthur leggere e rispondere ad alcune delle sue lettere.

Allora, non sei ancora pronto per andare a lezione?”. Alfred non sembrò prestare attenzione a quell’interruzione da parte di Kiku, il suo compagno di stanza al campus.

Non vorrai ancora saltare la lezione dell8. Lo sai che il professor Witmann non accetterà mai il tuo progetto se non ti fai vedere alle lezioni” ma le sue parole continuavano a essere ignorate.

Ah, maledizione, ho sbagliato!” esclamò Alfred, irritato per aver aggiunto il colore sbagliato al suo disegno. La sua arte doveva essere dedicata solo a quei colori brillanti, non doveva esserci spazio per niente che fosse meno vivido. Kiku sospirò infastidito, prima di prendere il proprio zaino ed andare a lezione. Era inutile cercare di parlare con Alfred quando quel conduttore radiofonico era in onda, difficilmente avrebbe ascoltato qualcun altro. Kiku lo trovava irritante, specie perché non parlava quasi d’altro, se non di fumetti o della NACA. 

E ora ci spostiamo al nostro solito angolo della posta, prima di passare alle telefonate dei nostri cari radioascoltatori. Come sempre, vi ringrazio per la partecipazione. Leggere le vostre lettere è sempre uno dei momenti che preferisco della mia giornata, subito dopo discutere con voi del tema del giorno”. “Starà sorridendo ora? Chissà com’è quando sorride” il ragazzo aggiunse del giallo al suo disegno. Mise giù la matita, ora la radio aveva la sua completa attenzione. Più che le lettere degli altri gli interessava l’opinione di Arthur a riguardo. Rimase in ascolto per tutta l’ora, godendosi il suono e i colori di quella voce. 

[His voice speaks to me through the radio]

Bene e ora l’ultima. Oh! Vedo che ce la manda un radioascoltatore affezionato, “A.F.J. , studente di ingegneria”. Ammetto di essere colpito dalla sua dedizione a questo programma. Spero tu stia passando una buona mattinata in nostra compagnia, anche se immagino sarai già a lezione. Ci scrive “Grazie per rendere più colorate le mie mattine. Volevo commentare sull’argomento di ieri: il cinema drive-in è di sicuro l’invenzione del secolo in fatto di appuntamenti. Per quanto sia presente altra gente, poter restare nell’intimità della propria auto è di sicuro un vantaggio per poter corteggiare l’altra persona in pace, senza dare troppo nell’occhio”. Abbiamo un tipo timido, non lo avrei mai detto dalle sue vecchie lettere. Personalmente non ho esperienza in merito ma è un buon punto di vista in effetti, se parliamo di vantaggi di questa forma di cinema. Perché non prendiamo spunto dalle sue parole per introdurre l’argomento della giornata? Parliamo un po' del tempo libero e dei posti da visitare! Ma ora, lasciamoci trasportare dal meraviglioso intermezzo della nostra amata orchestra per poi prepararci alla nostra ultima ora insieme in cui voi, miei amati radioascoltatori, sarete i protagonisti!”. Alfred non poteva crederci: aveva letto la sua lettera e aveva riso leggermente nel mentre. Il suo cuore aveva battuto forte per tutto il tempo, imbarazzato e felice che stesse leggendo quello che aveva scritto. “Non è… mai andato ad un appuntamento?!” stentava a crederci ma il pensiero lo rendeva estremamente felice. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di essere il primo. 

 

Quando l’orologio batté mezzogiorno la trasmissione finì con gran rammarico di Alfred, che si alzò e spense la radio. 

Hmm… L’argomento di oggi era il tempo libero. E se…?” mormorò sovrappensiero Alfred, mentre si preparava per uscire dalla sua stanza. Non gli importava molto di aver saltato le lezioni del mattino, aveva voti abbastanza alti da poterselo permettere. Trovava matematica e fisica molto facili, al punto da essere il migliore del suo corso. L’unica cosa che lo innervosiva era il sapere che il professore lo avrebbe rimproverato per tutte quelle assenze, come faceva sempre ogni volta che lo incrociava per i corridoi. 

