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Autore: My Pride    21/11/2022    1 recensioni
~ Raccolta Curtain Fic di one-shot incentrate sulla coppia Damian/Jon + Bat&Super family ♥
» 79. With all my life
Le note di Jingle Bells risuonavano a ripetizione negli altoparlanti del centro commerciale e diffondevano quell’aria natalizia che si respirava in ogni punto della città di Gotham, dai piccoli magazzini, negozi di alimentari e ristoranti ai vicoli che circondavano ogni quartiere.
[ Tu appartieni a quelle cose che meravigliano la vita – un sorriso in un campo di grano, un passaggio segreto, un fiore che ha il respiro di mille tramonti ~ Fabrizio Caramagna ]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Damian Wayne, Jonathan Samuel Kent
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Morning together Titolo: Morning together
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1137
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Damian Wayne, Thomas Wayne-Kent
Rating: Verde
Genere: Generale, Fluff, Sentimentale
Avvertimenti: What if?, Slash, Hurt/Comfort
Writeptember: 2. A te la scelta, adesso || 4. Non è XXX, è scienza!


SUPER SONS © 2016Peter J. Tomasi/DC. All Rights Reserved.

    Se c’era una cosa di cui Damian si vantava molto, anche adesso che viveva ad Hamilton da anni e fingeva di essere il semplice veterinario del paese, era l’avere i sensi più sviluppati di un comune essere umano grazie a tutto l’addestramento che aveva fatto da bambino.

    Quando quel mattino sentì odore di bruciato persino in camera, quindi, scattò dal letto così in fretta che per un attimo parve avere il diavolo alle calcagna e fu un miracolo se la protesi non inciampò in uno degli scalini, capitolando al piano di sotto in fretta e furia per raggiungere la cucina col fiatone e il cuore a mille; con entrambe le braccia spalancate e le mani sullo stipite della porta, si aspettò quasi di vedere fumo e fuoco ovunque… ma vide solo Jon e Thomas che, battibeccando, erano sporchi di farina da capo a piedi e c’era Asso che leccava un composto strano spiaccicato sul pavimento che sembrava pastella; c’era anche del sangue che gocciolava dal ripiano del lavandino, e Damian, ancora scombussolato, faticò a rendersi conto che proveniva dal taglio che Jon si era fatto sul palmo della mano sinistra contro cui stringeva una pezza umida.

    «Non è semplicemente arte culinaria, è scienza!» stava dicendo Thomas mentre armeggiava con il tappo del disinfettante, borbottando tra sé e sé e ignorando il modo in cui il padre lo fissava con tanto d’occhi.

    «Ragazzo, oltre al master in giornalismo ne ho uno anche in scienze biotecnologiche, e quel polpettone sul nostro pavimento è tutto tranne qualcosa di anche solo lontanamente commestibile!»

    «Impossibile, ho seguito alla lettera tutta la ricetta di Heston Blumenthal!»

    «Non tutte le ricette sono fatte per essere provare a casa!» rimbrottò Jon nell’allontanare Asso da quella roba, giusto un secondo prima che Tommy riuscisse ad aprire il disinfettante e a gettarne una generosa dose sul batuffolo che reggeva.

    «Ma era solo alginato di sodio!»

    «Sei abbastanza intelligente da sapere che non dovrebbe bruciare».

    «Infatti si è bruciato il tuo stupido toast vegano perché ti sei distratto e ti sei tagliato una mano».

    «Cos… niente più Channel 4 per te, ragazzo».

    «Cosa sta succedendo?»

    Damian, che fino a quel momento era rimasto in disparte ad assistere a quel battibecco, si intromise con aria stranita, e fu solo a quel punto che i due si accorsero di lui ed ebbero almeno la decenza di mostrarsi colpevoli. Per cosa, poi, era determinato a scoprirlo visto che Jon aveva cominciato a guardare altrove e Tommy aveva finto di concentrarsi sulle sue unghie come se nulla fosse, entrambi dimentichi del taglio sanguinante e della sporcizia in giro. Solo quando Asso tornò all’attacco del cibo Tommy si riscosse, affrettandosi a pulire dopo aver lanciato il batuffolo di cotone al padre che, afferrandolo di riflesso, gettò via la pezza sporca di sangue e cominciò a disinfettarsi la ferita.

    «Preparavamo la colazione», buttò lì con calma estenuantemente, e Tommy gli diede subito man forte, annuendo mentre gettava quella robaccia – era un uovo? Sembrava proprio un uovo – nella pattumiera.

    «Abbiamo solo avuto un piccolo… incidente».

    «Alla faccia del piccolo incidente», rimbeccò Damian nel sollevare entrambe le sopracciglia prima di entrare in cucina a grandi falcate e allungare una mano verso Jon, che continuava a sanguinare copiosamente. «Dai qua, idiota, ci penso io».

