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Autore: Nemesis01    05/11/2022    1 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







III.


 

Scorpius era sempre stato molto mattiniero, era il primo di tutti i Serpeverde ad andare a fare colazione. Quando giunse in Sala Grande erano a malapena le sei del mattino, a quell'ora erano ancora tutti a dormire. A Malfoy non dispiaceva fare colazione da solo: non doveva subire occhiatacce e battutine, nessuno lo giudicava se mangiava un biscotto in più e poteva godersi Hogwarts nel silenzio più assoluto. Certe magie capitavano solo a quell'ora.

La mattina del suo secondo giorno, però, quando entrò in Sala Grande la trovò già occupata. Al tavolo di Grifondoro c'era James. Era seduto sulla panca a gambe incrociate, indossava la camicia al di fuori dei pantaloni, aveva la cravatta allentata ed era bellissimo. Due grosse cuffie gli coprivano le orecchie e sembrava avere un'aria completamente assorta tanto da tenere gli occhi chiusi... Probabilmente ascoltava della musica. Era così affascinante che non riuscì a staccargli gli occhi da dosso, tanto da inciampare contro la panca di Corvonero e finire a terra. Diventò rosso in volto, non tanto per il dolore quanto per l'imbarazzo dovuto al rumore che aveva fatto. Rimase a terra per un po', nella speranza che Potter non avesse né visto né sentito; rifletté seriamente sull'ipotesi di rotolare fino a raggiungere il tavolo di Serpeverde ma l'idea di poter essere visto nel mentre lo fece sentire ridicolo.

- Ehi, tutto bene? -

No.
Non poteva essere vero.

Scorpius sollevò lo sguardo e incrociò quello di Potter, arrossì ancora di più e non provò nemmeno ad alzarsi. - S-sì, grazie. -
James tolse le cuffie dalle orecchie e le poggiò a ridosso del collo; poi allungò una mano verso di lui gli sorrise. - Dai, ti aiuto ad alzarti. -
Malfoy arrossì ulteriormente ma afferrò la sua mano e si rialzò imbarazzato. - G-grazie, Potter. -
- Figurati. Hai aiutato mia sorella, sono in debito con te. Come ti senti? -
- Avrei preferito non inciampare, - borbottò il Serpeverde portando una mano dietro la testa. Il Grifondoro sorrise e, dopo avergli lanciato uno sguardo per sincerarsi che fosse tutto okay, strinse le spalle.
- Buona colazione, - disse soltanto, prima di tornare al tavolo della sua casa.
- A-anche a te, - farfugliò Malfoy dandosi subito dell'idiota. Avrebbe dovuto approfittare, invitarlo a fare colazione insieme, parlare con lui o restare seduto accanto al ragazzo più bello della scuola. Invece no, lui era stato "alla larga dai Potter". Scorpius andò a sedersi al tavolo di Serpeverde e fissò James bere una tazza di caffè da lontano. Era così bello... Sbuffò e recuperò a sua volta una tazza dal centro della tavola. Grazie alla magia si riempì di cappuccino di soia, bevanda che iniziò a bere distrattamente.

Sebbene avesse avuto più occasioni per parlarci non era mai riuscito a farlo; un po' la timidezza, un po' perché aveva paura di una reazione strana da parte del padre, si era sempre limitato a osservarlo da lontano. Forse avrebbe dovuto essere più sicuro di sé, ma cosa avrebbe dovuto dirgli?
Non poteva di certo andare lì ed esclamare: "ciao James, diventiamo amici?"... Insomma, sarebbe stato ridicolo, non aveva più cinque anni!
Era davvero complicato essere un Malfoy.