Finalmente ti sei degnato di presentarti” lo salutò Kiku, quando arrivò in mensa. Alfred si sedette vicino a lui, cominciando a raccontare di cosa aveva parlato quel giorno Arthur, con gran fastidio da parte dell’amico che avrebbe preferito di gran lunga discutere di altro.

Va bene, va bene, ho capito, gli piace lavorare ai ferri. Possiamo parlare del prossimo compito di Mr. Weth, per favore? È da un’ora che non fai che parlare di quel conduttore radiofonico” lo interruppe Kiku ad un certo punto mentre camminavano per andare alla loro prossima lezione.

Certe volte sei proprio antipatico, sai? A che serve parlarne? Tanto Weth ci darà il solito progetto da ideare, disegnare e costruire. Quanti ne abbiamo fatti da inizio anno? 5? Di che ti preoccupi?”. Sul volto di Kiku comparve un sorriso tirato, dietro il quale si celava tutta la sua irritazione.

Del fatto che quei progetti ci servono per l’apprendistato e che MR. Weth è un perfezionista”.

Chissene” Alfred sbuffò “Speriamo solo non sia il classico progetto di gruppo”.

Sfortunatamente fu proprio così. Non passò molto prima che il professore assegnasse loro il compito di organizzarsi in gruppi per ideare un progetto da zero, costruzione inclusa. Smise quasi subito di prestare attenzione alle direttive del docente, preferendo ripensare alla trasmissione della mattina. Tra le varie frasi, gli tornò in mente la sua lettera e il commento di Arthur a riguardo. “Se mai dovessi uscire con lui sarebbe bello qui” pensò, cominciando a buttare giù i nomi di diversi posti che pensava sarebbero stati perfetti per un appuntamento.

Al, che stai facendo?” bisbigliò Kiku, dopo averlo visto scrivere così animatamente sul suo quaderno. Era insolito vederlo prendere appunti a lezione.

Niente!” Alfred si affrettò a coprire inutilmente col braccio il suo quaderno, arrossendo. Kiku era già riuscito a leggere metà della pagina e pensava di aver capito tutto.

Ti sei finalmente deciso a chiedere di uscire a Nancy del dipartimento di infermieristica?

Nah, troppo pettegola. Chi la sopporterebbe?

Chi allora?”. L’unica risposta di Alfred fu arrossire di più. Per un attimo Kiku rimase in silenzio, perplesso.

Non sarà mica quel conduttore radiofonico?” gli chiese infine.

[I heard the colors of his voice in the radio, I swear]

Hai qualcosa in contrario? Oltre al fatto che siamo entrambi uomini?” Alfred era palesemente piccato da quella domanda. anche se non si aspettava che l’amico trovasse quell’affetto disgustoso dato che avevano già discusso sulla tematica della sessualità e Kiku si era espresso con indifferenza, non come ci si aspettava dalla maggioranza delle persone. Alfred si sentiva fortunato di non dover nascondere le sue preferenze al suo compagno di stanza.

Di quello mi frega ben poco, non sono affari miei di chi ti innamori, però devi essere realista. Non lo hai mai visto, hai solo sentito la sua voce e ne hai fatta un’ossessione a caso

Non è a caso”. Gli occhi celesti del ragazzo si rabbuiarono, mettendo sull’attenti Kiku. “Io… ti giuro di non aver mai sentito dei colori così belli in tutta la mia vita e sono sicuro non ne vedrò mai più di così vividi. Non è solo la sua voce, è la sua personalità, i suoi colori”. Kiku rimase interdetto, non comprendendo fino in fondo cosa intendesse l’altro. Ogni tanto accennava al poter sentire i colori ma pensava fosse una metafora, non qualcosa di letterale. Aveva visto i disegni che Alfred faceva e qualche volta gli aveva chiesto quale fosse l’idea di base, ottenendo sempre come risposta che erano i colori delle parole, avvalorando la sua teoria che fosse una metafora riferita alla sua arte. 

