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Autore: lulette    21/11/2022    5 recensioni
Dal capitolo I
[...Era da un po' che Merlin ci pensava.
Il suo re passava ogni sera in camera sua con la sua fidanzata, Gwen. Li sentiva sospirare e gemere, fuori dalla porta. Erano settimane che nessuno poteva entrare nella camera reale dopo l'orario di cena, nemmeno lui...]
[...Gli frullava in testa quell'idea strana.
Era un mago.
E se per una volta avesse voluto usare la magia unicamente per sé? Perché non poteva utilizzarla per una cosa alla quale lui teneva così tanto? Perché doveva usarla per salvare Arthur e Camelot e non per altro?...]
[..."Che ci fai qui? Vattene via, Merlin!" urlò Arthur feroce.
Nell'uscire, il servo passò di fianco al letto e guardò il re con occhi furenti, sbottando: "Potevate almeno chiudere a chiave, sire!"
"Tira le tende del letto, prima di uscire!" gridò ancora Arthur.
"Tiratevele da solo!" e se ne andò sbattendo la porta...]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Facile ad faciem


(A tu per tu)










 




"Madre!"

Merlin abbracciò sua madre con grande trasporto e quando la guardò in viso si accorse che la donna aveva le lacrime agli occhi. 

"Madre, non piangete. Siete qui per divertirvi, oggi. Lasciatevi guardare … siete bellissima!"

Era vero. Così vestita e pettinata, sua madre non era mai stata più bella.

"E mio padre?"

"È in missione per conto di re Olaf e comunque non sarebbe mai venuto…"

"Giá,... ma sarete stanca. Vi mostro i vostri posti."

 

Dietro la madre un ragazzo sorridente stava dicendo: "Non mi saluti Merlin? Essere il valletto di re Arthur, ti ha reso così superbo?"

Merlin si tuffò sul ragazzo, abbracciandolo forte.

"Will. Dio! Che bello averti qui! Sapessi: ho un milione di cose da dirti e voglio sapere tutto di te. Magari durante il ballo oppure una volta finito tutto. 

Adesso non posso."

"Non preoccuparti. Io capisco che tu debba stare sempre appiccicato al tuo re.

Poverino!"

 

Will aveva il sorriso più malizioso di qualunque essere Merlin avesse mai conosciuto. La sua impertinenza era la cosa più divertente e più sfiancante, a seconda dei casi. "Avete già ... consumato?" bisbigliò al suo orecchio.

"Tu sei pazzo… Sono cambiate molte cose…"

"Non vedo l'ora che tu mi aggiorni!" 

 

Arthur tornò dentro al castello e Merlin, dato un veloce bacio alla madre, gli corse dietro.

 

Merlin si guardava intorno. La maggior parte delle persone non lo notava, ma si avvide che ogni tanto qualcuno lo guardava. Qualche ragazza … qualche ragazzo… Probabilmente lo notavano soltanto  perché era con il re. 

 

Incrociò Odin più volte. Il re gli sorrideva sempre e lui rispondeva a sua volta con un piccolo sorriso o un cenno del capo. 

Stava appunto inchinando la testa verso Odin, che Arthur si voltò verso di lui, stizzito e si fermò. Quasi Merlin gli finì addosso. 

 

"Hai finito di flirtare con tutti a destra e a manca?" gli sussurrò in faccia, inviperito.

"Non sto flirtando. Mi sto solo guardando attorno, visto … che ho gli occhi!"

"Credi che sia cieco e che non veda quando sbatti le tue ciglia da cerbiatto a Odin?"

Merlin rise. "Non credo che Odin sia interessato a ciò che potrei dargli"

Arthur diventò rosso fino alle orecchie. "Merlin, vedi non tirare troppo la corda. Preferirei non pensare a certe cose!"

"Ma no... volevo dire che a Odin non interesso."

"Non è quello che sembra…"

"Mi ha fatto capire che per lui sono troppo … inesperto. Anche se mi ha dato carta bianca…"

Arthur lo guardò inorridito e Merlin s'affrettò ad aggiungere:

"Comunque sono io a non essere più interessato a lui…"

"Che ti ha fatto?" chiese il sovrano con un'espressione incerta: non era sicuro di volerlo sapere veramente.

"Non mi sono piaciute alcune cose che mi ha … detto"

"Meno male, Merlin. Puoi trovare di meglio!" disse Arthur quasi sollevato. 