Capitò, però, un giorno della settimana successiva, un'occasione che non riuscì a passare inosservata. Scorpius era appena uscito dalla Biblioteca e reggeva un paio di grossi volumi tra le braccia. La domenica pomeriggio Hogwarts era molto più tranquilla; gli studenti più grandi ne approfittavano per un giro extra a Hogsmeade, se non c'erano gli allenamenti di Quidditch, mentre quelli più giovani socializzavano nelle rispettive Sale Comuni. Scorpius non era molto estroverso e preferiva occupare il tempo libero per anticiparsi qualche pergamena di Storia della Magia o Pozioni piuttosto che farsi prendere in giro dai suoi compagni, per questo raggiunse l'unico posto che sapeva essere deserto a quell'ora: il campo da Quidditch.
Era piacevole stare seduto sugli spalti quando non erano sovraffollati da tifosi urlanti. Inoltre, l'aria frizzante del pomeriggio lo aiutava a restare vigile mentre ripeteva come l'Ordine di Merlino avesse fatto infuriare la Lega di Morgana, cosa che avrebbe volentieri evitato di fare ma il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere una verifica e non poteva permettersi il lusso di un voto che fosse più basso di una "O". Suo padre sarebbe andato su tutte le furie! Quindi, anche se avrebbe volentieri approfittato di un pomeriggio libero per dormire un po', continuò a stare con la testa sui libri fino a quando un rumore non lo distrasse da quella lettura poco coinvolgente: James Sirius Potter era appena caduto sull'erba del campo.

Scorpius sussultò e si affacciò per verificare che fosse ancora vivo. Potter si era subito rimesso in piedi, si era ripulito le ginocchia dall'erba e dal terreno, aveva sistemato i capelli in un codino e aveva ripreso a correre. Malfoy invidiava la costanza e la dedizione che contraddistinguevano James; era bravo a scuola come negli sport, eccelleva nelle attività extracurricolari come il Club dei Duellanti e il Coro di Hogwarts e aveva un sacco di amici. Lui a stento riusciva a superare l'anno scolastico saltando il Torneo di Scacchi Magici di fine anno! James aveva sicuramente una o due marce in più. Chissà se in vita sua si era mai sentito stanco o se qualche volta avesse pensato di non farcela... E chissà cosa aveva fatto per ritrovare l'energia e la carica giusta per affrontare ogni situazione.
Ora, per esempio, aveva solo ripulito le ginocchia e aveva ripreso l'allenamento; era stato un gesto rapido, di pochi secondi, eppure gli era bastato per andare avanti. Scorpius, invece, non era più riuscito a recuperare l'attenzione per ripetere Storia della Magia e aveva trascorso l'intero pomeriggio a guardare James allenarsi. Aveva addirittura cambiato posto; si era messo prima su un anello più basso e poi, infine, aveva raggiunto la panchina degli allenatori per guardare meglio. Non era nemmeno sicuro di essere stato notato e né che quello fosse il suo obiettivo ma, quando il ragazzo, affannato e sudato, gli si parò di fronte, avvertì distintamente il cuore battere all'impazzata.
Senza pensarci su due volte afferrò la propria borraccia Serpeverde e gliela porse.