Resta comunque una causa persa. Sii realista Al: ha solo detto di non essere mai andato ad un appuntamento in un drive-in, che ne sai che non sia etero o sposato?

Me lo sento, ok? Un uomo sposato non avrebbe dei colori così brillanti. Inoltre, lo ha detto lui stesso di non essere sposato. È stato durante una delle puntate della trasmissione”. Kiku non sapeva se preoccuparsi per Alfred o esasperarsi per la sua testardaggine. Lo avrebbe sostenuto se l’avesse considerata una cosa fattibile ma, per quanto ci ragionasse sopra, la trovava una probabilità così piccola da essere infima. 

Quando la lezione finì i due si separarono, ognuno verso il proprio gruppo di lavoro. Avevano due ore di tempo prima dell’ultima lezione, così gli studenti avevano deciso di cominciare a pensare almeno a cosa lavorare, per poter terminare il lavoro nei tempi stabiliti e prendere il miglior voto possibile. Il gruppo di Alfred non era particolarmente entusiasta di averlo con loro, visto che il ragazzo preferiva stare a socializzare con gli altri piuttosto che lavorare sul loro progetto, anche se alla fine i suoi calcoli erano quasi sempre giusti, così come i suoi disegni tecnici. Non capivano come una persona così insofferente alle lezioni riuscisse a memorizzare così bene le nozioni delle materie. Anche quella volta, così come in tutti gli altri progetti di gruppo, gli altri avevano cominciato a lavorare mentre Alfred sembrava concentrato su altro. I ragazzi buttarono giù un’idea dietro l’altra, valutando pro e contro finché una frase non catturò l’attenzione di Alfred:

Mio cugino è stato preso come apprendista in un’azienda di radiocomunicazioni dopo aver presentato il suo progetto del primo anno. Un vero genio, pensate che il club radiofonico del suo college aveva una radio costruita da lui!”.

Facciamolo anche noi”. I ragazzi si girarono verso Alfred, ammutoliti. Non si aspettavano minimamente si interessasse alla discussione, figurarsi intervenire. Alfred li guardò tutti negli occhi prima di andare avanti.

Fondiamo un club radio per il nostro college e costruiamoci tutti gli impianti. Se lo facciamo come si deve, Weth ci darà sicuramente una lode e una raccomandazione. Alla fine, per lui conta il lavoro come team di ricerca e sviluppo e come possiamo applicare il progetto in modo concreto”. Gli altri studenti si scambiarono delle occhiate perplesse che Alfred ignorò preferendo assillare i suoi colleghi per accettare la sua idea. Nessuno poteva immaginare che quella proposta avesse un secondo fine.

 

 

 “Hai seriamente convinto i tuoi colleghi a fondare un club radiofonico?!” gli chiese sorpreso Kiku quella sera.

E non un club qualunque: saremo uno dei pochi college ad avere una radio che copre tutto il campus!” rispose eccitato Alfred, che non vedeva l’ora di mettersi al lavoro.

A volte mi preoccupi, sai?” sospirò Kiku, che non voleva rovinare l’entusiasmo del compagno di stanza. 

Il mattino dopo Kiku fu svegliato dalla radio. La sua sveglia indicava le 8 del mattino. Non gli dispiaceva svegliarsi presto anzi, quell’orario era anche troppo tardi per lui ma preferiva riposare un paio d’ore in più nei weekend. Alfred era seduto a gambe incrociate sul suo letto sfatto, intento a disegnare come suo solito. O almeno così sembrava.