Il re non avrebbe mai pensato che una scoperta del genere su Merlin, lo avrebbe portato a un tale stato di agitazione. Voleva proteggerlo da sé stesso oltre che dagli altri, ovviamente. Il ragazzo oggi gli sembrava più disinibito, meno dipendente da lui e non era sicuro che questo gli facesse piacere. 

Era sempre stato un po' possessivo nei confronti del suo valletto: forse poteva spiegare così la causa delle sue preoccupazioni.

 

Merlin rise di nuovo. Arthur che gli suggeriva di scegliere qualcosa di meglio, cioè un uomo migliore di un altro, era una cosa quanto meno comica. 

Però era vero che Odin non gli interessava più. L'uomo gli aveva fatto chiaramente capire che, se voleva ... insomma tutto o niente! E sinceramente Merlin non ci aveva neppure pensato a Odin in quel modo. Il re di Daridal aveva visto giusto, pensando che Merlin avrebbe voluto solo … come l'aveva chiamato? … pomiciare con lui.

Invece aveva ricevuto un bacio che non gli era piaciuto. Era stata quindi tutta colpa di un bacio sbagliato? 

Si girò verso Arthur che gli camminava al fianco, ammirandone il nobile profilo. 'Se a baciarmi in quel modo fosse stato Arthur, avrei provato le stesse cose?'

Per una frazione di secondo provò a immaginarsi la scena e chiuse gli occhi.

'Oh cavolo!' Al solo pensarci si era sentito scaldare il petto. E un brivido di eccitazione gli aveva attraversato il corpo.

 

Merlin si ricompose.

Non era il bacio ad essere sbagliato, ma la persona. Sarebbe mai andato bene qualcun altro che non fosse Arthur? Forse un ragazzo più ingenuo e dolce avrebbe potuto arrivare a toccargli il cuore e a distrarlo dal re.

 

"Maestá, non capisco…" continuò Merlin, poco dopo. "Perché questo cambiamento di opinione? Perché questa differenza di trattamento tra uomini e donne? Mi avete consigliato di conquistare una ragazza qualsiasi, purché decente, e invece non devo accontentarmi se si tratta di uomini?"

"Non sono esperto di uomini…" fece il re con una smorfia. 

"Quindi tutto quello che mi avete insegnato è stato inutile?" chiese Merlin con una faccia da cucciolo triste. In realtà lo stava prendendo in giro.

Si stava divertendo da matti.

"Non lo so! Sicuramente l'ultima lezione non ti servirà!"

"Una noia…" osò Merlin.

Arthur suo malgrado sorrise. "Se tu fossi stato sincero fin da subito, ce la saremmo risparmiata tutti e due. È stato piuttosto … imbarazzante per me."

"E come facevo? Sapete cosa rischiano quelli come me … Credevo che non avreste mai accettato la situazione, altrimenti mi sarei aperto con voi, molto tempo prima … "

"Allora non mi conosci  come credevo! Avresti dovuto capire quanto tu sia importante per me. Credo di avertelo dimostrato…"

"Con i fatti me l'avete certamente dimostrato, ma…"

"E non è quello che conta?"

"Sicuramente ma, perdonatemi, voi non siete molto bravo a parlare di queste cose, cioè di sentimenti e di emozioni…"

"Lo so anch'io. Ma non è facile. Non ho mai saputo farlo…"

"Se non vi offendete, un giorno potrei insegnarvelo io."

"Non lo so. Ci devo pensare."

"C'è un 'altra cosa, maestà … Non offendetevi, ma io ho paura che domani risvegliandovi e ripensando a quanto successo oggi, voi potreste cambiare idea su di me…"  

"Non succederá. Tu sei e rimani sotto la mia protezione, e finché sarò al mondo, non ti accadrà nulla di male."

"Anche se qualcuno se ne accorgesse?"

"Sì, anche in quel caso!"

"E se si venisse a sapere per tutta Camelot che avete sotto la vostra protezione una persona come me, non vi chiedete cosa potrebbero pensare di voi?"

"Sei terribile, Merlin! Che pensino ciò che vogliono. Un re può fare questo ed altro.

Ci sono cose molto peggiori di questa che un sovrano può fare e restare impunito."

"Allora mi terrete come vostro servo?"