- Grazie, - disse Potter afferrando l'oggetto. James tolse il tappo e fece per avvicinare le labbra al beccuccio quando ebbe un attimo di esitazione. - Non stai tentando di uccidermi, vero? -
- Io... Ma... No! - Scorpius sembrò veramente offeso. Andava bene la rivalità tra i loro genitori ma lui non era Draco e stava già trasgredendo all'ordine di stare lontano dai Potter per sottolinearlo. - Pensavo avessi sete... È solo acqua, - specificò. Davvero il suo cognome ispirava così poca fiducia?
- Chiedevo, - rispose James facendo spallucce e bevve un sorso. In realtà aveva così tanta sete che avrebbe volentieri finito la bottiglia ma non voleva lasciare Malfoy a corto.
- Puoi finirla, se ti va. Credo tu stia morendo di sete! -
- Oh, sì, grazie, - ribatté James felice come se avesse incontrato lo spirito di Godric in persona.
Scorpius sorrise e lo guardò accomodarsi al suo fianco. Merlino, quanto era bello. Non poteva credere che stava bevendo dalla sua borraccia!
- Non hai freddo? - chiese Potter.
- Non sono io in shorts e canotta, - obiettò Malfoy. - Però ammetto che l'aver dimenticato la sciarpa non è stata una mossa astuta. -
- Io sono ancora accaldato dall'allenamento... Ma, se mia mamma fosse qui, inizierebbe a darmi per defunto entro i prossimi due giorni. -
- "Tutto sudato in mezzo al vento! Dillo che vuoi morire. Mi vuoi far venire un infarto, sì? Per tutte le fate turchine, James, copriti immediatamente con quindici mantelli di lana!" - ironizzò Scorpius in una perfetta imitazione di una qualsiasi madre apprensiva.
James scoppiò a ridere tanto che si stava per strozzare con l'acqua che gli era andata di traverso. - Uguale, - commentò quando si riprese.
Malfoy rise poi quella espressione si completò con una nota di malinconia. - Anche mia madre era così, - disse soltanto. Gli mancava davvero tanto. Non che suo padre gli avesse mai fatto mancare qualcosa ma l'amore di una mamma era diverso. C'era un legame più profondo.
- Apprensiva e protettiva? -
Malfoy annuì. - Ogni scusa era buona per imbacuccarmi con sciarpa, guanti, cappelli, paraorecchie e almeno due mantelli, soprattutto quando nevicava. -
James ascoltò in silenzio mentre giocherellava con il piccolo ciondolo che penzolava dal tappo della borraccia.
- Quando mi infagottava tanto da farmi assomigliare a un pupazzo di neve mi faceva arrabbiare ma, ora che non c'è più, mi manca tanto anche quello. Soprattutto quando nevica. -
- Non nevicherà per almeno un altro mese, - rispose Potter, dopo aver appoggiato una mano sulla spalla di Scorpius.
- Lo so, - farfugliò Malfoy, - ma nevica qui dentro tutti i giorni, - terminò indicando con un dito il proprio cuore. Gli occhi divennero lucidi dalla tristezza e abbassò lo sguardo. Che figura stava facendo proprio davanti a James? Si stropicciò gli occhi e tirò un sospiro profondo cercando calmarsi. Potter gli fece una carezza lungo la schiena e parlò con tono dolce. - È normale che ti manchi, Scorpius, era tua mamma ed è andata via proprio quando avevi bisogno di lei. Puoi piangere, se ti va, - lo rincuorò, - non lo dirò a nessuno. -

Malfoy sollevò lo sguardo verso il Grifondoro e, come se non avesse fatto altro che aspettare quelle parole per tutta la sua vita, scoppiò a piangere. I grossi lacrimoni che scendevano dai suoi occhi sembravano non aver freno e cadevano pesanti fino a bagnare le nocche delle mani. James rimase immobile per un po'; quel pianto gli ricordò quello che si era fatto Albus quando scoprì della separazione dei loro genitori, solo che Albus poteva comunque vedere sia la madre che il padre, e per questo era stato facile consolarlo... Scorpius, invece, aveva perso la madre per sempre. Titubante sul da farsi, si sporse per abbracciarlo. Non c'erano molte parole da dire ma non poteva lasciarlo lì a piangere da solo.
Il Serpeverde, poi, ne aveva già passate tante, tra i pregiudizi vari e bulli che lo avevano preso di mira, ma era rimasto un ragazzo gentile e disponibile, senza considerare che aveva aiutato sua sorella in un momento delicato.
No, non poteva proprio lasciarlo lì da solo; così, gli tenne compagnia mezz'ora, il tempo che ci volle per far scorrere via la tristezza.

Scorpius si staccò a malincuore dall'abbraccio; era un cretino. Aveva avuto finalmente occasione per parlare con James per conoscerlo meglio e l'aveva sprecata a piangere. Si stropicciò gli occhi e li asciugò con il dorso delle mani, ancora imbarazzato. - Scusami, - bisbigliò.
James non disse nulla e si limitò a sorridergli. Malfoy sospirò e si alzò in piedi. - Si sta facendo buio, dovremmo tornare dentro. Io dovrei, - specificò. -
- Io vado a prendere la divisa dagli spogliatoi e poi andrò in Sala Grande. Ah, - sospirò e gli porse la borraccia vuota. - Grazie per l'acqua. -
- Tienila, - si affrettò a dire e sorrise ancora. - Così puoi ricordarti che anche i Malfoy e i Serpeverde possono essere gentili, - commentò e, prima che l'altro potesse rispondere, corse via lasciando James seduto sulla panchina da solo. Potter rimase immobile e confuso poi, quando il Serpeverde fu ormai lontano, si alzò dalla panchina e si diresse verso gli spogliatoi.