Cosa stai scrivendo?” gli chiese Kiku, dopo essersi svegliato completamente. Qualche mese prima si sarebbe arrabbiato con Alfred per averlo svegliato con il rumore della radio ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Alfred alzò gli occhi dal foglio giusto il tempo di rispondergli 

Comincio con la progettazione dell’attrezzatura per il club” prima di reimmergersi nei calcoli. Per un attimo Kiku credette di aver sentito male. Era insolito che Alfred ci tenesse così tanto a completare dei compiti. Mentre formulava questo pensiero, capì quali erano le vere intenzioni di Alfred6. Si strofinò gli occhi con una mano, rassegnato da quella testardaggine. A volte si chiedeva fin dove si sarebbe spinto Alfred per quella voce alla radio. La mattinata trascorse lenta tra Alfred che andava avanti col suo progetto e Kiku che aveva optato per studiare per il suo prossimo esame, accompagnati dalla voce di Arthur e dei suoi ospiti di sottofondo.

 

Eccoci tornati, che ne pensate di questo nuovo pezzo? Come sempre, i ragazzi della nostra orchestra sono fenomenali. Facciamogli un bell’applauso! E ora, il momento che tutti aspettavate: la nostra ultima ora, dedicata come sempre alle vostre telefonate. Mi raccomando, ricordatevi che il tema di oggi sono le festività, sia che le amiate che le detestiate e perché. Cominciamo col primo ospite. Pronto? Sei in linea con Arthur Kirkland di “Lights in US”

Ehy Al, perché non partecipi anche tu questa volta?” suggerì distrattamente Kiku, che non capiva perché Alfred mandasse solo lettere.

Non dirmi che ti vergogni” aggiunse, non ricevendo risposta.

Non voglio dire cavolate, voglio mostrare solo il lato migliore di me stesso” una risposta insolitamente sensata, giudicò Kiku.

Però sei deciso a chiedergli un appuntamento. Perché non fai pratica nel rivolgergli la parola usando come scusa l’ora delle telefonate? Nessuno saprà che sei tu se non dirai il tuo nome” lo incitò il ragazzo, che voleva sostenere l’amico. Dopo un po' di insistenza finalmente Alfred gli chiese di passargli il telefono. Alfred sentiva lo stomaco stringerglisi man mano che la rotella del telefono girava, numero dopo numero, chiudendosi quasi del tutto quando sentì il suono della cornetta che veniva alzata dall’altra parte. Ebbe la fortuna di essere l’ultimo della lista di persone, anche se quell’attesa lo torturava. Sentiva alla radio le varie telefonate che andavano avanti, i cui colori sembravano sbavarsi tra loro, man mano che il suo turno si avvicinava. Si sentiva diviso tra la paura di dire cavolate e l’emozione di parlare con la persona per cui aveva una cotta mostruosa. 

Pronto? È il prossimo. Si ricordi, ha un massimo di 10 minuti in linea. Non sia scurrile e non insulti il presentatore. Inoltre, sono vietate deviazioni dal tema, minacce o propaganda di alcun genere. Le è chiaro?” gli chiese l’operatore telefonico prima di passare la sua telefonata in onda. Alfred acconsentì e dopo pochissimo sentì la voce di Arthur direttamente dall’altro capo del telefono. Avrebbe giurato che per un attimo gli si fosse fermato il cuore.

Buongiorno, come si chiama?”. Alfred era così in ansia che quasi si dimenticò di rispondere ma non appena vide quei colori davanti ai suoi occhi e si affrettò a farlo.

Ah! Si! Buongiorno

Con chi ho il piacere di parlare?”. Alfred quasi si tirò una manata in faccia. “Riprenditi, cazzo!”.

Mi scusi. Sono Alfred Jones, chiamavo per rispondere al tema di oggi. Ehm, se dovessi scegliere una festività, direi sicuramente il 4 luglio. Sa, con tutti quei colori, fuochi d’artificio, cibo…

Ah, il giorno in cui ci siete scappati dalle mani! Scherzo ovviamente”. Alfred arrossì non appena sentì la sua risata. “Io amo il verde, decisamente” pensò. Avrebbe voluto sentirlo ridere ancora. Si chiese com’era il suo volto sorridente dal vivo. Dopo quella prima interazione Alfred riprese fiducia e riuscì a rispondere con sicurezza, cercando di sembrare il più affascinante possibile.