"Credo proprio di sì. Però d'ora in poi farò chiamare George per il mio bagno…"

 

Merlin rimase a bocca mezza aperta. C'era rimasto male. Era questa la fiducia che il re gli dimostrava? 

Pur essendo innamorato di lui, Merlin, anche quando il re girava nudo per la camera, si era sempre comportato in maniera irreprensibile. Ciò che vedeva gli piaceva molto, non lo negava, ma il massimo che si concedeva era quello di tirarne fuori il ricordo, solo in un secondo tempo, quando era da solo, nella sua fantasia che non rappresentava una minaccia per il sovrano e che riguardava unicamente lui.

 

Per Arthur il bagno rappresentava uno dei momenti più intimi e sacri e Merlin lo sapeva. Il servo non si sarebbe mai sognato di rovinare quel momento con sguardi illeciti o dichiarazioni inopportune.

 

Arthur scoppiò a ridere. 

"Dio! La tua faccia, Merlin. Ti stavo solo prendendo in giro!"

Il ragazzo sospirò e si sentì più leggero ma ribatté seccato: "Chissà adesso cosa mi toccherà subire visto che conoscete il mio segreto!"

"Qualcosa sicuramente ti toccherà, rassegnati" ridacchiò il re.



 

Dopo un po' si fermarono ad un tavolo con i giovani del popolo.

I ragazzi e le ragazze erano molto gentili e sorridenti con il re e con Merlin. 

I giovani di quel tavolo avevano gli occhi che brillavano. Per molti di loro, quello era un sogno  trasformato in realtà.

E Arthur notò la differenza di atteggiamento tra l'entusiasmo di quei giovani semplici e la noia dimostrata dai giovani nobili che sembravano trovare tutto obsoleto e barboso, abituati a vivere in pompa magna, dal primo giorno della loro vita. Sembrava che tutto fosse loro dovuto, anche l'amicizia del re. 

C'erano anche tra i nobili delle persone sensibili e intelligenti, come sicuramente all'interno del popolo c'erano persone indisponenti e malevole, ma in quel momento Arthur condannava il lassismo della casta di cui faceva parte, e ammirava la gioia di vivere dei popolani. 

 

Dopo ore passate ai diversi tavoli, il re si sentiva un po' provato. Merlin sembrava addirittura catatonico.

 

"Vado in camera, a rinfrescarmi un attimo. Ce la fai da solo per un po’?" gli chiese Arthur.

"Non avete bisogno di me?"

"No, goditi la compagnia…"

 

Sarebbe stato bello andare a parlare con sua madre e Will ma gli fischiavano le orecchie e aveva poco equilibrio. Tutto il vino bevuto brindando con i commensali dei vari tavoli non aiutava.

 

Appena Arthur sparì, Merlin si scusò e lasciò il tavolo. 

 

Si diresse verso le rive del fiume, poco distante. Bramava un posto tranquillo, al sole e si infilò in un sentierino tra le siepi vicino alla sponda.

L’erba fitta formava quelli che sembravano essere soffici materassi che invitavano a sdraiarcisi sopra per un riposino. E Merlino cedette all’istante e si adagiò sul prato: 'Che meraviglia!'

Sperava di non addormentarsi.

Poco dopo sentì un rumore sommesso. Sembrava un grugnito. Che fosse un cinghiale? No, forse un maialino?

Spostò con la mano un cespuglio vicino a sé, da dove sembrava provenire lo strano rumore e strillò di spavento, trovandosi di fronte all'improvviso la faccia di un uomo.

 

"Eh! Oh! Che succede?" 

L’uomo era stato svegliato dall’urlo del ragazzo.

 

Merlin riconobbe il suo interlocutore all'interno della sua lucente armatura.

E scattò a sedere.

"Vi ho spaventato? Scusatemi, sir Valiant…"

"Non preoccuparti! Cercavo solo un posto per riposarmi un po'…Merlin. Ti chiami Merlin vero?"

"Sì, signore…"

Merlin si alzò in piedi, un po' troppo in fretta e si accorse quando ormai era tardi, che pendeva pericolosamente da un lato, e infatti cadde.

"Oh, cavolo!" disse Valiant che aveva provato ad afferrarlo, ma non aveva fatto in tempo. "Come stai?"

Visto da lì, da sotto in su, sir Valiant sembrava gigantesco.

"Tutto bene, grazie."

Valiant lo tirò su per le mani, senza il minimo sforzo e lo fece sedere su un largo masso, sedendosi al suo fianco. 