    «Non è niente, è solo un graffio», affermò di rimando Jon, ma sussultò e si lasciò scappare uno strillo ben poco trattenuto quando Damian, senza tanti complimenti, gli schiaffò il disinfettante sul taglio e cominciò a pulire la ferita. «A-Aspetta, D, D, ehi, no, fa male», si lamentò nel tentativo di sfuggire alla presa, piagnucolando sotto lo sguardo di suo figlio che, tossicchiando, se la rideva sotto i baffi.

    «Puoi continuare a star qui a lagnarti e sanguinare sul pavimento della cucina, oppure lasciare che pulisca e ti suturi la ferita senza comportarti come il bambinone che sei», sentenziò Damian. «A te la scelta, adesso».

    «Ma--»

    «Jonathan».

    «Non si scherza col dottor Wayne, più terrificante del pipistrello di Gotham!» prese in giro Tommy nel sollevare due dita sulla testa nell’imitazione di orecchie di pipistrello, cosa che, per un lungo istante, fermò il battibecco di Jon e Damian che guardarono il figlio col fiato sospeso; e, nel rendersi conto dello sguardo stranito di Tommy, si ripresero abbastanza in fretta dallo scoppiare a ridere entrambi e rilassare anche il ragazzo. A volte i comportamenti dei genitori lo lasciavano perplesso, soprattutto quando si parlava di supereroi, ma il più lo imputava al fatto che provenissero entrambi da due grandi città come Metropolis e Gotham e che, nel corso degli anni, ne avessero viste abbastanza per quel che riguardava Batman, Superman e tutti gli altri. Però, per quanto il suo baba storcesse continuamente il naso quando parlava di Superman, c’era da dire che non gli aveva mai vietato di raccattare tutta la collezione che aveva.

    «Sentito tuo figlio, Kent? Non si scherza con me», affermò Damian, sciogliendo per primo quel sottile velo di stranezza che si era creato fra loro, riuscendo comunque a far sbuffare Jon che, gonfiando le guance, lanciò uno sguardo al figlio.

    «Dovresti stare dalla mia parte, ragazzo».

    «Non so di cosa stai parlando».

    «Traditore».

    «Fate i bravi, marmocchi». Damian li mise a tacere entrambi, approfittando di quell’attimo di distrazione per afferrare il kit di pronto soccorso e tirar fuori un ago con il quale cominciò a suturare la ferita di Jon, ignorando l’esclamazione di dolore che scappò dalle sue labbra. «E tu piantala, è solo “un graffio”», lo scimmiottò, e Jon cominciò a brontolare tra sé e sé e a mordersi al contempo il labbro, il tutto per cercare di non strappare la mano dalla presa del marito.

    Una ventina di minuti dopo, con una bella fasciatura, la cucina nuovamente brillante e una colazione fatta di semplici toast, uova e bacon – e le crocchette di Asso ordinatamente riposte nella sua ciotola –, si ritrovarono tutti e tre seduti al bancone della cucina, a chiacchierare del più e del meno mentre si riempivano i bicchieri di succo d’arancia.

    «Non mi avete ancora spiegato cosa stavate combinando davvero», esordì di punto in bianco Damian, e Jon e Tommy si scoccarono una rapida occhiata prima di sbattere le palpebre e scoppiare a ridere.

    «Cucina molecolare», dissero in coro, e Damian arcuò un sopracciglio.

    «Cucina molecolare? Non abbiamo gli strumenti per farlo».

    Jon batté la mano buona sul bancone, schioccando poi le dita nella sua direzione senza dar peso alle rimostranze di Tommy. «Bravo, D, diglielo anche tu».

    «Li compreremo e ti insegnerò io come si fa».

    «D!»

    «Grazie, baba!» esclamò il dodicenne, gettandogli le braccia al collo per stringerlo a sé. E, per quanto si stesse lamentando, sapeva che anche papà Jon sarebbe stato entusiasta della cosa. Aveva i papà migliori del mondo.






_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per il ventisettesimo giorno del #writeptember sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia
Ambientata poco prima che Tommy compia tredici anni, una cosetta da niente così tanto per buttare lì uno slice of life di sti scemotti.
Non succede assolutamente nulla (nel senso che per una volta nessuno si fa male pesantemente - ma in un modo o nell'altro qualcuno un po' male si fa aha), diciamo che è solo una bella mattina in cui la famigliola è... una famigliola aha e per una volta c'è Damian che accontenta Tommy al posto di Jonno ahah e ovviamente Tommy non può non essere contento...
Se non conoscete
Heston Blumenthal, shame on you!
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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