Le assicuro che c’era una buona ragione! In realtà il 4 luglio-

Al, sii sincero. La tua festa preferita è sempre stata San Valentino, altro che il 4 luglio!” urlò alle sue spalle Kiku. Alfred andò nel panico per un attimo, ed ancora di più quando sentì il conduttore radiofonico rispondere a quell’interruzione con 

È la verità? Perché nasconderla? Sono sicuro che la sua ragazza ne sarebbe triste

Ma no, io non sono impegnato

Alfred uscirebbe solo con una bellezza inglese, con un impiego alla rad-“ Alfred attaccò il telefono prima che Kiku riuscisse a terminare la frase, dopo aver inventato una nuova sfumatura di rosso. Avrebbe volentieri ammazzato l’amico ma la vergogna non gli consentiva di mettere in fila più di un pensiero che non fosse “Oh merda, oh merda, oh merda”. Ci fu qualche attimo di silenzio alla radio, come se il presentatore si fosse imbarazzato a sua volta.

Pronto? Mr. Jones è ancora in linea? Pazienza, è stato uno scambio insolito. Le auguro buona fortuna nel trovare suddetta ragazza menzionata dal suo amico. Da Lights in US è tutto, a domani!

 

Beh, se non altro ora hai rotto il ghiaccio” un sorrisino divertito da parte di Kiku, che sentiva di essersi finalmente vendicato di tutte quelle ore in cui Alfred lo aveva assillato con Arthur. Non aveva previsto però che Alfred sarebbe rimasto “bloccato” per il resto della giornata, rovinandogli il sabato. Alfred era convinto che Arthur avesse intuito che si parlava di lui e non aveva più il coraggio di mandargli nemmeno una lettera, figurarsi un eventuale disegno dedica per il suo compleanno! Passò il resto del weekend lavorando al suo progetto di classe, anche se non con la stessa foga di qualche giorno prima. Ci mancò poco che si perdesse la trasmissione di Arthur ma, per quanto si sentisse in imbarazzo, voleva assicurarsi che nulla fosse cambiato a differenza di quello che l’ansia gli diceva. Aveva paura che Arthur potesse riportare a galla quella chiamata e che potesse prenderlo in giro. Passarono altri 2 giorni senza che Alfred trovasse il coraggio di scrivergli una singola parola, facendo innervosire Kiku che lo vedeva così abbattuto.

[Maybe I’m mistaken, I’m a little shaken by that beautiful,
 colorful voice of yours]
  [Fm comes in different colors I believe]

Nonostante avesse perso il suo coraggio, Alfred voleva comunque una qualche forma di contatto con Arthur. Ogni mattina che passava in compagnia di quella voce alla radio aumentava l’intensità del suo desiderio finché, dopo 5 giorni da quel sabato, si decise a scrivere un’altra lettera senza firmarsi. Aveva deciso che, se ormai i suoi sentimenti erano allo scoperto, tanto valeva esprimerli completamente.
 La mattina seguente pregò con tutto il cuore che la sua lettera arrivasse ad Arthur, anche se era completamente fuori tema e insolita. Chiunque fosse ad ascoltare le sue preghiere ebbe pietà di lui, perché poco prima di concludere il solito giro di lettura della posta, sentì Arthur leggere proprio la sua.

E per l’ultima lettera di oggi- Che strano, non ha un mittente. Ricordatevi sempre di scrivere da chi viene o verranno automaticamente scartate, ma dato che ci siamo la leggerò. Dice “Non ho mai sentito una voce così bella come la sua, i cui colori fossero da togliere il fiato. Potrei sbagliarmi ma so di provare amore nei suoi confronti. La mattina è diventata la mia parte preferita della giornata da quando l’ho ascoltata per la prima volta. Non so cosa darei pur di poterla vedere sorridere dal vivo…”. Man mano che leggeva quelle parole, la voce di Arthur si affievoliva, finché non ci fu altro che silenzio. Alfred rimase col cuore in gola, non sapendo come interpretare quella reazione: era stato attento a non rivelare il suo genere o la sua condizione ma temeva comunque che quelle parole potessero passare come un insulto. Si sentì un cigolio e un bisbiglio poco prima che il conduttore proseguisse.