"Non volevo svegliarvi! Anch'io cercavo un posto silenzioso per riposare … le orecchie."

"A chi lo dici! Re Alined e il suo fido Trickler fanno una gran confusione. Sempre a dire cattiverie su chiunque!"

"Comprendo benissimo, signore" sorrise Merlin.

Per un po' si godettero il silenzio che regnava in quel posto, con gli occhi chiusi e i visi rivolti al sole.

 

"Merlin … sei ancora arrabbiato con me, per aver attentato alla vita del tuo re, quella volta?"

"Sono arrabbiato solo perché si trattava di uno stupido torneo. Non li ho mai capiti. Arrivare ad ammazzarsi per sport non lo concepisco."

"Sei tosto per essere un semplice servo. Non si tratta solo di dimostrare chi è più abile con la spada o più forte fisicamente. Si tratta innanzitutto di dimostrare a se stessi e agli altri il proprio coraggio. È una questione di onore!"

"Perdonatemi l' impertinenza ma é la stessa tiritera che mi propina Arthur ad ogni nuovo torneo. Ma rimango della mia idea.

Finché si tratta di una guerra in difesa del proprio regno, sono d'accordo, ma in questi tornei gli uomini muoiono. Valenti combattenti che tanto potrebbero fare per il proprio regno. Giovani uomini che avrebbero tutta una vita da vivere. Ha senso per voi ?"

"Da questo punto di vista, faccio fatica a darti torto. Perché Arthur non ha ancora deciso di promuoverti? Non si è accorto che sei intelligente e convincente? Hai doti di oratore: saresti un ottimo consigliere."

"Vi svelerò un segreto. In pratica sono già una specie di consigliere personale per Arthur. Anche se non in modo ufficiale…"

"Credo sia un atteggiamento un po' egoistico da parte di Arthur, quello di volerti tenere tutto per sé, ma credo proprio che farei la stessa cosa, se avessi la fortuna di avere un ragazzo come te al mio servizio!"

Merlin non ne era sicuro, ma qualcosa nell'espressione e nell'atteggiamento del cavaliere, gli suonava vagamente equivoco.

"E devo farti i miei complimenti per oggi. La tua presenza discreta ma affascinante, il tuo modo di sorridere e di intrattenere i commensali, facilita il compito del re."

"Davvero? Non me sono reso conto!" 

"Perché sei modesto e molto spontaneo. La gente questo lo avverte. Arthur dà il meglio di sé quando sei accanto a lui. Te ne sei accorto?"

"Sinceramente … no!"

"Dio, che caldo che è qui …"

"Se volete posso aiutarvi a togliervi la cotta di maglia. Ho visto altri cavalieri girare solo con la casacca e nessuno sembra farci caso."

"D'accordo. Ti ringrazio … ma riesci a stare in piedi?"

"Sì, … sono solo un po' alticcio…"

Merlin sganciò le varie parti della cotta.

Valiant non era male come uomo. Aveva un'aria decisamente virile e due occhi chiari che alla luce del sole, quasi ipnotizzavano. Con la leggera casacca color ocra, aperta generosamente sull'ampio petto definito e offuscato da una fitta peluria, era sicuramente un uomo attraente. 

Ricordava bene quando Morgana, quella dolce di qualche anno prima, flirtava apertamente con lui.

 

Aveva ancora in mano, l'armatura di Valiant che Arthur si materializzò aprendo in due la siepe dietro di loro con la forza delle sole braccia.

"Sir Valiant!"

"Vostra maestà!"

"Merlin!"

"Vostra maestà!"

 

"Se hai finito, avrei bisogno di te, un attimo. Ma posso aspettare, se credi …"

 

Merlin fece un profondo inchino a Valiant e seguì il re, convinto che avrebbe avuto qualcosa da ridire. Gli sembrava decisamente alterato.

E infatti lo portò sotto un portico deserto e lo affrontò. 

"Chi era stavolta?"

"Era sir Valiant…" rispose Merlin senza capire.

"Lo so … voglio dire … chi è che ci stava provando? Lui o tu?"

"Nessuno dei due!"

"Lo stavi spogliando!"

"Lo stavo aiutando a togliere la cotta di maglia, perché aveva caldo…"

Arthur lo guardò scettico.

"Siete voi che vedete il male dove non c'è. E il motivo è che adesso sapete chi sono e cosa mi piace. Viceversa non ci avreste neppure fatto caso ..."