- Hai ancora quello schifo Serpeverde? -
- Il verde è il mio colore preferito, - rispose James senza distogliere lo sguardo dai libri. Era passata quasi una settimana dall'ultima volta che aveva incontrato Scorpius e non era più riuscito a incrociarlo in corridoio.
- Malfoy, - lesse Louis arricciando le labbra. - È sua. Ti ha dato un pegno d'amore? -
- Smettila e posa quella cosa, - lo rimproverò Potter.
Weasley roteò gli occhi e poggiò la borraccia lì dove l'aveva trovata. - Tra qualche giorno è il compleanno di Lily, ha detto che vuole fare una festa, - gli ricordò.
- Possiamo parlarne dopo? -
- Vuole invitare anche Scorpius. -
- Domani ho la verifica di Difesa Contro le Arti Oscure, Louis. -
- Non ti importa che Malfoy venga alla festa? Dopo tutto quello che ha fatto suo padre... -
- Non è un problema mio, - sbuffò James innervosito. - Scorpius è ok. -
Louis storse il muso e, dopo aver tirato un sospiro, riprese a studiare.

La biblioteca era un posto tranquillo e, salvo le risate di qualche ragazza in sottofondo, non sembrava volare una mosca.
- Davvero verrà anche Malfoy? - Stavolta fu James a rompere il ghiaccio.
Louis si limitò ad annuire mentre Potter girò la pagina del libro, pensieroso. Era strano: durante gli anni precedenti aveva fatto molta attenzione a evitare la sua famiglia mentre ora, invece, partecipava anche alle feste.
- Lo ha invitato Lily... Credo si sia presa una cotta per lui, - commentò Weasley senza alzare lo sguardo dal libro. L'altro sollevò gli occhi al cielo distrattamente poi, come se la notizia non gli importasse, strinse le spalle. - Papà non la prenderà bene. -
- Dubito che lui ricambi, comunque. -
- Dici? Ha anche portato Lily in infermeria! -
- Andiamo, devi essere solo uno stronzo senza anima se vedi un tuo compagno stare male e scegli di non accompagnarlo da Madama Abbot. -
- Anche questo è vero... -
- È che mi sembra più interessato a un altro Potter. -
- Tipo? -
- Tipo uno che ha la sua borraccia. -
- Ma sei fuori come un Kappa! A parte che comunque non mi pare sia gay ma in ogni caso io ti ho già raccontato com'è andata con questa cosa. -
- Tu sei James Potter, sei quello che l'ha salvato dai bulli più di una volta... sei praticamente una leggenda in questa scuola e hai aiutato proprio lui! Se io fossi una ragazza ti cadrei ai piedi con le gambe aperte. -
- Oh Merlino, Louis, che schifo. - 
- Weasley, Potter! Oh Morgana, ancora mi ritrovo richiamare questa coppia, - sbuffò la bibliotecaria. - Qui si studia e lo si fa in silenzio. Se volete chiacchierare andate in Sala Grande. -
- Ci scusi, - risposero i due all'unisono.

James intinse la piuma di Augurey nell'inchiostro blu e riprese a scrivere il suo tema sui vari utilizzi degli Incanti Scudo. La teoria del cugino non sembrava totalmente campata in aria ma... No, no, aveva sicuramente parlato a vanvera come suo solito. Se Scorpius provasse qualcosa per lui avrebbe sicuramente giocato meglio le proprie carte, soprattutto avrebbe cercato un contatto nei giorni a seguire, cosa che non era successa.

- Tanto lo vedremo alla festa, - disse Louis e sogghignò.



*

NdA
Un altro capitolo su James e Scorpius. I capitoli sono alternati tra la Nuova Generazione a scuola e le vite dei loro genitori a Hogsmeade/Londra. Che dire... spero vi sia piaciuto.


*

NdA/09GIU23
Anche qui ho apportato delle piccole modifiche, nulla di trascendentale rispetto alla trama originale. È assurdo pensare come uno possa trovare errori anche dopo cinquemila letture. Capita anche a qualcun altro o sono io la pazza ossessiva?
Un abbraccio a tutti <3.

 

 

   
 
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