Ehm… scusatemi. È la prima volta che mi capita una lettera simile. In ogni caso, è l’ora delle vostre telefonate! Subito dopo il solito intervento da parte della nostra fantastica orchestra. A tra poco!. Nonostante si fosse sforzato di apparire normale, si poteva percepire chiaramente che era in difficoltà, cosa che non sfuggì ad Alfred, che rimase col dubbio di cosa poteva essere successo, sperando fosse un segno positivo. Più tempo passava, più cresceva in lui la convinzione che quello fosse stato un buon segno, spingendolo a lavorare con più foga. Passò meno di una settimana ed il gruppo di Alfred non solo aveva finito di disegnare i progetti, era già passato al collaudo delle attrezzature.

 

Presto i ragazzi passarono dall’ipotizzare il voto del professore a quale tipologia di trasmissioni avrebbero fatto, includendo anche le varie mansioni dei membri del club. Una volta aperto attirò la curiosità anche degli altri studenti, acquisendo una certa popolarità. Alfred ne andava molto fiero così, quando propose di invitare qualcuno che lavorava nel campo delle radiocomunicazioni, riuscì a convincere gli altri, che affidarono proprio a lui l’incarico. Non se lo fece ripetere due volte e scattò all’ufficio postale per spedire quell’invito per Arthur che aveva sognato fin dall’inizio. La risposta non si fece attendere. Alfred era fuori di sé dalla gioia: Arthur aveva accettato di partecipare alla loro trasmissione durante il suo giorno di pausa!

[I see such pretty things
 You’re all alone, you’re telling me it’s all a joke]

Quella mattina Alfred aveva i nervi a fior di pelle. Non aveva chiuso occhio e si era vestito di tutto punto, desideroso di fare una buona impressione. Non riusciva a concentrarsi a nessuna delle sue lezioni mattutine. Contava i minuti che lo dividevano da quell’incontro. Alle 11.45 arrivò all’ingresso del college, sempre più nervoso. “Manca così poco! Cosa posso dire? Spero non si ricordi della telefonata o non riconosca la mia voce” pensava, non accorgendosi della persona che gli si stava avvicinando.

Mi scusi, sto cercando Alfred F. Jones del dipartimento di ingegneristica. Se no, potrebbe indicarmi la sede della radio del college, per favore?”. Alfred alzò gli occhi di scatto, avrebbe riconosciuto quei colori in mezzo a mille. Davanti a sé c’era un ragazzo più basso di lui, dai capelli biondi, occhi verdi e sopracciglia enormi, dallo stile all’antica. Alfred rimase colpito dal colore dei suoi occhi, lo stesso che aveva visto ogni volta che lo sentiva ridere. Molte volte aveva immaginato il suo aspetto ma vedendolo dal vivo si rese conto che era molto più bello di come se lo aspettava.

Ehm, è tutto a posto?” gli domandò Arthur, un po' interdetto dal silenzio di quel ragazzo che lo fissava così intensamente. 

Ah, mi scusi! Sa, tra poco è periodo di esami e mi sono perso nei miei pensieri” disse sorridendo con imbarazzo. “Complimenti Alfred, ora penserà che sei un maniaco” ma invece Arthur gli sorrise con fare comprensivo, il che non aiutò il cuore di Alfred.

Immagino sia dura, sa io non sono mai andato al college. Può aiutarmi, se non è troppo impegnato?” gli chiese, porgendogli l’invito ricevuto per partecipare alla radio.