"Tu dici?" domandò Arthur dubbioso.

"Sì. Sono sempre stato in mezzo ai cavalieri, che tra parentesi, sono uomini  di una bellezza notevole, ma il pensiero non vi ha mai sfiorato prima."

"Ma i cavalieri sono

 tutti normali!"

Merlin trasalì scandalizzato: "Quindi io non sarei normale, secondo voi?"

 

"Sì, certo … Mi sono espresso male. Per 'normale' intendevo come la quasi totalitá degli uomini!"

"Io non ne sarei così sicuro. Prendete Valiant per esempio: è stato così gentile con me e mi ha fatto tanti e tali complimenti, che un piccolo dubbio me l'ha fatto venire.

Mentre Odin me l'ha  detto chiaramente. Lui era normale ma i suoi gusti si sono ampliati solo negli ultimi anni"

"Odin non sarebbe normale comunque. Era lascivo e promiscuo allora e lo stesso adesso."

"Con me però è stato … onesto."

"Mi é sembrato di averti già spiegato il perché…"

"Ma si è fermato prima che glielo chiedessi"

"Fermato dal fare cosa?"

"Credeva fossi disposto a … avete capito. Invece io volevo solo baciarlo."

Arthur fece una faccia sconvolta. "E quindi … l'hai baciato?"

"Sì. Non ne siete orgoglioso?"

"Orgoglioso?"

"Sì, ho superato le mie paure e ho iniziato a sperimentare, come voi mi avete consigliato di fare."

"Scusa, Merlin, ma forse hai frainteso. Non intendevo proprio quello e comunque non adesso."

"Voi chi mi consigliereste tra Odin e sir Valiant?"

"Valiant è più giovane e non è sposato

…  Sicuramente ti consiglierei … un terzo uomo…"

"Un ragazzo del popolo?"

"Puoi ambire a qualcosa di più."

"Ma con un uomo di una classe più abbiente, non potrei mai avere un rapporto alla pari, cosa cui ambisco …"

"Forse non in pubblico, ma in privato credo sia possibile. Dipende se colui che sceglierai sará una persona sensibile,  altruista e veramente innamorata di te."

Arthur aveva un'espressione seria e concentrata, quasi triste. Merlin non era convinto. Quale uomo di alto lignaggio avrebbe voluto essere alla pari con lui?

 

Il pranzo finì tardissimo e per un paio d'ore ci fu una pausa prevista dal programma. Chi andava a prepararsi per il ballo, chi passeggiava negli enormi giardini, chi si riposava. 

"Mi piacerebbe stare un po' con mia madre o con Will, nel frattempo"

"D'accordo. Ma non andare ad imboscarti con un altro uomo per favore. Per oggi ne ho giá avuta abbastanza! Ricordati che devi aiutare a cambiarmi e devi cambiarti pure tu"

Arthur scosse la testa e se ne andò.


Merlin stava cercando  Will. Era tutto il giorno  che aspettava di parlare con lui. 

Era solo quando lo rivedeva che si rendeva conto di quanto gli fosse mancato in realtà. Si erano sempre detti tutto. Persino quando Merlin, in passato, gli aveva confidato di amarlo, Will non l'aveva abbandonato e si era comportato come l'amico fantastico che era.

Lo trovò sul prato antistante il castello che parlava con un gruppo di ragazzi di Camelot.

Will si scusò con gli altri e lo raggiunse sorridendo.

"Vieni con me …" e lo portò dentro a quel primo salottino equivoco.

"Allora, Will! Hai trovato una brava ragazza?"

"Sì!"

"Cosa?" Merlin si aprì in un sorriso enorme e lo abbracciò di nuovo ridendo!

"Chi è? La conosco?"

"No! Il suo paese è all'interno del regno di Cedric!"

"Uh! Gli amanti separati ..."

"Per fortuna, di noi poveri contadini non s'interessa nessuno. E possiamo sposare chi vogliamo. L'unico dubbio riguarda dove andare ad abitare dopo il matrimonio."

"Santo cielo! Parli già di matrimonio…"

"Ho venticinque anni e direi che è già ora…"

"Oh, Dio. Allora quello che ti dirò, non è una cosa poi così eclatante"

"Questo lascialo decidere a me. Dimmi cosa ti è successo …"

"Un'ultima cosa. Lei com'è?"