Sono io Alfred Jones. È un vero piacere conoscerla Mr. Kirkland. Sa, sono un grande fan del suo programma e sono convinto che anche i miei colleghi resteranno impressionati dal suo lavoro” si presentò il ragazzo stringendogli la mano. Mentre i due continuarono a chiacchierare per tutto il tragitto, Alfred si sentì sempre più a suo agio ed in sintonia con Arthur. Ad Alfred sembrava di sognare ed era così felice che si mise pure a disegnare mentre ascoltava l’intervista dei suoi colleghi ad Arthur. Ogni tanto alzava gli occhi ed incrociava lo sguardo con Arthur, che lo osservava saltuariamente, ma poi distoglieva lo sguardo sentendo le orecchie in fiamme. Alla fine Alfred si concentrò su quel disegno e non si accorse che l’intervista era finita ed era iniziato un nuovo segmento era cominciato.

Certo che è un disegno insolito”. Quella voce colorata fece trasalire Alfred, che si girò subito.

Questo? Oh, non molto. Avete già finito?” Alfred si affrettò a mettere via le sue cose, deciso a riaccompagnare Arthur fino alla sua auto.

Breve ma intenso direi ma ogni tanto ci sta passare una giornata simile. Il vostro entusiasmo mi ricorda il mio di quando giocavo con le manopole della radio di mio padre da bambino. Avete progettato e costruito voi gli impianti, giusto?

Si, ognuno si è occupato di una fase e abbiamo fatto del nostro meglio. Io mi sono occupato della progettazione e ho coordinato i miei colleghi nella costruzione insieme ad un altro paio di membri. Certo, ci avremmo impiegato anche di meno se il mio compagno di stanza non avesse deciso di farmi uno scherzo. Insomma, come ti viene in mente di disturbare gli altri mentre fanno telefonate importanti?! Prima o poi gli renderò il favore” si lamentò Alfred mentre camminavano per i corridoi. Assorto nei suoi pensieri non si era nemmeno reso conto di aver parlato di quella storia con il diretto interessato, lasciandosi scappare qualche dettaglio di troppo.

Aspetta, per caso sei il “ragazzo di San Valentino” ?”. Alfred si fermò di colpo, vergognandosi da morire. Avrebbe voluto scavarsi un fosso e nascondercisi dentro ma allo stesso tempo voleva ancora passare del tempo con Arthur. Non poteva credeva alle proprie orecchie quando sentì Arthur ridacchiare, facendolo sentire peggio. “Ride perché la trova una cosa umiliante?” si chiedeva, cominciando a mordersi l’interno della guancia per il nervosismo. Non osava alzare gli occhi da terra ma quando sentì la mano di Arthur posarsi sulla sua spalla non poté non incrociare il suo sguardo.

Non preoccuparti, può capitare. E poi…” Alfred per un secondo si fece delle aspettative “Meglio San Valentino che il 4 Luglio. Scommetto possa essere più interessante per un bel ragazzo come te”. Alfred arrossì per quel complimento.

In realtà non sono molto interessato all’andare agli appuntamenti

Peccato però” commentò quasi sottovoce Arthur, stupendo Alfred che non capiva se doveva prenderlo come una battuta o un incoraggiamento. Ma quando raggiunsero l’auto, decise di provarci.

Le-le piacerebbe prendere un caffè insieme uno di questi giorni? Sono molto curioso del suo lavoro e mi piacerebbe approfondire. Ah, quasi dimenticavo, volevo darle questo. Alla radio aveva accennato sarebbe stato il suo compleanno alla fine di questo mese ma non ha mai detto la data esatta. Mi perdoni se la sto mettendo a disagio”. Mentre parlava, rovistava nel suo zaino e tirare fuori uno dei suoi disegni astratti, solo che a differenza dei soliti schizzi, questo era particolarmente curato. Sul retro era scritto “Se la radio della mattina avesse una forma”. Gli occhi di Arthur passarono prima sul foglio e poi su Alfred diverse volte prima che si decidesse a prenderlo. Non si aspettava un regalo da un ragazzo per il suo compleanno, a maggior ragione visto che si conoscevano da poche ore, ma d'altronde era un fan. Mentre osservava il disegno, si accorse che Alfred stava spostando il proprio peso da una gamba all’altra, palesemente nervoso: una cosa che Arthur trovò adorabile.

Solo se mi darai del tu e mi permetterai di offrirtelo il caffè. Sarò immigrato in America ma resto pur sempre un gentleman britannico” fu la risposta di Arthur, mentre entrava nell’auto.

E Alfred” aggiunse tirando giù il finestrino e mettendo in moto la vettura “Grazie per il disegno. È davvero bello”. Alfred lo guardò andarsene, imbambolato da quelle parole. Quando si riprese fece un salto, felice come se fosse Natale e il suo compleanno insieme, alternando incredulità alla gioia più selvaggia. Avrebbe voluto sbandierarlo ai quattro venti, vantandosi con chiunque di aver strappato un appuntamento alla persona che gli piaceva ma, per sua fortuna, Kiku era riuscito a ridurlo alla ragione, dopo essere stato il primo a cui Alfred aveva raccontato questa storia. Le giornate che separavano Alfred dal suo prossimo incontro con Arthur passarono in un baleno e presto il ragazzo si ritrovò in uno dei suoi bar preferiti vicino al centro, che scoprì essere il preferito anche di Arthur.
 I due cominciarono a chiacchierare perdendo la cognizione del tempo, passando da un argomento all’altro, ritrovando subito la chimica che c’era stata tra loro qualche giorno prima. Fu grazie a quella sensazione che Alfred trovò il coraggio di confessare ad Arthur delle lettere che mandava al suo programma.

Parlando delle lettere dei fan… Ammetto di averne mandate parecchie io stesso, firmandomi A.F.J.

Ho presente! È bello conoscere uno dei fan più affezionati del mio programma”. Se Alfred aveva titubato un po' su come andare avanti, bastò vedere Arthur sorridere che si decise.

Ecco, non le ho firmate tutte. Recentemente, ne ho mandata anche una anonima, solo che era… imbarazzante

Perché? Dai, ne ricevo parecchie che sembrano strane o imbarazzanti. Sono sicuro non fosse così male, anche se quelle senza nome vengono scartate automaticamente

A dire il vero l’hai letta e dire a qualcuno che farebbe di tutto per vederlo sorridere è imbarazzante”. Calò il silenzio tra i due, mentre Alfred annegava nell’ansia. Ricordava quella lettera parola per parola ma non sapeva se sperare o meno fosse lo stesso anche per Arthur.

Quindi tu sei quello dei colori?”. Alfred si limitò ad annuire, preparandosi mentalmente per ogni evenienza. Invece il volto di Arthur divenne rosso per l’imbarazzo, spiazzando Alfred che trovò quella reazione estremamente adorabile. Lo avrebbe baciato se non fossero stati in pubblico, arrossendo per quel nuovo pensiero. Deglutì prima di aprire bocca.

Ero serio in quella lettera, Arthur. Mi sono… innamorato di te attraverso quella radio e non hai idea di quanto disperatamente volessi incontrarti e lasciamelo dire, tutti questi mesi ne sono valsi la pena. Non pensavo che una voce tanto bella potesse appartenere a una persona così stupenda. So di essere solo uno studente mentre tu sei un uomo in carriera, e soprattutto che siamo entrambi ragazzi, ma ti-ti-ti…” Alfred non riusciva a finire quella frase, esasperato.

Esci con me, ti prego!” riuscì a dire alla fine. Il silenzio che precedette la risposta di Arthur gli sembrò il più lungo della sua vita. Sentiva lo stomaco e il petto fargli male per l’ansia. Sapeva che non era una richiesta da poco ma voleva sperare di avere qualche possibilità.

È la prima volta che chiedi a qualcuno di uscire, vero?” lo punzecchiò un po' il conduttore, divertito dalla frustrazione di Alfred nel non riuscire ad esprimersi correttamente. Alfred si limitò ad annuire, sicuro che lo avrebbe deriso. Invece Arthur lo stupì ancora, rispondendo

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