"È bellissima, dolce, anche se ha il suo caratterino… e mi ama!"

Gli occhi di Merlin si inumidirono. 

"Voglio venire al tuo matrimonio…mi inviterai?"

"Scherzi? Farò di te la damigella d'onore più incantevole che ci sia…"

"Sei il solito scemo…" rise Merlin. Sapeva che Will l'aveva preso in giro per distoglierlo dalla commozione che vedeva nei suoi occhi.

"Vedi questa stanza? È uno dei tanti salottini dove le coppie vengono ad imboscarsi!"

Will sorrise malizioso: "Devo spaventarmi, Merlin?"

"L'amore non ti ha affatto migliorato…" rise Merlin. "Oggi, qui dentro, ho baciato un uomo, per la prima volta."

Will spalancò la bocca: "Arthur?"

"No … vedi, con lui, ho lasciato perdere…"

"Come mai?"

"È fidanzato e presto si sposerà! Lui e lei non fanno altro che ... accoppiarsi. Sembra che se saltino un giorno, muoiano. Una volta li ho pure beccati: è stato orribile!"

"Ammetto che questa non è una buona notizia.

Ma, se anche Arthur si innamorasse di te, succederebbe la stessa cosa. La storia con te, sarebbe comunque contemporanea a quella con un'altra donna, con la regina. È un re e deve dare degli eredi al regno. Non credo che tu l'abbia messo in conto." Will aveva un'espressione dispiaciuta.

 

"Speravo in qualcos'altro. I triangoli amorosi non sono il mio genere, ma non importa. Arthur mi vuole bene, ma nient'altro."

 

"Dimmi, Merlin, com'è stato questo famoso primo bacio?"

"Un disastro…"

"Perché?"

"Zero romanticismo. Si tratta di un re, ma lui voleva ben altro..."

"Comunque il primo bacio viene sempre così idealizzato che spesso può risultare deludente. Ne darai di quelli che ti faranno … volare. Non era l'uomo per te."

"Ti ringrazio, Will ma … oggi è successa una cosa molto più importante. Arthur lo sa, sa di me e dei ... gusti in amore! "

Will era rimasto a bocca spalancata.

"E … come ha reagito?"

"È stato magnifico! Non solo non si è arrabbiato ma mi ha messo sotto la sua protezione. Nessuno potrà farmi del male…"

"Devo dire che … da quell'asino del tuo re, non me l'aspettavo. Mi toccherà rivalutarlo."



 

Merlin raggiunse sua madre che era in compagnia di Gaius e di altre dame.

"Gaius, con chi ballerete, stasera?" chiese una dama sorridendo.

"Non ho più l'età per queste cose. Come al solito mi ritirerò presto."

"Almeno un ballo dovrete concedermelo" disse Hunith rivolta amorevolmente verso Gaius, sorprendendo Merlin.

"Allora vi concederò una sarabanda: è l'unico ballo abbastanza lento da consentirmi di riuscire a danzarlo.

Ma non di più. Se lo dovesse imparare Balinor, non credo che sarebbe contento."

Nel gruppetto era presente anche un giovane uomo sulla trentina, che Merlin non aveva notato.

"Vieni, Merlin. Voglio presentarti un mio ex allievo. Julius Borden."

Merlin sporse la mano verso lo sconosciuto che gliela strinse, senza l'ombra di un sorriso sul volto.

L'uomo che portava un corto pizzetto sul viso e i capelli scuri spettinati ad arte, era certamente un bell'uomo: era un po' più alto di Merlin, aveva i lineamenti del viso delicati e una buona prestanza fisica, ma decisamente quell'espressione cupa e la posa altera, non lo rendevano molto simpatico.

Merlin si stava per accomiatare, quando Gaius lo prese da parte un attimo, per non farsi udire. "Julius è sempre stato un tipo strano e ribelle. Dagli un'occhiata se puoi, ogni tanto. Non mi fido di lui."









 

Ciao.

In questa fic ovviamente Valiant non ha mai attentato alla vita di Arthur con la magia (e grazie a ciò è rimasto in vita.) 

Julius è comparso nella puntata 4x4 

Balinor è vivo ma a quanto pare è rimasto un po' orso, per quanto riguarda le occasioni pubbliche.

Ringrazio chi mi ha lasciato una recensione e chi mi ha seguito fino a qui.

 
   
 
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